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I carnevali sociali non si multano! In piazza a Napoli per le sfilate libere e autogestite
(carnevale sociale di napoli) I CARNEVALI SOCIALI NON SI MULTANO! A Napoli chi organizza un’iniziativa che incide sulla sicurezza e la fluidità della circolazione nel territorio comunale deve pagare un compenso per l’orario straordinario della polizia locale. Sono esentate da questa tassa: – le iniziative tese a promuovere e valorizzare il territorio, le sue tradizioni e/o il patrimonio storico artistico e culturale, nonché le attività sociali volte a promuovere il benessere e la qualità della vita dei cittadini – le iniziative finalizzate a promuovere l’affermazione dei diritti costituzionalmente riconosciuti Tutti i Carnevali Sociali di Napoli promuovono i diritti fondamentali della persona, i diritti sociali, la partecipazione e la solidarietà. Nonostante questo, l’anno scorso agli organizzatori di alcuni Carnevali sono stati recapitati i “bollettini di pagamento” e le diffide che precedono “l’avviso di accertamento esecutivo e la conseguente attività di riscossione coattiva”. In particolare, alcuni si sono visti addebitare il costo dello straordinario dei vigili, mentre altri Carnevali Sociali sono stati esentati solo perché i presidenti di Municipalità hanno riconosciuto il valore dell’iniziativa. Oggi scendiamo in piazza per affermare che i Carnevali Sociali non si multano! L’anno scorso abbiamo dovuto farlo per difendere dalle intimidazioni della polizia il nostro diritto ad accendere il fuoco nella parata del centro storico. Oggi siamo qui per contrastare un nuovo tentativo di normalizzazione, più subdolo, burocratico, impersonale. Ma lo ripetiamo chiaro e forte: non pagheremo un euro! I Carnevali Sociali esistono a Napoli da quindici anni e coinvolgono migliaia di persone in ogni quartiere. Adulti e bambini si organizzano da sé, senza bisogno di bandi, patrocini o sovvenzioni. Costruiscono insieme i carri, le maschere, i travestimenti. E poi, dal venerdì fino al martedì grasso, sfilano in piazza tra la gente. Chi amministra la città conosce la portata e i valori di queste iniziative, e forse per questo continua a ostacolarle. Noi siamo qui, ancora una volta, per chiedere loro di prendere una posizione netta, esplicita. I Carnevali Sociali rispondono in pieno alla tipologia di iniziative esentate dalla tassa comunale. Se basta il riconoscimento dei presidenti delle Municipalità, che ce lo garantiscano senza indugi. O trovino altre strade. Vogliamo garanzie in merito. E le vogliamo da chi amministra la città. La loro città non è la nostra. È bene metterlo in chiaro. Stanno svendendo i suoi pezzi più pregiati ai migliori offerenti, hanno regalato le piazze ai turisti, i servizi sociali alle aziende private, riempiono le strade di militari e si lavano le mani delle emergenze sociali. Le minacce ai Carnevali Sociali si inseriscono in questo contesto. Ora che ci prepariamo per le nuove parate, vogliamo ribadire due cose: il fuoco verrà acceso anche quest’anno, e nessuno dovrà sborsare un euro per sfilare lungo le strade dei quartieri. È anche in questo modo che difendiamo le nostre tradizioni, le nostre pratiche di autogestione, e contrastiamo l’espropriazione degli spazi comuni, la svendita dell’identità cittadina, la riduzione a merce di ogni manifestazione della vita associata. Viva i Carnevali Sociali, viva le sfilate libere e autogestite.
December 4, 2024 / NapoliMONiTOR
Dietro a una Fiera Feroce. Dal 29 novembre a Milano torna La Terra Trema
(disegno di james kalinda) Dal 29 novembre al 1 dicembre torna a Milano La Terra Trema – Fiera Feroce di vini, cibi e relazione. La Fiera inizierà venerdì 29 alle ore 15:00 allo Spazio pubblico autogestito Leoncavallo di Milano (via Antoine Watteau, 7) e terminerà con una cena, domenica dalle 20:00. Pubblichiamo a seguire, dal numero 34 de L’Almanacco de La Terra Trema, un editoriale che racconta in poche battute una fase chiave per la costruzione della fiera, attraverso uno scambio tra persone che, in modalità diverse, gli danno vita.    *     *     * Il lavoro del costruire la Fiera Feroce attraversa fasi. Momenti di confronto intenso tra noi, momenti di confronto con chi partecipa, con chi vorrebbe farlo. Agosto è il luogo di questo scambio. Per voci o in forma scritta si rinnova il dialogo con chi si propone o con chi risponde al nostro invito. Spesso il dialogo si apre oltre il sì e il no, e giunge a noi il quotidiano di chi scrive: le valutazioni sul lavoro di un anno, la vendemmia che si avvicina, le previsioni, i guai, le gioie. Quanto ricevuto da Yuttae Mimmo di Pantun è il resoconto lucido di uno stato delle cose su cui vorremmo soffermarci, per aprire un confronto. Per questo abbiamo chiesto loro il permesso di pubblicarlo.  21 agosto 2024 Ciao cari, come state?  Noi abbiamo finito vendemmia e vinificazione che sono state rapidissime per la mancanza di uva e così sarà la raccolta delle olive e pure per l’orto, che non ha portato niente. Tutto questo accade a causa di una siccità iniziata tre anni fa e che quest’anno è stata estrema. Da più di un anno non vediamo pioggia, anche in questi giorni dove, qui intorno, a macchia di leopardo, ci sono state bombe d’acqua. Qui non ha piovuto. Il caldo estremo di luglio e agosto (39/41 gradi) e la mancanza di acqua nel terreno sottopongono le piante a un sacrificio enorme. Stanno seccando, soprattutto le viti giovanie gli alberi da frutto. Ovunque il colore verde sta lasciando il posto al giallo. Anche nel bosco, dove le querce son diventate marroni e le olive sono rinsecchite. Il panorama è deprimente alla vista. Gli agricoltori che hanno più terra stanno trivellandoil terreno per fare pozzi artesiani che hanno costi economici incredibili: cinquantamila euro solo per il buco, a cui si aggiungono i costi energetici (per portare l’acqua su da trecento metri servono pompe che hanno bisogno di un minimo di dodici kilowatt), e ambientali, dal momento che la falda sotterranea si sta prosciugando. Gli  agricoltori che stanno nella zona in basso, a sessanta metri sotto il livello del mare, hanno iniziato con le trivellazioni già diversi anni fa per dare acqua agli agrumeti e alle uve da tavola, oggi non riescono più a soddisfare le loro pratiche di produzione perché l’acqua è salata e la falda si riempie ogni due o tre giorni. Anche questa possibilità, seppur vada bene al momento, col tempo non sarà più efficace. Ogni giorno si assiste al via vai di camioncon cisterne che portano l’acqua della falda a casa di chi vive in campagna, agli allevamenti della zona e alle piscine degli agriturismi, molto in voga in questi ultimi anni. Date queste condizioni pensiamo che ormai non ci sia più la possibilità di fare piccola agricoltura in questa zona, e tra qualche anno sarà difficile anche per le grandi aziende. La desertificazione è ormai un dato di fatto. Che fare allora? Stiamo cercando di capire, come andare avanti. Al momento, non senza sconforto, la teoria del passo indietro ci sembra una via; ridurre le vigne, sostituendole col grano, meno bisognoso di acqua? Commisurare la vigna in funzione della disponibilità di acqua dalla nostra cisterna? Lavorare più sull’autogestione? Siamo al momento molto confusi. Vi aggiorneremo quando e come le cose si evolveranno. In questa condizione siamo nauseati dal mondo del vino. Dalle fiere nate grazie anche a Luigi Veronelli, per aiutare la piccola produzione artigianale, un settore sopraffatto dal vino industriale, si è arrivati a un proliferare di fiere e quant’altro, avrà un senso tutto questo? Ci sarebbe da discutere. Vi chiedo quale sarà il tempo massimo per aderire a La Terra Trema. Stiamo cercando di capire se abbiamo vino sufficiente, energie economiche e organizzative per affrontare la Fiera. Al momento un abbraccio a tutti. Mimmo *     *    * Caro Mimmo, in queste righe metti in fila temi importantissimi che fotografano una condizione drammatica e sempre più diffusa. Alle giuste domande che proponi occorre provare a dare delle risposte. Nel nostro piccolo continuiamo a sforzarci affinché resti aperto un ambito di riflessione, di relazione, di sostegno per le agricolture come la vostra. Uno spazio di pensiero critico, di autonomia. Quest’ultima sempre più a rischio, come gli spazi di autogestione a Milano e in Italia. Quest’anno, venerdì 29 novembre, cadrà il ventesimo anniversario della scomparsa di Luigi Veronelli. Con Simonetta Lorigliola stiamo pensando, durante la Fiera Feroce,  a due momenti di confronto con una decina di vignaioli/e a noi cari. Persone che hanno segnato il nostro percorso, rappresentative di un modo di intendere la viticoltura, di una storia nata conCritical Wine, Veronelli e i «giovani estremi»e che ha continuato a camminare con La Terra Trema, addentrandosi in nuovi sentieri, aprendo strade straordinarie. Da subito, ci siamo dette/i che tra le esperienze da coinvolgere in questa speciale degustazione doveva esserci Pantun. Desideriamo che siate con noi il 29 o il 30, nella forma che preferite, per questo importante momento di condivisione e confronto. Tenete la posizione! Siamo con voi, la vostra sfida è anche la nostra. Un abbraccio forte da tutta la ciurma. Paolo
November 27, 2024 / NapoliMONiTOR
Ripensare insieme lo spazio pubblico. Un’assemblea a San Sebastiano al Vesuvio
(disegno di manincuore) Successivamente agli eventi drammatici che hanno interessato San Sebastiano al Vesuvio nelle scorse settimane, e alla morte tra venerdì 1 e sabato 2 novembre di un giovane di diciannove anni in piazza Raffaele Capasso, un gruppo di cittadine e cittadini dei paesi vesuviani ha lanciato un appello all’attivazione politica e civica per la riappropriazione degli spazi pubblici, anche con l’obiettivo di trasformare le relazioni sociali dominanti sul territorio. Questo primo gruppo, molto ristretto, ha riscontrato la necessità di un confronto più ampio per riflettere sulle modalità con cui cittadine e cittadini possano prendere parte maggiormente alla vita sociale dell’area vesuviana. Ne è nata la chiamata per un’assemblea pubblica con la volontà di partire da ciò che sta accadendo, ma l’obiettivo di riflettere sulle modalità per l’organizzazione di iniziative che possano contribuire ad animare il territorio. Mercoledì 6 novembre, in piazza della Concordia a San Sebastiano, si è svolta questa prima assemblea, mettendo in moto un processo abbastanza raro da queste parti: un confronto tra persone accomunate dall’impegno in attività civiche per la promozione della cultura della convivenza civile, della solidarietà sociale e della pace, della cura del benessere collettivo, ma anche dall’essere genitori di bambine e bambini, adolescenti e giovani che vivono su questo territorio. Erano presenti circa trenta persone: genitori, studentesse e studenti del liceo, insegnanti, nonne e nonni, cittadine e cittadini provenienti da San Sebastiano, San Giorgio, Massa, Cercola, Somma. Il gruppo promotore ha quindi deciso di fare una sorta di passo indietro. Alla domanda: “Qual è la vostra proposta?”, abbiamo risposto: “Non ne abbiamo, parliamone”. Abbiamo semplicemente facilitato l’assemblea, chiedendo che si svolgesse nel rispetto di valori comuni da cui era partito l’appello, che non si parlasse né di micro-cronaca e ricostruzione minuziosa dei fatti di inizio mese, né di “sicurezza” o interventi securitari, che si provasse a inquadrare la questione come una questione ampia, non cedendo alla spinta dominante per cui dell’accaduto se ne debba occupare solo chi è nato o vive a San Sebastiano. Durante il confronto, di oltre due ore, si è ragionato su come si vive lo spazio pubblico, sui bisogni della nostra comunità, su attività e iniziative culturali e sociali da immaginare e proporre per contribuire all’animazione sociale del territorio, promuovendo al contempo modi diversi di vivere le relazioni sociali. Tra le proposte c’è stata quella di sottoscrivere un patto tra cittadine e cittadini incentrato sulla volontà di non delegare a nessuno la scelta delle modalità con cui si vivono gli spazi pubblici, assumendosi una responsabilità collettiva e reciproca di cura; sperimentare le nostre capacità a collaborare in questa direzione, per esempio attraverso la costruzione di un festival che lasci il protagonismo ai più giovani, dando vita a un cantiere di immaginazione e costruzione della città che vogliamo; all’interno del percorso, lavorare a una piattaforma di rivendicazioni dei cittadini per processi trasformativi. Soprattutto gli studenti e le studentesse presenti hanno abbracciato con entusiasmo la proposta e si sono presi la responsabilità di farsene promotrici e promotori nelle loro scuole, nelle associazioni che frequentano e tra i coetanei e le coetanee. Ci siamo così dati appuntamento per una seconda assemblea, chiedendo a loro di stabilire una data, che hanno individuato in sabato 16 novembre (alle 16.30, in piazza della Concordia a San Sebastiano al Vesuvio). Prevedendo una partecipazione in crescita, soprattutto di giovani uomini e giovani donne, stiamo raccomandando a chi ha partecipato all’ultima assemblea di lasciare il giusto spazio di espressione a chi vi parteciperà per la prima volta, per poter poi successivamente dialogare e sviluppare un ragionamento collettivo. Contiamo inoltre sulla presenza dei bambini. Abbiamo chiesto ai genitori di non lasciare figlie e figli a casa, ma di dare loro l’opportunità di partecipare alla giornata: per rendere fruibile l’assemblea e lo spazio pubblico a tutti e tutte stiamo provando a costruire un servizio di cura e animazione, organizzato in modo volontario e aperto a chiunque voglia contribuire. (marianna garofalo, giulio iocco, regina scamardella)
November 15, 2024 / NapoliMONiTOR
Spina Tremula. Le foto di Spada e Ippolito negli spazi del Chikù a Scampia
(foto da: spina tremula) Fino al 31 dicembre sarà possibile visitare Spina Tremula, la mostra di Mario Spada e Gaetano Ippolito allestita negli spazi del centro Chikù (largo della Cittadinanza attiva – viale della Resistenza, Comparto 12) a Scampia. Insieme all’esposizione, quindici giovani della città verranno coinvolti in un laboratorio di narrazione e di fotografia stenopeica. Martedì 12 novembre, alle 12:00, sempre da Chikù, sarà possibile incontrare e discutere con gli autori della mostra.  Spina Tremula è il lavoro presentato il 24 ottobre nella sede di Chi rom e chi no da Mario Spada e Gaetano Ippolito, artisti napoletani di casa al Centro di fotografia indipendente di piazza Guglielmo Pepe, in zona Porta Nolana. Spada ne è fondatore e insegnante; Gaetano, cresciuto nell’area nord, vi è entrato come studente e ora insegna anche lui, specializzato nelle pratiche di sviluppo e stampa in camera oscura. Se appare evidente la differenza generazionale in Gaetano e Mario, entrambi i loro lavori sono realizzati a Napoli e partono dalla raccolta di migliaia di fotografie. La selezione qui riunita corrode i confini tra le due sequenze per la scelta di abbandonare l’ordine autoriale. Ragionano entrambi sulla possibilità della perdita del nome, confondono le ricerche per smarrirsi e spostare chi osserva; e chi legge, a partire dal titolo. La firma che sgomita per accedere agli spazi espositivi del mondo dell’arte e del mercato, a Napoli e altrove, dove bandi, call e residenze basano festival e campagne di produzione sul principio della competizione, trova spazio di rivolta in Spina Tremula. Lo stesso vale per la produzione del lavoro durante il processo di realizzazione. Una sincerità asciutta e reciproca vive nel confronto quotidiano tra i due. Ciascuno ha scelto per l’altro le immagini da selezionare e da escludere per la costruzione della mostra, portando a confondersi i due sguardi sulla città. “Nelle opere si vuole uscire da uno sguardo confortevole – incide Spada – su una città che non è possibile raccontare attraverso la fotografia”. Il suo lavoro è radicato nell’incertezza; le fotografie non descrivono, ma fanno sussultare direttamente la vista, e tremano non soltanto nello scatto, ma amplificano tale tremore sino al corpo eretto di chi guarda. Arrivare a chiedersi: se questa non è la città che viene raccontata, e neppure quella che conosco, dunque dove ci si trova, per dove arrivare? La posizione è altresì spinosa, e tremula; si abbassa china sulle zampe del cane che incontrano i piedi minuti del neonato; e si apre al cielo, affrontando la gravità del tuffo dall’alto; sta alle spalle di una muta alata, piccola e pronta all’incontro con il paesaggio scuro; avverte posizioni laterali, del passeggero attratto dall’incavo del vagone, che distrattamente possono sfuggire allo sguardo addomesticato. La possibilità di veder stampate in tali dimensioni e in qualità fine art queste fotografie può provocare l’inciampo di percorsi di vita di ragazzi e di ragazze che quotidianamente attraversano il centro Chikù; chissà che qualcuna e qualcuno, di fronte a queste non si innamori dell’atto, e trovi nei laboratori che verranno avviati nel centro la possibilità di comunicare le proprie inquietudini. Raggiungere lo sguardo di più ragazzi potrebbe essere il proseguimento della tensione sprigionata da questa iniziativa, alimentando il discorso e l’incontro intorno alla fotografia, che in quanto scrittura con luce non si riduca alla stampa posizionata, ma che allacci un percorso cominciato dalla postura dell’artista che sceglie di essere occhio testimone, e di non voltarsi di fronte agli eventi quotidiani speciali, orrendi, semplici o normali, ma di sostare prossimo a questi, qualificandoli nel quadro, tramite ciò che sta al di fuori, ciò che sta alle spalle, nella creazione di un proprio tempo che tenta di sabotare il dispositivo. La mostra è per Spada anche un’occasione che consente di guardare a muro le fotografie, per alimentare la motivazione a cercare gli ultimi fondi che mancano alla pubblicazione dell’atteso libro Spina, dopo un anno di lavoro di editing condiviso con Patrizio Esposito. La mostra rientra nella cornice dell’Ecomuseo diffuso di Scampia, un tentativo di unire il patrimonio materiale e immateriale del quartiere, che attraversa lo spazio pubblico con uno sguardo critico che taglia la neutralità apparente rispetto la narrazione dei luoghi, e risalta le trasformazioni avviate dal basso e contro le possibilità negate a quegli spazi a oggi chiusi e inaccessibili, ancora una volta privati ai cittadini. L’ultimo lavoro apparso in città di Gaetano Ippolito era stato installato al Giardino Liberato, per i due eventi Family Jewels curati da Chiara Pannunzio. Insieme a Lia Morreale, Gaetano aveva allestito la stanza come fosse l’occhio saturato dallo stratificarsi delle immagini di violenza, che nell’esporsi si abitua. Centinaia di immagini al muro, a terra tre schermi di televisori catodici, mostravano i resti dei materiali dai quali le immagini venivano estrapolate. Uno di questi una scritta: nell’invito a prenderne parte attivamente. Invito alla distruzione. Nello strappare le immagini, e portarle con sé. Spina Tremula, citando l’intervento di Maurizio Zanardi durante l’apertura, vuole “fare inciampare quella maledetta fotografia della città. L’immagine di Napoli non compare mai nelle foto di Spina. Napoli viene dimenticata. Solo così è possibile ricordarla, attraversandone le membra scritte con la luce”. (leonardo galanti)
November 11, 2024 / NapoliMONiTOR
La storia ambientale italiana, un convegno a Napoli
(disegno di sam3) Dal 26 al 28 settembre 2024 si svolgerà a Napoli, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II (sede di via Porta di Massa, ballatoio del secondo piano), il secondo convegno nazionale della Società Italiana di Storia Ambientale (SISAM). Il titolo è “La storia ambientale italiana dall’età antica all’età contemporanea. Temi, fonti e metodi”. Non si tratta solo di un evento chiuso nell’ambito ristretto degli studi accademici ma vuole configurarsi come una risposta a una delle principali sfide che il presente pone al mondo scientifico. La SISAM è stata fondata nel 2021 per dare forma istituzionale e visibilità a un filone di studi storici che è quello della storia ambientale, ovvero lo studio della relazione tra uomo e ambiente in prospettiva storica.  Dall’età antica all’età contemporanea, attraversando quella che molti studiosi tendono a definire come una nuova era geologica segnata dall’attività umana, l’Antropocene, i temi che possono essere affrontati da questa disciplina sono potenzialmente infiniti. Anche le prospettive che si possono adottare sono numerosissime e chiamano in causa visioni locali, nazionali e globali dei problemi ambientali, stimolando anche l’incontro tra discipline diverse tra loro. Tutto questo si rispecchia nel ricchissimo programma del convegno, scaricabile qui, che ospita circa duecento tra relatori e moderatori provenienti da tutta Italia e oltre. E la storia ambientale dell’Italia, con le sue mille sfaccettature e peculiarità, è l’oggetto privilegiato del convegno. Dalle catastrofi alle epidemie, dalle politiche ambientali alla mobilitazione ambientalista, passando per la storia delle infrastrutture, del turismo, delle aree protette, dell’industria, dell’urbanistica, della normativa, della mobilità, della colonizzazione, della crisi climatica e tanto altro: tutto questo può essere di grande interesse per il dibattito pubblico, oltre ovviamente al dibattito scientifico delle tante discipline chiamate in causa. La storia ambientale della città di Napoli è, ovviamente, uno degli argomenti chiave del convegno: dalla sua morfologia alla sua vulnerabilità sanitaria, dall’età moderna fino a un presente segnato da immense aree inquinate come Bagnoli, Napoli è sicuramente un laboratorio di prim’ordine per gli studi storico-ambientali. Il convegno ospiterà tre tavole rotonde con l’Associazione di Storia Urbana, con la Società Italiana di Ecologia del Paesaggio e con l’Associazione Italiana di Public History. Nella mattinata di sabato 27, si terrà una presentazione dell’attività della rivista internazionale Global Environment. A Journal of Transdisciplinary History, officina di portata globale per le nuove ricerche in materia storico-ambientale. Si prevede, inoltre, un intervento del Collettivo di Ecologia Politica – Napoli, in chiusura dell’assemblea dei Soci. Infine, per stimolare ulteriormente il rapporto col pubblico, saranno presenti dei banchetti utili a sponsorizzare l’operato di riviste e collane editoriali nazionali e internazionali che si sono occupate di ambiente e di storia dell’ambiente, quali Meridiana, Global Environment, Mondosud. L’evento è gratuito e aperto al pubblico. Per assistere ai lavori del convegno non è necessaria registrazione.
September 26, 2024 / NapoliMONiTOR
La guerra comincia qui. Un incontro sulla logistica militare in città
(disegno di escif) Durante l’ultimo anno, in particolare dall’inizio del genocidio in Palestina, le pratiche di resistenza e opposizione alla guerra si sono moltiplicate in tutto il paese e all’estero. Dalle acampade studentesche per fermare gli accordi tra università italiane e israeliane, ai cortei cittadini ogni fine settimana, alle azioni di protesta e sabotaggio contro le aziende italiane di armi e munizioni, fino al blocco di diversi porti, tra cui quello di Genova, snodo strategico nella logistica della guerra. Il filo rosso che lega questi eventi è la graduale presa di consapevolezza da parte di movimenti, studenti e lavoratori che anche se le guerre in corso sembrano lontane, cominciano qui, coinvolgono i nostri territori e hanno degli effetti sulle nostre vite. Dire che la guerra comincia qui e individuarne le origini locali significa mettere in risalto che l’Italia partecipa ai conflitti in corso in tutto il mondo, essendo uno dei primi esportatori di armi e munizioni in Europa. Armi, munizioni, bombe, siluri, razzi, accessori, sistemi di puntamento, mappature e altri componenti sono prodotti da aziende come la Leonardo o la Fiocchi Munizioni di Lecco, e circolano poi sulle stesse rotaie, le stesse strade, attraverso gli stessi porti e le stesse rotte marittime di qualunque altra merce. Il mercato bellico coinvolge stati ed eserciti regolari, ma la sua logistica è in mano privata, quindi non trasparente. Il manuale per Weapon Watcher scritto dall’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei si propone come uno strumento per riconoscere armi o loro componenti durante il trasporto dei container nei porti, aeroporti, magazzini, strade e stazioni, luoghi sempre più centrali nella collaborazione internazionale e nel funzionamento degli apparati tecnico-industriali degli stati. A Santa Fede Liberata, sabato 28 settembre alle 18, si terrà un’assemblea con Carlo Tombola dell’Osservatorio, per analizzare la centralità della logistica nelle guerre in corso, i commerci nel Mediterraneo verso e da Israele e non solo, ma anche le possibilità di resistenza nei territori, le conquiste dell’ultimo anno, le nuove alleanze, i terreni di lotta contro tutte le guerre degli stati.
September 25, 2024 / NapoliMONiTOR
Quattro giornate per Julian Assange. Venerdì la cittadinanza napoletana al fondatore di Wikileaks
Nel pomeriggio di venerdì 10 novembre nella Sala dei Baroni di Castel Nuovo verrà conferita a Julian Assange la cittadinanza onoraria di Napoli. A ritirare l’onorificenza sarà Stella Moris, sua moglie. Assange è recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh in Inghilterra, dove è stato portato nel [...] L'articolo Quattro giornate per Julian Assange. Venerdì la cittadinanza napoletana al fondatore di Wikileaks sembra essere il primo su NapoliMONiTOR.
November 8, 2023 / NapoliMONiTOR
Monitor raddoppia!
A partire da oggi il nostro sito di informazione si sdoppia. Il sito “rosso” (monitor-italia.it) resterà quello che conoscete, con articoli dall’Italia e dal mondo. Da lì, con un click, potrete arrivare al sito “azzurro” (e viceversa), dove troverete [...] L'articolo Monitor raddoppia! sembra essere il primo su NapoliMONiTOR.
October 25, 2023 / NapoliMONiTOR
Sito in manutenzione
Si avvisano i nostri lettori che il sito di Monitor è temporaneamente in manutenzione. Per qualche giorno potrebbero perciò esserci alcuni problemi nell’accesso e nella consultazione dei contenuti. Ci scusiamo per il disagio. [...] L'articolo Sito in manutenzione sembra essere il primo su NapoliMONiTOR.
October 13, 2023 / NapoliMONiTOR