ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 28 febbraio. Tecnologia: la guerra tra Stati Uniti e Cina.
> Anarchia e femminismo. Smilitarizzare la città…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stati Uniti e Cina. La guerra fredda della supremazia tecnologica
La nuova intelligenza artificiale cinese DeepSeek ha dato una bella botta alle
borse statunitensi. A differenza del 2008 questa volta la crisi viene non
dall’esplodere di una bolla interna ma dal nemico/competitor cinese.
DeepSeek ha inflitto un duro colpo a Chat GPT e a Palantir, specializzata nel
servizio di controllo e fornitura dati, uno dei pilastria di quel “capitalismo
della sorveglianza” di cui la Cina è maestra da un paio di decenni.
Il gigante statunitense e quello cinese hanno tuttavia entrambi un grosso
problema: l’estrema dipendenza reciproca dei due sistemi, specie in campo
tecnologico.
Ne abbiamo parlato con Francesco Fricche
Non può esserci anarchismo senza femminismo
Con Julissa del Gruppo anarchico Germinal di Trieste presentiamo un documento
che offre un panorama critico molto interessante, partendo dalla decostruzione
di alcuni concetti chiave nei movimenti di questi anni.
Nell’introduzione al loro testo le compagne e i compagni scrivono: “Con questo
testo vogliamo offrire delle riflessioni sul movimento transfemminista
contemporaneo, partendo da dinamiche locali che ci hanno visto partecipi negli
ultimi anni, nella speranza di poter offrire una critica costruttiva ed utile
anche ad altrə, al di là delle vicende specifiche.
Da un lato ci siamo chiestə cosa intendiamo quando utilizziamo il termine
“intersezionalità” di cui tanto si parla nei movimenti (spesso, dal nostro punto
di vista, a sproposito). Dall’altro vogliamo proporre una riflessione sui
concetti di privilegio e decolonialità. Anche questi due termini attraversano
gli spazi e i discorsi femministi, ma a volte, ci sembra, in maniera quasi
meccanica, con degli automatismi che possono generare cortocircuiti
logico/politici. Questi concetti hanno delle storie “militanti”, così come delle
formulazioni teoriche interessanti, e sono a nostro parere strumenti
potenzialmente validi. Ma sono appunto strumenti, non dogmi o etichette da
appiccicare acriticamente.”
Torino. Contro la guerra e il militarismo: cronache di una giornata di lotta
A tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina il 22 febbraio è stata una lunga
giornata di informazione e lotta promossa dal Coordinamento contro la guerra e
chi la arma.
In mattinata c’è stato un presidio informativo al Balon, con interventi, musica
volantini, banchetti.
Nel pomeriggio ci si è mossi per dare un segnale concreto della volontà di
smilitarizzare la città.
Appuntamenti:
Anarcofemminist* al Balon
Sabato 8 marzo
punto info
ore 10,30
I nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli
Stati,
le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone,
degli dei e dei loro preti.
Sarà in distribuzione l’opuscolo Anarchia e transfemminismo
Qui potete leggere e scaricare liberamente i testi:
https://www.anarresinfo.org/transfemminismo-percorsi-e-prospettive/
https://germinalts.noblogs.org/post/2025/02/19/non-ci-puo-essere-anarchismo-senza-femminismo/
Trump e la marea nera globale
Venerdì 14 marzo
ore 21
corso Palermo 46
Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione
Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del
mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.
Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di
destra globale in un orizzonte di guerra permanente.
A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile
della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che
qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che
individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico.
In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali
negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di
normalità bellica.
L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna
un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna
mediazione sociale.
Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla
sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla
propria narrazione.
Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche
che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle
enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione
politica e sociale. Negli States ma non solo.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
Tag - anarchia e femminismo
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 20 dicembre. Transfemminismo: universale plurale. Città delle
> armi. Le case popolari e chi le occupa…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Transfemminismo. Percorsi e prospettive per un approccio libertario alle
questioni di genere
I percorsi di libertà tracciati dalle soggettività tenute ai margini dalla
cultura patriarcale hanno scosso dalle fondamenta un ordine che pareva
immutabile arrivando a spezzarne la logica binaria ed essenzialista. (…)
La critica all’essenzialismo si nutre della decostruzione delle identità di
genere. Concepire l’identità, ogni identità, come costruzione sociale, confine
mobile tra inclusione ed esclusione, è un approdo teorico che si alimenta della
rottura operata dal femminismo e dai movimenti lgbtqia+.
La sfida è su più fronti. Sfida allo Stato (etico), al patriarcato reattivo e al
capitalismo. Una sfida che non è mera astrazione o suggestione filosofica, ma si
attua nel convergere delle lotte, delle prospettive e degli immaginari capaci di
dar vita ad una prospettiva inedita.
Il sommarsi di diverse cesure identitarie, che spesso coincidono con varie forme
di esclusione, permette una contestazione permanente del privilegio nei
confronti delle gerarchie di potere.
Le “identità sessuali”, anche nel loro farsi storico, non sono un conglomerato
concettuale da cui partire, ma semmai la questione stessa. Oltrepassarle per
cancellarle è un percorso complesso, perché investe una dimensione del sé che,
pur squisitamente culturale, è tanto forte ed introiettata sin dalla nascita da
parerci naturale. Al punto che gli stereotipi di genere finiscono con l’essere
fatti propri persino da chi rifiuta quello che gli/le è stato assegnato alla
nascita.
Il costruzionismo queer attua la strategia di decostruire le identità che
passano come naturali considerandole invece come complesse formazioni
socio-culturali in cui si intrecciano discorsi diversi.
Un approccio libertario deve e può andare oltre la decostruzione delle
narrazioni che costituiscono le identità di genere, perché vi innesta l’elemento
di rottura rappresentato dall’agire politico e sociale di soggetti, che si
costituiscono a partire dalle proprie molteplici alterità, rivendicate ed
esperite sul piano della lotta. Soggetti capaci di una autonoma produzione di
senso, di relazioni, di pratiche sovversive rispetto all’ordine patriarcale,
alla logica binaria, alla naturalizzazione delle relazioni sociali.
Un percorso importante ma delicato, perché, in modo del tutto paradossale,
talora la spinta ad aprire spazi che aspirano al riconoscimento delle cesure
discriminanti che segnano le vite di tante persone, finisce con il produrre un
cortocircuito identitario.
Always on the move/ La città delle armi
Era la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le
eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città.
Torino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città
vetrina e la città delle armi. Il primo è il fulcro della narrazione pubblica,
il secondo viene occultato tra satelliti ed esplorazioni spaziali.
La lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto,
ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella
storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a
costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una
scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su
violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione
escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification.
Il 13 dicembre vi abbiamo proposto una lettura ragionata della parte dedicata
alla città vetrina, in questa puntata ci siamo occupati di città delle armi.
Le case popolari e chi le occupa
Francesco Migliaccio conserva un piccolo archivio di articoli dalle pagine
cittadine di La Stampa e la Repubblica. Non è sistematico, eppure contiene
numerose cronache sugli sgomberi di appartamenti occupati in palazzine di
edilizia residenziale pubblica.
La sinistra che governa la città (buona e inclusiva) e la destra a capo della
regione (cinica e cattiva) sono complementari e collaborano nella guerra contro
i nemici pubblici degli ultimi mesi: gli occupanti di case, i disperati nei
camper parcheggiati in angoli d’asfalto.
Il linguaggio di giornalisti e rappresentanti delle istituzioni è sempre
approssimativo, abile ad alternare l’ipocrisia al razzismo. Di certo dai loro
discorsi sono rimosse le cause materiali, e storiche, che costringono le persone
a occupare le case popolari lasciate vuote e abbandonate.
Ne abbiamo parlato con Francesco, autore di un articolo uscito su Monitor
Appuntamenti:
Mercoledì 8 gennaio riaprono (A)distro e SeriRiot
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Venerdì 31 gennaio
Crisi climatica e azione diretta
Strumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta
ore 21 alla FAT
corso Palermo 46 Torino
Interverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze
Polari del CNR.
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
Siamo in pausa per fine anno
Ci rivediamo il 7 gennaio.
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
Emma Goldman anarchica e femminista Dalle lotte sociali a quelle per la libertà
delle donne, dall’attività editoriale all’opposizione alla guerra tra
emigrazione, lavoro in fabbrica, comizi, carcere ed esilio. Venerdì 12 aprile
ore 21 corso Palermo 46 Incontro con Selva Varengo e Luisa Dell’Acqua curatrice
e traduttrice della nuova edizione di “Vivendo la mia vita”, […]