Dinanzi al crescere delle deportazioni, approfondire i meccanismi della macchina
delle espulsioni appare fondamentale per tentare di opporsi, nonché lottare, nel
modo più preciso ed efficace possibile. Ad Harraga –…
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ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-ottobre-la-guerra-civile-di-trump-la-tregua-a-gaza-unorizzonte-oscuro/
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stati Uniti. La guerra civile di Trump
La feroce battaglia dell’amministrazione statunitense contro gli immigrati senza
documenti che ne autorizzino il soggiorno negli States si sta sempre più
trasformando in una guerra civile contro gli stati governati dai Democratici.
Le forze dell’ICE impiegate sempre più massicciamente per “affiancare” le
polizie locali accusate di non avere il polso necessario per contrastare gli
“irregolari” non bastano più a Trump, che ha deciso di mettere in campo la
Guardia Nazionale.
La Guardia Nazionale è la principale forza di riservisti degli Stati Uniti: i
suoi membri sono chiamati in base alla necessità, e di solito fanno altri
mestieri. È un corpo organizzato su base statale, e le truppe sono comandate dai
governatori dei singoli stati, che le usano quasi sempre come una sorta di
protezione civile in occasione di catastrofi naturali. Ma la legge prevede che
in casi eccezionalmente gravi il presidente possa assumere il comando della
Guardia Nazionale di uno stato, quando la sicurezza nazionale è in pericolo.
Negli scorsi mesi Trump ha usato questi poteri moltissime volte, con una
frequenza e un’ampiezza mai viste prima, per inviare la Guardia Nazionale in una
serie di città tutte governate dal Partito Democratico. Lo ha fatto non per
rispondere a emergenze eccezionali, come vorrebbe la legge, ma con motivazioni
che sono state spesso giudicate gonfiate, se non false.
Ora nel mirino ci sono l’Oregon e Chicago, de l’Ice ha attaccato un block, un
quartiere, arrivando a sparare persino ai poliziotti locali.
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri
La tregua. Un orizzonte oscuro
Il 10 ottobre, quando abbiamo effettuato questa puntata, era prevista l’entrata
in vigore dell’accordo per il cessate il fuoco siglato dal governo israeliano e
da quello di Gaza.
Le riflessioni che seguono sono state fatte in quel momento: tenetene conto.
La tregua prevedeva la sospensione dei bombardamenti, la liberazione di ostaggi
e prigionieri politici, l’arrivo di scorte alimentari, medicinali e aiuti per la
popolazione gazawi stremata da due anni di guerra.
Sin qui tutto bene. La sospensione dei massacri è comunque una buona notizia,
tuttavia l’orizzonte appare del tutto oscuro.
L’accelerazione impressa da Israele con l’attacco a Gaza City, l’enorme ondata
di indignazione di fronte ad una popolazione bombardata e affamata ha provocato
un isolamento internazionale di Israele che non ha precedenti. Il crescere in
Israele di un’opposizione al genocidio che, per quanto minimizzata dai
sostenitori nostrani di Hamas ed alleati, è cresciuta per tutta l’estate,
culminando in uno sciopero generale di grande portata, è stata un ulteriore
segnale che le basi di consenso al governo Netanyahu si stanno erodendo.
Hamas, sconfitto, privato dei tradizionali appoggi, sebbene sia riuscito a
soffocare nel sangue le rivolte della scorsa primavera, sapeva bene di stare
esaurendo i propri crediti, ha accettato una tregua alla quale si dichiarava
disponibile da mesi.
Se il piano Trump dovesse trovare completa attuazione per la popolazione gazawi
sarebbe una ulteriore sconfitta. Dopo due decenni di dittatura islamista, dopo
due anni di pulizia etnica di Israele, rischia di diventare una colonia con un
governo fantoccio.
Le responsabilità di chi, alle nostre latitudini, ha assunto un atteggiamento
campista, di appoggio acritico alla resistenza, sono enormi.
Ai palestinesi serve il pane. Ma servono anche le rose. E la libertà. Quella
vera
A noi tutti serve un mondo senza stati, frontiere, eserciti.
Ne abbiamo discusso con Lorenzo
Appuntamenti:
4 novembre
Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai
plotoni di esecuzione.
La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà
concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.
Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese
militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni
militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un
confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della
patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di
ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le
fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta
nel proprio cuore.
A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi
usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.
Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una
martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda
nazionalista.
Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano
polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più
povere.
Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre.
Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi,
inermi. Non lo siamo.
In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati.
Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra.
Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo,
quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando
decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di
mezzo.
Le guerre cominciano da qui.
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Contro la guerra e chi la arma!
Via i mercanti d’armi!
Sabato 29 novembre
corteo antimilitarista
ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Martedì 2 dicembre
giornata di blocco all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70
No all’aerospace and defence meetings!
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
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Maggio 2021: Moussa Balde muore nel reparto di isolamento del CPR di Torino.
Maggio 2025: il corpo senza vita di Hamid Badoui viene trovato in una cella del
carcere di…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-26-settembre-ricerca-sul-clima-un-caso-di-obiezione-di-coscienza-rudolf-rocker-lanarchia-oltre-le-macerie-del-secolo
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
I primi 80 della Federazione Anarchica Italiana
Era il settembre de 1945. A Carrara si incontrarono anarchici da tutta Italia
per dar vita alla FAI. C’erano compagni e compagne che avevano lottato contro la
dittatura. Chi aveva resistito in clandestinità e chi aveva patito prigione e
confino, chi era stato costretto l’esilio senza mai mollare il proprio impegno,
c’erano i giovani partigiani e quelli che avevano combattuto il fascismo sin dai
primi anni. Tanti non c’erano più.
I tempi che li aspettavano erano profondamente mutati. La guerra fredda e lo
scontro tra blocchi non pareva lasciare spazio ad alternative.
Eppure.
Grazie a quei compagni che diedero vita ad un’intesa associativa libera e
solidale, dopo 80 anni possiamo affrontare le nuove terribili sfide che abbiamo
di fronte. Le ombre scure del nazionalismo, del razzismo, delle guerre ci
pongono di fronte all’urgenza di rendere sempre più forti e radicali i legami e
le lotte che stiamo attraversando.
L’11 e 12 ottobre si è tenuto a Carrara un convegno di studi sull’anarchismo.
Il programma è arricchito da una mostra di manifesti, da momenti conviviali e
musicali.
Giorgio Sacchetti, docente di storia a Firenze, uno dei promotori
dell’iniziativa, l’ha presentata agli ascoltatori di Blackout.
Qui il programma completo:
https://umanitanova.org/event/carrara-anarchismo-una-storia-globale-e-italiana1945-2025-nell80della-federazione-anarchica-italiana/
Il genocidio migrante
Il 3 ottobre è l’anniversario di una delle peggiori stragi di migranti nel
Mediterraneo. Dodici anni fa a poche miglia da Lampedusa colò a picco
un’imbarcazione carica di profughi eritrei ed etiopi. A bordo c’erano 545
persone: 388 annegarono. I superstiti vennero salvati dai pescatori: la guardia
costiera arrivò oltre un’ora dopo.
Questa è una sola delle infinite stragi quotidiane nel Mediterraneo.
Stragi la cui responsabilità diretta è dei governi di ogni colore che si sono
susseguiti negli ultimi trent’anni.
Mentre tutti gli occhi sono puntati su Gaza e sulla Flottilla che ha tentato di
forzare il blocco navale imposto da Israele per raggiungere una popolazione
stremata dalla fame e dalle bombe è importante non dimenticare la guerra ai
migranti, un genocidio contro i poveri attuato dai governi della Fortezza Europa
con la complicità ben pagata dei macellai libici, cui l’Italia fornisce i
pattugliatori che sparano contro le barche in viaggio verso l’Europa.
Il Mare di Mezzo è divenuto un enorme sudario che ha inghiottito tante vite di
gente in eccesso.
Oggi PD, 5Stelle e AVS provano a rifarsi una verginità tra i movimenti
appoggiando la flotilla. Non permettiamoglielo! Lo dobbiamo alle decine di
migliaia di uomini, donne e bambini che continuano a morire nel silenzio dei
più.
Ne abbiamo parlato con Raffaele
Il mito della legalità e la Flottilla
In questi giorni abbiamo assistito ad un martellamento costante sul fatto che la
Flottilla stesse navigando nel rispetto delle regole, della legalità, dei giusti
confini. Una litania insopportabile, perché basata sulla convinzione che il
rispetto delle regole di un gioco truccato all’origine, potesse essere un
ombrello per la missione.
Sappiamo bene che le regole le dettano i vincitori. Gli orrori nazisti e la
feroce occupazione giapponese della Cina non giustificano Dresda e Hiroshima.
Le regole ingiuste vanno violate. Punto. Il resto è retorica legalista e
giustizialista.
Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo
Questa sera, in corso Palermo 46 alle 21, presentiamo una vasta raccolta di
scritti di Rudolf Rocker. “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo
di crisi 1919 – 1947”.
Ne parleranno con noi Gianfranco Ragona, con cui ne abbiamo parlato la scorsa
settimana, e David Bernardini.
Oggi vi proponiamo alcune letture scelte per voi
Appuntamenti:
Rudolf Rocker
L’anarchia oltre le macerie del secolo
Venerdì 3 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919
– 1947”
Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia
all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre
della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker”
4 novembre
Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai
plotoni di esecuzione.
La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà
concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.
Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese
militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni
militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un
confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della
patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di
ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le
fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta
nel proprio cuore.
A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi
usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.
Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una
martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda
nazionalista.
Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano
polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più
povere.
Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre.
Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi,
inermi. Non lo siamo.
In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati.
Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra.
Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo,
quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando
decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di
mezzo.
Le guerre cominciano da qui.
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Contro la guerra e chi la arma!
Via i mercanti d’armi!
Sabato 29 novembre
corteo antimilitarista
ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Martedì 2 dicembre
blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70
No all’aerospace and defence meetings!
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
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concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Guerra alla ricerca sul clima. Un caso di obiezione di coscienza
In questi giorni alla cascina e parco “Le Vallere”, che ospita una importante
stazione di rilevamento idrologico e meteorologico, si tiene un evento europeo
su “Water and Ecosystems in the Mediterranean: Climate Challenges and Adaptive
Responses”. Ovvero il problema idrico in diversi aspetti: troppa acqua nelle
precipitazioni, sparizione dell’acqua sotto forma di ghiacci, siccità. Se ne
parla con tecnici e ricercatori che operano sul campo, in glaciologia,
meteorologia e allerte meteo, analisi rischi, biodiversità e ovviamente la
metrologia a supporto delle misure.
Si tratta di studi cruciali per capire quali misure adattive siano necessarie
per fermare ed arginare la catastrofe in corso.
Dalle Vallere ci siamo collegati con Andrea Merlone, Dirigente di Ricerca –
Research Manager dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica con cui abbiamo
parlato dei tagli che queste ricerche stanno subendo in moltissimi paesi. Le
risorse vengono dirottate sulla ricerca bellica, che divenendo prioritaria quasi
ovunque, con conseguenze gravissime.
Non solo. È in atto una infiltrazione dei militari nelle misurazioni del clima,
dell’aria, dell’acqua perché necessarie al miglior funzionamento delle armi.
Dopo anni a supportare misure sempre più raffinate per comprendere il
riscaldamento dei mari parametro fondamentale soprattutto nel Mediterraneo, la
conferenza di riferimento di Genova si apre con una sessione plenaria dedicata a
“Military Metrology for the sea”. Ovvero gli interessi militari, sdoganati ormai
in pubblico in temi di misure, soprattutto per il mappamento dei fondali. Andrea
ci ha raccontato del suo rifiuto a presiedere e a partecipare ad un evento di
rilievo mondiale sulle misure marine.
Rudolf Rocker. L’anarchia oltre le macerie del secolo
Nel corso della sua straordinaria parabola esistenziale, Rudolf Rocker, uno dei
maggiori protagonisti dell’anarchismo tedesco e internazionale, ha profuso la
sua attività militante in una molteplicità di contesti sociali e politici,
passando dalla Germania di Bismarck alla Londra del movimento operaio yiddish,
per approdare infine negli Stati Uniti. Se il suo impegno sociale rimane
costante, il suo approccio politico cambia nel corso dei decenni, muovendo da
una visione prettamente anarcosindacalista a una visione più pragmatica e
gradualista attenta a proporre concrete analisi delle trasformazioni in atto
nella società. Le sue riflessioni consentono di ricostruire il percorso
intellettuale di uno dei più lucidi pensatori libertari del Novecento, come
testimonia la sua acuta analisi del totalitarismo di destra e di sinistra e la
sua incisiva critica di una concezione rivoluzionaria incapace di riflettere a
fondo sulle ragioni che avevano portato alla sconfitta della Rivoluzione
spagnola e alla degenerazione della Rivoluzione russa.
Il prossimo venerdì presenteremo una raccolta di testi di Rudolf Rocker
“Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919 – 1947”
Con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia all’università
di Torino, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui abbiamo discusso il venerdì
successivo con Ragona e con David Bernardini, che all’anarchico tedesco ha
dedicato uno studio.
L’anarchia ai tempi della peste
Guerre, massacri, corsa agli armamenti. Le aporie infinite dei movimenti di
opposizione schiacciati tra campismo, propaganda e miopia.
Proviamo ad entrare nel vivo, chiacchierandone con Lollo.
La straordinaria giornata di lotta del 22 settembre, che per la prima volta ha
visto le piazze riempirsi non solo di studenti e attivisti ma anche di tanti
esponenti di quella sinistra moderata e fluida che solo occasionalmente scende
in piazza con modalità più radicali. Li avevamo visti a Roma il 20 maggio ma la
cornice allora era ancora meramente testimoniale.
La loro ricomparsa in piazze che miravano esplicitamente al blocco dimostra la
crescente consapevolezza che solo ponendosi sul terreno dell’azione diretta si
può inceppare il meccanismo terrificante che sta tritando le vite di migliaia di
uomini, donne, bambine e bambini a Gaza.
A muovere queste piazze è stata soprattutto un’ondata di incontenibile
indignazione, la necessità di non essere complici di un genocidio.
Un fatto in se positivo.
Purtroppo sullo sfondo restano e si allungano le tante ombre che hanno segnato
questi due anni di feroce guerra a Gaza.
In primis l’appoggio acritico alla resistenza palestinese, guidata da forze
islamiste, che hanno disciplinato a forza la gente della striscia, che hanno una
polizia morale che controlla l’osservanza della legge islamica, che trattano con
ferocia ogni forma di opposizione.
Ma non solo. Mentre esplode la giusta indignazione per il genocidio, per la
fame, per la distruzione a Gaza, il genocidio in Darfur, la feroce guerra in
Sudan resta avvolta nel silenzio. Perché?
In Siria c’è stato un milione di morti e la guerra è tutt’altro che finita, tra
stragi di drusi e alaviti e la costante pressione per chiudere i conti con i
curdi del confederalismo democratico nel nord del paese. Silenzio. Perchè?
La guerra ai migranti è un genocidio. Si ha genocidio ogni volta che le vite
umane sono considerate dannose, in eccesso. Mentre la flottilla prova con grave
rischio a raggiungere Gaza, nel Mediterraneo si continua a morire in silenzio.
Perché?
Sono domande che ci piacerebbe porre a chi riempie oggi le piazze per fermare un
altro genocidio.
Appuntamenti:
Rudolf Rocker
L’anarchia oltre le macerie del secolo
Venerdì 3 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919
– 1947”
Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia
all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre
della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker”
4 novembre
Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai
plotoni di esecuzione.
La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà
concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta.
Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese
militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni
militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un
confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della
patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi straccia le bandiere di
ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le
fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta
nel proprio cuore.
A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi
usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.
Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una
martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda
nazionalista.
Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano
polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più
povere.
Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre.
Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi,
inermi. Non lo siamo.
In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati.
Noi siamo al fianco di chi diserta la guerra.
Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo,
quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando
decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di
mezzo.
Le guerre cominciano da qui.
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Via i mercanti d’armi!
Sabato 29 novembre
corteo antimilitarista
ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis
Martedì 2 dicembre
blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70
Contro la guerra e chi la arma!
No all’aerospace and defence meetings!
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ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
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Dal 27 settembre in poi, in Marocco migliaia di persone sono scese nelle piazze
di tante città, da nord a sud, in proteste autorganizzate online in modo anonimo
e orizzontale…
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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stati Uniti. Maga senza freni
L’amministrazione Trump pigia sempre più l’acceleratore nella corsa al controllo
dell’amministrazione, dei media e delle istituzioni culturali. Passo dopo passo
con sfacciata arroganza incasella sempre più tasselli nel suo mosaico.
L’assassinio dell’influencer Maga Kirk gli ha offerto una buona occasione per
annunciare un’ulteriore stretta contro gli antifascisti, che vorrebbe far
dichiarare “organizzazione terrorista”.
Anche in Italia la vicenda ha scatenato la destra, che vi si è buttata a
capofitto.
Ne abbiamo parlato con Lorenzo
Educazione sessuale. Un affare di famiglia
Nella scuola procede a grandi passi l’opera reazionaria e repressiva del
ministro Valditara.  Alle imposizioni contenute nelle nuove Indicazioni
nazionali, al codice disciplinare per i lavoratori, alla riforma del voto di
condotta, alla caccia al telefonino, alle sanzioni per chi decide di sostenere
un orale poco brillante alla maturità si aggiunge infatti la partita
dell’educazione sessuale, recentemente giunta in una fase calda del dibattito.
Lo scorso febbraio i deputati Sasso (Lega) e Amorese (FdI) presentavano una
proposta di legge a testa, entrambe finalizzate all’introduzione del consenso
informato delle famiglie per attività scolastiche inerenti sessualità e
affettività. In pratica per svolgere attività didattiche di educazione sessuale
e affettiva, seppure in chiave binaria e familista, serve il placet delle
famiglie.
A maggio le diverse proposte di legge venivano recepite in un disegno di legge
organico presentato dal ministro dell’istruzione Valditara, il DdL 2423. E
nell’estate è stato avviato il relativo iter.
Ne abbiamo parlato con Patrizia Nesti, insegnante e transfemminista
La guerra si allarga. La crisi dei droni
In questi anni di guerra abbiamo imparato che la propaganda bellica crea una
cortina di disinformazione tale da rendere quasi impossibile comprendere non
solo la dinamica e l’effettiva portata, ma a volte anche la stessa consistenza
di alcuni fatti. Certo è che entrambi gli schieramenti vogliono proseguire ed
estendere la guerra, o comunque passare ad un ulteriore stato di allerta in
Europa e ad un ulteriore livello di militarizzazione dei confini. Basti pensare
allo schieramento, annunciato, di 40000 soldati polacchi sul confine orientale
del paese e alle esercitazioni militari congiunte russe e bielorusse in corso a
distanza di relativamente pochi chilometri.
Quella che è stata chiamata “crisi dei droni” ha portato difatti ad un
innalzamento della militarizzazione del confine orientale della Polonia e ad un
aumento dell’impegno della NATO con la nuova operazione “Eastern Sentry”.
L’anarchia ai tempi della peste
Guerre, massacri, corsa agli armamenti. Le aporie infinite dei movimenti di
opposizione schiacciati tra campismo, propaganda e miopia.
Prime riflessioni
Appuntamenti:
Rudolf Rocker
L’anarchia oltre le macerie del secolo
Venerdì 3 ottobre
ore 21
corso Palermo 46
Rudolf Rocker “Anarchismo, Politica, Comunità. Scritti in un tempo di crisi 1919
– 1947”
Ne parliamo con il curatore del libro, Gianfranco Ragona, docente di storia
all’università di Torino e con David Bernardini, autore di “Contro le ombre
della notte. Storia e pensiero dell’anarchico tedesco Rudolf Rocker”
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
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Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
Ci sono certi quartieri di certe città italiane dove la sopravvivenza è una
resistenza quotidiana. San Berillo a Catania è un quartiere resistente, che il
governo prova a distruggere da…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
https://radioblackout.org/podcast/anarres-del-30-maggio-aborto-2-giugno-antimilitarista-i-dazi-usa
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Aborto. La lunga marcia dei “pro vita” e le lotte femministe
Ripercorriamo assieme a Nadia Nardi di Nudm Livorno le tappe delle lotte delle
donne per acquisire e difendere la propria libertà di scelta e i tanti
dispositivi messi in atto da chi ci vuole ricacciare nella gabbia della
maternità come destino obbligato.
Un punto di partenza la legge 194, che, limita la libertà femminile e contiene
numerose trappole, che, una dopo l’altra, sono scattate.
2 giugno. La repubblica fondata sulla guerra
Parate militari, esibizione di frecce tricolori, piazze occupate da cerimonie
militariste: questa è la cifra con la quale la repubblica italiana declina se
stessa.
Nulla di cui stupirsi. Lo Stato, in tutte le proprie forme, si fonda sul
monopolio della violenza legittima, una violenza estrema di cui le forze armate
sono la punta di diamante.
Negli ultimi anni sono venute meno le tante forme di edulcorazione del mestiere
delle armi, messe in campo per attenuarne l’impatto su una popolazione in buona
parte pacifista, restia alle imprese belliche. Oggi un governo diretto erede del
fascismo storico, con un’ampia maggioranza parlamentare e nessuna reale
opposizione istituzionale alla guerra ed ai processi di riarmo, si permette una
diretta esaltazione degli eserciti, delle missioni militari all’estero, alla
difesa degli interessi italiani in chiave neocoloniale.
Come ogni anno anche questo due giugno ci saranno cerimonie militari e chi,
nelle piazze, le contesta attivamente.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo
USA: le varie velocità della rilocalizzazione
Gli interessi economico-finanziari dettano le agende di amministrazioni e
governi di ogni sorta. C’è un filo conduttore che lega le azioni dei vari
presidenti USA, da Obama al secondo mandato di Trump. Ovviamente ogni
amministrazione opera secondo l’immagine che si è data in campagna elettorale,
ma indipendentemente dai modi le strategie possono essere utilizzate come
bussole per capire l’orientamento in atto. E tutte le bussole, da Obama a Trump
passando per Biden, puntano nella stessa direzione, quella del reshoring, seppur
con alterne fortune.
Vi proponiamo un approfondimento con Giammarco, autore di un testo uscito su UN,
che inserisce la questione dei dazi in un contesto più ampio
Appuntamenti:
Lunedì 2 giugno
ore 16
manifestazione antimilitarista in via Garibaldi angolo piazza Castello
(se piove piazza Palazzo di Città)
Interventi, il canzoniere antimilitarista del Cor’okkio e di Alba e tanto altro.
Contestiamo le cerimonie militariste del 2 giugno!
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
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Nell’estate 2025 la città di Torino ha visto l’inizio del dibattimento in primo
grado per i 19 imputatx accusatx di devastazione e saccheggio per i fatti
relativi al corteo che…