Operaio preso a bastonate nella Piana toscanaNuova aggressione a un operaio pakistano che aveva denunciato al Sudd Cobas
turni di 12-14, lavoro nero e abusi di ogni genere da parte di un’azienda di
confezionamento di divani a Quarrata, gestita da imprenditori cinesi. Scioperi e
manifestazioni anche in altre due ditte riconducibii alla stessa proprietà
di Riccardo Chiari da il manifesto
“Sappiamo che sei stato al sindacato”. E giù bastonate, alle braccia e al volto,
a un operaio pakistano di 22 anni che aveva denunciato al Sudd Cobas turni di
12-14 ore al giorno, lavoro nero e abusi di ogni genere da parte dell’azienda e
del caporale che ne gestisce la forza lavoro. Questa volta è successo a
Quarrata, ai confini occidentali del “distretto parallelo” del settore del
pronto moda, del tessile e delle confezioni, perlopiù a conduzione cinese, che
si è via via allargato in tutta la Piana fiorentina, pratese e pistoiese.
La risposta dei lavoratori e del sindacato di base non si è fatta attendere.
Dopo che Tahla, l’operaio aggredito, si è fatto medicare (sette i giorni di
prognosi) al pronto soccorso dell’ospedale Santo Stefano di Prato, sotto
l’azienda Vot International è partita la contestazione: “Sciopero, sciopero.
Toccano uno, toccano tutti”. La mobilitazione non ha riguardato solo la Vot
International, dove si confezionano divani. Anche in altre due aziende del
pistoiese, riconducibili agli stessi proprietari, i lavoratori sono entrati in
agitazione e hanno incrociato le braccia.
Il sindacato di base ricorda che l’azienda di Quarrata “è stata oggetto
recentemente di controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro, che aveva avuto
modo di riscontrare diverse irregolarità. Ma lo sfruttamento in fabbrica è
proseguito già dal giorno dopo il controllo, proprio come avveniva prima”.
Appena quattro giorni fa il Pd di Prato aveva organizzato la sua assemblea
provinciale a Seano, dove all’inizio del mese c’era stata un vera e propria
aggressione squadrista a un presidio di protesta nell’ambito dello Strike Day,
mobilitazione messa in cantiere dal Sudd Cobas per chiedere il rispetto dei
contratti collettivi nazionali di settore e orari regolari di lavoro, 40 ore la
settimana e non 70 come molto spesso accade nella maggior parte delle aziende
del comprensorio.
Nell’occasione il segretario pratese dei dem Marco Biagioni aveva lanciato un
appello: “Siamo chiamati a fare tutti gli sforzi possibili per salvaguardare il
distretto e le tante imprese che operano nella legalità, combattere la
concorrenza sleale, tutelare chi lavora. Non ci voltiamo dall’altra parte: il
fenomeno dello sfruttamento nel nostro territorio esiste, va riconosciuto e
combattuto con tutte le nostre forze”.
Impietosa l’analisi della situazione: se in Toscana oltre il 9% dei lavoratori è
irregolare, nella Piana della Toscana centrale la percentuale del lavoro nero,
grigio e a cottimo si alza in maniera impressionante. Di qui l’esigenza di
contrastare l’illegalità e lo sfruttamento con maggiori controlli, come ha
scandito il presidente regionale Eugenio Giani: “Occorre una forte azione di
controllo da parte delle forze dell’ordine, così come già avvenuto anche in
passato grazie al progetto ‘Lavoro sicuro’”.
Al tempo stesso, visto che i soli controlli non bastano almeno a giudicare dalla
puntuale denuncia del Sudd Cobas, dall’assemblea dem è emersa anche la
necessità, quanto mai urgente, di incentivare la formazione dei lavoratori,
quasi tutti migranti, assicurando loro i più elementari diritti civili e sociali
a partire dalle regolarizzazioni. In parallelo, il Pd propone di “sostenere la
buona impresa anche attivandoci per offrire sgravi fiscali a chi assume
lavoratori che hanno presentato denunce di sfruttamento”.
> Osservatorio Repressione è una Aps-Ets totalmente autofinanziata. Puoi
> sostenerci donando il tuo 5×1000
>
> News, aggiornamenti e approfondimenti sul canale telegram e canale WhatsApp