L’eclisse degli Stati UnitiUn Paese distopico. Gli Stati Uniti sono un luogo spaventoso. Se Donald Trump
mantiene le sue promesse, diventerà un luogo spaventoso
di Marco Sommariva da Carmilla
Il Fatto Quotidiano riporta che Eva Longoria, l’ex stella della serie TV cult
Desperate Housewives che aveva partecipato attivamente alla campagna elettorale
per i Democratici e Kamala Harris, profondamente delusa dalla vittoria di Donald
Trump a presidente degli Stati Uniti d’America, ha preso la decisione drastica
di lasciare gli Usa. In un’intervista ha dichiarato: “La parte scioccante non è
tanto che abbia vinto. Il fatto è che un criminale condannato che sputa così
tanto odio possa occupare l’ufficio più importante del Paese”. E ancora: “Gli
Stati Uniti sono un luogo spaventoso. Se Donald Trump mantiene le sue promesse,
diventerà un luogo spaventoso. […] Sento che questo capitolo della mia vita è
finito. Sono privilegiata, posso scappare e andare da un’altra parte. La maggior
parte degli americani non è così fortunata e si ritrova in questo Paese
distopico. Per loro provo ansia e tristezza”.
Questo voler fuggire da un paese distopico mi ha ricordato l’inizio di Eclipse,
romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1985, il primo dell’omonima trilogia
cyberpunk scritta John Shirley che proseguirà con Azione al crepuscolo (1900) e
terminerà con La maschera sul sole (1990), tutti pubblicati su Urania.
L’universo descritto in Eclipse è ambientato nel XXI secolo, racconta un’Unione
Sovietica che ha invaso l’Europa occidentale e, a proposito del fuggire di cui
sopra, nei primi capitoli riporta: “Tutto ciò cui riuscivo a pensare era di
pararmi il culo, di tornare negli Stati Uniti. Ma non riuscii a trovare un volo
per fuori Londra; erano tutti limitati a uso governativo. O cancellati. Tutti
volevano andarsene dalla fottuta Europa. Mai sentito parlare della guerra del
Vietnam? Bene, allora sai come, quando l’esercito americano si spinse verso sud,
ci fu questa frenetica corsa per uscire da Saigon con qualsiasi mezzo possibile…
E lo stesso accadde in tutto il continente, nelle grandi città…”.
Cos’era accaduto esattamente nel romanzo? Era successo che l’esercito sovietico
era apparso dal nulla, “che nessuno era riuscito a capire come avessero potuto
riunire così tante truppe lungo il confine senza insospettire la Nato. […] La
Nato aveva avvistato qualche paracadute, ma i Sovietici avevano detto che si
trattava dell’invio di medicinali per via di qualche epidemia. Poi, di colpo, le
fottute truppe erano lì…”.
Anche in questo caso, quanto accade realmente in Europa nel febbraio del 2022
s’avvicina molto alla narrazione di Shirley: all’epoca, l’Occidente temeva un
bluff di Putin quando dichiarava che le truppe russe al confine ucraino erano lì
per delle esercitazioni e che sarebbero rientrate alle loro basi.
Una volta si diceva che la narrazione fantascientifica era nata e s’era
sviluppata in Occidente col presupposto d’ipotizzare quali scenari avrebbero
potuto scaturire dalle nuove scoperte scientifiche, ragionando anche sugli
impatti che queste potevano avere sulla società e sulle persone. Sono anni,
invece, che s’è insinuato un sospetto, quello che si segua la fantascienza –
libri, fumetti, film, serie TV, videogiochi, eccetera – per trarre spunti,
ispirazioni, suggerimenti su cosa fare e come, tipo il cane robot (da guardia)
che si aggira per il resort della proprietà di Mar-a-Lago di Donald Trump,
impiegato per rafforzare le misure di sicurezza a protezione del neoeletto
presidente: come non pensare ai cani robot di uno degli episodi di Black Mirror
4 (Metalhead) e, soprattutto, ai cani robot di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury,
programmati per individuare e colpire i nemici, ossia i possessori di libri e i
luoghi dove questi sono contenuti? Di esempi del genere se ne potrebbero fare a
decine, a iniziare dalla decisione presa in Kuwait d’introdurre un’identità
digitale elettronica giustificando la scelta come un aiuto ai cittadini per
accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione senza, però, dare la
possibilità alle persone di scegliere se aderire o meno a questa cessione dei
dati sensibili allo Stato, andando a penalizzare chi si è rifiutato bloccando a
tutti loro, 35 mila persone, l’accesso al proprio conto corrente né di
trasferire denaro. Un po’ quello che succede alle donne nel mondo distopico
immaginato da Margaret Atwood ne Il racconto dell’ancella, pubblicato nel 1985.
Le similitudini tra la realtà e la trilogia di Shirley sono numerose,
dall’utilizzo dei droni che sorvegliano le città – “Era un uccello di metallo.
Aveva ali meccaniche, viscere elettroniche e una telecamera nel capo. Ma aveva
la forma di un tordo, e più o meno le stesse dimensioni. Le sue ali battevano
freneticamente come quelle di un colibrì mentre attraversava in volo la città,
inondata e in rovina. […] Sul ventre del pennuto era visibile una fila di numeri
di serie. In realtà si trattava di un apparecchio di sorveglianza […]” – alla
presenza di una Rete che ci foraggia di canali televisivi e notizie, e che viene
ascoltata e seguita come una religione – “La Rete Amica, dio di tutta la Rete
elettronica. La Rete dà la Tv e le notizie… dà credito, che si traduce in cibo e
riparo. Pregate la Rete Amica e i computer della compagnia elettrica perderanno
la vostra bolletta, regalandovi un mese extra prima di tagliarvi i fili della
luce; pregate la Rete Amica e l’Interbanca compirà un errore a vostro favore,
attribuendovi cinquecento dollari che non dovreste avere. Per poi
dimenticarsene. Pregate la Rete Amica e il computer della polizia perderà i dati
dei vostri precedenti”.
Se riteneste quanto sopra non particolarmente brillante o profetico, leggete
cosa scrive Shirley in Eclipse, circa la Colonia, una “cosa” costruita con
asteroidi e frammenti di roccia su cui vivono diecimila persone, orbitante
intorno alla Terra – “Vista dall’esterno, la Colonia, lunga dieci chilometri,
appariva come una specie di cilindro che avesse inghiottito qualcosa di grosso e
lo stesse digerendo come fanno i serpenti boa. Il rigonfiamento che mostrava nel
centro era una sfera del diametro di circa due chilometri, il cui concavo
interno rappresentava la principale zona residenziale della Colonia” – e poi
date un’occhiata all’articolo pubblicato l’8 settembre 2024 da Il Sole 24 Ore,
in cui Elon Musk si pone come traguardo anche quello di consentire al genere
umano di “non avere più tutte le nostre uova, letteralmente e metabolicamente,
su un unico pianeta”.
Elon Musk mi richiama alla mente uno dei personaggi di quest’opera di Shirley:
Rick Crandall il Sorridente – proprio così, “il Sorridente”. Ora, provate a
leggere il prossimo estratto e vedete voi se vi viene in mente qualcuno: “Negli
anni ’90, nonostante il declino economico degli Stati Uniti, tutti i paesi
non-socialisti e non-islamici erano andati americanizzandosi sempre di più.
Verso la fine del decennio, ogni paese in cui vivesse una classe borghese o
piccolo-borghese disponeva di una sua televisione. E fra esse proliferavano le
trasmissioni via satellite di canali americani. In ogni paese industrializzato
esistevano canali in lingua inglese: l’inglese aveva acquistato via via sempre
maggiore importanza. I valori e le attrattive della vita americana si fecero
sempre più presenti nelle società del terzo mondo. E uno dei pilastri di tale
pensiero era la rinata cristianità. E i sempre più numerosi predicatori
propagandavano in lingua spagnola, portoghese, swahili e così via, l’importanza
dei valori e dei comportamenti cari agli Stati Uniti. Ogni televisione del terzo
mondo trasmetteva un programma presentato da un tipo chiamato Rick Crandall il
Sorridente. Costui era uno fra i più giovani ministri fondamentalisti d’America.
[…] Ma in realtà, Crandall era un reclutatore. Approfittava della sua fama
internazionale o ricorreva alla corruzione per arrivare ai personaggi politici
più importanti, a coloro che si collocavano ai margini del governo e ai loro
oppositori. Legandoli a una nuova sezione dell’Alleanza detta Loggia
Antiterrorismo. La quale, in realtà, era una copertura. Era in realtà la sezione
di reclutamento dell’esercito della Seconda Alleanza”.
La Seconda Alleanza – nel romanzo è abbreviato in SA, proprio come il reparto
paramilitare costituito da Hitler nel 1921 a difesa dei comizi del Partito
Nazista – è un esercito capace di schierare solo che in Europa mezzo milione di
soldati, una compagnia di sicurezza privata fondata da Predinger “un milionario
americano categoricamente conservatore. Tanto quant’è possibile esserlo senza
venire rinchiusi in un manicomio”, costituita da mercenari razzisti e spietati,
guidata dal telepredicatore Rick Crandall, appunto. Questa forza di polizia
internazionale privata, ispirata da valori di stampo religioso cristiano, ha
evidenti connotati di estrema destra: “Fottuti Yankee che si masturbano con quei
fottuti nazisti. Hanno deciso di reclutarli perché pensano che sia “o così o il
comunismo”. E i fascisti hanno fatto grandi promesse di ottimi affari
commerciali”.
Caso strano, questo corpo privato, l’SA, diventa presto un gruppo armato
antiterroristico che permette al suo fondatore, Predinger, di esprimere le sue
simpatie politiche: “Va da sé che l’Alleanza concentrò la sua azione sul
terrorismo di sinistra, ignorando quello delle destre. Mise una gran quantità di
persone sotto sorveglianza […] l’Sa assassinò alcuni leader radicali da essa
ritenuti alleati con i terroristi. Il più delle volte, però, le persone colpite
erano proprio quei moderati che riuscivano a tenere a bada le frange più
estremiste. Può anche darsi che l’abbiano fatto deliberatamente, sapendo che
quando gli estremisti si fossero fatti avanti per riempire quel vuoto, il mondo
impaurito avrebbe tollerato, se non addirittura richiesto, l’intervento dell’Sa.
Così crebbe sia di responsabilità che di contatti, e con questi ultimi vennero
anche potere e influenza. E, naturalmente, questo credito veniva aumentato dal
sapiente uso del denaro operato da Predinger”.
Insomma, non so voi, ma a me sembra che i due personaggi costruiti da Shirley –
Predinger e Crandall – siano molto attuali: “Politicamente, il credo
fondamentale dell’SA è semplicemente il fascismo. E qui non parliamo di fascisti
come uno sbarbatello di sinistra potrebbe chiamare “fascista” qualsiasi
guerrafondaio, rendendo il termine un mero dispregiativo. Parliamo della vera e
propria essenza del fascismo. Predinger e Crandall sono entrambi profondi
ammiratori del fascismo classico e della demagogia razzista, Hitler e Mussolini
compresi”.
Ci tengo a ricordare che Biden e, più volte, Kamala Harris hanno definito
“fascista” il prossimo presidente americano Trump , e che Elon Musk è un padrone
che ha proibito ai propri dipendenti negli Usa di organizzarsi in
sindacato, così come Henry Ford – ammiratore di Mussolini e Hitler – famoso per
la sua politica antisindacale esercitata nelle sue fabbriche.
Ammesso la crescente influenza di Musk su Trump non faccia saltare il banco,
alcuni collaboratori del neoeletto presidente potrebbero preoccupare come certi
personaggi di Shirley. Proviamo a conoscerne meglio alcuni.
Iniziamo da Pete Hegset, il signore coi tatuaggi di estrema destra.
Come Crandall, anche Pete Hegseth – l’uomo scelto da Trump come futuro capo del
Pentagono, un Dipartimento che governa un milione e 300 mila soldati, e 750 mila
civili – è un personaggio televisivo e, come Crandall, non ama la diversità
etnica: “dagli schermi di Fox, Hegseth si è scagliato in tante occasioni contro
gli ideologhi che avrebbero distrutto l’esercito a colpi di programmi che
incentivano la diversità etnica, razziale, di genere tra i militari. Hegseth è
contrario all’accesso tra i militari delle persone transgender e alla
partecipazione delle donne a operazioni di combattimento (deciso durante
l’amministrazione Obama)”. Soprattutto il tema delle donne nell’esercito è
sembrato appassionarlo – ovviamente in negativo. “Le donne non dovrebbero far
parte dei corpi di combattimento”, ha spiegato Hegseth, “sono coloro che danno
la vita. Non coloro che la tolgono. Conosco un sacco di fantastiche donne
soldato. Solo che non dovrebbero stare nel mio battaglione di fanteria.
Complicano tutto. E complicare le cose in una situazione di combattimento
significa perdite sicure”.
Proseguiamo con il fervente antiabortista Matt Gaetz.
Nonostante Trump sappia che questo suo fedelissimo, assediato dagli scandali
sessuali e dalle notizie che circolano relative all’abuso di droghe, non abbia
molte chance di ottenere il via libera dal Senato, ha deciso di proporlo come
futuro capo del dipartimento di Giustizia; ossia, lo stesso dipartimento che ha
incriminato Gaetz per traffico sessuale con minorenni: “È in particolare la
nomina di Gaetz, sotto inchiesta alla Camera per questioni etiche dopo che il
dipartimento di Giustizia (che ora dovrà guidare) l’ha indagato senza
incriminarlo per traffico sessuale con minorenni, che sta creando il maggiore
shock ed oltraggio al Congresso, anche tra i senatori repubblicani che dovranno
confermarlo. I repubblicani avranno una maggioranza tra i 52 e i 53 seggi,
quindi anche un piccolo gruppo di oppositori potrebbe creare dei problemi alla
conferma del deputato. Gaetz, 42 anni, è stato indagato dai procuratori federali
per accuse di sfruttamento sessuale di una 17enne. L’inchiesta federale si è
chiusa senza incriminazioni, ma ora è la commissione Etica della Camera ad
indagare sulle accuse di natura sessuale e uso illecito di droga. Al centro
delle accuse i viaggi che Gaetz avrebbe fatto alle Bahamas con escort pagate per
viaggiare con lui, cosa che viola la legge federale, tra le quali anche una
minorenne. Accuse sempre negate dal repubblicano che in questi anni si è imposto
come una figura divisiva anche all’interno del partito repubblicano, soprattutto
per essere stato alla guida del gruppo di trumpiani di estrema destra che fecero
cadere lo Speaker Kevin McCarthy e precipitare la Camera nel caos”.
Quindi, nell’ottobre del 2023 Matt Gaetz “è stato alla guida del gruppo di
trumpiani di estrema destra che fecero cadere lo speaker Kevin McCarthy e
precipitare la Camera nel caos”: qualcosa di inedito per la politica americana –
è stata la prima volta nella storia degli Stati Uniti che la Camera dei
Rappresentanti ha rimosso dall’incarico il suo presidente.
Pete Hegseth e Matt Gaetz – personaggi di destra con discreta idiosincrasia
verso il mondo femminile – Elon Musk e Donald Trump… sarà mica per questo che,
dopo soli tre giorni dall’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, sono
tantissimi i lettori americani che hanno acquistato romanzi distopici? In una
sola settimana, Il racconto dell’ancella ha scalato quattrocento posizioni nella
US Amazon Best Sellers chart di Amazon, arrivando a essere il terzo libro più
venduto sulla piattaforma – al sedicesimo, invece, 1984 di George Orwell.
Nel romanzo di Atwood è descritto un mondo devastato dalle radiazioni atomiche,
dove gli Stati Uniti sono diventati uno stato totalitario, basato sul controllo
del corpo femminile; la voce narrante è quella di una ragazza che, prima del
cambiamento, conduceva una vita normale – lavorava in una redazione, conviveva
col suo compagno e, insieme, crescevano una figlia – e che, dopo, viene
allontanata dalla famiglia e costretta a diventare un’ancella, perdendo così
anche il diritto ad avere un nome: “Era così che si viveva allora? Vivevamo di
abitudini. Come tutti, la più parte del tempo. Qualsiasi cosa accade rientra
sempre nelle abitudini. Anche questo, ora, è un vivere di abitudini. Vivevamo,
come al solito, ignorando. Ignorare non è come non sapere, ti ci devi mettere di
buona volontà. Nulla muta istantaneamente: in una vasca da bagno che si riscaldi
gradatamente moriresti bollito senza nemmeno accorgertene. C’erano notizie sui
giornali, certi giornali, cadaveri dentro rogge o nei boschi, percossi a morte o
mutilati, manomessi, così si diceva, ma si trattava di altre donne, e gli uomini
che commettevano simili cose erano altri uomini. Non erano gli uomini che
conoscevamo. Le storie dei giornali erano come sogni per noi, brutti sogni
sognati da altri. Che cose orribili, dicevamo, e lo erano, ma erano orribili
senza essere credibili. Erano troppo melodrammatiche, avevano una dimensione che
non era la dimensione della nostra vita. Noi eravamo la gente di cui non si
parlava sui giornali. Vivevamo nei vuoti spazi bianchi ai margini dei fogli e
questo ci dava più libertà. Vivevamo negli interstizi tra le storie altrui”.
Credo sia molto importante essere consapevoli del fatto che “nulla muta
istantaneamente” e che, appunto, in una vasca da bagno che si riscalda
gradatamente si morirebbe bolliti senza nemmeno accorgercene; forse questo
aumento delle vendite è dovuto all’aver percepito sulla propria pelle, l’alzarsi
della temperatura dell’acqua – o del brodo? – in cui gli statunitensi, e non
solo loro, sono immersi.
A proposito di donne e della prossima amministrazione, Trump ha deciso di
assegnare la guida del dipartimento dell’Istruzione a Linda McMahon, ex Ceo
della famosa compagnia di wrestling World Wrestling Entertainment (Wwe),
scatenando le critiche dell’Associazione nazionale dell’istruzione, secondo cui
The Donald “mostra di non essere interessato al futuro degli studenti” visto
che, a parer loro, la McMahon non è qualificata “e il suo unico obiettivo è
eliminare il dipartimento e togliere risorse alle scuole pubbliche”.
Togliere risorse alle scuole pubbliche; ossia, penalizzare gli strati sociali
più bassi: sempre gli stessi ci finiscono in mezzo, i più bisognosi.
Anche in Eclipse non va granché bene agl’indigenti: la Colonia che avrebbe
dovuto essere in grado di fornire lavoro e alloggio alle persone degli strati
sociali più bassi, e quindi doveva essere qualcosa di estremamente positivo e
umanitario, si rivela essere un fallimento: “una volta quassù [i più bisognosi]
si sono ritrovati a vivere in dormitori sovraffollati e dall’aria malsana; una
casa ben peggiore di quella che si erano lasciati dietro”.
In Eclipse non va granché bene neppure agl’immigrati. Durante il Congresso
Europeo della Nuova Destra, “con la stessa freddezza di un cuoco intento a
commentare una ricetta”, il leader del Front Nationale francese dice:
“…l’inevitabilità del conflitto fra culture le cui radici storiche affondano in
terreni fondamentalmente diversi, come quelle europee e mediorientali, non può
venire ignorata. Le buone intenzioni di coloro i quali cercano di riconciliare i
fondamentalisti islamici con gli Europei non può che far aumentare l’attrito
delle divergenze sociali. Perché in realtà le divergenze sociali sono
inevitabili. Gli immigrati provenienti da mondi estranei al nostro hanno
inquinato le nostre acque culturali. È da sciocchi ritenere che si possa mai
arrivare a convivere armoniosamente nello stesso paese. È ingenuo e poco
realistico. E questa ingenuità costa tempo, denaro e… sì, anche vite umane.
Bisogna affrontare la realtà: alcune razze non potranno mai andare d’accordo con
altre! La risposta è semplice: espulsione. Non dipende da noi se saremo
costretti a usare la violenza per mettere in pratica questa che è l’unica
soluzione al problema dell’immigrazione. Vitalità culturale e purezza razziale
sono sinonimi…”.
Un po’ come scriveva Michel Houellebecq in Sottomissione: “Bisognava arrendersi
all’evidenza: giunta a un livello di decomposizione ripugnante, l’Europa
occidentale non era più in grado di salvare se stessa […]. Il massiccio arrivo
di popolazioni immigrate fedeli a una cultura tradizionale ancora modellata
sulle gerarchie naturali, sulla sottomissione della donna e sul rispetto dovuto
agli anziani, costituiva un’occasione storica per il riarmo morale e familiare
dell’Europa, creava la possibilità di una nuova età dell’oro per il Vecchio
Continente. Quelle popolazioni erano in certi casi cristiane; ma più spesso,
bisognava riconoscerlo, erano musulmane”.
Il problema dell’immigrazione: cos’ha idea di fare Trump, per risolverlo?
Annuncia il ritorno dell’intransigente Tom Homan alla guida dell’Agenzia
responsabile per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione, l’Immigration
and Customs Enforcement (Ice) degli Stati Uniti: “Conosco Tom da molto tempo e
non c’è nessuno più bravo di lui nel sorvegliare e controllare i nostri confini,
[sarà responsabile di] tutte le deportazioni di immigrati clandestini nel loro
Paese di origine”. In pratica, il tycoon dà un volto alla promessa fatta, quella
di attuare la più grande operazione di deportazione di immigrati clandestini
nella storia degli Stati Uniti.
Personalmente, son rimasto impressionato da quanto dichiarato da Homan durante
un’intervista rilasciata a Fox News, in cui afferma che i militari non
rastrelleranno e arresteranno illegalmente gli immigrati nel paese e che l’Ice
si muoverà per attuare i piani di Trump in maniera umana: “Quando andremo là
fuori, sapremo chi stiamo cercando. Molto probabilmente sappiamo dove saranno e
tutto sarà fatto in modo umano”.
Sbaglierò, ma questo attuare una deportazione in modo umano mi ha ricordato lo
scopo umanitario che, in Eclipse, ha portato gli strati sociali più bassi a
essere “deportati” sulla Colonia; tra l’altro, temo di sapere dove, “molto
probabilmente”, Homan e l’Ice troveranno chi stanno cercando: in dormitori
sovraffollati e dall’aria malsana.
L’immagine dei dormitori fa tornare a Il racconto dell’ancella, il romanzo
distopico già citato, dove le Zie sono le guardiane del rigore morale delle
donne e le ancelle – uniche femmine ancora in grado di procreare dopo la
catastrofe – vivono così: “Si dormiva in quella che un tempo era la palestra.
[…] Avevamo lenzuola di flanella leggera, come i bambini, e vecchie coperte di
quelle in dotazione all’esercito, ancora con la scritta U.S. Ripiegavamo i
nostri abiti per bene e li riponevamo sugli sgabelli ai piedi del letto. Le luci
venivano abbassate ma non spente. Zia Sara e Zia Elisabetta vigilavano,
camminando avanti e indietro; avevano dei pungoli elettrici di quelli che si
usano per il bestiame agganciati a delle cinghie che pendevano dalle loro
cinture di cuoio. Niente pistole, però, neanche a loro venivano affidate le
pistole. Le pistole erano per le guardie, scelte a questo scopo tra gli Angeli.
Alle guardie non era permesso entrare nella casa se non vi erano chiamate, e a
noi non era permesso uscirne, tranne che per le nostre passeggiate, due volte al
giorno, due per due, attorno al campo di calcio che adesso era cintato da una
rete metallica bordata di filo spinato. Gli Angeli stavano dall’altra parte,
voltati di schiena verso di noi. Erano oggetto di paura per noi, ma anche di
qualcos’altro. Se solo ci avessero guardato. Se solo avessimo potuto parlare con
loro. Si sarebbe potuto stabilire uno scambio, pensavamo, un accordo, un
baratto. Avevamo ancora il nostro corpo. Erano queste le nostre fantasie.
Avevamo imparato a sussurrare quasi impercettibilmente. Nella semioscurità
potevamo allungare le braccia, quando le Zie non guardavano, e toccarci le mani
attraverso lo spazio tra un letto e l’altro. Leggevamo il movimento delle
labbra, con le teste posate sul cuscino, girate di lato, osservando l’una la
bocca dell’altra. In questo modo ci eravamo scambiate i nostri nomi, di letto in
letto: Alma. Janine. Dolores. Moira. June”.
Prima di perdermi, e magari non ritrovarmi più, in questo ginepraio dove spesso
confondo quale sia la realtà e quale la finzione distopica, soprattutto, dove
spesso mi sembra che la finzione distopica sia più accettabile di tante realtà,
chiudo con l’ennesimo spaventoso intreccio tra quello che ci sta intorno e
l’opera di Shirley.
Ricordate la Seconda Alleanza descritta in Eclipse, la forza di polizia
internazionale privata che diventa presto un gruppo armato antiterroristico?
Bene. Pete Hegseth, la personalità Tv di estrema destra scelta da Trump quale
futuro capo del Pentagono, non s’è battuto soltanto contro inchieste su militari
Usa accusati di gravi crimini di guerra in Irak, ha preso le parti anche di
squadre paramilitari private che avevano in appalto mansioni di sicurezza, come
fece nel 2017, quando definì il massacro di diciassette civili inermi e
innocenti in una piazza di Baghdad da parte di guardie dell’allora società
Blackwater, come “un altro giorno di lavoro in Irak”.
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