Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800
delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione
della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista
organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con
l’obiettivo di creare uno spazio che […]
Tag - internazionalismo
Sabato 2 e lunedì 4 novembre
contro la guerra e il militarismo
Contro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie,
il nazionalismo!
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Con disertori e obiettori di tutte le guerre!
Sabato 2 novembre
No alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi
Manifestazione antimilitarista
In via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP
– Distretto Aerospaziale Piemontese
Lunedì 4 novembre
Iniziative antimilitariste in giro per Torino
Smilitarizziamo la città!
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale,
in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per
spostare un confine.
Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti tanti disertarono e finirono
la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione.
In memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi
diserta le guerre che insanguinano il pianeta lanciamo due giornate di
informazione e lotta antimilitarista.
Come ogni anno le celebrazioni militari del 4 novembre servono a giustificare
enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle
missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa. Guerre, stupri,
occupazioni di terre, bombardamenti, torture, l’intero campionario degli orrori
umani, se compiuto da uomini e donne inquadrati in un esercito, diventa
legittimo, necessario, opportuno, eroico.
Noi disertiamo.
Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece
produce solo morte.
Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un nuovo polo
di ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede
protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana e il Politecnico
di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo.
Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche.
Continuiamo a metterci di mezzo. Fermarli è possibile: dipende da ciascuno di
noi.
Noi disertiamo.
Stiamo assistendo ad un riarmo a livello mondiale dagli esiti imprevedibili.
Sempre più concreto è il rischio di un olocausto nucleare.
L’aumento delle spese militari ed i conseguenti tagli a sanità scuole, trasporti
di prossimità rendono sempre più precarie le nostre vite. Con la lotta, la
solidarietà il mutuo appoggio, possiamo prenderci quello ci serve per vivere
meglio.
Noi disertiamo.
Blocchiamo e boicottiamo le missioni militari dell’Italia, in difesa degli
interessi neocoloniali dell’ENI e dell’industria bellica.
Noi disertiamo.
Stop all’invio di armi sui fronti di guerra! Fermiamo il massacro della
popolazione palestinese a Gaza e l’escalation in atto!
Cessate il fuoco in Sudan, in Ucraina, in Russia e in ogni dove.
Noi disertiamo.
In Italia ci sono basi militari italiane, statunitensi e Nato da cui partono
droni spia e rifornimenti verso l’Ucraina e Israele: inceppiamo gli ingranaggi
della macchina bellica nel nostro paese.
Noi disertiamo.
Lungo i confini del Bel Paese, in mare ed in montagna, le polizie e le forze
armate fanno la guerra ai migranti, che da decenni sono uccisi lungo i confini.
Apriamo le frontiere, lottiamo contro la fortezza Europa!
Noi disertiamo.
L’Italia finanzia la Libia e la Tunisia perché intercettino e blocchino le navi
dei migranti e rigettino uomini, donne e bambin* nell’inferno dei campi di
concentramento libici. Noi siamo a fianco della gente in viaggio. Le frontiere
sono linee di nulla rese vere da uomini in armi: cancelliamole!
Noi disertiamo!
Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri”
confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute
terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze.
Fermiamoli!
Noi disertiamo.
A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate
nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace”
all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi
hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato
irrimediabilmente interi territori.
Lottiamo per la chiusura e la riconversione dell’industria bellica!
Noi disertiamo.
I militari sono sempre più presenti per le strade delle nostre città, nelle
periferie dove si allungano le file dei senza casa, senza reddito, precari.
Servono a prevenire e reprimere ogni insorgenza sociale, a mettere a tacere
chiunque si ribelli ad un ordine sociale sempre più feroce. La sicurezza è casa,
reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per le strade!
Cacciamoli da Torino! Smilitarizziamo la città!
Noi disertiamo.
Quartieri, scuole, università, piazze, luoghi di lavoro: ormai non vi è ambito
sociale al sicuro dalla marea militarista montante.
Mandiamoli via!
Noi disertiamo!
Il governo con il Ddl 1660 intende reprimere duramente ogni forma di opposizione
politica e sociale.
Non riusciranno a bloccare le lotte. Ci troveranno in prima fila per bloccare la
costruzione della Città dell’Aerospazio!
Fermiamoli!
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati.
Noi disertiamo.
Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo
la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro
pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.
Noi siamo al fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra.
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Coordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino
Il video della presentazione di “Tramandare il fuoco. Per un approccio
libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e
nazionalismo.”:
All’incontro di venerdì 27 settembre a Torino hanno partecipato gli autori ed
autrici dell’opuscolo. Ne è seguito un ampio dibattito.
Di seguito alcuni stralci del testo:
“Quest’opuscolo è frutto di un confronto collettivo durato, a fasi alterne,
alcuni mesi. È diviso in tre piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol*
compagn*, sono stati letti e rielaborati collettivamente.
Quest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una
diversa prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in
generale, a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente.
Abbiamo avuto ed abbiamo un’enorme difficoltà ad attraversare i movimenti che
sono nati per contrastare il terribile massacro attuato dal governo israeliano
nella Striscia di Gaza.
Uno scenario in bianco e nero, come certe pellicole dove i buoni sono
assolutamente buoni ed i cattivi assolutamente cattivi.
Non è così, non è mai così.
E, lo diciamo chiaro, non ci accontentiamo dei grigi: aspiriamo ad una
tavolozza ampia, plurale, aperta.
Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore.
Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si
consumano tragedie immani nel silenzio dei più.
Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non
ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle
torture.
Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale
estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da
nazionalisti.
Abbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la
fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la
collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle
periferie, delle frontiere, dei cpr…
Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo
appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si
contendono il territorio.
Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio”
paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.
Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini,
degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.
In ogni dove. Sempre.
L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla
“resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023
hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e
comprendere.
Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione
palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe,
l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta
dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento
di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare
l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza,
solidarietà.”
Il pdf dell’opuscolo è liberamente scaricabile dal blog di Anarres a questo
link:
https://www.anarresinfo.org/wp-content/uploads/2024/07/2024-07-23-tramandare-il-fuoco-4-col.pdf
Assemblea antimilitarista
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni: ogni martedì alle 20
CORTEO LIBERTÀ PER ÖCALAN! - “UNA SOLUZIONE POLITICA PER LA QUESTIONE CURDA”
Piazza XVIII Dicembre - Torino
(domenica, 13 ottobre 16:00)
CORTEO 13 ottobre - concentramento h.16 piazza XVIII Dicembre
⭐ Abdullah Öcalan, leader del Movimento di liberazione del Kurdistan, è
imprigionato da 26 anni nell'isola - carcere di Imrali, in seguito a un
complotto internazionale contro la sua persona che vede coinvolte UE, USA e
Israele come mandanti e Turchia come esecutrice.
Il motivo del coinvolgimento di potenze globali nella sua cattura e poi
incarcerazione è la forza della sua proposta politica.
🌱 Una proposta che parla direttamente ai nostri tempi e risponde alle
contraddizioni della modernità dispiegata, lasciandosi alle spalle il modello
dello Stato nazione e proponendo al suo posto forme di democrazia radicale. Sono
tanti a dire che la rivoluzione curda è prima di tutto una rivoluzione
antropologica, che combatte per una nuova umanità.
🌹 Quella curda è chiamata la rivoluzione delle donne perché "una società è
libera quanto più le donne sono libere" e solo le donne possono aprire la strada
per la liberazione dal patriarcato, il più antico di tutti i sistemi di
oppressione.
Il patriarcato è la radice di ogni tipo di dominio, anche quello dell'essere
umano sulla natura e sugli altri esseri viventi: combatterlo vuol dire
combattere per una società più libera ed ecologica, che punti a costruire
"relazioni di amicizia con un altro essere umano, un altro essere vivente, un
albero, il sole, la natura e l'universo".
📣 L'imprigionamento di Öcalan è l'imprigionamento di queste idee. Un anno fa è
stata lanciata la campagna internazionale di liberazione di Öcalan che reclama
la sua liberazione fisica, contro le istituzioni occidentali e turche che
perpetuano, oltre alla violazione di diritti umani, la criminalizzazione di una
rivoluzione. A un anno dall'inizio della campagna ci riuniamo tutte e tutti in
corteo cittadino.
Il podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 27 settembre. Aborto: la libertà negata. A scuola di obbedienza.
> Da Gaza a Tel Aviv: insurrezione, diserzione, internazionalismo. Note sulla
> Basilicata a Torino….
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Aborto. La libertà negata
In Italia la libertà di abortire non c’è. La legge 194 che regolamenta
l’interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un
compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo
perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso
a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non
chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine
all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul
terreno della difesa dell’aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai
venuta meno.
Voto di condotta? A scuola di obbedienza
La Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta.
Il provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della
valutazione numerica sul comportamento alle medie.
Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un
debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. La
condotta diventa uno spartiacque per gli studenti delle superiori, sottoposti ad
un chiaro ricatto: o accettano di piegarsi, astenendosi da proteste e lotte o
avranno un voto di maturità più basso. Infatti è prevista la decurtazione per
chi ha meno di 9 di condotta.
Quello di Valditara è un modello di scuola/caserma, dove l’obbedienza è il
fulcro di un progetto educativo disciplinare.
Ne abbiamo parlato con Patrizia Nesti
Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una
critica a essenzialismo e nazionalismo.
Quest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa
prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale,
a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente. (…)
Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore.
Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si
consumano tragedie immani nel silenzio dei più.
Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non
ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle
torture.
Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale
estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da
nazionalisti.
Abbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la
fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la
collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle
periferie, delle frontiere, dei cpr…
Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo
appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si
contendono il territorio.
Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio”
paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.
Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini,
degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.
In ogni dove. Sempre. (…)
L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla
“resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023
hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e
comprendere.
Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione
palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe,
l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta
dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento
di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare
l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza,
solidarietà.”
Con Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo
anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione
dell’opuscolo.
La vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino
“È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca
di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia
interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al
Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie
ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori.
All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e
Visione”.”
Questo l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei
Sassi di Matera in Lunapark
Appuntamenti:
Venerdì 11 ottobre
ore 21
in corso Palermo 46
Leggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Interverrà l’avvocato Eugenio Losco
Sabato 12 ottobre
ore 10,30/13,30
presidio al Balon
contro il ddl 1660
Domenica 20 ottobre
Assemblea Antimilitarista
dalle 10 alle 17
A Massenzatico (Reggio Emilia)
Presso le “Cucine del popolo”, via Beethoven 78
Per info: assembleantimilitarista@gmail.com
Ogni martedì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a
fai_torino@autistici.org)
Venerdì 27 settembre
ore 21
in corso Palermo 46
Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una
critica a essenzialismo e nazionalismo.
Interverranno gli autori ed autrici dell’opuscolo
Di seguito alcuni stralci del testo:
“Quest’opuscolo è frutto di un confronto collettivo durato, a fasi alterne,
alcuni mesi. È diviso in tre piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol*
compagn*, sono stati letti e rielaborati collettivamente.
Non siamo storici, sociologi, politologi o filosofi e non pretendiamo di
esserlo.
Siamo antimilitaristi ed anarchici ed è interrogando il nostro
posizionamento, verificandone costantemente la validità interpretativa,
che abbiamo lavorato singolarmente e collettivamente.
Quest’opuscolo nasce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa
prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale,
a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente.
Abbiamo avuto ed abbiamo un’enorme difficoltà ad attraversare i movimenti che
sono nati per contrastare il terribile massacro attuato dal governo israeliano
nella Striscia di Gaza.
Uno scenario in bianco e nero, come certe pellicole dove i buoni sono
assolutamente buoni ed i cattivi assolutamente cattivi.
Non è così, non è mai così.
E, lo diciamo chiaro, non ci accontentiamo dei grigi: aspiriamo ad una
tavolozza ampia, plurale, aperta.
Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore.
Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si
consumano tragedie immani nel silenzio dei più.
Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non
ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle
torture.
Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale
estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da
nazionalisti.
Abbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la
fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la
collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle
periferie, delle frontiere, dei cpr…
Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo
appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si
contendono il territorio.
Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio”
paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.
Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini,
degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.
In ogni dove. Sempre.
“L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla
“resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023
hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e
comprendere.
Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione
palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe,
l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta
dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento
di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare
l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza,
solidarietà.”
Qui potete scaricare leggere e scaricare l’opuscolo qui:
https://www.anarresinfo.org/tramandare-il-fuoco-per-un-approccio-libertario-alla-questione-palestinese-una-critica-a-essenzialismo-e-nazionalismo/
Assemblea antimilitarista
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni: ogni martedì alle 20
www.anarresinfo.org
Tramandare il fuoco Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una
critica a essenzialismo e nazionalismo Introduzione Quest’opuscolo è frutto di
un confronto collettivo durato, a fasi alterne, alcuni mesi. È diviso in tre
piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol* compagn*, sono stati letti e
rielaborati collettivamente. Abbiamo scelto di mantenere lo stile peculiare
[…]
BEAUTY RESCUE TRIPPING: DIBATTITO, MOSTRA, APERITIVO SOLIDALE
Cecchi point - Via antonio cecchi 17
(martedì, 23 luglio 18:30)
Martedì 23 luglio a Torino, presso il Cecchi Point – Casa del quartiere di Via
Antonio Cecchi 17, a partire dalle 18.30 si terrà un evento in cui presenteremo
per la prima volta nella città di Torino il nostro progetto Giuditta Rescue Team
ormai prossimo a partire per la nuova missione in Ucraina.
Sarà una serata dedicata ai nostri amici di Beauty Studio Tripping e
un’opportunità esclusiva per ammirare e magari acquistare le loro creazioni:
T-shirt uniche, lampade e sculture realizzate a partire da residuati bellici. Si
terrà un aperitivo solidale con pietanze ucraine accompagnato da una proposta
d’ascolto dal vivace sottobosco musicale della terra del tridente. In
esposizione riproponiamo la mostra fotografica “Ucraina – tracce del presente”
dopo la positiva esperienza di Segrate.
Il taglio comunicativo dell’evento mira a far conoscere aspetti poco noti della
vivace cultura indipendente ucraina, che per linguaggi e messaggi è
sorprendentemente vicina alle nostre controculture underground, pur mantenendo
la sua specificità.
Una produzione artistica d’avanguardia e sperimentale che merita sicuramente di
essere diffusa.
Nella foto che fa da sfondo alla locandina, dietro i caratteri cubitali, la
convivialità, gli slogan e le date si può notare la silhouette di una persona
che attraversa il cancello della sua abitazione dove campeggia, sfocata, la
scritta bianca “люди” cioè “persone” (sia in ucraino che in russo).
Quasi una preghiera nel caso un artigliere russo abbia abbastanza coscienza da
non colpire quell’abitazione, qualora ricevesse l’ordine di sparare.
Così come i linguaggi artistici non hanno confini, Giuditta Rescue Team si
appresta a partire per una nuova missione in Ucraina per portare una solidarietà
senza confini. La serata, come detto, è dedicata al collettivo artistico di
Mykolaїv “Beauty Studio Tripping” che ci ha già accompagnato nella prima
missione del 2023. I presenti avranno la possibilità esclusiva di acquistare
alcune delle loro creazioni il cui ricavato sarà devoluto al lavoro di
volontariato portato avanti dallo studio.
Abbiamo pensato a un momento di convivialità, rigorosamente ispirato alla ricca
tradizione culinaria ucraina, anche per sostenere la nostra stessa missione e
creare ponti tra le culture.
Vi invitiamo al dibattito che si terrà in apertura in cui presenteremo il nostro
progetto e daremo parola agli ospiti.
Senzapatria Sabato 1 e domenica 2 giugno Giornate di lotta al militarismo Contro
la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il
nazionalismo! Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Con i
disertori di tutte le guerre! Sabato 1 giugno Via i militari dalle strade! ore
15,30 corso Palermo angolo via Sesia […]
Anarchia e decolonialità Verso un’idea non nazionalista della decolonizzazione,
per un universale plurale, che emerge nella concretezza dei percorsi di lotta.
Venerdì 22 marzo ore 21 corso Palermo 46 Interverrà Federico Ferretti, geografo,
docente all’università di Bologna. Il concetto di decolonialità è molto citato
negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di
[…]