NO CPR IN LIGURIA
Diano Marina - .
(sabato, 28 giugno 16:00)
Prime mobilitazioni contro il tentativo di costruzione di un nuovo CPR in
Liguria a Diano Marina nell'ex caserma camandone
Tag - corteo
Il 2 giugno dei Senzapatria. Nel giorno in cui la Repubblica Italiana celebra se
stessa con parate e manifestazioni militari gli antimilitaristi hanno riempito
piazza Palazzo di Città con tanti interventi e il canzoniere antimilitarista del
Cor’Okkio.
Il presidio si è presto trasformato in corteo ed ha raggiunto la piazza della
cerimonia dell’ammaina bandiera gonfia di retorica nazionalista ed esaltazione
della guerra.
In apertura lo striscione “contro tutti gli eserciti per un mondo senza
frontiere”.
Il corteo ha attraversato la piazza smilitarizzandola, nel segno della
solidarietà con le vittime di tutte le guerre, con i disertori di ogni dove, con
chi lotta contro gli eserciti, contro i nazionalismi, nel cui nome si massacrano
uomini, donne, bambine e bambini.
Il corteo si è concluso con interventi, slogan e il canzoniere antimilitarista
di Alba.
Una giornata di lotta contro la corsa al riarmo, la militarizzazione delle
periferie, la guerra ai migranti, la produzione bellica, la militarizzazione
delle scuole e delle università.
Un segnale forte contro la guerra e a chi la arma.
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.
Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo
la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro
pretese espansionistiche. Vogliamo farla finita con le guerre e, quindi, con la
feroce logica del dominio e del capitalismo. In ogni dove.
Non ci sono nazionalismi buoni.
Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.
Facciamo nostro l’insegnamento del “disfattismo rivoluzionario”: siamo solidali
con chi si batte contro il proprio governo, perché noi lottiamo contro il nostro
.
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Qui trovate il testo di lancio della giornata di lotta:
https://www.anarresinfo.org/il-2-giugno-dei-senzapatria/
Qui alcune immagini dell’iniziativa:
PRIMO MAGGIO. SPEZZONE ANTIMILITARISTA ANARCHICO
Torino, piazza Vittorio - Piazza Vittorio Veneto, Torino (TO)
(giovedì, 1 maggio 09:00)
Giovedì 1 maggio
ore 9 piazza Vittorio
Spezzone antimilitarista anarchico
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Pace tra gli oppressi, guerra agli oppressori!
Federazione Anarchica Torinese
Assemblea Antimilitarista
Corso Palermo 46
Riunioni ogni martedì dalle 20,30
www.anarresinfo.org
MARCIA POPOLARE: DIFENDIAMO LA PIANA DI SUSA! NO AL DEPOSITO DI SMARINO E ALLA
CHIUSURA DELLA STAZIONE!
Susa (TO) - Piazza del Sole
(sabato, 10 maggio 14:00)
VOGLIONO SEPPELLIRE PRIMA SUSA E POI TUTTA LA VALLE. BLOCCHIAMO SUBITO LA
DISCARICA DELLO SMARINO!
Chiusura a lungo termine della stazione ed enormi disagi per la viabilità di
strade provinciali e comunali. Accorpamento di istituti scolastici superiori e
abbattimento di case. Tagli al servizio sanitario e un ospedale isolato dalla
valle. Controllo e militarizzazione. Crollo dell’economia e del turismo. Aumento
delle malattie respiratorie. Il paesaggio agricolo tra Susa e Bussoleno
distrutto. Centinaia di camion in più ogni giorno sulle strade. Ecco che cosa
succederà se partiranno nella Piana di Susa i lavori per la costruzione della
Stazione Internazionale e se il deposito di smarino verrà collocato nell’area
della pista di “Guida Sicura”. Fermiamoli!
Avevano garantito che non sarebbe mai stata scelta Susa per lo smarino: dicevano
che era troppo pericoloso per la salute. E invece TELT ha deciso di fare della
Piana di Susa una discarica a cielo aperto per milioni di metri cubi di smarino
provenienti dal Tunnel di base dell’Alta Velocità Torino-Lione: terre e rocce
contaminate, PFAS usati nei lavori e che finiscono nelle sorgenti, polveri
sottili e fibre di amianto che viaggiano nell’aria. Centinaia di migliaia di
camion pieni di materiale pericoloso su e giù per la valle, da Chiomonte a
Susa, da San Didero a Caprie. Tutto questo solo per risparmiare su tempi e costi
e fare invece un favore a chi grazie al Tav ci guadagna: aziende come Sitaf e
Cogefa, indagate per infiltrazioni mafiose.
Se permettiamo che questo accada, andremo incontro a quanto dicono gli studi
ufficiali di TELT che hanno già calcolato l’impatto dei cantieri sulla salute:
un aumento delle malattie respiratorie pari al 10-15% soprattutto negli anziani
e nei bambini e un tasso di mortalità più elevato della media.
Susa è ormai di fatto sotto il controllo di TELT, che vorrebbe costruire l’Alta
Velocità Torino- Lione condannando i valsusini a vivere in una zona sacrificata
e ogni giorno più sacrificabile. Come nel caso della stazione ferroviaria di
Susa che si vuole chiudere per almeno due anni. E questo in cambio di cosa? Di
un’inutile Stazione Internazionale dove i turisti dovrebbero scendere per
ammirare un paesaggio sconvolto e inquinato. Tutto questo a discapito dei reali
bisogni di chi in questa valle ci vive e vuole continuare a farlo: un territorio
ricco di piccola economia locale, di trasporti pubblici, di servizi di base, di
biodiversità, di montagne e acqua pulite. I danni causati da TELT non potranno
mai essere ripagati in alcun modo, perché la salute delle persone e di un
territorio non hanno un prezzo e non hanno compensazioni.
Per questo diciamo NO AL DEPOSITO DI SMARINO A SUSA E ALLA CHIUSURA DELLA
STAZIONE! Diciamolo come lavoratori, come studentesse, come contadine, come
negozianti, come medici, come No Tav, come vecchi e nuovi abitanti di questa
valle che vuole vivere e non farsi solo ricattare e sfruttare dal sistema delle
grandi opere.
Il Tav è qui ed è arrivato per restare per moltissimi anni, con l’obiettivo di
fare profitti calpestando le nostre vite e la Valsusa intera.
È arrivato il momento di difenderci tutte e tutti dai danni che l’Alta
Velocità Torino – Lione sta già portando in valle!
Movimento No Tav
https://www.notav.info/post/10-maggio-2025-susa-marcia-popolare-difendiamo-la-piana-di-susa-no-al-deposito-di-smarino-e-alla-chiusura-della-stazione/
CORTEO ANTIFA
Alba, via Pinot Gallizio - Via Pinot Gallizio
(sabato, 26 aprile 15:00)
Il fascismo è vivo in Italia e nel mondo e non si riduce a un manipolo di
nostalgici picchiatori, che per quanto sgradevoli rimangono ridicoli. Spesso
assume altre forme. Un disegno di legge liberticida, per esempio o un centro di
permanenza e rimpatrio in Albania.
Chi è fascista vuole ordine: un operaio che sciopera, una studentessa che
protesta rappresentano una minaccia e un danno per il benessere della nazione.
Chi è fascista vuole disciplina: aumentare il controllo significa evitare
subbuglio, evitare consapevolezza.
Chi è fascista vuole divisione: diffonde cultura xenofoba, per via di una
presunta superiorità morale e culturale. In altre parole , in nome nazionalismo,
la destra sta coi padroni - desidera che chi detiene il potere continui a
mantenerlo senza intoppi . E contribuisce a colpire le fasce basse della
società, olea la macchina del profitto impedendo l'organizzazione e il dissenso
dal basso; il risultato: contratti precari, disoccupazione, stipendi miseri e la
fine del mese che pare un traguardo irraggiungibile.
Lo sfruttamento, la disparità li tocchiamo con mano nel nostro territorio.
Quattro mesi fa morivano vittime della disuguaglianza sociale Issa e Mamadou,
due braccianti simbolo del sistema schiavista e razzista intrinseco nel settore
agroalimentare.
Un anno fa cominciava la lotta contro Ferrero, da parte delle lavoratrici
Proteco: confezionano cioccolatini a 5€/h . E gli esempi potrebbero essere
centinaia, paradossale per un territorio famoso per qualità di vita eccellente e
ricchezza. Ricchezza di pochi, sulle spalle dei molti. Noi non ci stiamo.
Prevaricazione, razzismo e classismo si combattono solo con la solidarietà, con
l'organizzazione e con la lotta . Il 26 aprile continuiamo il nostro percorso,
per un mondo equo e giusto. Operai e operaie , studenti e studentesse, precari e
precarie unite e uniti.
25 APRILE 25 - CONTRO IMPERIALISMO E GUERRA
Pedonale Dante Di Nanni - Via Dante Di Nanni
(venerdì, 25 aprile 13:00)
Ci avviciniamo a celebrare l'80esimo anniversario della liberazione dal
nazi-fascismo immersi in un'atmosfera da fine del mondo.
Se non fosse bastata la promessa distruttiva della crisi ecologica in cui siamo
immers*, con la sindemia del covid come trauma collettivo già quasi-rimosso, la
guerra aperta è nuovamente esplosa anche nella "pacifica" Europa.
Sappiamo bene che per i popoli e per le soggettività oppresse, così come per le
lavoratrici e i lavoratori, la guerra, nelle sue forme più esplicite delle bombe
in Palestina o in quelle meno dichiarate come femminicidi, transicidi, morti sul
lavoro o in mare, non si era mai fermata.
Al contempo però assistiamo ad un cambio di paradigma, esemplificato dai
discorsi intorno alla guerra guerreggiata, dal via libera al riarmo come unica
soluzione per salvarci dalla barbarie, dal riaccendersi dei nazionalismi e dalle
guerre commerciali.
Eppure, di fronte all'intensificarsi del genocidio in Palestina, all'aumento
vertigionoso delle spese in armamenti in Europa e nel mondo, alla violenta
repressione del dissenso che, partendo dagli USA di Trump e passando per la
"democratica" Germania, arriva fino alla fascistissima Italia, non è il momento
di abbandonarci allo sconforto nè di soccombere alla disillusione.
Il macro della geopolitica estera si riflette e rafforza nel micro delle nostre
vite e dei quartieri in cui viviamo come nodi in tensione da cui rispondere,
opporsi e resistere, soprattutto quando la sospensione totale di qualsiasi forma
di democrazia si rende evidente. Ci scontriamo infatti con disuguaglianze di
classe sempre più amplificate, le stesse che rendono impossibile a moltx avere
una casa ed arrivare a fine mese nonostante un contesto urbano colmo di spazi
abbandonati lasciati a marcire. Le città che abitiamo si rivelano divise in
frontiere interne che separano i quartieri “riqualificati”, accessibili a
poch*, da quelli “indecorosi”, raccontati come pericolosi attraverso le famose
“zone rosse” fino a rendere di nuovo legittimi e desiderabili luoghi di confine
e tortura come le carceri e i cpr. Nel clima di guerra diffuso, non sono solo le
fasce più marginalizzati a subire il neofascismo, siamo tutt noi, perché i tagli
all’istruzione, alla ricerca, alla salute pubblica, ai centri antiviolenza hanno
effetti reali sui corpi senza distinzioni, seppur con differenti gradi di
severità. In questo meccanismo stratificato, la guerra si presenta come realtà
pronta a riscrivere i presupposti di ulteriori divisioni sociali, nuovi sommersi
e salvati mentre si allarga la fascia di persone e corpi sacrificabili.
Se la confusione è grande sotto il cielo, il momento non è certo eccellente,
eppure il mondo è lungi dall'essere pacificato: in Palestina il movimento di
resistenza palestinese affronta con determinata ostinazione il tentativo di
cancellazione del loro popolo, negli Stati Uniti studentesse e studenti
infiammano le università sfidando l'ira repressiva del governo repubblicano,
mentre dal Chiapas arriva l'appello a costruire "il giorno dopo" della tempesta
capitalista.
IL 25 aprile ci pare allora quanto mai attuale, nel suo interrogarci in maniera
urgente, non solo oggi ma nelle lotte che animiamo tutti i giorni: di fronte
alle crisi del mondo che conosciamo, con i suoi immancabili risvolti violenti e
sanguinari, da che parte stiamo? Quali responsabilità, individuali e collettive,
ci chiamano all'azione?
Ieri come oggi, resistere rimane per noi una postura necessaria quanto
diversificata nella molteplicità di pratiche, forme e idee disposte a
contrastare imperialismi e fascismi vecchi e nuovi. Che sia nell'opporsi a
progetti estrattivi ed ecocidi tramite sabotaggi e picchetti, occupando
fabbriche e rivoluzionando gli assetti produttivi in chiave anti-capitalista,
dis-armando una guerra contro le donne e le soggettività non conformi al mito
patriarcale e alle sue soluzioni punitive e securitarie. Smontando il mito del
progresso e della pace basate su violenza e sfruttamento lontano dai nostri
occhi. Resistiamo e ci organizziamo nella lotta liberando spazi e menti,
salvando il desiderio di un'alternativa rispetto a un mondo in fiamme, occupando
case, palazzi, quartieri e università per dar spazio a nuove forme del sociale,
di alleanze e di solidarietà nelle lotte di ciascun contro nemici comuni, perchè
nessunx rimanga solx.
Oggi, dopo 80 anni, siamo qui per ricordare, e per non dimenticare mai, il costo
della nostra libertà e la sua necessità, uno sforzo continuo da compiere
insieme, giorno dopo giorno.
Sarà un giorno di festa e di lotta, vogliamo passarlo con l nostr compagn, sicur
che le nostre strade si incontreranno ancora e spesso nei tempi prossimi di
resistenza.
Fino alla rivoluzione
PROGRAMMA
CON AMORE E RABBIA CONTRO FASCISMO, GUERRA E REPRESSIONE
Asti - Piazza S. Martino, 4
(venerdì, 25 aprile 15:00)
Nella notte tra mercoledì 12 e 13 marzo, una forte scossa di terremoto di
magnitudo 4.6 sveglia la popolazione dei Campi Flegrei, periferia ovest di
Napoli, di cui fanno parte i popolosi quartieri di Bagnoli e Fuorigrotta. E’
l’evento bradisismico più forte degli ultimi quarant’anni. Dopo due anni di
ondate sismiche con magnitudo elevate, dovute […]
Sabato scorso, 8 marzo, a Berlino, diversi cortei femministi e transfemministi
hanno attraversato il capoluogo tedesco. Uno di questi è stato brutalmente
caricato dallx poliziottx tedeschx, come testimoniano diversi video che
circolano sui social, in cui si vedono manifestanti presx a calci, pugni e per
il collo. Abbiamo chiesto a due compas della Brigata Transfemminista […]
Sabato 8 marzo è stata una grande giornata di mobilitazione, di lotta, di
prospettiva intersezionale transfemminista sul presente che viviamo di
discriminazione e abusi nei luoghi formazione, di tagli alla sanità, di aumento
di spesa per il riarmo, di sfruttamento sul lavoro, di genocidio in palestina.
Questi sono solo alcuni dei temi che sono stati […]