Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000.
Il 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato
trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.
In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai
plotoni di esecuzione.
A Torino come in tante altre città italiane gli antimilitaristi hanno costruito
piazze di senza patria, piazze contro tutte le guerre e tutti gli eserciti.
Il 2 novembre l’appuntamento era in via Roma, di fronte alla sede del DAP, il
Distretto Aerospaziale Piemontese. Il Distretto Aerospaziale Piemontese svolge
un compito di promozione, coordinamento ed affiancamento delle attività delle
industrie belliche del settore. Sino alla sua promozione a ministro della Difesa
il DAP era guidato da Guido Crosetto. Per cogliere l’importanza di questo
organismo di governance è sufficiente dare un’occhiata alla lista dei soci del
DAP, in cui spiccano attori politici, industriali e poli della ricerca e della
formazione.
Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece
produce solo morte.
Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un polo di
ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede
protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana, e il Politecnico
di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo.
Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche.
Gli antimilitaristi, nei numerosi interventi che si sono susseguiti, hanno
ribadito l’intenzione di continuare ad lottare contro la trasformazione di
Torino in città delle armi, in polo bellico, dove si progettano e costruiscono
droni e cacciabombardieri.
Erano presenti oltre all’Assemblea Antimilitarista ed ai membri del
Coordinamento contro la guerra e chi la arma, gruppi politici e sindacali, No
Tav, l’assemblea del politecnico, i pacifisti, un Ponte Per, l’Osservatorio
contro la scuola in guerra, il gruppo contro la guerra nucleare.
Il canzoniere anarchico e antimilitarista delle sTREghe, gruppo artistico
anarcotrans, ha intervallato interventi e azioni teatrali di strada per l’intero
pomeriggio.
Il 4 novembre gli antimilitaristi si sono ritrovati a sorpresa di fronte alla
sede delle OGR Tech, dando vita ad una rumorosa contestazione. Le OGR Tech, sono
un hub di innovazione che ospita un acceleratore di innovazione della NATO e un
Leonardo Lab.
Leonardo è la principale industria bellica italiana e una delle maggiori al
mondo.
Nei Leonardo Labs si fa ricerca per rendere sempre più micidiali le armi
impiegate nelle guerre di ogni dove.
Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le
industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di
persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi
territori.
La seconda tappa della giornata lanciata per smilitarizzare la città, è stata di
fronte all’Ufficio Scolastico Regionale, la diramazione locale del ministero
dell’Istruzione e del Merito.
Antimilitarist* hanno contestato il crescente processo di militarizzazione delle
scuole e delle università.
Militari entrano ogni giorno nelle scuole come “esperti”, sostituendo gli
insegnanti per fare propaganda bellica.
In occasione della festa delle forze armate, il ministro della difesa Crosetto
ha ha trasformato il Circo Massimo in un gigantesco terreno di addestramento
militare destinato ai bambini e ai ragazzi. Tra gli istruttori esponenti dei
corpi di élite delle forze armate, tra cui i parà della Folgore, gli stessi
delle torture e stupri in Somalia, gli stessi che esaltano ogni anno la
battaglia fascista e colonialista di El Alamein, gli stessi impegnati in
missioni di guerra in giro per il mondo.
La guerra non è un gioco. Nelle guerre che insanguinano il mondo vengono
massacrati tantissime bambine e bambini.
Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri”
confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute
terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.
Antimilitaristi hanno solidarizzato con i disertori e obiettori ucraini e russi
radunandosi di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12.
Interventi, volantinaggio, uno striscione con la scritta “Con i disertori russi
e ucraini, contro tutti gli Stati!”
A due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina sono morte centinaia di
migliaia di persone e sei milioni quattrocentomila ucraini hanno dovuto
abbandonare le loro case.
Sia in Russia che in Ucraina decine di migliaia di persone hanno disertato. In
Russia l’opposizione alla guerra è costata carcere e torture a tantissime
persone. Eppure non accenna a scemare.
In Ucraina i reclutatori professionisti fanno irruzione sui mezzi pubblici, nei
mercati, nei centri commerciali a caccia di uomini dell’età giusta da catturare
e trascinare a forza al fronte. Ma non hanno vita facile: tanta gente si mette
di mezzo per impedire gli arruolamenti forzati.
La guerra, scatenata dopo il feroce attacco di Hamas alla popolazione civile
israeliana, con uccisioni, stupri e rapimenti, ha ridotto gran parte delle case,
degli ospedali, delle infrastrutture di Gaza ad un cumulo di macerie. La
popolazione gazawi è chiusa in una trappola mortale senza possibilità di fuga. I
morti, oltre quarantamila, crescono di giorno in giorno tra una popolazione
sventrata dalle bombe, senza acqua, cibo, riparo.
Anche in Israele c’è chi rifiuta di arruolarsi, chi non accetta l’occupazione e
l’apartheid e li avversa, pagandone duramente il prezzo. Un documento di giovani
gazawi ci dice che, anche in quelle condizioni, c’è chi rifiuta il nazionalismo
e la guerra di religione voluta dai governi di entrambe le parti.
Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti, disertarono a migliaia e
finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.
Le piazze torinesi del del 2 e del 4 novembre tengono viva memoria dei disertori
e dei senzapatria di allora, nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le
guerre che insanguinano il pianeta. In ogni dove.
Non ci sono nazionalismi buoni!
Noi disertiamo!
Qui il testo di indizione delle giornate dei disertori:
https://www.anarresinfo.org/giornate-dei-disertori/
Qualche immagine delle giornate:
Tag - distretto aerospaziale del piemonte - dap
Sabato 2 e lunedì 4 novembre
contro la guerra e il militarismo
Contro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie,
il nazionalismo!
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Con disertori e obiettori di tutte le guerre!
Sabato 2 novembre
No alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi
Manifestazione antimilitarista
In via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP
– Distretto Aerospaziale Piemontese
Lunedì 4 novembre
Iniziative antimilitariste in giro per Torino
Smilitarizziamo la città!
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti tanti disertarono e finirono
la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.
In memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi
diserta le guerre che insanguinano il pianeta lanciamo due giornate di
informazione e lotta antimilitarista.
Come ogni anno le celebrazioni militari del 4 novembre servono a giustificare
enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle
missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa. Guerre, stupri,
occupazioni di terre, bombardamenti, torture, l’intero campionario degli orrori
umani, se compiuto da uomini e donne inquadrati in un esercito, diventa
legittimo, necessario, opportuno, eroico.
Noi disertiamo.
Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece
produce solo morte.
Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un nuovo polo
di ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede
protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana e il Politecnico
di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo.
Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche.
Continuiamo a metterci di mezzo. Fermarli è possibile: dipende da ciascuno di
noi.
Noi disertiamo.
Stiamo assistendo ad un riarmo a livello mondiale dagli esiti imprevedibili.
Sempre più concreto è il rischio di un olocausto nucleare.
L’aumento delle spese militari ed i conseguenti tagli a sanità scuole, trasporti
di prossimità rendono sempre più precarie le nostre vite. Con la lotta, la
solidarietà il mutuo appoggio, possiamo prenderci quello ci serve per vivere
meglio.
Noi disertiamo.
Blocchiamo e boicottiamo le missioni militari dell’Italia, in difesa degli
interessi neocoloniali dell’ENI e dell’industria bellica.
Noi disertiamo.
Stop all’invio di armi sui fronti di guerra! Fermiamo il massacro della
popolazione palestinese a Gaza e l’escalation in atto!
Cessate il fuoco in Sudan, in Ucraina, in Russia e in ogni dove.
Noi disertiamo.
In Italia ci sono basi militari italiane, statunitensi e Nato da cui partono
droni spia e rifornimenti verso l’Ucraina e Israele: inceppiamo gli ingranaggi
della macchina bellica nel nostro paese.
Noi disertiamo.
Lungo i confini del Bel Paese, in mare ed in montagna, le polizie e le forze
armate fanno la guerra ai migranti, che da decenni sono uccisi lungo i confini.
Apriamo le frontiere, lottiamo contro la fortezza Europa!
Noi disertiamo.
L’Italia finanzia la Libia e la Tunisia perché intercettino e blocchino le navi
dei migranti e rigettino uomini, donne e bambin* nell’inferno dei campi di
concentramento libici. Noi siamo a fianco della gente in viaggio. Le frontiere
sono linee di nulla rese vere da uomini in armi: cancelliamole!
Noi disertiamo!
Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri”
confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute
terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.
Fermiamoli!
Noi disertiamo.
A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate
nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace”
all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi
hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato
irrimediabilmente interi territori.
Lottiamo per la chiusura e la riconversione dell’industria bellica!
Noi disertiamo.
I militari sono sempre più presenti per le strade delle nostre città, nelle
periferie dove si allungano le file dei senza casa, senza reddito, precari.
Servono a prevenire e reprimere ogni insorgenza sociale, a mettere a tacere
chiunque si ribelli ad un ordine sociale sempre più feroce. La sicurezza è casa,
reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per le strade!
Cacciamoli da Torino! Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo.
Quartieri, scuole, università, piazze, luoghi di lavoro: ormai non vi è ambito
sociale al sicuro dalla marea militarista montante.
Mandiamoli via!
Noi disertiamo!
Il governo con il Ddl 1660 intende reprimere duramente ogni forma di opposizione
politica e sociale.
Non riusciranno a bloccare le lotte. Ci troveranno in prima fila per bloccare la
costruzione della Città dell’Aerospazio!
Fermiamoli!
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati.
Noi disertiamo.
Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo
la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro
pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.
Noi siamo al fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra.
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Coordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino