ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 24 gennaio. Crisi climatica. Zone rosse e sorveglianza rinforzata.
> Una corte di miliardari e l’America profonda. Rivolta al CPR di Gradisca…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Crisi climatica e azione diretta
Strumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta
Che sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti,
da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un
dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è
pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione
unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita
vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di
adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a
rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare
e trasportistica sempre più energivora. (…)
Un problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.
Il riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente
dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e
alimentari.
Con Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca
Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del
CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle
21 alla FAT
Zone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata
Il governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli
indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi
può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto
fuori.
Con le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la
cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del
disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.
La stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre
si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la
morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia
un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza
rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla
declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30
aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e
Barriera di Milano.
Nei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma
“atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che
gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa
mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro
arbitrio, indesiderabile.
Stati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda
Donald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano
fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti
all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per
i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli
States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda
elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al
possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze
oscure che minacciano l’America.
Mantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di
misure e di ordini esecutivi.
Questi gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:
– Uscita degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima.
– Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.
– Revocato l’ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle
vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030
– Revocato l’ordine esecutivo di Joe Biden sull’intelligenza artificiale, mossa
che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già
scarsi guard-rail previsti.
– Dichiarata l’emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.
– Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla
Costituzione americana.
– Gli Usa escono dall’Organizzazione mondiale della Sanità
– Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.
Il presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che
prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo
partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a
mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.
Trump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che
affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media,
il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso.
Sul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie
quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?
L’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi
come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del
Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste
statunitensi.
A Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento
del 5% del Pil in spese militari.
Il programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà
dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di
Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che,
con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri
Rivolta al CPR di Gradisca
Sono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca
d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono
stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.
Negli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri
con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al
peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni
inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino.
Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in
qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un
foglio di via.
Giovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo
di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è
fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in
ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio,
quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto.
Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi
tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in
modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla
caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.
Lunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto
dell’ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed
elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati,
diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata
incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che
delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in
cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come
alcune aree comuni.
Mercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono
stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in
parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.
Ne abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte
contro i Cpr
Appuntamenti:
Venerdì 31 gennaio
Crisi climatica e azione diretta
Strumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta
ore 21 alla FAT
corso Palermo 46 Torino
Interverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze
Polari del CNR.
Giovedì 20 febbraio
ore 21 alla FAT
corso Palermo 46
Enzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di
Volin
“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per
l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”
Il teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto
Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi
due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante
attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e
testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con
lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento
rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento
anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei
bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea
insurrezionale di Nestor Machno.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
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Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
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