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Trump paga eSwatini e Guinea Equatoriale per disfarsi dei rifugiati
Milioni di dollari sono stati versati da Trump per deportare i migranti che rastrellati dall’ICE nelle città statunitensi. ESwatini, piccolo Paese dell’Africa meridionale, governata da Mswati III, l’ultimo monarca assoluto del continente ha ricevuto 5,1 milioni di dollari dagli Stati Uniti. La somma è stata versata al monarca perché accolga cittadini di Paesi terzi espulsi dall’amministrazione Trump. Human Rights Watch ha dichiarato già a settembre di aver visionato una copia dell’accordo secondo cui il piccolo regno sarebbe disposto a accettare fino a un massimo di 160 deportati dagli USA. La somma è stata elargita per potenziare la “capacità di gestione delle frontiere e delle migrazioni” del Paese. Oltre a eSwatini, altri governi africani, come Sud Sudan, Ghana e Ruanda hanno accettato “migranti indesiderati” dagli USA. Intanto Washington non ha esitato a inviare 7,5 milioni di dollari alla Guinea Equatoriale, uno dei regimi più repressivi e corrotti al mondo. Tragica ironia i soldi sono stati prelevati dal fondo istituito dal Congresso per rispondere alle crisi umanitarie.
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La Cop nell’Amazzonia che muore
Piogge torrenziali, manifestazioni oceaniche, la pressione delle comunità indigene che ha attraversato i corridoi dei negoziati, e persino un incendio tra i padiglioni; un susseguirsi di eventi esterni ha accompagnato il vertice. Quelle fiamme divampate nei padiglioni non sono state altro che l’annuncio di una fumata nera che sarebbe arrivata poche ore dopo. Il documento finale della COP, la Mutirao decision, è stato scritto dai PetroStati Nonostante il nome simbolico del documento finale, Mutirao, che significa lavoro comunitario per conseguire un bene collettivo, questo testo farà il bene di pochi lasciando liberi i paesi ricchi di continuare a devastare. Nel documento finale non c’è alcun riferimento ai combustibili fossili, non vengono neppure menzionati. I governi si sono congedati da Belém senza un piano per abbandonare gas, petrolio e carbone tornando indietro rispetto a quanto deciso a Dubai nel 2023. Le proteste e le danze indigene si trasformano tristemente in una mera operazione di green whashing dell’amministrazione brasiliana. Vi proponiamo il podcast dell’approndimento realizzato dall’info di Blackout con Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR: https://radioblackout.org/2025/12/la-cop-nellamazzonia-che-muore/
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Oxfam. I ricchi sempre più ricchi
Nel 2024 la ricchezza dei Paperoni italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – a 166 milioni al giorno – raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi detenuto da 71 individui. È il quadro tratteggiato da Oxfam nel suo rapporto “Diseguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata” pubblicato in occasione del Forum economico mondiale di Davos, che dà conto di un’accelerazione, a livello mondiale, del gap fra le ricchezze dei miliardari e i poveri. La sezione italiana, intitolata “Disuguitalia”, parla di un Paese dove, a metà 2024, il 10% dei nuclei familiari più ricchi deteneva oltre otto volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie, un rapporto che era pari a 6,3 solo 14 anni fa. Un divario crescente visto che fra dicembre 2010 e giugno 2024 la quota di ricchezza del top-10% delle famiglie sul totale è aumentata di oltre sette punti percentuali, passando dal 52,5% al 59,7%. Nello stesso periodo la quota detenuta dal 50% più povero si è contratta di quasi un punto percentuale passando dall’8,3 al 7,4%. Aumenta il numero di persone che, pur risultando occupate a tempo indeterminato, sono sotto la soglia della povertà. Si tratta di lavoratori e lavoratrici che fanno lavori a cadenza intermittente o a chiamata, lavori poveri e poco pagati, che falsano le statistiche e rendono meno intelleggibile la situazione Se a questo dato si aggiunge l’inflazione galoppante ed la netta riduzione dei servizi coperti dallo Stato – scuola, sanità, trasporti – il quadro è completo.
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Bulgaria. Frontiera di morte
La Bulgaria, paese recentemente entrato nell’area Schengen intende dimostrare a Bruxelles di saper controllare le proprie frontiere, specialmente quelle con i paesi dai quali transitano i migranti. Le politiche migratorie europee continuano a mietere vittime anche in questa zona dell’Unione, dove a fine anno sono morti tre ragazzini minorenni provenienti dall’Egitto. La polizia di frontiera aveva impedito agli attivisti di raggiungerli. I cadaveri sono stati ritrovati pochi giorni dopo il tentativo di soccorso. I loro corpi erano parzialmente mangiati dagli animali. La frontiera tra Bulgaria e Turchia è da anni percorsa da flussi più o meno consistenti di persone che tentano di attraversare quel confine e di raggiungere la Fortezza Europa da oriente. Queste persone provengono principalmente dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afganistan, dal Pakistan ma anche dalla Tunisia, dall’Egitto e dal Marocco. Le politiche migratorie europee hanno trasformato le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Tra gli attivisti di Rotte Balcaniche e di No Name Kitchen che hanno partecipato alle azioni in frontiera, c’erano tre insegnanti torinesi. Il 24 dicembre sono stat fermat ed arrestat per aver chiamato un’ambulanza per soccorrere tre ragazzi che stavano per morire assiderati. Da radio Blackout
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Baykar, l’azienda dei droni da guerra di Erdogan acquista Piaggio Aerospace
ll governo italiano ha autorizzato l’acquisizione di Piaggio Aerospace da parte dell’azienda turca Baykar. Si tratta dell’azienda che produce i droni militari – in particolare il modello Bayraktar – utilizzati dall’esercito turco nelle guerre di occupazione in nord-Iraq e Siria, oltre a essere venduti dalla Baykar agli eserciti di mezzo mondo. Il “nulla osta” del ministero delle Imprese e del Made in Italy è l’ennesimo certificato di complicità dello stato italiano con le politiche coloniali, guerrafondaie ed espansionistiche di Ankara. Baykar, nata negli anni ottanta come azienda produttrice di componenti per autoveicoli, si è trasformata nell’ultimo decennio in uno dei principali produttori mondiali di droni da guerra. I suoi droni sono utilizzati in diversi conflitti: in nelle aree curdofone contro il confederalismo democratico, in Ucraina dall’esercito di Kiev contro le forze russe, in Etiopia negli attacchi in Tigrai, e in Marocco nel conflitto del Sahara Occidentale contro il Fronte Polisario. Questa rapida ascesa nel settore bellico ha reso Baykar una pedina fondamentale nelle ambizioni di espansione del presidente turco Erdogan e dei suoi alleati. Tra Baykar e governo turco esiste, del resto, un legame diretto: Il presidente del consiglio di amministrazione di Baykar è il genero del presidente turco Erdogan. L’acquisizione rientra nella più ampia strategia di potenza imperiale della Turchia. L’operazione, accolta con un entusiasmo non mitigato da alcun dubbio etico da parte della FIOM, solleva tuttavia interrogativi inquietanti e preoccupazioni sul futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori. Perchè continuare a produrre in Italia dove il costo del lavoro è più alto che in Turchia o in Africa? Da radio Blackout
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No allo sgombero dello spazio anarchico “19 luglio”!
Lo Spazio Anarchico “19 luglio” è sotto sgombero. Da diversi anni i compagne e le compagne hanno trasformato un locale abbandonato per decenni in un luogo di incontro, socialità, autoorganizzazione politica e sociale. Ristrutturati totalmente i locali grazie al lavoro volontario di compagne, compagni e solidali il luogo è divenuto punto di riferimento per tante […]
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Federazione Anarchica Italiana
garbatella
gruppo carlo cafiero
roma
Intelligenza artificiale, Ai Act e panopticon globale
Sabato 16 dicembre parlamento, consiglio e Unione Europea si sono accordati sul testo finale per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Un accordo selettivo, che consente l’utilizzo di strumenti di controllo vietati per i cittadini europei, ai migranti. L’Ue ha messo al bando il sistema di riconoscimento delle emozioni, ma solo nei contesti come quello lavorativo o […]
intelligenza artificiale
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controllo
ia act
panopticon globale
Portogallo. Litio, distruzione ambientale, lotte dal basso
Il litio, minerale raro indispensabile per le batterie delle auto elettriche, ha costi ambientali di estrazione molto alti. Il Portogallo ha la più grande riserva di litio in Europa e l’ottava a livello mondiale. Si tratta di “riserve” dedotte, cioè semplicemente individuate e non sfruttate. “Qui abbiamo la tendenza a dire che siamo il quinto, […]
transizione ecologica
litio
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covas do barroso
lotte ambientali