Intervista a Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito “segnalato”
all’ordine degli avvocati dalla direzione del carcere di Sassari per un saluto.
“Gli riconosco la dignità di essere umano, che è un principio cardine della
nostra cultura e gli esprimo la mia vicinanza perché ritengo ingiusto per lui il
41 bis” di Michele Gambirasi da […]
Tag - carcere
La giustizia minorile italiana sta vivendo una fase di regressione drammatica.
Un sistema un tempo all’avanguardia in Europa sta oggi rinnegando i suoi stessi
principi fondativi, virando verso una logica esclusivamente punitiva e
abbandonando il suo approccio educativo. L’Associazione Antigone, Defence for
Children Italia e Libera, hanno lanciato un appello urgente per fermare la
deriva […]
Flavio Rossi Albertini legale di Alfredo Cospito, saluta il suo assistito con
una stretta di mano e due baci sulle guance, il direttore del carcere di
Sassari/Bancali lo segnala all’Ordine degli Avvocati per eventuali provvedimenti
disciplinari Una stretta di mano e due baci sulle guance. Così l’avvocato Flavio
Rossi Albertini, lo scorso maggio, ha salutato […]
La banalità del male al processo Stella Maris. di Collettivo Antipsichiatrico
Antonin Artaud Un’operatrice prende alle spalle un ragazzo e gli stringe il
collo da dietro con il braccio serrato intorno alla gola. Il ragazzo ha in mano
un oggetto. «Lascialo! Lascialo! Lascialo!…» ripete in maniera monotona
l’operatrice in tuta viola. Il ragazzo emette qualcosa […]
NON UNA DI MENO TORINO FEST. ZONE FUCSIA OVUNQUE
Spazio Popolare Neruda - Corso Ciriè 7, 10124, Torino
(domenica, 22 giugno 17:00)
Rullo di tamburi, squilli di tromba per la marea fucsia che invaderà la città
per il 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗳𝗲𝘀𝘁𝗶𝘃𝗮𝗹 𝘁𝗿𝗮𝗻𝘀𝗳𝗲𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗡𝗼𝗻
𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗠𝗲𝗻𝗼 𝗧𝗼𝗿𝗶𝗻𝗼.
Incontri, dibattiti, musica e festa, banchette e socialità.
🗓️Domenica 22 giugno - @spneruda (corso Ciriè 7)
📌h. 17 Dibattito: Oltre il carcere e la gestione penale delle violenze di
genere. Immaginari e pratiche di giustizia trasformativa.
Con Sof Fiore, Laboratorio Smascheramenti, Tatiana Montella, Coordinamento
transfemminista contro il carcere
🍲h. 20 Cena e banchette!
🎤 h. 21 Parole sovversive - open mic poetry & barre
Scrivici a nonunadimenotorino@gmail.com per iscriverti!
Il festival è completamente autogestito e autofinanziato: seguici sui social per
capire come supportare, diffondi le iniziative, partecipa... Juntes somos más
fuertes! 💜🔥
Nel 2024 sono morte 248 persone in carcere, per suicidio, malattia, overdose,
incuria o violenza. Tra le vittime, almeno quaranta erano detenuti stranieri,
dieci dei quali di origine tunisina, una comunità particolarmente vulnerabile
nel sistema penitenziario italiano. Nei primi sei mesi del 2025, quattro
cittadini tunisini sono morti in carcere. di Luna Casarotti da Monitor […]
Tre suicidi in due giorni. Sono 37 i detenuti che si sono tolti la vita da
inizio anno. Il tasso di sovraffollamento è oltre il 134%. A rischio soprattutto
malati psichiatrici e tossicodipendenti. di Damiano Aliprandi da il dubbio Tre
suicidi in carcere in poche ore: è un conto atroce, che racconta un’emergenza
soffocata dal […]
Il controllo sociale non si è mai liberato della necessità di punire mentre, per
decongestionare l’universo carcerario, serve introdurre un concetto essenziale:
nessuno deve essere carcerato e perdere la libertà, salvo casi di particolare
pericolosità e urgenza. di Livio Ferrari Con la perdita della libertà si
determinano una serie di effetti negativi: stigmatizzazione, vittimismo,
depressione, […]
È stato presentato oggi a Roma il XXI Rapporto di Antigone sulle condizioni di
detenzione in Italia, intitolato “Senza respiro”. Un titolo che non è una
metafora, ma una fotografia lucida di un sistema penitenziario al collasso, dove
detenuti, operatori e istituzioni sono sempre più in affanno.
Nel 2024 l’Osservatorio di Antigone ha visitato 95 istituti penitenziari per
adulti e la maggior parte degli istituti penali per minorenni in tutta Italia,
da Bolzano ad Agrigento. Il quadro emerso è drammatico: sovraffollamento record,
carenza di personale, diritti compressi e una deriva punitiva che mette a
rischio la tenuta costituzionale del sistema.
Al 30 aprile 2025 i detenuti in Italia erano 62.445, a fronte di una capienza
regolamentare di 51.280 posti. Ma considerando i posti non disponibili (oltre
4.000), il tasso reale di affollamento è del 133%, con circa 16.000 persone che
non hanno un posto regolamentare. 58 carceri su 189 hanno un tasso di
sovraffollamento superiore al 150%. Gli istituti più affollati al momento sono
Milano San Vittore (220%), seguito da Foggia (212%) e Lucca (205%). In tutti e
tre i casi ci sono più del doppio delle persone che quelle carceri potrebbero e
dovrebbero contenere.
Negli ultimi due anni la popolazione detenuta è cresciuta di oltre 5.000 unità,
mentre la capienza effettiva è diminuita di 900 posti. Negli ultimi mesi ogni
sessanta giorni sono entrate in carcere 300 persone in più. Dinanzi a quanto sta
accadendo l’unica risposta dell’Esecutivo passa da un piano per l’edilizia
penitenziaria che, proprio per i numeri e per la loro crescita, non può essere
in alcun modo la soluzione. Considerando che mediamente un istituto in Italia
ospita 300 persone, ogni due mesi dovremmo aggiungere un nuovo carcere al piano
di edilizia.
Questo anche a fronte di un attivismo penale del governo che ha un impatto
diretto e drammatico sul carcere. Con il decreto sicurezza, approvato ad aprile
2025 e in discussione in Parlamento per la sua conversione in legge, è stato
introdotto tra gli altri un nuovo reato che punisce anche le proteste pacifiche
e non violente con pene più alte di quelle previste per i maltrattamenti in
famiglia, escludendo le persone detenute anche dal possibile accesso alle misure
alternative, come avviene per i reati di mafia e terrorismo. Se si considera che
dal nel 2024 si sono contati 1.500 episodi di protesta, coinvolgendo almeno
6.000 persone detenute, se ognuna di loro fosse stata condannata in media a 4
anni di carcere, si rischierebbero 24.000 anni di carcere in più per chi sta già
scontando una pena.
Proteste che generalmente riguardano le persone detenute più fragili, quelle con
più problematiche e che si sanno fare meno la galera: tossicodipendenti, senza
dimora, stranieri senza difesa legale, persone con problemi psichiatrici.
Categorie che rappresentano anche la maggior parte di chi ha pene brevi. Al
momento il 51,2% dei detenuti con condanna definitiva ha meno di tre anni da
scontare, soglia che consente – almeno teoricamente – l’accesso a misure
alternative. Più di 1.370 persone sono in carcere per pene inferiori a un anno.
Ma il sovraffollamento non colpisce solo le carceri per adulti. Per la prima
volta nella storia interessa anche gli istituti penali per minorenni dove sono
611 i ragazzi detenuti (di cui 27 ragazze). Un record storico che ha caratteri
preoccupanti se si pensa al fatto che alla fine del 2022 negli Ipm c’erano 381
persone. Frutto del decreto Caivano che ha fatto crescere enormemente i numeri,
soprattutto dei ragazzi in custodia cautelare (il 65% dei minorenni è infatti
recluso senza una condanna definitiva).
Di fronte a questa situazione Antigone ha avanzato tre proposte che si possono
rendere immediatamente operative: Un atto di clemenza per i detenuti con residuo
pena inferiore ai 2 anni; provvedimenti collettivi di misura alternativa decisi
dai Consigli di disciplina da riunirsi in forma straordinaria per discutere
grazie e altri provvedimenti per detenuti che abbiano meno di un anno di pena;
divieto di nuove carcerazioni, se non in casi eccezionali, se non vi è un posto
regolamentare disponibile.
Durante la presentazione Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha chiamato
ad una grande alleanza costituzionale. “Di fronte a tutto questo – ha detto –
dobbiamo costruire una grande alleanza di tutti coloro che intendano muoversi
nel solco dell’articolo 27 della Costituzione, a partire dalle Università, dalle
associazioni, dal mondo delle professioni e dai sindacati. Il carcere non va
trasformato in una trincea di guerra. Chi usa toni militareschi o guerrafondai
per orientare e gestire la vita carceraria commette un gravissimo atto di
insubordinazione costituzionale che renderà durissima la vita degli stessi
poliziotti. É necessario che a partire dal linguaggio si ridefi nisca un senso
comune della pena e quanto meno non si metta mai in discussione la necessità di
tutelare sempre la dignità di tutte le persone private della libertà. Le parole
forti di Papa Francesco per una pena mite e mai disumana, nonché il suo discorso
contro i mercanti della paura, speriamo restino un monito per tutti. Non è stato
ascoltato in vita. Speriamo lo sia dopo la sua morte”.
Il rapporto completo è disponibile su www.rapportoantigone.it.
A questo link la cartella stampa.
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Nella giornata di ieri è stata scarcerata Nicoletta Dosio, dopo più un anno di
detenzione domiciliare scontato presso la propria abitazione di Bussoleno
finalmente è libera! Più di un anno […]
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