La quotidianità nel centro torinese durante le ultime settimane é stata scandita
da continui momenti di protesta. Venerdì 19 settembre una stanza dell’area Verde
é stata resa completamente inagibile dal…
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Ieri 22 settembre si è svolta la seconda udienza del processo per la morte di
Moussa Balde.
Per la prima volta la famiglia ha avuto modo di vedere in faccia i responsabili
della morte di Moussa e raccontare la sua storia in aula.
Dai numerosi testimoni tra il personale, le forze dell’ordine e
l’amministrazione del cpr, invece, è emersa chiaramente l’assenza totale di
una reale regolamentazione.
Il personale ha riportato che in Cpr tutto è lasciato all’informalità e
discrezionalità di chi c’è al momento.
Le risorse del capitolato non sono sufficienti né per garantire tutele né per
svolgere servizi essenziali. Di fronte a tali condizioni degradanti, anche il
giudice ha avuto difficoltà a definire “ospiti” i detenuti del CPR.
In questo momento il dibattito si sta concentrando sullo stabilire i
responsabili dell’isolamento di Moussa nell’ospedaletto.
Gli avvocati dell’ ex direttrice del CPR e dell’ex medico, gli unici
imputati, tentano di attribuire la colpa alla prefettura e perfino agli altri
detenuti che avrebbero rifiutato di riaccogliere Moussa in sezione per un
sospetto di scabbia (rivelatosi infondato).
Un vergognoso rimbalzo della colpa che mira solo a mettere confusione
e a cercare di uscirne puliti, senza dare la responsabilità a nessun di quanto
successo.
Ma sappiamo, e non ci stancheremo mai di dirlo, che la colpa della morte di
Moussa e di tutte le altre morti è sistemica. Il Cpr è un sistema che uccide,
tortura e maltratta.
Alla prossima udienza, il 20 ottobre, saranno sentiti gli ex dirigenti
dell’Ufficio Immigrazione e della Prefettura.
Continueremo a portare solidarietà alla famiglia di Moussa e tutti i detenuti e
le detenute del CPR davanti al tribunale.
MAI PIÙ CPR MAI PIÙ LAGER!
Torniamo a raccogliere beni di prima necessità per le persone recluse nel CPR.
Mercoledì 10 settembre dalle 16.30 e durante il Festival @solchi Sabato 13 e
domenica 14 settembre
I detenuti sono trattenuti in condizioni invivibili, sia in termini materiali
sia rispetto alla violenza quotidiana a cui sono costretti.
Da dentro chiedono di poter accedere a beni di prima necessità.
Il cibo, “offerto” dal nuovo gestore Sanitalia è, oltre che immangiabile e a
volte scaduto, pieno di psicofarmaci per sedare i reclusi, esattamente come in
passato.
Dentro il cpr c’è uno spaccio alimentare dove i prezzi sono proibitivi (un pacco
di biscotti costa 7€) perché l’unico interesse di Sanitalia è di lucrare sulla
pelle delle persone.
La nostra solidarietà è un’arma, usiamola!
N.B. dopo le prime raccolte infastiditi da questa iniziativa hanno smesso di
ritirarci i vestiti usati, per cui raccogliamo SOLO VESTITI NUOVI
Le deportazioni dall’Italia – sia verso i paesi di partenza che la colonia
detentiva in Albania, sia attraverso i cosiddetti rimpatri volontari (che di
consensuale han poco o nulla)…
La macchina del razzismo è – come spesso anche ribadito ai microfoni di Harraga
(trasmissione in onda ogni venerdì tra le 15 e le 16 su Radio Blackout) –
composta…
Il CPR di Torino imprigiona ad oggi una sessantina di persone divise in 3 aree:
Blu, Verde e Gialla. Dalle rivolte che in primavera distrussero l’area Viola e
Bianca, Sanitalia…
I CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) vanno chiusi e basta, questo è
quello che abbiamo imparato in questi lunghi anni di lotte e resistenze da quei
campi di…
In questo episodio di Harraga, in onda ogni venerdì su Radio Blackout, insieme
al prezioso contributo di un compagno dalla Sardegna abbiamo parlato di uno dei
CPR più isolati, punitivi…
Il 24 marzo 2025 riapre il CPR di Corso Brunelleschi dopo 2 anni di inutilizzo a
seguito delle coraggiose rivolte che nel marzo 2023 ne determinarono la
chiusura. Ad Harraga,…
Da marzo ad oggi si sono susseguite a più riprese proteste e scioperi della fame
da parte dei reclusi al CPR di corso Brunelleschi.
Molti dei detenuti che hanno lottato sono stati quasi tutti trasferiti in altri
lager, con l’unico obiettivo di spezzare i legami che si stavano creando con chi
dall’esterno solidarizza.
Il nuovo ente gestore, Sanitalia, lavora in continuità con le multinazionali che
l’hanno preceduto: ennesima prova che non esistono lager umani o umanizzabili.
Nonostante il capitalato d’appalto prevedesse l’aumento dei posti nel 2026,
negli ultimi giorni sono state aperte nuove aree, prontamente riempite anche da
altri CPR.
Sentiamo il bisogno di tornare sotto quelle mura per portare la nostra voce e la
nostra solidarietà a chi lotta e a chi è recluso da uno stato razzista.
Sabato 28 giugno dalle 16 saremo in Corso Brunelleschi
Sosteniamo la loro lotta contro detenzione e deportazione!
Sarà importante essere in tantə per far sentire la nostra vicinanza a chi è
costretto dietro quelle mura infami.
CHIUDERE I CPR, LIBERARE TUTTI!
mai più CPR, mai più Lager