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AGGIORNAMENTI SUL PROCESSO DI MOUSSA BALDE
Ieri 22 settembre si è svolta la seconda udienza del processo per la morte di Moussa Balde.  Per la prima volta la famiglia ha avuto modo di vedere in faccia i responsabili della morte di Moussa e raccontare la sua storia in aula. Dai numerosi testimoni tra il personale, le forze dell’ordine e l’amministrazione del cpr, invece, è emersa chiaramente l’assenza totale di una reale regolamentazione.  Il personale ha riportato che in Cpr tutto è lasciato all’informalità e discrezionalità di chi c’è al momento. Le risorse del capitolato non sono sufficienti né per garantire tutele né per svolgere servizi essenziali. Di fronte a tali condizioni degradanti, anche il giudice ha avuto difficoltà a definire “ospiti” i detenuti del CPR. In questo momento il dibattito si sta concentrando sullo stabilire i responsabili dell’isolamento di Moussa nell’ospedaletto.  Gli avvocati dell’ ex direttrice del CPR e dell’ex medico, gli unici imputati, tentano di attribuire la colpa alla prefettura e perfino agli altri detenuti che avrebbero rifiutato di riaccogliere Moussa in sezione per un sospetto di scabbia (rivelatosi infondato). Un vergognoso rimbalzo della colpa che mira solo a mettere confusione e a cercare di uscirne puliti, senza dare la responsabilità a nessun di quanto successo. Ma sappiamo, e non ci stancheremo mai di dirlo, che la colpa della morte di Moussa e di tutte le altre morti è sistemica. Il Cpr è un sistema che uccide, tortura e maltratta. Alla prossima udienza, il 20 ottobre, saranno sentiti gli ex dirigenti dell’Ufficio Immigrazione e della Prefettura. Continueremo a portare solidarietà alla famiglia di Moussa e tutti i detenuti e le detenute del CPR davanti al tribunale. MAI PIÙ CPR MAI PIÙ LAGER!
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RIPRENDE LA RACCOLTA SOLIDALE PER I DETENUTI DEL CPR DI TORINO
Torniamo a raccogliere beni di prima necessità per le persone recluse nel CPR. Mercoledì 10 settembre dalle 16.30 e durante il Festival @solchi Sabato 13 e domenica 14 settembre I detenuti sono trattenuti in condizioni invivibili, sia in termini materiali sia rispetto alla violenza quotidiana a cui sono costretti. Da dentro chiedono di poter accedere a beni di prima necessità. Il cibo, “offerto” dal nuovo gestore Sanitalia è, oltre che immangiabile e a volte scaduto, pieno di psicofarmaci per sedare i reclusi, esattamente come in passato. Dentro il cpr c’è uno spaccio alimentare dove i prezzi sono proibitivi (un pacco di biscotti costa 7€) perché l’unico interesse di Sanitalia è di lucrare sulla pelle delle persone. La nostra solidarietà è un’arma, usiamola! N.B. dopo le prime raccolte infastiditi da questa iniziativa hanno smesso di ritirarci i vestiti usati, per cui raccogliamo SOLO VESTITI NUOVI
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