Tag - 4 novembre 2024

Torino. Noi disertiamo
Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000. Il 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. A Torino come in tante altre città italiane gli antimilitaristi hanno costruito piazze di senza patria, piazze contro tutte le guerre e tutti gli eserciti. Il 2 novembre l’appuntamento era in via Roma, di fronte alla sede del DAP, il Distretto Aerospaziale Piemontese. Il Distretto Aerospaziale Piemontese svolge un compito di promozione, coordinamento ed affiancamento delle attività delle industrie belliche del settore. Sino alla sua promozione a ministro della Difesa il DAP era guidato da Guido Crosetto. Per cogliere l’importanza di questo organismo di governance è sufficiente dare un’occhiata alla lista dei soci del DAP, in cui spiccano attori politici, industriali e poli della ricerca e della formazione. Torino punta tutto sull’industria bellica. Dicono produca ricchezza invece produce solo morte. Leonardo e il Politecnico hanno promosso la Città dell’Aerospazio, un polo di ricerca e progettazione delle armi del futuro. È un progetto che vede protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana, e il Politecnico di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo. Quest’autunno intendono cominciare i lavori in corso Marche. Gli antimilitaristi, nei numerosi interventi che si sono susseguiti, hanno ribadito l’intenzione di continuare ad lottare contro la trasformazione di Torino in città delle armi, in polo bellico, dove si progettano e costruiscono droni e cacciabombardieri. Erano presenti oltre all’Assemblea Antimilitarista ed ai membri del Coordinamento contro la guerra e chi la arma, gruppi politici e sindacali, No Tav, l’assemblea del politecnico, i pacifisti, un Ponte Per, l’Osservatorio contro la scuola in guerra, il gruppo contro la guerra nucleare. Il canzoniere anarchico e antimilitarista delle sTREghe, gruppo artistico anarcotrans, ha intervallato interventi e azioni teatrali di strada per l’intero pomeriggio. Il 4 novembre gli antimilitaristi si sono ritrovati a sorpresa di fronte alla sede delle OGR Tech, dando vita ad una rumorosa contestazione. Le OGR Tech, sono un hub di innovazione che ospita un acceleratore di innovazione della NATO e un Leonardo Lab. Leonardo è la principale industria bellica italiana e una delle maggiori al mondo. Nei Leonardo Labs si fa ricerca per rendere sempre più micidiali le armi impiegate nelle guerre di ogni dove. Le usano le truppe italiane nelle missioni di “pace” all’estero, le vendono le industrie italiane ai paesi in guerra. Queste armi hanno ucciso milioni di persone, distrutto città e villaggi, avvelenato irrimediabilmente interi territori. La seconda tappa della giornata lanciata per smilitarizzare la città, è stata di fronte all’Ufficio Scolastico Regionale, la diramazione locale del ministero dell’Istruzione e del Merito. Antimilitarist* hanno contestato il crescente processo di militarizzazione delle scuole e delle università. Militari entrano ogni giorno nelle scuole come “esperti”, sostituendo gli insegnanti per fare propaganda bellica. In occasione della festa delle forze armate, il ministro della difesa Crosetto ha ha trasformato il Circo Massimo in un gigantesco terreno di addestramento militare destinato ai bambini e ai ragazzi. Tra gli istruttori esponenti dei corpi di élite delle forze armate, tra cui i parà della Folgore, gli stessi delle torture e stupri in Somalia, gli stessi che esaltano ogni anno la battaglia fascista e colonialista di El Alamein, gli stessi impegnati in missioni di guerra in giro per il mondo. La guerra non è un gioco. Nelle guerre che insanguinano il mondo vengono massacrati tantissime bambine e bambini. Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze. Antimilitaristi hanno solidarizzato con i disertori e obiettori ucraini e russi radunandosi di fronte al consolato ucraino di corso Massimo D’Azeglio 12. Interventi, volantinaggio, uno striscione con la scritta “Con i disertori russi e ucraini, contro tutti gli Stati!” A due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina sono morte centinaia di migliaia di persone e sei milioni quattrocentomila ucraini hanno dovuto abbandonare le loro case. Sia in Russia che in Ucraina decine di migliaia di persone hanno disertato. In Russia l’opposizione alla guerra è costata carcere e torture a tantissime persone. Eppure non accenna a scemare. In Ucraina i reclutatori professionisti fanno irruzione sui mezzi pubblici, nei mercati, nei centri commerciali a caccia di uomini dell’età giusta da catturare e trascinare a forza al fronte. Ma non hanno vita facile: tanta gente si mette di mezzo per impedire gli arruolamenti forzati. La guerra, scatenata dopo il feroce attacco di Hamas alla popolazione civile israeliana, con uccisioni, stupri e rapimenti, ha ridotto gran parte delle case, degli ospedali, delle infrastrutture di Gaza ad un cumulo di macerie. La popolazione gazawi è chiusa in una trappola mortale senza possibilità di fuga. I morti, oltre quarantamila, crescono di giorno in giorno tra una popolazione sventrata dalle bombe, senza acqua, cibo, riparo. Anche in Israele c’è chi rifiuta di arruolarsi, chi non accetta l’occupazione e l’apartheid e li avversa, pagandone duramente il prezzo. Un documento di giovani gazawi ci dice che, anche in quelle condizioni, c’è chi rifiuta il nazionalismo e la guerra di religione voluta dai governi di entrambe le parti. Durante la prima guerra mondiale, su tutti i fronti, disertarono a migliaia e finirono la loro vita di fronte ad un plotone di esecuzione. Le piazze torinesi del del 2 e del 4 novembre tengono viva memoria dei disertori e dei senzapatria di allora, nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni! Noi disertiamo! Qui il testo di indizione delle giornate dei disertori: https://www.anarresinfo.org/giornate-dei-disertori/ Qualche immagine delle giornate:    
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November 6, 2024 / Radio Blackout 105.25FM
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November 1, 2024 / Radio Blackout 105.25FM