NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI - PER UNA BARRIERA UNITA E SOLIDALE
Torino -
(giovedì, 5 giugno 20:30)
LA NOSTRA SICUREZZA È SICUREZZA SOCIALE
Contro razzismo, abbandono e propaganda: comunità attiva e organizzata!
PRESIDIO ANTIFASCISTA E CORTEO PER IL QUARTIERE
Contro chi specula sul degrado per incitare alla xenofobia e al razzismo.
Fermiamo l'ennesima passerella dei gruppi fascisti.
📅 Giovedì 5 giugno – ore 20.30
📍Via Bologna / angolo corso Novara
Stiamo costruendo un’assemblea popolare di quartiere, aperta a tutti:
lavoratori, studenti, famiglie, pensionati. Uniti, dal basso, per costruire
insieme una vera alternativa sociale. Barriera è di chi la vive. Non di chi la
sfrutta.
🗓️ Prossima assemblea: 12 giugno – ore 18
📍Giardini di via Montanaro
ASSEMBLEA DI QUARTIERE BARRIERA
Tag - Presidio
A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E DEMOCRATICA
Ufficio Scolastico Regionale - Corso Vittorio Emanuele II 70
(mercoledì, 4 giugno 14:30)
H. 14.30 FLASH MOB - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE / CORSO VITTORIO EMANUELE II
70
H. 16.30 - P.ZA CARLO FELICE - PIAZZA TEMATICA, PERFORMANCE, LEZIONI DI STRADA,
BIBLIOTECA VIVENTE.
Che tu sia docente, ATA, studentessa/studente o semplice cittadina/o solidale,
unisciti alla rete delle scuole che si stanno mobilitando e scendi in strada con
noi mercoledì 4 giugno 2025.
A difesa della scuola pubblica e democratica, le comunità educanti chiedono
rispetto! (Per firmare l’appello compila il MODULO FIRME)
Molte scuole della provincia di Torino sono in sofferenza.
Il caso più eclatante è quello del Liceo “N. Rosa” di Susa, che ha scioperato
compatto a febbraio contro l’ipotesi di dimensionamento e per ottenere la nomina
di un dirigente titolare in sostituzione dell'attuale reggente.
Ma le cronache cittadine ci hanno raccontato di mobilitazioni anche in altri
istituti.
Sotto le finestre dell’Ufficio Scolastico Regionale si sono, ad esempio,
radunate centinaia di persone in solidarietà con il personale dell’Istituto “G.
Colombatto”, che denunciava l'ambiente difficile, demotivante e scarsamente
collegiale.
Il Curie-Vittorini di Grugliasco si è invece guadagnato le pagine dei giornali
per la protesta del corpo docenti riguardo alla situazione di disorganizzazione,
scarsa trasparenza e tensione interna all’istituto.
Un forte disagio lo hanno manifestato - e a più riprese - anche le studentesse e
gli studenti dell’ITTS Grassi di Torino, la cui denuncia dell’inadeguatezza
delle proprie strutture scolastiche ha reso pubblica anche una certa
insofferenza verso il dissenso della dirigenza.
C’è un denominatore comune: la denuncia della postura autoritaria di taluni
dirigenti in nome della necessità di una scuola democratica. Quelle citate non
sono situazioni isolate, ma la punta di un iceberg. Il malessere è diffuso. Per
questo molte scuole, nelle loro varie componenti, hanno deciso di unire le
proprie forze per mobilitarsi in modo più efficace e denunciare pubblicamente
quanto sta accadendo.
Il dirigismo autocratico, la mortificazione degli Organi collegiali e la
compressione degli spazi di democrazia creano tensioni enormi il cui prezzo
rischia di essere pagato in termini di salute sul posto di lavoro, demotivazione
professionale e qualità del servizio offerto.
Mortificazione e senso di impotenza emergono anche nelle scuole che subiscono
gli effetti dei tagli degli organici - con riduzione dei corsi serali o
accorpamento di sezioni (come pare sia il caso del Giulio, del Boselli e del già
citato Curie-Vittorini) - senza che la contrarietà degli organi collegiali sia
presa in considerazione.
La nuova scuola che pretendono di imporci - tutta prona alle logiche di mercato,
dove si impara sempre meno e ci si addestra al lavoro, in cui emergono i presidi
manager o burocrati e il loro middle management - si scontra con ciò che rimane
della scuola democratica repubblicana e con gli strumenti giuridici che ancora
ne garantiscono la praticabilità.
L’attuale immobilismo dell’Ufficio Scolastico Regionale, tuttavia, sembrerebbe
incoraggiare il “bullismo istituzionale” di taluni presidi: e ciò alimenta il
clima di sfiducia e sconforto che aleggia nelle scuole di Torino e provincia.
D’altra parte, come interpretare l’assenza di risposta, almeno per ora, alle
decine di segnalazioni inoltrate all’USR su quanto succede nelle scuole del
territorio? A febbraio, il Direttore Generale, il dott. Stefano Suraniti, si è
addirittura rifiutato di ricevere le organizzazioni sindacali che avevano
indetto lo sciopero del Liceo Norberto Rosa (con un’adesione al 90%).
È il rovesciamento di quanto si tenta di insegnare con l’educazione civica alle
giovani generazioni, dal momento che le istituzioni, rinchiuse nei loro palazzi,
paiono respingere il dialogo con la cittadinanza.
La scuola esige rispetto.
L’USR ha il dovere istituzionale di farsi carico del disagio profondo e delle
richieste provenienti dalle comunità educanti e, dunque, per prima cosa deve
ASCOLTARE.
Per questo NOI TUTTE/I, DOCENTI, ATA, STUDENTESSE E STUDENTI E GENITORI DI
NUMEROSE SCUOLE DI TORINO E PROVINCIA CHIEDIAMO:
1. CHE L’USR RICEVA AL PIÙ PRESTO UNA DELEGAZIONE DELLE COLLEGHE E COLLEGHI
DEL “ROSA” UNITAMENTE ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.
2. CHE IL DOTT. SURANITI RICORDI CON UNA CIRCOLARE A TUTTI I DIRIGENTI
SCOLASTICI CHE SONO TENUTI AL MASSIMO RISPETTO DEGLI ORGANI COLLEGIALI IN UNO
SPIRITO DI DEMOCRAZIA SOSTANZIALE E NON FORMALE.
3. CHE SIANO ADOTTATE LE MISURE NECESSARIE AFFINCHÉ TUTTO IL PERSONALE
SCOLASTICO – AI SENSI DELLA NORMATIVA SUL BENESSERE A SCUOLA - SIA
EFFETTIVAMENTE RISPETTATO.
CI RIVOLGIAMO a tutte le colleghe e i colleghi, alle Rappresentanze Sindacali
appena elette nelle singole scuole - e alle loro Organizzazioni - affinché,
sottoscrivendo questo appello, si possa costruire la più larga unità possibile a
difesa della scuola democratica.
Per una scuola democratica che istruisca ed emancipi
Per la difesa degli organi collegiali Per restituire dignità alla scuola
Contro l’autoritarismo di alcuni dirigenti
Contro i dimensionamenti, i tagli e l’accorpamento delle classi
Contro la mercificazione della scuola
Contro le Nuove Indicazioni nazionali
Contro la scelta dei docenti di sostegno da parte delle famiglie
PER LA SCUOLA BENE COMUNE
ASSEMBLEA SCUOLA TORINO - COMITATO “INSIEME PER IL ROSA”
DUE GIORNI DI SCIOPERO CONTRO IL LAVORO POVERO - LAVORATOR3 BOA SENZA DIMORA
Torino -
(lunedì, 26 maggio 09:30)
BASTA LAVORO POVERO NEL SOCIALE: 2 GIORNI DI SCIOPERO
LAVORATOR3 VALDOCCO SERVIZIO BOA PER SENZA DIMORA
Siamo un gruppo di lavoratorə della Cooperativa Valdocco del servizio Boa per
persone senza dimora. Il mandato della BOA è agganciare le persone che vivono in
strada ai servizi comunali e privati della città e offrire loro supporto
materiale ed emotivo. Ciò è possibile grazie alla costruzione di relazioni
significative che vanno ad evolversi nel corso di mesi/anni. Nonostante il
nostro sia considerato un servizio di bassa soglia, nei fatti ci troviamo ad
affrontare questioni e relazioni riguardanti la progettualità di vita della
persona in diversi ambiti.
Vogliamo il riconoscimento del nostro operato che va oltre il mero
assistenzialismo materiale. Le nostre condizioni contrattuali e lavorative sono
inaccettabili, i nostri inquadramenti contrattuali non corrispondono affatto
alle mansioni richieste e alle competenze messe in campo da tuttə noi
quotidianamente; inoltre siamo costantemente espostə, senza tutele, a rischi di
ogni tipo (biologico, violenza verbale e/o fisica) spesso sottostimati. I nostri
stessi stipendi rientrano nella bassa soglia.
Per questo motivo abbiamo deciso di sindacalizzarci e mobilitarci. Con il
sindacato “CUB sanità” abbiamo aperto una vertenza con la cooperativa, da cui
ancora non abbiamo ricevuto risposte.
Le nostre rivendicazioni:
1. Aumenti salariali, adeguamento del livello contrattuale: vogliamo essere
pagatə per il lavoro che effettivamente svolgiamo, il nostro salario è sotto la
soglia di povertà. Siamo lavoratorə poverə, chiediamo quindi il livello D1.
2. Pagamento ore supplementari: chiediamo che le ore in più svolte vengano
retribuite con le maggiorazioni previste dal CCNL.
3. Permessi studio: chiediamo che vengano pagate a tuttə le ore di permesso
studio retribuite, molte di noi sono infatti studentesse lavoratrici con estreme
difficoltà a conciliare studio e lavoro.
4. Diritti sindacali: riconoscimento del sindacato CUB, in quanto maggiormente
rappresentativo, e delle sue RSA elette dalle lavoratrici e relativi diritti
sindacali.
Molte di questi problemi inoltre non riguardano solo il nostro servizio o solo
la cooperativa Valdocco ma tantissimə altrə lavoratorə del sociale. La crescente
esternalizzazione dei servizi ha fatto sì che la qualità dei servizi e le
condizioni di lavoro siano sempre più basse, con conseguenze sia per chi lavora
nel sociale sia per chi dovrebbe usufruire dei servizi, che sono sempre meno
accessibili.
Per questo il 26 e 27 maggio scioperiamo!
26/5 h. 15 Presidio all’assessorato alle politiche sociali, via Carlo Ignazio
Giulio 22
27/5 h. 9.30 ritrovo per lo sciopero indetto dalla CUB Sanità in Piazza Bengasi
27/5 h. 18.30 Assemblea pubblica sul lavoro sociale al Cecchi point.
A seguire apericena up to you per costruire una cassa di resistenza.
Per contribuire alla cassa mutua dell3 lavorator3:
* post IG: https://www.instagram.com/p/DJ_2g52soPn/?igsh=MW9hejlyNmY0eWZlbw==
* raccolta fondi Satispay:
https://web.satispay.com/download/qrcode/S6Y-SVN--F7C14417-0E2A-48FC-9F97-BEF728635086?locale=it_IT
* crowdfunding su produzioni dal basso: sostieni.link/38202
* puntata in radio:
https://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-20-05-2025/
APPUNTAMENTI FISSI A SAN DIDERO
Presidio Leonard Peltier a San Didero - Località Baraccone sulla Statale.
(mercoledì, 21 maggio 19:00)
(14) Facebook
CONTRO LE GALERE AL FIANCO DI CHI LOTTA FUORI E DENTRO !
CUNEO - Piazzale della Libertà
(sabato, 24 maggio 15:00)
In un clima di guerra sempre più dispiegata e di repressione che affina i suoi
strumenti, il processo per la manifestazione del 4 marzo 2023 a Torino in
solidarietà al compagno Alfredo Cospito e contro il 41 bis sta per iniziare.
Durante i mesi di mobilitazione in solidarietà ad Alfredo, il vero volto della
democrazia si è mostrato e qualche crepa si è aperta, mostrando il 41 bis come
uno strumento repressivo utilizzato per rimettere in riga i recalcitranti, una
tortura a norma di legge.
Solidarietà e lotta sono gli strumenti che abbiamo per ribaltare l’esistente e
per questo, alle porte dell’inizio del processo, vogliamo continuare a urlare la
nostra solidarietà a chi lotta nelle galere e la nostra opposizione al 41 bis.
Contro il 41 bis, contro l’ergastolo e contro tutte le forme di detenzione.
Solidarietà ad Alfredo, Chiudere il 41 bis!
Tutti e tutte libere
PRESIDIO AL BUSINESS FORUM TURCHIA
Palazzo Ceriana Mayneri - Corso stati uniti 27
(lunedì, 12 maggio 14:00)
APERICENA CONDIVISO
Presidio NO TAV San Didero - Piazzale SS25
(martedì, 6 maggio 19:00)
come tutti i mercoledì i PINTONI ATTIVI sono al presidio Leonard Peltier di San
Didero dalle 19,00 per un'apericena condiviso quindi: portate qualcosa da
mangiare e bere insieme.
IMPORTANTE: portate soprattutto i vostri piatti, posate e bicchieri in modo da
non fare troppi rifiuti
Dopo la cena passeremo un po di tempo insieme alla moda nostra
https://www.facebook.com/events/1411221460319499?acontext=%7B%22event_action_history%22%3A[%7B%22surface%22%3A%22home%22%7D%2C%7B%22mechanism%22%3A%22attachment%22%2C%22surface%22%3A%22newsfeed%22%7D]%2C%22refnotiftype%22%3Anull%7D
PRESIDIO SOTTO IL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI
CPR Torino - C.so Brunelleschi /V. Monginevro
(sabato, 26 aprile 14:30)
PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI
SABATO 26 APRILE ORE 14:30
APPUNTAMENTO IN CORSO BRUNELLESCHI ANGOLO VIA MONGINEVRO
La violenza dello Stato e delle sue leggi razziste e repressive, fatte di
detenzione, deportazioni e plotoni di sbirri, trova nelle lotte delle persone
recluse nei CPR una quotidiana resistenza. Scioperi della fame, evasioni e
rivolte sono la quotidianità da Trapani a Gradisca. Il coraggio dei reclusi ha
la forza di chiudere intere aree di questi lager di Stato, talvolta
determinandone la chiusura come accaduto a Torino solo 2 anni fa.
Nuove prigioni e nuovi strumenti repressivi provano a soffocare ogni possibilità
di contrapporsi ad un futuro fatto di razzismo e guerre. Costruire legami di
solidarietà reale con chi è recluso e decide di resistere e lottare ma anche
sostenere, alimentare e prendere esempio da quel coraggio e quella rabbia è il
primo passo per non lasciarsi travolgere da un orizzonte mortifero.
PER LA LIBERTÀ
CONTRO LA VIOLENZA DELLO STATO
I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO
1945 - 2025. OGGI COME IERI AZIONE DIRETTA CONTRO IL FASCISMO
lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni - corso Giulio Cesare angolo corso
Novara
(venerdì, 25 aprile 15:00)
1945 - 2025. Oggi come ieri
Azione diretta contro il fascismo
Venerdì 25 aprile ore 15
Alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni in corso Giulio Cesare angolo
corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.
Ricordo, bicchierata, fiori, musica.
E, dal vivo, il Cor’okkio nel canzoniere anarchico e antifascista
(in caso di pioggia ci troviamo in piazza Crispi).
Contro guerra, militarismo, repressione, per la rivoluzione sociale
1945-2025. Oggi come ieri
Azione diretta contro Stato e fascisti!
La memoria è uno strumento per leggere il presente e trasformarlo radicalmente.
Il 25 aprile rappresenta un'occasione preziosa. Rievocare l'epopea partigiana
non è un esercizio retorico, ci ricorda l'importanza di lottare apertamente
contro il fascismo, da sempre braccio armato dei padroni che ci costringono ad
un'intollerabile condizione di miseria e di sfruttamento.
Oggi viviamo in un clima di guerra e di revisionismo senza precedenti. La
Resistenza viene ridotta a mera lotta di liberazione nazionale, per cancellarne
la spinta sovversiva, internazionalista, contro stato e capitalismo. La
prospettiva rivoluzionaria si eclissa sotto il peso di una narrazione egemone
che vede la Repubblica come approdo definitivo, frutto degli sforzi di tanti e
tante che al contrario volevano farla finita con una società divisa in classi.
Nel frattempo le periferie della nostra città sono sotto costante assedio
militare. Si moltiplicano le retate contro coloro che non hanno in tasca il
giusto documento. Le questioni sociali vengono trattate come problemi di ordine
pubblico.
I ricchi diventano sempre più ricchi, mentre i poveri sono sempre più poveri. Il
lavoro non c'è, e anche quando c'è è sottopagato, pericoloso, sfruttato, privo
di qualsivoglia tutela. Precarietà, sfratti, povertà sono all'ordine del giorno.
Fitto e bollette sono cresciuti a dismisura e sempre più persone faticano ad
arrivare alla fine del mese.
Il governo fascista soffia sul fuoco della guerra fra poveri, per nascondere la
guerra sociale che ha scatenato contro tutti i poveri, italiani e nati altrove.
Il tentativo è quello di imprimere una svolta sempre più autoritaria e
liberticida al paese, dotandosi di strumenti utili a reprimere sul nascere
qualsiasi insorgenza sociale. La ricetta scelta per ostacolare l'opposizione
politica e sociale è l'ultimo Decreto Legge "Sicurezza" (ex DDL 1236), approvato
dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12
aprile. Il provvedimento appena entrato in vigore bypassando completamente il
parlamento, si inserisce nel solco già aperto da altri provvedimenti (i decreti
rave, Cutro, immigrazione, Caivano), che colpiscono i poveri, gli stili di vita
non conformi, gli stranieri senza documenti. Blocchi stradali o ferroviari,
picchetti, occupazioni, scritte su caserme o commissariati, prevedono pene
durissime. Normali forme di lotta attuate dai movimenti climatici, sociali e
sindacali, anticarcerari e no border rischiano di costare la galera a tante
compagne e compagni. Viene confermata l'introduzione del reato di “terrorismo
della parola”. Viene concesso ancora più potere, agibilità e impunità alle forze
di polizia. Le lotte portate avanti nelle carceri e nei CPR - anche sotto forma
di resistenza passiva - possono essere perseguite in modo più duro perché chi le
attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. La
logica sottesa al decreto è quella del diritto penale del nemico. Una logica di
guerra, nella quale coloro che vengono identificati come nemici vanno
annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico
non valgono le tutele formali riservate ai cittadini. Quando la logica bellica
si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono repressi per quello che sono
più che per quello che fanno. L’intera azione dell’esecutivo è informata a
questo principio. Un principio sulle cui fondamenta sono stati costruiti i lager
nazisti e i gulag staliniani. Oggi la democrazia getta via la maschera e mostra
il suo vero volto, quello della più spudorata violenza a salvaguardia del
privilegio di classe e del potere nelle mani di pochi.
Non solo. La stretta repressiva in atto e la criminalizzazione dei movimenti
sociali vanno di pari passo con un intenso impegno bellico, sostenuto sia dalla
sinistra che dalla destra istituzionale. Il piano ReArm Europe prevede di
destinare ben 800 miliardi di euro al riarmo su ampia scala.
La spesa militare nel nostro paese ha da tempo toccato quota 108 milioni di euro
al giorno. Le missioni all'estero delle forze armate italiane a difesa dei
propri interessi neocoloniali si sono moltiplicate. In compenso, servizi
pubblici essenziali vanno incontro ad ingenti tagli. Casa, sanità, istruzione,
trasporti pubblici di prossimità efficienti sono un vero e proprio miraggio. Il
warfare prende definitivamente il posto delle sorpassate politiche di welfare.
L'industria militare fa affari d'oro, a pagarne le spese sono uomini, donne e
bambini che periscono sotto le bombe costruite a due passi dalle nostre case. La
nostra città - vera e propria eccellenza nel settore aerospaziale bellico - si
impegna a costruire la Città dell'Aerospazio, polo di ricerca promosso dal
colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino, il quale ospiterà persino
un acceleratore d'innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei
del D.I.A.N.A, struttura della NATO.
Vogliono arruolare i nostri corpi e le nostre coscienze bombardandoci di
retorica patriottica, a partire dalle scuole e dalle università. Vogliono
prepararci ad un allargamento del conflitto che può essere solo foriero di
morte.
Ma le leggi dettate dal clima repressivo e dall'economia di guerra non sono
altro che il precipitato normativo dei rapporti di forza all'interno della
società. Siamo ancora in tempo per far sì che la paura cambi di campo, per
fermare l'avanzata del fascismo, del nazionalismo, del militarismo.
Le tante libertà che padroni e governanti continuano a sottrarci con la forza
possiamo riprendercele soltanto praticando l'azione diretta, la solidarietà, il
mutuo appoggio tra sfruttat*. I partigiani che imbracciarono le armi e
combatterono strada per strada e sui sentieri di montagna fino alla seconda metà
degli anni '40 del Novecento, lo sapevano bene.
Spetta a noi raccoglierne l'eredità e fare in modo che il loro sforzo non sia
stato vano.
Spetta a noi realizzare giorno dopo giorno il sogno di un mondo di libere ed
eguali, di una società realmente autogestita, libera da stato, padroni,
militari, polizia.
Federazione Anarchica Torinese
Assemblea Antimilitarista – Torino
riunioni, aperte agli interessat, ogni martedì alle 20,30 in corso Palermo 46
SALVIAMO IL PRESIDIO DI VENAUS
Presidio NO TAV di Venaus (TO) -
(lunedì, 21 aprile 10:00)
LUNEDI' 21/04 - SALVIAMO IL PRESIDIO DI VENAUS: GIORNATA DI LAVORI E PRANZO DI
PASQUETTA DI RACCOLTA FONDI
8 dicembre 2005: una marea umana si riversa nei prati di Venaus e si riprende
ciò che, due giorni prima, era stato sottratto con la forza e l’arroganza.
Erano gli anni della Libera Repubblica di Venaus, che aveva il suo fulcro nel
presidio costruito dal Movimento No Tav là dove sarebbe dovuto passare il
tracciato dell’Alta Velocità Torino – Lione.
Anni di resistenza e lotta, di socialità e convivialità, di amore per la propria
terra, di unione e di contrapposizione determinata alla grande opera inutile e
dannosa.
Da allora sono passati 20 anni e il Presidio di Venaus è diventato uno dei
simboli più preziosi e luogo di memoria per il Movimento No Tav. Ma non solo.
Con i tanti campeggi e le tante iniziative, in tutti questi anni è stato punto
di ritrovo e passaggio per moltissime persone non solo della Valsusa ma
provenienti da ogni parte d’Italia e oltre. È stato crocevia e intreccio,
scambio di esperienze e conoscenze con le lotte territoriali di tutto il mondo.
Centro attivo della lotta No Tav, ha espresso la sua funzione in molteplici
occasioni: momenti in cui ognuno di noi si è sentito e sentita parte della
stessa grande famiglia composta da chi ha scelto con convinzione la parte giusta
dalla quale stare.
Purtroppo, oggi, il Presidio di Venaus, si trova in gravi difficoltà che mettono
a repentaglio la sua sopravvivenza. Negli ultimi anni la controparte ha cercato
di colpire tutti i presidi del movimento proprio per la loro funzione, ha messo
sotto sequestro il presidio di San Didero e quello dei Mulini e anche quello di
Venaus oggi è sotto attacco. E’ per questo che, come Movimento No Tav, ci
rivolgiamo a tutti e tutte coloro che hanno a cuore questo spazio prendendo
parte attivamente ad una campagna di cura e salvaguardia di questo luogo così
importante la cui conservazione è imprescindibile.
Il primo appuntamento di questo percorso condiviso sarà a lunedì 21 aprile dalle
ore 10,00 per una giornata di lavori e un pranzo benefit per passare la
Pasquetta insieme e il cui ricavato sarà devoluto completamente al sostegno del
presidio.
Chiediamo a chiunque ne abbia la possibilità di versare un contributo di
solidarietà attraverso la Cassa di Resistenza (B/B intestato a Pietro Davy e
Maria Chiara Cebrari con causale “salviamo il Presidio di Venaus” IBAN
IT22L07601010000 01004906838). Ai donatori e alle donatrici verrà consegnata la
“Carta del presidiante No Tav” come segno di riconoscenza e appartenenza alla
costruzione di un sogno comune, che continueremo ad alimentare a partire dai
luoghi della lotta!
Salviamo tutte e tutti insieme il Presidio di Venaus!!
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