Dall’elezione di Trump negli USA giungono voci martellanti dei deliri annunciati
e promessi dalla sua seconda amministrazione. Allo stesso tempo però, non troppo
sappiamo di cosa materialmente sta progettando per…
Tag - Podcast
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 7 marzo. ReArm Europe. Anarcofeminnist! Il ciclone Trump e la
> marea nera globale…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
ReArm Europe
Il vertice europeo straordinario sulla guerra in Ucraina ha prodotto un nuovo
mostro militarista. 800 miliardi di investimenti, una parte dei quali potrebbero
essere attinti dal fondo di stabilità europeo, quello destinato all’ambiente e
alle infrastrutture dei trasporti (TEN-T), di cui, paradossalmente fa parte la
Torino Lione.
Un programma di riarmo su ampia scala, che segna un’ulteriore potente escalation
bellica. Ma non, in assoluto, una novità.
L’estrema instabilità di un periodo caratterizzato dal tentativo statunitense di
arginare la propria decadenza, rischia di innescare ulteriori guerre.
Al contempo il prezzo del grande RiArmo lo pagheremo noi tutti.
Mentre i guerrafondai si danno appuntamento a Roma, è cruciale moltiplicare
l’impegno internazionalista a fianco dei disertori di ogni dove.
Ne abbiamo parlato con Dario Antonelli del Coordinamento Antimilitarista
livornese.
Senza dio, senza Stato, senza famiglia. Liber*!
L’otto marzo non è una festa. Noi lottiamo perché lo diventi, perché siano
strappate le radici dell’oppressione patriarcale, modello di ogni visione
gerarchica ed autoritaria delle relazioni sociali.
La vita e la libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla
norma etero cis patriarcale sono sotto attacco in ogni angolo del pianeta.
Botte, coltellate, prigioni di stoffa, umiliazioni, discriminazioni sul lavoro
non sono il retaggio del passato ma la dura realtà per miliardi di donne in ogni
dove.
Le donne che fanno il militare, che diventano manager, che sono capi di governo
o al vertice della Digos sono il segno della sconfitta del femminismo, non la
sua vittoria.
Se si capovolge la clessidra non si cambia di senso al tempo.
Il ciclone Trump e la marea nera globale
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile
della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che
qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che
individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico.
In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali
negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di
normalità bellica.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
Vi abbiamo anticipato con Lorenzo alcune delle questioni di cui parleremo il
prossimo venerdì 14 marzo alla FAT con Stefano Capello e lo stesso Lorenzo
Appuntamenti:
Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Rabbit
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
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Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
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concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 28 febbraio. Tecnologia: la guerra tra Stati Uniti e Cina.
> Anarchia e femminismo. Smilitarizzare la città…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stati Uniti e Cina. La guerra fredda della supremazia tecnologica
La nuova intelligenza artificiale cinese DeepSeek ha dato una bella botta alle
borse statunitensi. A differenza del 2008 questa volta la crisi viene non
dall’esplodere di una bolla interna ma dal nemico/competitor cinese.
DeepSeek ha inflitto un duro colpo a Chat GPT e a Palantir, specializzata nel
servizio di controllo e fornitura dati, uno dei pilastria di quel “capitalismo
della sorveglianza” di cui la Cina è maestra da un paio di decenni.
Il gigante statunitense e quello cinese hanno tuttavia entrambi un grosso
problema: l’estrema dipendenza reciproca dei due sistemi, specie in campo
tecnologico.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche
Non può esserci anarchismo senza femminismo
Con Julissa del Gruppo anarchico Germinal di Trieste presentiamo un documento
che offre un panorama critico molto interessante, partendo dalla decostruzione
di alcuni concetti chiave nei movimenti di questi anni.
Nell’introduzione al loro testo le compagne e i compagni scrivono: “Con questo
testo vogliamo offrire delle riflessioni sul movimento transfemminista
contemporaneo, partendo da dinamiche locali che ci hanno visto partecipi negli
ultimi anni, nella speranza di poter offrire una critica costruttiva ed utile
anche ad altrə, al di là delle vicende specifiche.
Da un lato ci siamo chiestə cosa intendiamo quando utilizziamo il termine
“intersezionalità” di cui tanto si parla nei movimenti (spesso, dal nostro punto
di vista, a sproposito). Dall’altro vogliamo proporre una riflessione sui
concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano
gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi
meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti
logico/politici. Questi concetti hanno delle storie “militanti”, così come delle
formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti
potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da
appiccicare acriticamente.”
Torino. Contro la guerra e il militarismo: cronache di una giornata di lotta
A tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina il 22 febbraio è stata una lunga
giornata di informazione e lotta promossa dal Coordinamento contro la guerra e
chi la arma.
In mattinata c’è stato un presidio informativo al Balon, con interventi, musica
volantini, banchetti.
Nel pomeriggio ci si è mossi per dare un segnale concreto della volontà di
smilitarizzare la città.
Appuntamenti:
Anarcofemminist* al Balon
Sabato 8 marzo
punto info
ore 10,30
I nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli
Stati,
le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone,
degli dei e dei loro preti.
Sarà in distribuzione l’opuscolo Anarchia e transfemminismo
Qui potete leggere e scaricare liberamente i testi:
https://www.anarresinfo.org/transfemminismo-percorsi-e-prospettive/
https://germinalts.noblogs.org/post/2025/02/19/non-ci-puo-essere-anarchismo-senza-femminismo/
Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile
della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che
qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che
individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico.
In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali
negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di
normalità bellica.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
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> Anarres del 21 gennaio. Trump e l’Ucraina. Stati Uniti: Project 25. Contro la
> guerra…
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Ucraina. Trump spariglia le carte
Il prossimo 24 febbraio sono trascorsi tre anni dall’attacco russo all’Ucraina,
dopo sette anni di stallo in seguito all’annessione russa della Crimea ed un
primo avanzamento nel Donbass. Da allora sono morte centinaia di migliaia di
persone, enorme è il numero dei profughi, dei feriti, delle persone che hanno
perso casa e lavoro.
A pagare un duro prezzo sono state anche le popolazioni europee strette nella
spirale dell’inflazione, con una costante riduzione dei servizi ed un imponente
aumento della spesa energetica e militare.
Questa guerra rappresenta uno scontro interimperialistico di enorme portata, che
ha coinvolto direttamente la NATO. I paesi europei hanno schierato truppe ed
inviato armi all’Ucraina.
Gli Stati Uniti targati Trump entrano nella partita a gamba tesa, sparigliando
le carte. Tagliano fuori l’Ucraina e gli europei ed aprono un tavolo di
trattativa diretta con la Russia, mirando ad una tregua armata che, di fatto,
sancirà l’annessione dei territori occupati di Mosca. D’altra parte gli Stati
Uniti hanno portato a casa l’obiettivo principale: l’indebolimento dell’Europa.
Ora Trump spera di rendere meno saldo il legame tra la Russia e la Cina.
Intanto la diserzione dal fronte di guerra è sempre più di massa. Sia in Russia
che in Ucraina.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello
Stati Uniti. Project 25
Proseguono gli approfondimenti sugli States all’epoca di Trump.
Gli obiettivi del Trump 2.0 erano già scritti da due anni: i punti salienti di
un mandato presidenziale reazionario, infatti, erano già ampiamente illustrati
in Mandate For Leadership: The Conservative Promise, un manuale di 900 pagine
realizzato grazie alla stretta collaborazione tra Heritage Foundation e altre
100 organizzazioni conservatrici statunitensi.
Meglio conosciuto come Project 2025, il manuale è ispirato ad una visione degli
Stati Uniti fortemente reazionaria e conservatrice, cui i conservatori lavorano
da anni per sviluppare centinaia di obiettivi politici afferenti a ogni sfera
della vita pubblica.
La loro ragione di azione si inserisce comodamente nel quadro di un
eterno conflitto tra il governo centrale e quelli statali: l’infinita lotta in
favore di un primato dei diritti degli Stati rispetto al governo federale ha
permesso a diverse organizzazioni di incardinare lotte dalla presidenza Reagan
in poi per cambiare il volto degli Stati Uniti.
Project 2025 ha affrontato una lunga marcia prima di individuare in Trump il
proprio campione. Si tratta di un progetto di lungo corso che è esistito prima
di Trump e continuerà a farlo dopo, avendo come principale interlocutore “il
prossimo conservatore” che occuperà la Casa Bianca.
Cosa c’è nelle 900 pagine del Project 25?
Ce ne ha parlato Robertino Barbieri
Fermiamo la guerra dall’Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al
Congo…
Appuntamenti:
Sabato 8 marzo
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Stati, le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del
padrone, degli dei e dei loro preti.
ore 10,30 al Balon
Venerdì 14 marzo
Trump e la marea nera globale
ore 21
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Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie a livello globale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
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sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
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Diffondiamo alcuni estratti dalla puntata del 17 febbraio 2025 di Bello Come Una
Prigione Che Brucia in onda su Radio Blackout CELLEBRITE: TELEFONI DI COMPAGNE/I
SBLOCCATI E PERQUISITI CON UFED…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 14 febbraio. Gli anarchici nella rivoluzione russa. Rojava. I
> movimenti negli States. Con i disertori russi e ucraini…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Gli anarchici nella rivoluzione russa
Volin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce
l’immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria
e libertaria dei Soviet viene soffocata a poco a poco dalla dittatura
bolscevica. Non senza una forte resistenza.
Per i tipi di Zero in Condotta è uscito il suo libro: “La rivoluzione
sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in
Russia”.
Enzo Papa, traduttore e curatore del testo, lo presenterà a Torino giovedì 20
(il 19 sarà a Reggio Emilia, il 21 a Milano, il 22 a Pordenone).
Ci siamo collegati con Enzo Papa che ci ha anticipato alcuni temi di cui
discuteremo nelle presentazioni.
Rojava. Le ragioni per sostenere il confederalismo democratico
“Negli ultimi anni, il Rojava, una regione autonoma nel nord della Siria, si è
caratterizzato per un esperimento importante di autogoverno – basato sui
principi del confederalismo democratico – dando una risposta innovativa alle
sfide politiche, sociali ed economiche che ha affrontato e affronta la regione,
soprattutto in un contesto di guerra e instabilità, come quello che caratterizza
il Medio Oriente.”
Questo l’incipit del testo diffuso dalla Federazione Anarchica Milanese.
Il 15 febbraio ci sono state manifestazioni a Milano e a Roma
I movimenti di opposizione politica e sociale negli Stati Uniti
Nelle ultime settimane abbiamo in più occasioni parlato del ciclone Trump e
delle conseguenze dirette delle sue prime settimane alla Casa Bianca.
Oggi spostiamo l’attenzione sui movimenti, la cui vivacità è cresciuta negli
ultimi anni e oggi si trovano di fronte una sfida molto forte.
La deportazione dei migranti, i tagli alla spesa sociale, il via libera alle
violenze fasciste e razziste, il rischio di ulteriore escalation bellica,
l’attacco alla libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla
norma eteropatriarcale, attacco alla libertà di insegnamento, disegnano il
quadro inquietante di una potenza che teme il declino e punta tutto su
identitarismi e guerra.
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri
Con i disertori russi e ucraini
Fermiamo la guerra dall’Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al
Congo…
Sono passati tre anni dall’accelerazione violenta della guerra impressa
dall’invasione russa dell’Ucraina ed il conflitto si inasprisce sempre di più.
Le guerre insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver
fine. A Gaza, dopo 14 mesi di massacri, la tregua è sempre più fragile: gli
Stati Uniti soffiano sul fuoco spingendo per la pulizia etnica e la deportazione
dei gazawi. Se si aggiungono il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi gli
attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti
per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una
guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale.
Opporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.
Il 22 febbraio giornata di lotta alla guerra e a chi la arma
Appuntamenti:
Giovedì 20 febbraio
ore 21
corso Palermo 46 – Torino
Gli anarchici nella rivoluzione russa
Enzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La
rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione
sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.
Volin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce
l’immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria
e libertaria dei Soviet viene soffocata a poco a poco dalla dittatura
bolscevica. Non senza una forte resistenza.
Il teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto
Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi
due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante
attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e
testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con
lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento
rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento
anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei
bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea
insurrezionale di Nestor Machno.
Il libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere
richiesto a http://www.zeroincondotta.org/
Sabato 22 febbraio
a tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina
Giornata di informazione e lotta antimilitarista
Con i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere
ore 11
presidio antimilitarista al Balon
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A proposito del mese di Febbraio: qualche riflessione sugli omicidi di Stato di
Ousmane Sylla e Moussa Balde. Nella notte tra il 4 e il 5 Febbraio 2023
iniziavano le…
Nell’ultima puntata di Harraga – trasmissione che va in onda ogni venerdì sulle
libere frequenze di Radio Blackout– abbiamo cercato di ricostruire il tortuoso
percorso normativo che ha caratterizzato le…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
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streaming.
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> Anarres del 7 febbraio. Paternalismo e disciplina. Il ciclone Trump. I
> satelliti di Musk…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Paternalismo e disciplina. Le code davanti all’ufficio immigrazione di Torino
“Nonostante enti caritatevoli e politici di sinistra ostentino avversione per le
destre razziste, il loro discorso è complementare alla narrazione securitaria
che vede nell’immigrato una minaccia all’ordine sociale. Infatti, solo chi
“rispetta le regole” può sperare di vedere garantiti i diritti fondamentali
legati al possesso di un documento. Coloro che non vogliono, o non possono,
“integrarsi”, sono considerati criminali o reietti portatori di “degrado”,
condannati senza appello alla violenza quotidiana delle politiche securitarie, o
in alternativa, a rimanere impigliati nelle maglie del paternalismo
assistenzialistico. Le lunghe file e le vessazioni agite dalla polizia in corso
Verona sono la dimostrazione eclatante che da questo processo di disciplinamento
non è possibile salvarsi, come vorrebbero i benpensanti, nemmeno “rispettando le
regole” che la società impone.”
Prendiamo le mosse da un articolo uscito su Napoli Monitor per ragionare sulle
forme disciplinamento violento dei lavorator migranti.
Stati Uniti. Il ciclone Trump
Il presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che
prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo
partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a
mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.
I miliardari che hanno affollato la sua corte nel giorno dell’investitura hanno
in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale
nella costruzione del consenso.
Sul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie
quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?
Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5%
del Pil in spese militari.
Il programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà
dalla forza dei movimenti di opposizione.
Ne abbiamo parlato con Stefano Capello
I satelliti di Musk: internet per i ricchi
Uno dei settori che da tempo è un vero e proprio campo di battaglia è quello
delle comunicazioni digitali all’interno del quale Musk è presente dal 2019 con
una delle sue aziende più note, la “Starlink”, una sussidiaria di “SpaceX”, che
ha come scopo quello di fornire connessione Internet a privati e imprese tramite
migliaia di satelliti.
Internet per tutt? L’esatto contrario!
Ne abbiamo parlato con Pepsy
Appuntamenti:
Giovedì 20 febbraio
ore 21
corso Palermo 46 – Torino
Gli anarchici nella rivoluzione russa
Enzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La
rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione
sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.
Volin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce
l’immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria
e libertaria dei Soviet viene soffocata a poco a poco dalla dittatura
bolscevica. Non senza una forte resistenza.
Il teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto
Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi
due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante
attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e
testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con
lucidità e con rara finezza d’analisi tutto il processo del movimento
rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento
anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei
bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea
insurrezionale di Nestor Machno.
Il libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere
richiesto a http://www.zeroincondotta.org/
Sabato 22 febbraio
a tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina
Con i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere
ore 11
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ogni mercoledì
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in corso Palermo 46
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concrete.
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streaming.
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> Anarres del 31 gennaio. La spartizione dell’Artico. I CPR in Albania restano
> vuoti. Cooperazione militare Italia-Niger…
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La spartizione dell’Artico
L’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla
Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati
Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul
Canada.
La partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il
cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio,
gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede
una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.
Ma. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò
che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed
occidente, la nuova via della seta marittima.
Ne abbiamo parlato con Daniele Ratti
Albania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione
Il pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi
nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è
arrivato martedì mattina.
A bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla
Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e
provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili,
devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione
internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di
Gjader.
Il governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla
legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti
asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.
Nel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la
competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di
Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più
disponibili ad accogliere i desiderata del governo.
Meloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore
all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta
nell’esternalizzare le frontiere.
Nel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il
rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a
Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale
dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il
controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi
prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di
detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.
Il sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum
targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro
sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco
Dopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello
non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti
riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.
Italia-Niger. Piano di cooperazione militare 2025
La giunta militare del Niger guidata dopo il golpe del 26 luglio 2023 dal
generale Abdourahamane Tchiani, dopo aver cacciato via dal paese le forze armate
di Francia, Stati Uniti d’America e Germania ha sottoscritto un accordo di
cooperazione nel settore difesa con la Federazione Russa di Vladimir Putin.
Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato
la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.
Nei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei
Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si
sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo
svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.
Le truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di
500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per
intercettare i migranti diretti a nord.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo
Appuntamenti:
Giovedì 20 febbraio
ore 21
alla Fat
corso Palermo 46 – Torino
Enzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La
rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione
sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.
Volin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce
l’immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria
e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica.
Non senza una forte resistenza.
Il teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto
Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi
due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante
attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e
testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con
lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento
rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento
anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei
bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea
insurrezionale di Nestor Machno.
Il libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere
richiesto a http://www.zeroincondotta.org/
Sabato 22 febbraio
a tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina
Con i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere
ore 11
presidio antimilitarista al Balon
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
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