Il Consiglio dell’Unione europea, nella sessione che riunisce i ministri
dell’interno, ha approvato proposte di modifica al regolamento sul trattamento
delle persone che giungono in Europa. Si tratta di modifiche che potrebbero
portare a rifiuti automatici delle domande di protezione internazionale.
Queste modifiche, che hanno visto l’opposizione di Francia, Spagna, Portogallo e
Grecia, arrivano con il sostegno del Partito popolare e non ci si aspettano
grandi cambiamenti nel prossimo passaggio per l’approvazione finale, ovvero il
voto nel Parlamento Europeo, dove avranno sicuramente il sostegno dei partiti di
estrema destra.
Il fulcro della nuova normativa è la nozione di “paese sicuro” da cui deriva un
rifiuto quasi automatico per le domande di asilo provenienti dai paesi inseriti
nella lista dell’UE. Sebbene ogni domanda debba comunque essere esaminata,
l’inserimento in lista comporta l’applicazione della procedura accelerata di
frontiera, che riduce notevolmente le garanzie di esame . Soprattutto si
verifica un’inversione dell’onere della prova, perché tocca al richiedente
dimostrare le ragioni per cui, nonostante il paese sia ritenuto sicuro in
generale, non lo è nel suo caso specifico.
La modifica più grave riguarda l’ampliamento della nozione di Paese Terzo
Sicuro. Un concetto che fino ad oggi era applicabile “solo in via residuale, per
pochissimi casi” solo se il richiedente asilo avesse “legami significativi” con
tale paese (come proprietà o familiari), che rendessero ragionevole il suo
ritorno. Invece ora con questa modifica un paese diventa “sicuro” anche se una
persona richiedente asilo vi ha semplicemente transitato prima di arrivare
nell’UE.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco
ascolta la diretta:
Tag - paesi sicuri
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