Violente cariche di polizia, nel pomeriggio di ieri 14 luglio, ai cancelli della
Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal
sindacato di base Sudd Cobas. Da undici giorni lavoratori e sindacalisti
presidiano i cancelli della fabbrica del Gruppo 8, azienda che produce divani di
lusso che vengono venduti […]
Tag - lotte sindacali
Il sottosegretario leghista Claudio Durigon, riferendosi allo sciopero dei
trasporti nella stessa giornata di ieri, annuncia un pacchetto di provvedimenti
per «impedire gli scioperi i venerdì e i lunedì, almeno nella stagione
turistica, introducendo l’obbligo di comunicare l’adesione individuale alla
mobilitazione 24 ore prima». di Unione Sindacale di Base – USB Per bocca del
sottosegretario […]
Il giorno successivo al mancato raggiungimento del quorum per i 5 referendum (4
a tema lavoro, 1 a tema cittadinanza), abbiamo chiesto a Arturo, del sindacato
di base SuddCobas, di raccontarci l’esperienza degli ultimi anni di lotta nel
distretto di Prato e di parlarci dell’ultima iniziativa che ha mobilitato lx
lavoratorx del distretto, gli Strike […]
Un nuovo attacco all’occupazione nella logistica lombarda. Ai magazzini della
GEODIS di Marzano, Pavia, i lavoratori e lavoratrici in presidio sono stati
caricati dalle forze di polizia nella giornata di martedì, 10 giugno 2025. Erano
in protesta da una settimana davanti ai cancelli del magazzino della logistica
per difendere il posto di lavoro quando un […]
Carcerazione domiciliare di due anni per il referente del sindacato in lotta Si
Cobas di Modena, Enrico Semprini. Tale ordine riguarderebbe una condanna
collegata alle lotte No Tav ed alla partecipazione ad alcune iniziative di
protesta davanti alle fabbriche. Enrico Semprini non ha infatti ottenuto di pene
alternative alla detenzione domiciliare a seguito delle denunce per gli scioperi
e per l’attività svolta col sindacato al fianco di operai/e.
Enrico Semprini ai microfoni di Radio Onda d’Urto Ascolta o scarica
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Dopo le esplosioni e i pacchi incendiari nei magazzini della logistica tessile
di sabato scorso, Prato è scesa in piazza per ribadire che nessunx lavoratorx
deve più rischiare la propria vita per guerre e faide che non gli appartengono.
Dalle parole del sindacato Suddcobas: “Per troppi anni la violenza mafiosa si è
potuta consumare nell’invisibilità. […]
A Napoli la polizia attacca il picchetto operaio alla GLS e ferma il
coordinatore provinciale del SI Cobas, Peppe D’Alesio
da pungolo rosso
Gravissimo quanto successo nella mattinata di mercoledi 29 gennaio a Napoli,
giornata in cui in tutta Italia si sono moltiplicati gli scioperi a seguito
dell’apertura dello stato di agitazione in tutte filiere Fedit (SDA, BRT, GLS).
In questo momento, Giuseppe D’Alesio, coordinatore provincia di Napoli e
Caserta, è in Questura dopo che la celere ha sgomberato il picchetto operaio
fuori la GLS di Gianturco.
Da più di un mese e mezzo il SI Cobas sta lottando fuori ai cancelli GLS per il
reintegro dei 50 licenziati di Napoli, i quali sono stati buttati fuori dal
franchising TEMI (gruppo Tavassi) solo per aver detto basta al
super-sfruttamento e alla totale precarietà lavorativa, rivendicando la piena
applicazione del Ccnl così come hanno fatto quindici anni fa i lavoratori della
logistica quando si sono organizzati nel SI Cobas.
Il nostro sostegno a questa battaglia, fondato sulla giustezza delle ragioni di
questi lavoratori e fuori da ogni calcolo di bottega, nel corso di queste
settimane si è sempre accompagnato alla ricerca di un dialogo costruttivo con
GLS e con Fedit, affinché queste ultime si adoperassero per portare al tavolo
l’azienda Temi con la quale ha un intreccio commerciale fondamentale e si
individuassero soluzioni accettabili per entrambe le parti in conflitto.
In questo mese e mezzo abbiamo invece assistito al totale disinteresse sia di
GLS (trinceratasi dietro lo schermo di una presunta impossibilità ad intervenire
su un proprio franchising) sia di Fedit, la quale non è mai andata realmente al
di là di un’ipotesi di buonuscita per tutti i licenziati non svolgendo come nel
passato un forte ruolo mediazione con il sindacato.
Ciò ha determinato una radicalizzazione dello scontro, a malapena frenato dalla
Prefettura di Napoli, la quale ha convocato ben 9 incontri tra le parti nel
tentativo di individuare una soluzione alla vertenza, alle quali GLS non si è
mai presentata e TEMI si è limitata a fare da spettatore, lasciando al proprio
fornitore il compito (e l’onere istituzionale) di mantenere il pugno di ferro
contro i licenziati.
In realtà, questa lunga e difficile vertenza si inserisce in un clima di
sistematica chiusura delle aziende in franchising della GLS che non hanno
accettato di applicare l’accordo sul premio natalizio (vedi Brescia e
Siena).Tutto ciò si inserisce in un contesto generale che vede da un lato il
sostanziale peggioramento delle condizioni di tutti i lavoratori del trasporto
merci e logistica, grazie a un rinnovo del Ccnl che da un lato non recupera
neanche la metà del potere d’acquisto perso in questi anni a causa
dell’inflazione, dall’altro aumenta la precarietà attraverso l’innalzamento
delle soglie per l’utilizzo di manodopera in somministrazione, cioè il
principale strumento di ricatto usato dai padroni per minare l’unità degli
operai e indebolire la forza del sindacato nella contrattazione.
D’altro canto, stiamo assistendo in questi mesi a una chiara volontà da parte
dei 3 corrieri appartenenti a Fedit (SDA, BRT, GLS) di mettere in discussione le
conquiste strappate dai lavoratori negli ultimi anni: gli accordi-quadro di
secondo livello, che hanno permesso a migliaia di lavoratori in tutta Italia di
ottenere il riconoscimento dei ticket, dei passaggi automatici livello in base
all’anzianità, dei premi di risultato, del pagamento di indennità di disagio per
i turni spezzati, ecc., sono ormai scaduti e non è stata manifestata alcuna
volontà da parte padronale di procedere a un loro rinnovo ed adeguamento,
tuttalpiù l’intenzione è quella di spostare sui fornitori le totali
responsabilità contrattuali.
Chiaramente ciò frazionerebbe la forza dei lavoratori in tante situazioni.
Per questo, in questi giorni, l’azione di lotta nella filiera della Gls si è
rafforzata affinché si risolvano in particolar modo i problemi relativi ai
licenziamenti dei nostri compagni di Napoli e contemporaneamente apriamo uno
stato di agitazione con una prima giornata di lotta nei magazzini di Sda e
Bartolini in solidarietà a quelli di Gls a significare alla Fedit che assuma un
ruolo più attivo e positivo per la soluzione della vertenza su Napoli ma anche
per ritornare ad un confronto centrale per rinnovare i contratti di secondo
livello stabiliti con il SI Cobas.
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Si terrà venerdì 24 il processo che vede imputati attivisti e solidali della
campagna denominata “Mai più sfruttamento stagionale”: un procedimento penale
iniziato quattro anni fa, nel corso di un volantinaggio a Rimini in occasione
della “Notte Rosa”; per questa iniziativa furono denunciati in tre, tra
attiviste e attivisti solidali con la campagna anti sfruttamento.
di Slang-Usb
L’evento del turismo riminese che si ripete ogni estate dal 2006, è una cartina
di tornasole del modello turistico della riviera, con aperture fino a tardi di
locali ed eventi diffusi su tutta la provincia che portano aumento ulteriore
dello sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali.
Dalla nascita della campagna denunciamo questo evento come emblematico dello
sfruttamento in riviera, una auto-promozione fortemente voluta dalle istituzioni
locali in totale accordo con il mondo dell’impresa turistico-balneare.
Evento che propone l’idea di un turismo armonioso e maschera le reali
contraddizioni che attraversano il settore, a partire dalla condizione di chi
ogni anno si trova a lavorare in nero e grigio, con bassi salari, per sempre
meno settimane all’anno.
Questa kermesse del turismo locale è da noi sempre stata contestata con forza e
ripetutamente, ed ha trovato sostegno in molti lavoratori e lavoratrici del
settore che chiedono aumenti salariali, rispetto della turnazione e dei giorni
di riposo, ed emersione dal grigio e dal nero.
Perciò esprimiamo la nostra solidarietà agli attivisti e le attiviste che
affronteranno il processo questo venerdì 24 gennaio.
Mai più sfruttamento stagionale / Slang-Usb
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La multinazionale del lusso Montblanc ha chiesto alla sezione civile del
Tribunale di Firenze il “daspo antisindacale per mettere il bavaglio ai
lavoratori”.
Lo ha denunciato il sindacato di base Sudd Cobas. Se il Tribunale accogliesse la
richiesta, a lavoratori e lavoratrici Sudd Cobas sarebbe vietato manifestare nel
raggio di 500 metri dal negozio di via Tornabuoni a Firenze, pena sanzioni da
5.000 euro.
Il 6 febbraio l’udienza nella quale il giudice deciderà sulla “domanda di
urgenza” presentata dal brand, dove le lotte di lavoratori e lavoratrici Sudd
Cobas hanno fatto emergere le condizioni di pesante sfruttamento e la
“delocalizzazione puntitiva messa in atto contro la loro sindacalizzazione”.
Montblanc è un’azienda tedesca con sede ad Amburgo, nota in particolare per la
produzione di penne, orologi, gioielli e pelletteria di lusso. In seguito alle
denunce di Sudd Cobas, che ha evidenziato tra l’altro turni da 12 ore al giorno
e salari da fame, l’azienda ha risposto “di non avere alcuna responsabilità,
neppure indiretta”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, per raccontare della vertenza, Luca Toscano
coordinatore Sudd Cobas. Ascolta o scarica
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In queste ore è arrivato un ordine di carcerazione domiciliare di due anni per
il referente Si Cobas di Modena, Enrico Semprini.
Tale ordine riguarderebbe una condanna collegata alle lotte No Tav ed alla
partecipazione ad alcune iniziative di solidarietà
Il compagno non ha ottenuto di espiare la pena utilizzando i servizi sociali a
seguito delle denunce per gli scioperi e per l’attività svolta col nostro
sindacato al fianco di operai/e.
Da anni rispondiamo colpo su colpo all’arsenale repressivo che Stato e padroni
scagliano contro le lotte dentro e fuori i magazzini che conduciamo senza tregua
evidenziando la l’escalation repressiva in atto.
In particolare da mesi indichiamo nel ddl 1660 un tassello di questo processo.
La “legge-manganello” da Stato di polizia con la quale il governo vuole
“regolare i conti” con le lotte operaie e tutte le realtà ed esperienze di lotta
in corso e creare gli strumenti giuridici necessari per stroncare sul nascere i
futuri, inevitabili conflitti sociali. La sempre più marcata tendenza alla
guerra sul fronte esterno richiede sul fronte interno un contesto sociale
pacificato, e a questo “lavorano” tutti gli apparati dello stato.
SOLIDARIETÀ AD ENRICO! RISPONDIAMO UNITI CONTRO LA REPRESSIONE
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