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Giornate dei disertori
Sabato 2 e lunedì 4 novembre contro la guerra e il militarismo Contro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo! Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Con disertori e obiettori di tutte le guerre! Sabato 2 novembre No alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi Manifestazione antimilitarista In via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese Lunedì 4 novembre Iniziative antimilitariste in giro per Torino Smilitarizziamo la città! Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti tanti disertarono e finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione. In memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, in solidarietà a chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta lanciamo due giornate di informazione e lotta antimilitarista. Come ogni anno le celebrazioni militari del 4 novembre servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa. Guerre, stupri, occupazioni di terre, bombardamenti, torture, l’intero campionario degli orrori umani, se compiuto da uomini e donne inquadrati in un esercito, diventa legittimo, necessario, opportuno, eroico. Noi disertiamo. Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece produce solo morte. Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un nuovo polo di ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana e il Politecnico di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo. Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche. Continuiamo a metterci di mezzo. Fermarli è possibile: dipende da ciascuno di noi. Noi disertiamo. Stiamo assistendo ad un riarmo a livello mondiale dagli esiti imprevedibili. Sempre più concreto è il rischio di un olocausto nucleare. L’aumento delle spese militari ed i conseguenti tagli a sanità scuole, trasporti di prossimità rendono sempre più precarie le nostre vite. Con la lotta, la solidarietà il mutuo appoggio, possiamo prenderci quello ci serve per vivere meglio. Noi disertiamo. Blocchiamo e boicottiamo le missioni militari dell’Italia, in difesa degli interessi neocoloniali dell’ENI e dell’industria bellica. Noi disertiamo. Stop all’invio di armi sui fronti di guerra! Fermiamo il massacro della popolazione palestinese a Gaza e l’escalation in atto! Cessate il fuoco in Sudan, in Ucraina, in Russia e in ogni dove. Noi disertiamo. In Italia ci sono basi militari italiane, statunitensi e Nato da cui partono droni spia e rifornimenti verso l’Ucraina e Israele: inceppiamo gli ingranaggi della macchina bellica nel nostro paese. Noi disertiamo. Lungo i confini del Bel Paese, in mare ed in montagna, le polizie e le forze armate fanno la guerra ai migranti, che da decenni sono uccisi lungo i confini. Apriamo le frontiere, lottiamo contro la fortezza Europa! Noi disertiamo. L’Italia finanzia la Libia e la Tunisia perché intercettino e blocchino le navi dei migranti e rigettino uomini, donne e bambin* nell’inferno dei campi di concentramento libici. Noi siamo a fianco della gente in viaggio. Le frontiere sono linee di nulla rese vere da uomini in armi: cancelliamole! Noi disertiamo! Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze. Fermiamoli! Noi disertiamo. A pochi passi dalle nostre case si producono e si testano le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori. Lottiamo per la chiusura e la riconversione dell’industria bellica! Noi disertiamo. I militari sono sempre più presenti per le strade delle nostre città, nelle periferie dove si allungano le file dei senza casa, senza reddito, precari. Servono a prevenire e reprimere ogni insorgenza sociale, a mettere a tacere chiunque si ribelli ad un ordine sociale sempre più feroce. La sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per le strade! Cacciamoli da Torino! Smilitarizziamo la città! Noi disertiamo. Quartieri, scuole, università, piazze, luoghi di lavoro: ormai non vi è ambito sociale al sicuro dalla marea militarista montante. Mandiamoli via! Noi disertiamo! Il governo con il Ddl 1660 intende reprimere duramente ogni forma di opposizione politica e sociale. Non riusciranno a bloccare le lotte. Ci troveranno in prima fila per bloccare la costruzione della Città dell’Aerospazio! Fermiamoli! Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra. Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Coordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino
October 21, 2024 / Anarres
Video. Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese
Il video della presentazione di “Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.”: All’incontro di venerdì 27 settembre a Torino hanno partecipato gli autori ed autrici dell’opuscolo. Ne è seguito un ampio dibattito. Di seguito alcuni stralci del testo: “Quest’opuscolo è frutto di un confronto collettivo durato, a fasi alterne, alcuni mesi. È diviso in tre piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol* com­pagn*, sono stati let­ti e rielaborati collet­ti­vamente. Quest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e pra­ti­care una diversa prospettiva politica alla lotta con­tro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guer­re e ad ogni dinamica escludente. Abbiamo avuto ed abbiamo un’enorme difficoltà ad attraversare i movimenti che sono nati per contrastare il terribile massacro attuato dal governo israeliano nella Striscia di Gaza. Uno scenario in bianco e nero, come certe pellicole dove i buoni sono assolutamente buoni ed i cattivi asso­lu­ta­men­te cattivi. Non è così, non è mai così. E, lo diciamo chiaro, non ci accontentiamo dei grigi: aspi­ria­mo ad una tavolozza ampia, plurale, aperta. Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’as­suefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più. Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’inelut­ta­bi­li­tà dei massacri, degli stupri, delle torture. Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la no­stra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti. Ab­biamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, uni­ver­si­tà e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, del­le frontiere, dei cpr… Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucrai­na. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il ter­ri­to­rio. Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed op­pres­so­ri nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese. Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bam­bine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate. In ogni dove. Sempre. L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla “resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere. Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.” Il pdf dell’opuscolo è liberamente scaricabile dal blog di Anarres a questo link: https://www.anarresinfo.org/wp-content/uploads/2024/07/2024-07-23-tramandare-il-fuoco-4-col.pdf Assemblea antimilitarista Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni: ogni martedì alle 20
October 19, 2024 / Anarres
[2024-10-13] CORTEO LIBERTÀ PER ÖCALAN! - “Una soluzione politica per la questione curda” @ Piazza XVIII Dicembre
CORTEO LIBERTÀ PER ÖCALAN! - “UNA SOLUZIONE POLITICA PER LA QUESTIONE CURDA” Piazza XVIII Dicembre - Torino (domenica, 13 ottobre 16:00) CORTEO 13 ottobre - concentramento h.16 piazza XVIII Dicembre ⭐ Abdullah Öcalan, leader del Movimento di liberazione del Kurdistan, è imprigionato da 26 anni nell'isola - carcere di Imrali, in seguito a un complotto internazionale contro la sua persona che vede coinvolte UE, USA e Israele come mandanti e Turchia come esecutrice. Il motivo del coinvolgimento di potenze globali nella sua cattura e poi incarcerazione è la forza della sua proposta politica. 🌱 Una proposta che parla direttamente ai nostri tempi e risponde alle contraddizioni della modernità dispiegata, lasciandosi alle spalle il modello dello Stato nazione e proponendo al suo posto forme di democrazia radicale. Sono tanti a dire che la rivoluzione curda è prima di tutto una rivoluzione antropologica, che combatte per una nuova umanità. 🌹 Quella curda è chiamata la rivoluzione delle donne perché "una società è libera quanto più le donne sono libere" e solo le donne possono aprire la strada per la liberazione dal patriarcato, il più antico di tutti i sistemi di oppressione. Il patriarcato è la radice di ogni tipo di dominio, anche quello dell'essere umano sulla natura e sugli altri esseri viventi: combatterlo vuol dire combattere per una società più libera ed ecologica, che punti a costruire "relazioni di amicizia con un altro essere umano, un altro essere vivente, un albero, il sole, la natura e l'universo". 📣 L'imprigionamento di Öcalan è l'imprigionamento di queste idee. Un anno fa è stata lanciata la campagna internazionale di liberazione di Öcalan che reclama la sua liberazione fisica, contro le istituzioni occidentali e turche che perpetuano, oltre alla violazione di diritti umani, la criminalizzazione di una rivoluzione. A un anno dall'inizio della campagna ci riuniamo tutte e tutti in corteo cittadino.
October 11, 2024 / Gancio
Anarres del 27 settembre. Aborto: la libertà negata. A scuola di obbedienza. Da Gaza a Tel Aviv: insurrezione, diserzione, internazionalismo. Note sulla Basilicata a Torino…
Il podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. Ascolta e diffondi l’audio della puntata: > Anarres del 27 settembre. Aborto: la libertà negata. A scuola di obbedienza. > Da Gaza a Tel Aviv: insurrezione, diserzione, internazionalismo. Note sulla > Basilicata a Torino….   Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Aborto. La libertà negata In Italia la libertà di abortire non c’è. La legge 194 che regolamenta l’interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul terreno della difesa dell’aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai venuta meno. Voto di condotta? A scuola di obbedienza La Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta. Il provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle medie. Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. La condotta diventa uno spartiacque per gli studenti delle superiori, sottoposti ad un chiaro ricatto: o accettano di piegarsi, astenendosi da proteste e lotte o avranno un voto di maturità più basso. Infatti è prevista la decurtazione per chi ha meno di 9 di condotta. Quello di Valditara è un modello di scuola/caserma, dove l’obbedienza è il fulcro di un progetto educativo disciplinare. Ne abbiamo parlato con Patrizia Nesti Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo. Quest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente. (…) Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più. Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle torture. Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti. Abbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, delle frontiere, dei cpr… Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il territorio. Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese. Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate. In ogni dove. Sempre. (…) L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla “resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere. Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.” Con Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione dell’opuscolo. La vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino “È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori. All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e Visione”.” Questo l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei Sassi di Matera in Lunapark Appuntamenti: Venerdì 11 ottobre ore 21 in corso Palermo 46 Leggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive. Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini. Interverrà l’avvocato Eugenio Losco Sabato 12 ottobre ore 10,30/13,30 presidio al Balon contro il ddl 1660 Domenica 20 ottobre Assemblea Antimilitarista dalle 10 alle 17 A Massenzatico (Reggio Emilia) Presso le “Cucine del popolo”, via Beethoven 78 Per info: assembleantimilitarista@gmail.com Ogni martedì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Contatti: Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)
October 4, 2024 / Anarres
27/09 Tramandare il fuoco. Presentazione e dibattito
Venerdì 27 settembre ore 21 in corso Palermo 46 Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo. Interverranno gli autori ed autrici dell’opuscolo Di seguito alcuni stralci del testo: “Quest’opuscolo è frutto di un confronto collettivo durato, a fasi alterne, alcuni mesi. È diviso in tre piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol* com­pagn*, sono stati let­ti e rielaborati collet­ti­vamente. Non siamo storici, sociologi, politologi o filosofi e non pre­ten­diamo di esserlo. Siamo antimilitaristi ed anarchici ed è interrogando il no­stro posizio­na­men­to, verificandone costan­te­men­te la va­li­dità interpretativa, che ab­bia­mo lavorato singolar­mente e collettivamente. Quest’opuscolo nasce dalla necessità di immaginare e pra­ti­care una diversa prospettiva politica alla lotta con­tro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guer­re e ad ogni dinamica escludente. Abbiamo avuto ed abbiamo un’enorme difficoltà ad attraversare i movimenti che sono nati per contrastare il terribile massacro attuato dal governo israeliano nella Striscia di Gaza. Uno scenario in bianco e nero, come certe pellicole dove i buoni sono assolutamente buoni ed i cattivi asso­lu­ta­men­te cattivi. Non è così, non è mai così. E, lo diciamo chiaro, non ci accontentiamo dei grigi: aspi­ria­mo ad una tavolozza ampia, plurale, aperta. Con il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’as­suefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più. Di un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’inelut­ta­bi­li­tà dei massacri, degli stupri, delle torture. Il nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la no­stra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti. Ab­biamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, uni­ver­si­tà e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, del­le frontiere, dei cpr… Abbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucrai­na. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il ter­ri­to­rio. Siamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed op­pres­so­ri nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese. Noi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bam­bine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate. In ogni dove. Sempre. “L’immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla “resistenza” palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere. Ci muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.” Qui potete scaricare leggere e scaricare l’opuscolo qui: https://www.anarresinfo.org/tramandare-il-fuoco-per-un-approccio-libertario-alla-questione-palestinese-una-critica-a-essenzialismo-e-nazionalismo/ Assemblea antimilitarista Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni: ogni martedì alle 20 www.anarresinfo.org
September 19, 2024 / Anarres
Tramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo
Tramandare il fuoco Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo Introduzione Quest’opuscolo è frutto di un confronto collettivo durato, a fasi alterne, alcuni mesi. È diviso in tre piccoli saggi, che, sebbene redatti da singol* com­pagn*, sono stati let­ti e rielaborati collet­ti­vamente. Abbiamo scelto di mantenere lo stile peculiare […]
July 24, 2024 / Anarres
[2024-07-23] Beauty Rescue Tripping: dibattito, mostra, aperitivo solidale @ Cecchi point
BEAUTY RESCUE TRIPPING: DIBATTITO, MOSTRA, APERITIVO SOLIDALE Cecchi point - Via antonio cecchi 17 (martedì, 23 luglio 18:30) Martedì 23 luglio a Torino, presso il Cecchi Point – Casa del quartiere di Via Antonio Cecchi 17, a partire dalle 18.30 si terrà un evento in cui presenteremo per la prima volta nella città di Torino il nostro progetto Giuditta Rescue Team ormai prossimo a partire per la nuova missione in Ucraina. Sarà una serata dedicata ai nostri amici di Beauty Studio Tripping e un’opportunità esclusiva per ammirare e magari acquistare le loro creazioni: T-shirt uniche, lampade e sculture realizzate a partire da residuati bellici. Si terrà un aperitivo solidale con pietanze ucraine accompagnato da una proposta d’ascolto dal vivace sottobosco musicale della terra del tridente. In esposizione riproponiamo la mostra fotografica “Ucraina – tracce del presente” dopo la positiva esperienza di Segrate. Il taglio comunicativo dell’evento mira a far conoscere aspetti poco noti della vivace cultura indipendente ucraina, che per linguaggi e messaggi è sorprendentemente vicina alle nostre controculture underground, pur mantenendo la sua specificità. Una produzione artistica d’avanguardia e sperimentale che merita sicuramente di essere diffusa. Nella foto che fa da sfondo alla locandina, dietro i caratteri cubitali, la convivialità, gli slogan e le date si può notare la silhouette di una persona che attraversa il cancello della sua abitazione dove campeggia, sfocata, la scritta bianca “люди” cioè “persone” (sia in ucraino che in russo). Quasi una preghiera nel caso un artigliere russo abbia abbastanza coscienza da non colpire quell’abitazione, qualora ricevesse l’ordine di sparare. Così come i linguaggi artistici non hanno confini, Giuditta Rescue Team si appresta a partire per una nuova missione in Ucraina per portare una solidarietà senza confini. La serata, come detto, è dedicata al collettivo artistico di Mykolaїv “Beauty Studio Tripping” che ci ha già accompagnato nella prima missione del 2023. I presenti avranno la possibilità esclusiva di acquistare alcune delle loro creazioni il cui ricavato sarà devoluto al lavoro di volontariato portato avanti dallo studio. Abbiamo pensato a un momento di convivialità, rigorosamente ispirato alla ricca tradizione culinaria ucraina, anche per sostenere la nostra stessa missione e creare ponti tra le culture. Vi invitiamo al dibattito che si terrà in apertura in cui presenteremo il nostro progetto e daremo parola agli ospiti.
July 22, 2024 / Gancio
1 e 2 giugno. Senzapatria: giornate di lotta al militarismo
Senzapatria Sabato 1 e domenica 2 giugno Giornate di lotta al militarismo Contro la guerra, l’occupazione militare delle periferie, la produzione bellica, il nazionalismo! Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Con i disertori di tutte le guerre! Sabato 1 giugno Via i militari dalle strade! ore 15,30 corso Palermo angolo via Sesia […]
May 22, 2024 / Anarres
Venerdì 22 marzo. Anarchia e decolonialità
Anarchia e decolonialità Verso un’idea non nazionalista della decolonizzazione, per un universale plurale, che emerge nella concretezza dei percorsi di lotta. Venerdì 22 marzo ore 21 corso Palermo 46 Interverrà Federico Ferretti, geografo, docente all’università di Bologna. Il concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di […]
March 12, 2024 / Anarres
[2024-03-22] Anarchia e decolonialità @ Federazione Anarchica Torinese
ANARCHIA E DECOLONIALITÀ Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46 (venerdì, 22 marzo 21:00) VENERDÌ 22 MARZO ORE 21 CORSO PALERMO 46 ANARCHIA E DECOLONIALITÀ VERSO UN’IDEA NON NAZIONALISTA DELLA DECOLONIZZAZIONE, PER UN UNIVERSALE PLURALE, CHE EMERGE NELLA CONCRETEZZA DEI PERCORSI DI LOTTA. INTERVERRÀ FEDERICO FERRETTI, GEOGRAFO, DOCENTE ALL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA IL CONCETTO DI DECOLONIALITÀ È MOLTO CITATO NEGLI ULTIMI ANNI MA NON SEMPRE COMPRESO. MANCA SOPRATTUTTO UN’ELABORAZIONE DI QUESTA IDEA CHE LA SEPARI DA NAZIONALISMI, COMUNITARISMI E APPROCCI BASATI SU UNA PROSPETTIVA UNICA (PIUTTOSTO CHE SU INTERSEZIONI) CHE RISCHIANO DI FARLA DIVENTARE UNA CONCEZIONE ESCLUDENTE QUANDO NON LO È. È IMPORTANTE RICORDARE CHE, COME ELABORATA ORIGINARIAMENTE DAL COLLETTIVO MODERNITÀ-COLONIALITÀ-DECOLONIALITÀ (MCD) E POI ARRICCHITA DAI CONTRIBUTI DEL FEMMINISMO INDIGENO, DEGLI STUDI SUL PLURIVERSO E DELLE EPISTEMOLOGIE DEL SUD PER NON CITARE CHE ALCUNI DEI PRINCIPALI AMBITI DI DISCUSSIONE, LA DECOLONIALITÀ MIRA A SUPERARE I LIMITI DI PRECEDENTI APPROCCI. SI TRATTA IN PARTICOLARE DEL CULTURALISMO DEI POSTCOLONIAL STUDIES, CHE SI SONO SPESSO LIMITATI A CRITICHE DELLA COLONIALITÀ CHE RESTAVANO LIMITATE A UN’ANALISI DEL DISCORSO E CONFINATE IN AMBITI ACCADEMICI, E DELL’ECONOMICISMO DI TEORIE QUALI LO SVILUPPO INEGUALE O IL SISTEMA MONDO, INCAPACI DI INCLUDERE QUELLO CHE GLI APPROCCI DECOLONIALI CHIAMANO LA “DECOLONIZZAZIONE EPISTEMICA”. IN QUESTO SENSO, I PUNTI QUALIFICANTI DELLA DECOLONIALITÀ SONO LA NECESSITÀ DI NON LIMITARSI ALLA PURA TEORIA PER CONNETTERSI ALLE LOTTE E SITUAZIONI REALI, DI RISCOPRIRE MODI DI PENSARE AL DI FUORI DELLE TRADIZIONI INTELLETTUALI EUROPEE E DI COSTRUIRE PONTI DI SOLIDARIETÀ MILITANTI ATTRAVERSO DIVERSE CULTURE E ASSI DI INTERVENTO. SULLA BASE DI QUESTO DISCORSO INTRODUTTIVO, E DI ALCUNI CASI EMPIRICI SUDAMERICANI DI INTERAZIONE TRA GRUPPI ANARCHICI E COMUNITÀ INDIGENE E AFRODISCENDENTI, SI DISCUTERANNO LE BASI DI UN PROGETTO ANARCHICO DI DECOLONIALITÀ, BASATO SUL FATTO CHE LA TRADIZIONE ANARCHICA E MOLTE DELLE COMUNITÀ SOPRACITATE CONDIVIDONO PUNTI CHIAVE QUALI LA PRASSI ORGANIZZATIVA ORIZZONTALE, L’AZIONE DIRETTA E L’IDEA DI TERRITORIO COME RELAZIONE SOCIALE PIUTTOSTO CHE COME AREA DELIMITATA DA CONFINI “SOVRANI”. ESSE CONDIVIDONO INOLTRE CRITICHE DELLE PRINCIPALI PRATICHE AUTORITARIE CHE HANNO CARATTERIZZATO LA SINISTRA EUROPEA ED EUROCENTRICA, QUALI IL CONCETTO DI AVANGUARDIA POLITICA, QUELLO DI INTELLETTUALE ORGANICO (DI SOLITO MASCHIO E BIANCO) CHIAMATO A “GUIDARE” LE LOTTE, L’IDEA DELLA RIVOLUZIONE COME MERA PRESA DEL POTERE POLITICO E QUELLA DELLA DECOLONIZZAZIONE O “LIBERAZIONE NAZIONALE” COME MERA COSTRUZIONE DI UN NUOVO STATO. IN UNA SINGOLA DEFINIZIONE, ANARCHISMO E “LOTTA AFRO-INDIGENA” CONDIVIDONO IL PRINCIPIO DELLA COERENZA TRA LA TEORIA E LA PRASSI, CHE DOVREBBE ISPIRARE IL PIÙ VASTO CAMPO DELLA DECOLONIALITÀ.
March 11, 2024 / Gancio