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[2025-09-20] Corteo Regionale - Lottiamo contro il genocidio in palestina @ Piazza Statuto
CORTEO REGIONALE - LOTTIAMO CONTRO IL GENOCIDIO IN PALESTINA Piazza Statuto - Piazza Statuto, Torino (sabato, 20 settembre 14:30) l Coordinamento Piemontese per la Palestina invita tuttɜ coloro che vivono in Piemonte a mobilitarsi nelle giornate del 13 settembre con azioni di boicottaggio della filiera della guerra e delle aziende complici del genocidio o con altre iniziative e il 20 settembre con una grande manifestazione che si terrà a Torino per fermare la complicità delle nostre istituzioni con il regime israeliano.  È da ventitre mesi che abbiamo assistito a un intensificarsi delle manifestazioni in sostegno alla causa palestinese, in solidarietà con la resistenza popolare all’occupazione e, oggi, all’invasione della Striscia di Gaza e alla disgregazione della Cisgiordania da parte di Israele.  Quella che viene definita “l’unica democrazia del Medio Oriente”, uccide arbitrariamente attraverso le armi, la fame e la deprivazione di igiene e cure sanitarie la popolazione palestinese, mostrando il vero volto della decantata civiltà occidentale, che si vorrebbe esportare a suon di bombe a chi non si piega ai progetti coloniali sionisti e atlantisti.  Nonostante il governo israeliano utilizzi il pretesto degli ostaggi per compiere il genocidio più mediatizzato della storia, appare più che evidente che i suoi reali obiettivi non siano certo la liberazione dellɜ prigionierɜ e “la distruzione di Hamas”.  L’OBIETTIVO A CUI MIRA EFFETTIVAMENTE IL REGIME SIONISTA FIN DALLE SUE ORIGINI È UNA RADICALE PULIZIA ETNICA E L’ANNIENTAMENTO DEL POPOLO PALESTINESE, CON LA COMPLICITÀ DELLA GRAN PARTE DELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE.  I governi occidentali sono stati costretti, dopo quasi due anni, a utilizzare il termine “genocidio”, dopo essersi tanto spesi per negare categoricamente che lo fosse, ma questo non basta se la denuncia non viene accompagnata da azioni concrete di embargo verso Israele, soprattutto quando vaste parti di società si mobilitano con determinazione per chiedere la fine del sostegno dei propri governi allo sterminio.  Questo piano criminale ha il fine dichiarato di impossessarsi non solo di tutta la terra palestinese, ma anche di altre regioni del Levante, con l’obiettivo, da parte dell’unico Stato a non aver mai ufficializzato i propri confini, di realizzare la “Grande Israele”. È un errore ritenere che questo progetto espansionistico sia nato recentemente dai partiti dell’estrema destra israeliana, come viene continuamente ripetuto dalla maggioranza dei nostri mass media, che dopo aver fallito nel tentativo di negare il genocidio, ora cercano di manipolare nuovamente la narrazione ascrivendone la responsabilità al solo governo Netanyahu. Sappiamo che quanto sta avvenendo è la naturale prosecuzione del progetto sionista, volto alla costituzione di un etnostato per il solo popolo ebraico.  LA PALESTINA NON È UN TERRITORIO CONTESO: È UN GRANDE SPECCHIO NEL QUALE L’OCCIDENTE VEDE RIFLESSO LA VERITÀ DEL SUO PASSATO COLONIALE.  In tutto questo, gli Stati Uniti, con la collaborazione degli storici alleati occidentali, violano importanti norme e sentenze del diritto internazionale, come il recente pronunciamento della  CIG che ribadisce l’illegalità dell’occupazione ordinando al regime israeliano di ritirarsi, esplicitando che per garantire il potere di poche persone si è dispostɜ a sacrificare la vita di popoli interi.  Lottare con e per la Palestina significa non essere schiavɜ di questo ricatto, avere il coraggio di affrontare l’arroganza di chi si pone come il padrone del mondo e si dichiara invincibile. La resistenza palestinese con decenni di lotte ha minato questa idea di presunta invincibilità e al contempo ha smascherato e reso evidente a tuttɜ la vera natura del regime israeliano, dandoci l’occasione collettiva di lottare per un orizzonte di libertà effettiva e desiderabile a partire dal rifiuto della tirannia imperialista e sionista, che aggredisce la vita di miliardi di persone in tutto il mondo.  Per questo organizziamo un momento di mobilitazione ampia e diffusa a cui vi invitiamo a partecipare, per lottare contro quello che è a tutti gli effetti un genocidio internazionale, poiché Israele (uno stato grande come la Lombardia che in due anni ha ucciso decine di migliaia di persone) non sarebbe stato in grado di portare avanti questo sterminio senza rifornimenti da parte dei governi e dalle aziende della morte di tutto il mondo, anche dell’Italia e del Piemonte.  C’è bisogno di una lotta internazionale, per riaffermare che il popolo palestinese che si batte per la propria liberazione, è un popolo fratello e la sua lotta è anche la nostra lotta, per proclamare, come nel Sudafrica dell’apartheid, che nessunɜ è liberɜ se non tuttɜ sono liberɜ.  DATE QUESTE CONSIDERAZIONI CI MOBILITIAMO IN TUTTO IL PIEMONTE IL 13 SETTEMBRE, CONFLUENDO POI A TORINO IL 20 SETTEMBRE, PER CHIEDERE ALLA REGIONE PIEMONTE DI:  * Farsi parte attiva nei confronti del Governo per far bloccare l’esportazione e l’importazione di armamenti e tecnologie militari e dual use verso e da Israele; * Interrompere i rapporti istituzionali e politici con lo stato israeliano; * Revocare ogni accordo economico, produttivo, commerciale, accademico e finanziario con il regime israeliano; * Escludere Israele da ogni iniziativa culturale e sportiva. CON LA PALESTINA FINO ALLA LIBERAZIONE!
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Torino. Antimilitaristi contestano la cerimonia militare
Il 2 giugno dei Senzapatria. Nel giorno in cui la Repubblica Italiana celebra se stessa con parate e manifestazioni militari gli antimilitaristi hanno riempito piazza Palazzo di Città con tanti interventi e il canzoniere antimilitarista del Cor’Okkio. Il presidio si è presto trasformato in corteo ed ha raggiunto la piazza della cerimonia dell’ammaina bandiera gonfia di retorica nazionalista ed esaltazione della guerra. In apertura lo striscione “contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere”. Il corteo ha attraversato la piazza smilitarizzandola, nel segno della solidarietà con le vittime di tutte le guerre, con i disertori di ogni dove, con chi lotta contro gli eserciti, contro i nazionalismi, nel cui nome si massacrano uomini, donne, bambine e bambini. Il corteo si è concluso con interventi, slogan e il canzoniere antimilitarista di Alba. Una giornata di lotta contro la corsa al riarmo, la militarizzazione delle periferie, la guerra ai migranti, la produzione bellica, la militarizzazione delle scuole e delle università. Un segnale forte contro la guerra e a chi la arma. Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. Vogliamo farla finita con le guerre e, quindi, con la feroce logica del dominio e del capitalismo. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Facciamo nostro l’insegnamento del “disfattismo rivoluzionario”: siamo solidali con chi si batte contro il proprio governo, perché noi lottiamo contro il nostro . Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Qui trovate il testo di lancio della giornata di lotta: https://www.anarresinfo.org/il-2-giugno-dei-senzapatria/ Qui alcune immagini dell’iniziativa:  
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[2025-05-01] Primo Maggio. Spezzone antimilitarista anarchico @ Torino, piazza Vittorio
PRIMO MAGGIO. SPEZZONE ANTIMILITARISTA ANARCHICO Torino, piazza Vittorio - Piazza Vittorio Veneto, Torino (TO) (giovedì, 1 maggio 09:00) Giovedì 1 maggio ore 9 piazza Vittorio Spezzone antimilitarista anarchico Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Pace tra gli oppressi, guerra agli oppressori! Federazione Anarchica Torinese Assemblea Antimilitarista Corso Palermo 46 Riunioni ogni martedì dalle 20,30 www.anarresinfo.org
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[2025-05-10] MARCIA POPOLARE: difendiamo la Piana di Susa! No al deposito di smarino e alla chiusura della stazione! @ Susa (TO)
MARCIA POPOLARE: DIFENDIAMO LA PIANA DI SUSA! NO AL DEPOSITO DI SMARINO E ALLA CHIUSURA DELLA STAZIONE! Susa (TO) - Piazza del Sole (sabato, 10 maggio 14:00) VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA DISCARICA DELLO SMARINO! Chiusura a lungo termine della stazione ed enormi disagi per la viabilità di strade provinciali e comunali. Accorpamento di istituti scolastici superiori e abbattimento di case. Tagli al servizio sanitario e un ospedale isolato dalla valle. Controllo e militarizzazione. Crollo dell’economia e del turismo. Aumento delle malattie respiratorie. Il paesaggio agricolo tra Susa e Bussoleno distrutto. Centinaia di camion in più ogni giorno sulle strade. Ecco che cosa succederà se partiranno nella Piana di Susa i lavori per la costruzione della Stazione Internazionale e se il deposito di smarino verrà collocato nell’area della pista di “Guida Sicura”. Fermiamoli! Avevano garantito che non sarebbe mai stata scelta Susa per lo smarino: dicevano che era troppo pericoloso per la salute. E invece TELT ha deciso di fare della Piana di Susa una discarica a cielo aperto per milioni di metri cubi di smarino provenienti dal Tunnel di base dell’Alta Velocità Torino-Lione: terre e rocce contaminate, PFAS usati nei lavori e che finiscono nelle sorgenti, polveri sottili e fibre di amianto che viaggiano nell’aria. Centinaia di migliaia di camion pieni di materiale pericoloso su e giù per la valle, da Chiomonte a Susa, da San Didero a Caprie. Tutto questo solo per risparmiare su tempi e costi e fare invece un favore a chi grazie al Tav ci guadagna: aziende come Sitaf e Cogefa, indagate per infiltrazioni mafiose. Se permettiamo che questo accada, andremo incontro a quanto dicono gli studi ufficiali di TELT che hanno già calcolato l’impatto dei cantieri sulla salute: un aumento delle malattie respiratorie pari al 10-15% soprattutto negli anziani e nei bambini e un tasso di mortalità più elevato della media. Susa è ormai di fatto sotto il controllo di TELT, che vorrebbe costruire l’Alta Velocità Torino- Lione condannando i valsusini a vivere in una zona sacrificata e ogni giorno più sacrificabile. Come nel caso della stazione ferroviaria di Susa che si vuole chiudere per almeno due anni. E questo in cambio di cosa? Di un’inutile Stazione Internazionale dove i turisti dovrebbero scendere per ammirare un paesaggio sconvolto e inquinato. Tutto questo a discapito dei reali bisogni di chi in questa valle ci vive e vuole continuare a farlo: un territorio ricco di piccola economia locale, di trasporti pubblici, di servizi di base, di biodiversità, di montagne e acqua pulite. I danni causati da TELT non potranno mai essere ripagati in alcun modo, perché la salute delle persone e di un territorio non hanno un prezzo e non hanno compensazioni. Per questo diciamo NO AL DEPOSITO DI SMARINO A SUSA E ALLA CHIUSURA DELLA STAZIONE! Diciamolo come lavoratori, come studentesse, come contadine, come negozianti, come medici, come No Tav, come vecchi e nuovi abitanti di questa valle che vuole vivere e non farsi solo ricattare e sfruttare dal sistema delle grandi opere. Il Tav è qui ed è arrivato per restare per moltissimi anni, con l’obiettivo di fare profitti calpestando le nostre vite e la Valsusa intera. È arrivato il momento di difenderci tutte e tutti dai danni che l’Alta Velocità Torino – Lione sta già portando in valle!   Movimento No Tav https://www.notav.info/post/10-maggio-2025-susa-marcia-popolare-difendiamo-la-piana-di-susa-no-al-deposito-di-smarino-e-alla-chiusura-della-stazione/
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[2025-04-26] CORTEO ANTIFA @ Alba, via Pinot Gallizio
CORTEO ANTIFA Alba, via Pinot Gallizio - Via Pinot Gallizio (sabato, 26 aprile 15:00) Il fascismo è vivo in Italia e nel mondo e non si riduce a un manipolo di nostalgici picchiatori, che per quanto sgradevoli rimangono ridicoli. Spesso assume altre forme. Un disegno di legge liberticida, per esempio o un centro di permanenza e rimpatrio in Albania. Chi è fascista vuole ordine: un operaio che sciopera, una studentessa che protesta rappresentano una minaccia e un danno per il benessere della nazione. Chi è fascista vuole disciplina: aumentare il controllo significa evitare subbuglio, evitare consapevolezza. Chi è fascista vuole divisione: diffonde cultura xenofoba, per via di una presunta superiorità morale e culturale. In altre parole , in nome nazionalismo, la destra sta coi padroni - desidera che chi detiene il potere continui a mantenerlo senza intoppi . E contribuisce a colpire le fasce basse della società, olea la macchina del profitto impedendo l'organizzazione e il dissenso dal basso; il risultato: contratti precari, disoccupazione, stipendi miseri e la fine del mese che pare un traguardo irraggiungibile. Lo sfruttamento, la disparità li tocchiamo con mano nel nostro territorio. Quattro mesi fa morivano vittime della disuguaglianza sociale Issa e Mamadou, due braccianti simbolo del sistema schiavista e razzista intrinseco nel settore agroalimentare. Un anno fa cominciava la lotta contro Ferrero, da parte delle lavoratrici Proteco: confezionano cioccolatini a 5€/h . E gli esempi potrebbero essere centinaia, paradossale per un territorio famoso per qualità di vita eccellente e ricchezza. Ricchezza di pochi, sulle spalle dei molti. Noi non ci stiamo. Prevaricazione, razzismo e classismo si combattono solo con la solidarietà, con l'organizzazione e con la lotta . Il 26 aprile continuiamo il nostro percorso, per un mondo equo e giusto. Operai e operaie , studenti e studentesse, precari e precarie unite e uniti.
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[2025-04-25] 25 APRILE 25 - CONTRO IMPERIALISMO E GUERRA @ Pedonale Dante Di Nanni
25 APRILE 25 - CONTRO IMPERIALISMO E GUERRA Pedonale Dante Di Nanni - Via Dante Di Nanni (venerdì, 25 aprile 13:00) Ci avviciniamo a celebrare l'80esimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo immersi in un'atmosfera da fine del mondo. Se non fosse bastata la promessa distruttiva della crisi ecologica in cui siamo immers*, con la sindemia del covid come trauma collettivo già quasi-rimosso, la guerra aperta è nuovamente esplosa anche nella "pacifica" Europa. Sappiamo bene che per i popoli e per le soggettività oppresse, così come per le lavoratrici e i lavoratori, la guerra, nelle sue forme più esplicite delle bombe in Palestina o in quelle meno dichiarate come femminicidi, transicidi, morti sul lavoro o in mare, non si era mai fermata.  Al contempo però assistiamo ad un cambio di paradigma, esemplificato dai discorsi intorno alla guerra guerreggiata, dal via libera al riarmo come unica soluzione per salvarci dalla barbarie, dal riaccendersi dei nazionalismi e dalle guerre commerciali. Eppure, di fronte all'intensificarsi del genocidio in Palestina, all'aumento vertigionoso delle spese in armamenti in Europa e nel mondo, alla violenta repressione del dissenso che, partendo dagli USA di Trump e passando per la "democratica" Germania, arriva fino alla fascistissima Italia, non è il momento di abbandonarci allo sconforto nè di soccombere alla disillusione. Il macro della geopolitica estera si riflette e rafforza nel micro delle nostre vite e dei quartieri in cui viviamo come nodi in tensione da cui rispondere, opporsi e resistere, soprattutto quando la sospensione totale di qualsiasi forma di democrazia si rende evidente. Ci scontriamo infatti con disuguaglianze di classe sempre più amplificate, le stesse che rendono impossibile a moltx avere una casa ed arrivare a fine mese nonostante un contesto urbano colmo di spazi abbandonati lasciati a marcire. Le città che abitiamo si rivelano divise in frontiere interne che separano i quartieri  “riqualificati”, accessibili a poch*, da quelli “indecorosi”, raccontati come pericolosi attraverso le famose “zone rosse” fino a rendere di nuovo legittimi e desiderabili luoghi di confine e tortura come le carceri e i cpr. Nel clima di guerra diffuso, non sono solo le fasce più marginalizzati a subire il neofascismo, siamo tutt noi, perché i tagli all’istruzione, alla ricerca, alla salute pubblica, ai centri antiviolenza hanno effetti reali sui corpi senza distinzioni, seppur con differenti gradi di severità. In questo meccanismo stratificato, la guerra si presenta come realtà pronta a riscrivere i presupposti di ulteriori divisioni sociali, nuovi sommersi e salvati mentre si allarga la fascia di persone e corpi sacrificabili. Se la confusione è grande sotto il cielo, il momento non è certo eccellente, eppure il mondo è lungi dall'essere pacificato: in Palestina il movimento di resistenza palestinese affronta con determinata ostinazione il tentativo di cancellazione del loro popolo, negli Stati Uniti studentesse e studenti infiammano le università sfidando l'ira repressiva del governo repubblicano, mentre dal Chiapas arriva l'appello a costruire "il giorno dopo" della tempesta capitalista. IL 25 aprile ci pare allora quanto mai attuale, nel suo interrogarci in maniera urgente, non solo oggi ma nelle lotte che animiamo tutti i giorni: di fronte alle crisi del mondo che conosciamo, con i suoi immancabili risvolti violenti e sanguinari, da che parte stiamo? Quali responsabilità, individuali e collettive, ci chiamano all'azione? Ieri come oggi, resistere rimane per noi una postura necessaria quanto diversificata nella molteplicità di pratiche, forme e idee disposte a contrastare imperialismi e fascismi vecchi e nuovi. Che sia nell'opporsi a progetti estrattivi ed ecocidi tramite sabotaggi e picchetti, occupando fabbriche e rivoluzionando gli assetti produttivi in chiave anti-capitalista, dis-armando una guerra contro le donne e le soggettività non conformi al mito patriarcale e alle sue soluzioni punitive e securitarie. Smontando il mito del progresso e della pace basate su violenza e sfruttamento lontano dai nostri occhi. Resistiamo e ci organizziamo nella lotta liberando spazi e menti, salvando il desiderio di un'alternativa rispetto a un mondo in fiamme, occupando case, palazzi, quartieri e università per dar spazio a nuove forme del sociale, di alleanze e di solidarietà nelle lotte di ciascun contro nemici comuni, perchè nessunx rimanga solx.  Oggi, dopo 80 anni, siamo qui per ricordare, e per non dimenticare mai, il costo della nostra libertà e la sua necessità, uno sforzo continuo da compiere insieme, giorno dopo giorno. Sarà un giorno di festa e di lotta, vogliamo passarlo con l nostr compagn, sicur che le nostre strade si incontreranno ancora e spesso nei tempi prossimi di resistenza.  Fino alla rivoluzione PROGRAMMA
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“800 miliardi per la guerra, per i territori nessuna prevenzione”
Nella notte tra mercoledì 12 e 13 marzo, una forte scossa di terremoto di magnitudo 4.6 sveglia la popolazione dei Campi Flegrei, periferia ovest di Napoli, di cui fanno parte i popolosi quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta. E’ l’evento bradisismico più forte degli ultimi quarant’anni. Dopo due anni di ondate sismiche con magnitudo elevate, dovute […]
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