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Ucraina: logoramento militare sul fronte orientale, esodo di giovani sul fronte interno
La situazione sul campo in Ucraina è sempre più difficile per le truppe di Kiev. A Pokrovsk, città chiave del Donbass, le forze ucraine rischiano l’accerchiamento: Mosca continua ad avanzare approfittando di una sproporzione numerica ormai schiacciante – oltre 5 a 1 tra i due eserciti, e fino a 8-9 a 1 nelle aree di combattimento più attivo. Una guerra di logoramento in cui la Russia mobilita 25-30mila uomini al mese, mentre Kiev fatica a sostituire le perdite. Sul fronte interno, intanto, si apre un’altra linea di crisi: circa 100mila giovani ucraini tra i 18 e i 22 anni hanno lasciato il Paese verso la Polonia da agosto a oggi. Una fuga dettata dalla paura del richiamo, dall’assenza di prospettive e dal peso di quattro anni di guerra totale. A fine estate Zelensky ha firmato un decreto che consente ai giovani di lasciare l’Ucraina, pur mantenendo l’obbligo di leva dai 25 ai 60 anni: un tentativo di non distruggere completamente la generazione che domani dovrebbe ricostruire il Paese, mantenere un peso comunicativo in Europa e prevenire rivolte familiari. Ma la domanda incombe: quanti di questi giovani torneranno in un’Ucraina segnata da lutti, amputazioni, traumi, comunità sradicate? Chi potrà davvero ricostruire ciò per cui ci si batte al fronte? Con Sabato Angieri de Il Manifesto proveremo a leggere insieme le due facce della stessa guerra: da un lato il terreno militare, sempre più difficile; dall’altro la società ucraina, logorata da anni di conflitto senza riuscire ad immaginarne una fine.
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[2025-11-02] Smilitarizziamo la città! @ Oval Lingotto
SMILITARIZZIAMO LA CITTÀ! Oval Lingotto - Via Giacomo Mattè Trucco, 70 (domenica, 2 novembre 15:30) 2 E 4 NOVEMBRE SMILITARIZZIAMO LA CITTÀ! DOMENICA 2 NOVEMBRE ORE 15,30 PUNTO INFO ANTIMILITARISTA ALL'OVAL LINGOTTO VIA MATTÈ TRUCCO 70 OGGI OSPITA L'ARTE MA TRA UN MESE CI SARÀ IL MERCATO DELLE ARMI! MARTEDÌ 4 NOVEMBRE. SMILITARIZZIAMO LA CITTÀ! Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono davanti ai plotoni di esecuzione. La memoria dei disertori e dei senzapatria di allora vive nella solidarietà concreta con chi oggi diserta le guerre che insanguinano il pianeta. Le celebrazioni militari del 4 novembre, servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, in difesa dei propri interessi neocoloniali. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta le guerre degli Stati, chi straccia le bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Torino sta diventando uno dei maggiori centri dell’industria bellica: cacciabombardieri, droni, sistemi di puntamento vengono progettati a costruiti nella nostra città. Dal 2 al 4 dicembre sbarcheranno a Torino le principali industrie del settore a livello mondiale per la decima edizione dell’Aerospace and defense meetings, mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra. Un evento a porte chiuse, riservato agli addetti ai lavori: governi, eserciti, agenzie di contractor che faranno buoni affari. Affari di morte. La scorsa edizione sono stati siglati 9.000 contratti di vendita di congegni micidiali, destinati a tutti i teatri di guerra. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che non possiamo fare nulla per contrastare le guerre. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Le guerre cominciano da qui. Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Domenica 2 novembre ore 15,30 punto info antimilitarista all'Oval Lingotto Via Mattè Trucco 70 Oggi ospita l'arte ma tra un mese ci sarà il mercato delle armi! Martedì 4 novembre. Smilitarizziamo la città! Via i mercanti d’armi! Sabato 29 novembre corteo antimilitarista ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis Martedì 2 dicembre blocchiamo i mercanti armi all’Oval Lingotto in via Matté Trucco 70 No all’aerospace and defense meetings! Contro la guerra e chi la arma! Assemblea antimilitarista Corso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20,30 www.anarresinfo.org
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[2025-02-22] Giornata di lotta antimilitarista. Coon i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere @ Balon
GIORNATA DI LOTTA ANTIMILITARISTA. COON I DISERTORI RUSSI E UCRAINI PER UN MONDO SENZA FRONTIERE Balon - via Vittorio Andreis, 10152 Torino TO, Italia (sabato, 22 febbraio 11:00) Con i disertori russi ed ucraini, per un mondo senza frontiere ed eserciti Sabato 22 febbraio giornata di lotta antimilitarista! Ore 11 presidio al Balon Fermiamo la guerra dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al Congo… Sono passati tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina e il conflitto si inasprisce sempre di più. Le guerre insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Con la terribile guerra in Medio Oriente, il conflitto nel Mar Rosso, il moltiplicarsi degli attacchi turchi in Rojava, le tensioni per Taiwan, il perdurare dei conflitti per il controllo delle risorse nel continente africano, il rischio di una guerra, anche nucleare, su scala planetaria è una possibilità reale. Opporsi concretamente è un’urgenza ineludibile. La guerra in Ucraina ha nel proprio DNA uno scontro interimperialistico di enorme portata. Il prezzo di questa guerra lo pagano le popolazioni ucraine e russe. Lo pagano oppositori, sabotatori, obiettori e disertori che subiscono pestaggi, processi e carcere. Lo paghiamo noi tutti stretti nella spirale dell’inflazione, tra salari e pensioni da fame e fitti e bollette in costante aumento. Il governo italiano si è schierato in questa guerra inviando armi, arrivando a schierare 3.500 militari nelle missioni in ambito NATO nell’est europeo e nel Mar Nero. L’Italia è impegnata in ben 43 missioni militari all’estero, in buona parte in Africa, dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di colossi come l’ENI. L’Italia vende armi a tutti i paesi in guerra, contribuendo direttamente alle guerre di ogni dove. Torino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. La nostra città è uno dei maggiori poli dell’industria bellica aerospaziale. Ed è a Torino che sorgerà la Città dell’Aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La Città dell’Aerospazio ospiterà un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO. Progetti di morte che è impegno di tutt* inceppare. Occorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra. Provate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità si potrebbero finanziare se la ricerca e la produzione venissero usate per la vita di noi tutti, per la cura invece che per la guerra. La guerra è anche interna. Il governo risponde alla povertà trattando le questioni sociali in termini di ordine pubblico: i militari dell’operazione “strade sicure” li trovate nelle periferie povere, nei CPR, nelle stazioni, sui confini. Il comitato per l’ordine e la sicurezza ha dichiarato zone a sorveglianza rinforzata Barriera, Aurora, San Salvario, il centro cittadino. Come se non bastasse il ministro della Difesa ha annunciato la costituzione di una “riserva”, un corpo di 10.000 militari volontari in addestramento perenne che possono essere richiamati per far fronte a qualsiasi “emergenza” interna. Il governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra. Le scuole e le università sono divenute terreno di conquista per l’arruolamento dei corpi e delle coscienze. In Russia e in Ucraina c’è chi lotta perché le frontiere siano aperte per chi si oppone alla guerra. Noi facciamo nostra questa lotta contro le frontiere, per l’accoglienza di obiettor, renitent, disertor* da entrambi i paesi. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia. Rigettiamo i vergognosi giochini di Trump, Putin e dell’UE sulla pelle di popolazioni stremate dalla guerra, messe a tacere da regimi, che in Russia come in Ucraina, gettano in galera chi vi si oppone concretamente. Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere ed uguali che può porre fine alle guerre. Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Coordinamento contro la guerra e chi la arma antimilitarista.to@gmail.com
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[2024-12-07] La guerra in casa 5 La scuola va alla guerra @ La Credenza
LA GUERRA IN CASA 5 LA SCUOLA VA ALLA GUERRA La Credenza - Via Walter Fontan 31 Bussoleno (Valsusa) (sabato, 7 dicembre 10:00) LA SCUOLA VA ALLA GUERRA CONTROLLO, IRREGGIMENTAZIONE, PROPAGANDA BELLICA… La guerra è onnipresente. Se qui da noi non si esprime ancora negli orrori del conflitto armato, tutto sembra voler preparare il terreno in questa direzione. Anche a scuola. «Contemporaneamente alla privatizzazione e precarizzazione del sistema educativo, stiamo assistendo a un soffocante processo di militarizzazione delle istituzioni scolastiche e degli stessi contenuti culturali e formativi. Come accadeva ai tempi del fascismo, le scuole tornano a essere caserme mentre le caserme si convertono in aule e palestre per formare lo studente-soldato votato all’obbedienza» (A. Mazzeo). Se non vogliamo ritrovarci assoldati in una guerra altrui, è ora di organizzare la diserzione, il disfattismo, la resistenza. NE PARLEREMO INSIEME, CON ANTONIO MAZZEO (AUTORE DI LA SCUOLA VA ALLA GUERRA, MANIFESTOLIBRI, 2024) E CON ALCUNI REDATTORI DELLA RIVISTA “NUNATAK” SABATO 7 DICEMBRE 2024, ALLE ORE 10:00 ASSOCIAZIONE “LA CREDENZA”, VIA WALTER FONTAN 31, BUSSOLENO https://gancio.cisti.org/event/la-guerra-in-casa-5-la-scuola-va-alla-guerra
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[2024-12-14] La guerra in casa 6 Disertare la linea del fronte @ La Credenza
LA GUERRA IN CASA 6 DISERTARE LA LINEA DEL FRONTE La Credenza - Via Walter Fontan 31 Bussoleno (Valsusa) (sabato, 14 dicembre 10:00) DISERTARE LA LINEA DEL FRONTE SGUARDI E TESTIMONIANZE SULLA MOBILITAZIONE TOTALE NELLA "GUERRA GIUSTA" INFINITA In epoca capitalista, il fronte di uno Stato in guerra non è solo la trincea o l'industria militare, ma il dispiegarsi di una mobilitazione totale della popolazione da mutare in "massa disciplinata", disponibile a funzionare secondo gli scopi bellici. Nel trionfo contemporaneo della "guerra giusta" – dalle «operazioni di polizia internazionale» del 1990-91, alle «operazione militare speciale» della Russia, «resistenza del "mondo libero"» in Ucraina, «autodifesa» di Israele – coloro che disertano ci forniscono una bussola etica e materiale per opporci al mondo-guerra. C'è ancora un'umanità che si sottrae, anche dentro al complesso scientifico-militare-industriale più sofisticato. Quest'incontro è per informarsi, per supportare i disertori e per confrontarci sulle forme che la mobilitazione totale può assumere, a partire dalla rilevanza della profilazione digitale nel definire i confini della cittadinanza contro gli indisciplinati, come i registri elettronici "Gosuslugi" in Russia e "Oberih" in Ucraina dimostrano e come l'epoca pandemica ci ha mostrato anche qui. INTERVERRANNO: • UN DISERTORE DI KHARKOV PARTE DEL GRUPPO ANARCHICO ASSEMBLY, LEGATO ALLE RETI DI MUTUO APPOGGIO DEI DISERTORI SUL FRONTE RUSSO/UCRAINO • UNA REFUSENIK DI GERUSALEMME PARTE DI MESARVOT, RETE DI SUPPORTO AGLI OBIETTORI DI COSCIENZA IN ISRAELE (IN CHIAMATA) • LE COMPAGNE DI TORINO DISERTA, REDATTRICI DELL'ARCHIVIO CAMPISELVAGGI.NOBLOGS.ORG, SULLA CENTRALITÀ DEL PROGRESSO TECNICO NELLA MOBILITAZIONE ALLA GUERRA A seguire PRANZO BENEFIT per Torino diserta! SABATO 14 DICEMBRE 2024, ALLE ORE 10:00 ASSOCIAZIONE “LA CREDENZA”, VIA WALTER FONTAN 31, BUSSOLENO
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4 novembre. Giornata dei disertori. Iniziative in tutta Italia
In occasione del 4 novembre, si terranno iniziative in diverse città italiane. Di seguito l’appello dell’Assemblea Antimilitarista: “Il 4 novembre, nell’anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale, in Italia si festeggiano le forze armate, si festeggia un immane massacro per spostare un confine. In quella guerra a migliaia scelsero di gettare le armi e finirono […]
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