[2024-09-21] Gettiamo sabbia nel motore della guerra! Punto info antimilitarista al Balon @ BalonGETTIAMO SABBIA NEL MOTORE DELLA GUERRA! PUNTO INFO ANTIMILITARISTA AL BALON
Balon - via Vittorio Andreis, 10152 Torino TO, Italia
(sabato, 21 settembre 10:30)
Sabato 21 settembre
Punto info antimilitarista al Balon
Dalle 10,30
Gettiamo sabbia nel motore della guerra!
Siamo in guerra. Truppe italiane sono impegnate in 43 missioni militari
all’estero per difendere gli interessi dei colossi dell’energia e degli
armamenti made in Italy e per colpire la gente in viaggio.
A due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina sono morte centinaia di
migliaia di persone e sei milioni quattrocentomila ucraini hanno dovuto
abbandonare le loro case.
Sia in Russia che in Ucraina decine di migliaia di persone hanno disertato, si
sono rifiutate di abbracciare le armi, sono fuggite o si nascondono. In Russia
l’opposizione alla guerra è costata carcere, torture e botte a tantissime
persone. Eppure non accenna a scemare.
In Ucraina reclutatori professionisti fanno irruzione sui mezzi pubblici, nei
mercati, nei centri commerciali a caccia di uomini dell’età giusta da catturare
e trascinare a forza al fronte. Ma in molte località non hanno vita facile:
tanta gente si mette di mezzo per impedire gli arruolamenti forzati.
La guerra, nuovamente devastante, scatenata dopo il feroce attacco di Hamas alla
popolazione civile israeliana, con uccisioni, stupri e rapimenti, ha ridotto
gran parte delle case, degli ospedali, delle infrastrutture di Gaza ad un cumulo
di macerie. La popolazione gazawi è chiusa in una trappola mortale senza
possibilità di fuga. I morti, oltre quarantamila, crescono di giorno in giorno
tra una popolazione sventrata dalle bombe, senza acqua, cibo, riparo.
Anche in Israele c’è chi rifiuta di arruolarsi, chi non accetta l’occupazione e
l’apartheid e li avversa, pagandone duramente il prezzo. A Gaza un documento di
giovani gazawi ci dice che, anche in quelle condizioni, c’è chi rifiuta il
nazionalismo e la guerra di religione voluta dai governi di entrambe le parti.
Nei due anni precedenti lo scoppio della guerra civile che ha ridotto in macerie
il Sudan, ucciso o obbligato a lasciare le proprie case centinaia di migliaia di
persone, l’Italia ha fornito armi alle RSF, le Rapid Support Force di Dagalo,
perché bloccassero le partenze di migranti da quell’area. Da quasi due anni
Dagalo e i suoi sono tornati al loro sport preferito: bruciare i villaggi,
stuprare le donne, uccidere gli uomini e arruolare i bambini.
É trascorso un anno dall’attacco all’Artsakh delle truppe azere rifornite di
armi da Leonardo ed addestrate in Italia. La pulizia etnica di 120.000 armeni,
fuggiti allo sterminio è caduto nel silenzio.
In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un
confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della
patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.
In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi sputa sulle bandiere di
ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le
fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta
nel proprio cuore.
A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi
usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.
Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una
martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda
nazionalista.
Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano
polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più
povere.
Vogliono farci credere che le guerre sono troppo lontane, che non possiamo fare
nulla per contrastarle.
Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi,
inermi. Non lo siamo.
In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati.
Sostenere i disertori è una delle chiavi per inceppare le guerre.
Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo,
quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando
decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di
mezzo.
Nella nostra città intendono costruire la città dell’aerospazio, polo bellico,
in cui verranno progettate le armi del futuro. É un progetto che vede
protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana e il Politecnico
di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo.
Fermarli è possibile. Dipende da ciascuno di noi.
Assemblea antimilitarista
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni: ogni martedì alle 20