Piogge torrenziali, manifestazioni oceaniche, la pressione delle comunità
indigene che ha attraversato i corridoi dei negoziati, e persino un incendio tra
i padiglioni; un susseguirsi di eventi esterni ha accompagnato il vertice.
Quelle fiamme divampate nei padiglioni non sono state altro che l’annuncio di
una fumata nera che sarebbe arrivata poche ore dopo.
Il documento finale della COP, la Mutirao decision, denunciava che il testo in
discussione era scritto di fatto dai PetroStati, grazie alle pressioni di Arabia
Saudita, Stati Uniti e Russia.
Nonostante il nome simbolico del documento finale, Mutirao, che significa lavoro
comunitario per conseguire un bene collettivo, questo testo farà il bene di
pochi lasciando liberi i paesi ricchi di continuare a devastare.
Nel documento finale non c’è alcun riferimento ai combustibili fossili, non
vengono neppure menzionati.
Il mondo si è congedato da Belém senza un piano per abbandonare gas, petrolio e
carbone tornando indietro rispetto a quanto deciso a Dubai nel 2023.
Le proteste e e danze indigene diventano una mera operazione i green whashing
dell’amministrazione brasiliana.
Ne abbiamo parlato con Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto
Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di
Scienze Polari del CNR.
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