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[2024-11-23] Apericena + Lavori ai Mulini @ Presidio Sole e Baleno
APERICENA + LAVORI AI MULINI Presidio Sole e Baleno - San Giuliano di Susa (sabato, 23 novembre 18:30) Non prendete appuntamenti per questo fine settimana e raggiungeteci nei presidi No Tav per due giornate di iniziative! SABATO 23/11 dalle ore 18,30 apericena condiviso al Presidio di San Giuliano DOMENICA 24/11 dalle ore 10,30 pranzo e lavori al presidio dei Mulini. Avanti No Tav!
November 21, 2024 / Gancio
A che punto è la lotta contro l’eolico in Sardegna?
La Sardegna si mobilita per proteggere il proprio territorio dall’invasione indiscriminata di pale eoliche e pannelli fotovoltaici in molti modi, da molto tempo. La scorsa estate questa lotta ha avuto un’accelerazione per l’arrivo delle prime pale eoliche al porto industriale di Oristano–Santa Giusta. Lì, dopo il tam tam per l’arrivo delle pale, alte circa 120 […]
November 19, 2024 / Radio Blackout 105.25FM
[2024-11-03] PRESIDIO AL CARCERE LORUSSO E CUTUGNO - CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO @ capolinea del 3
PRESIDIO AL CARCERE LORUSSO E CUTUGNO - CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO capolinea del 3 - largo vallette (domenica, 3 novembre 16:30) PRESIDIO AL CARCERE LORUSSO CUTUGNO, TORINO 3 NOVEMBRE // RITROVO AL CAPOLINEA TRAM 3, ORE XX CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO Il 7 maggio del 2016 si svolgeva al Brennero una giornata di lotta contro la decisione dello Stato austriaco di erigere un muro sul confine con lo Stato italiano. Nelle teste e nei cuori di chi quel giorno si è battuto, al di là di ogni garanzia di successo, era ed è scolpito un obiettivo: abbattere i muri che dividono i popoli e sconvolgere la pace sociale che unisce le classi. Dopo quella giornata molti compagni e compagne sono stati processati arrivando a condanne molto pesanti. Qualche anno più tardi, motivato da un razzismo di Stato ormai divenuto incandescente, il fascio-leghista Traini, ex candidato della Lega, sparava contro chiunque avesse la pelle nera per le strade di Macerata. Otto giorni più tardi il tour elettorale di Salvini prevedeva una tappa a Rovereto. Per chi aveva deciso che fosse inaccettabile la presenza di quello che a tutti gli effetti era il mandante di quell’infamia, gli scontri con la polizia non sono stati che la logica conseguenza. In seguito a questi due momenti di lotta Giulio, nostro compagno, si trova ora in carcere a Torino con una condanna di 4 anni e 3 mesi. Oggi che la prigione a cielo aperto di Gaza ci mostra lo scopo reale di ogni frontiera, tanto più brutale quanto più è materialmente eretta, che i coloni sionisti ci fanno vedere quale brutalità può raggiungere il razzismo di Stato; oggi che con il ddl 1660 la guerra dichiarata contro chiunque decida di alzare la testa si rende sempre più esplicita; oggi che in nome di una “sicurezza” che è esclusivamente quella dei padroni che ci stanno portando verso il baratro, le barriere sono come poche altre volte nella storia l’emblema del nostro presente e il razzismo di Stato ne è una delle espressioni. Scegliere da che parte stare è già l’inizio di una libertà possibile. Giulio lo ha fatto, e noi saremo al suo fianco. A seguito di ciò, pensiamo sia imprescindibile concludere la mobilitazione nazionale contro le molteplici forme del razzismo di Stato, sotto le mura del carcere di Torino, per provare a rendere il più materiale possibile la nostra solidarietà verso chi è costretto a subire la violenza della detenzione penale. «Di una cosa però sono certo: la sola forma di sicurezza che mi avvantaggia nei confronti della fine, la trovo negli altri, in chi mi sta in prossimità. Questa peculiare inclinazione, la solidarietà (che trovo riflessa nelle pupille di ognuno di voi), mi offre un’integrità inscalfibile».
October 26, 2024 / Gancio
[2024-10-26] Gettiamo sabbia nel motore della guerra! @ Balon
GETTIAMO SABBIA NEL MOTORE DELLA GUERRA! Balon - via Vittorio Andreis, 10152 Torino TO, Italia (sabato, 26 ottobre 10:30) Sabato 26 ottobre Punto info antimilitarista al Balon Dalle 10,30 alle 13,30 Siamo in guerra. Truppe italiane sono impegnate in 43 missioni militari all’estero per difendere gli interessi dei colossi dell’energia e degli armamenti made in Italy e per colpire la gente in viaggio. A due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina sono morte centinaia di migliaia di persone e sei milioni quattrocentomila ucraini hanno dovuto abbandonare le loro case. Sia in Russia che in Ucraina decine di migliaia di persone hanno disertato, si sono rifiutate di abbracciare le armi, sono fuggite o si nascondono. In Russia l’opposizione alla guerra è costata carcere, torture e botte a tantissime persone. Eppure non accenna a scemare. In Ucraina reclutatori professionisti fanno irruzione sui mezzi pubblici, nei mercati, nei centri commerciali a caccia di uomini dell’età giusta da catturare e trascinare a forza al fronte. Ma in molte località non hanno vita facile: tanta gente si mette di mezzo per impedire gli arruolamenti forzati. La guerra, nuovamente devastante, scatenata dopo il feroce attacco di Hamas alla popolazione civile israeliana, con uccisioni, stupri e rapimenti, ha ridotto gran parte delle case, degli ospedali, delle infrastrutture di Gaza ad un cumulo di macerie. La popolazione gazawi è chiusa in una trappola mortale senza possibilità di fuga. I morti, oltre quarantamila, crescono di giorno in giorno tra una popolazione sventrata dalle bombe, senza acqua, cibo, riparo. Anche in Israele c’è chi rifiuta di arruolarsi, chi non accetta l’occupazione e l’apartheid e li avversa, pagandone duramente il prezzo. A Gaza un documento di giovani gazawi ci dice che, anche in quelle condizioni, c’è chi rifiuta il nazionalismo e la guerra di religione voluta dai governi di entrambe le parti. Nei due anni precedenti lo scoppio della guerra civile che ha ridotto in macerie il Sudan, ucciso o obbligato a lasciare le proprie case centinaia di migliaia di persone, l’Italia ha fornito armi alle RSF, le Rapid Support Force di Dagalo, perché bloccassero le partenze di migranti da quell’area. Da quasi due anni Dagalo e i suoi sono tornati al loro sport preferito: bruciare i villaggi, stuprare le donne, uccidere gli uomini e arruolare i bambini. É trascorso oltre un anno dall’attacco all’Artsakh delle truppe azere rifornite di armi da Leonardo ed addestrate in Italia. La pulizia etnica di 120.000 armeni, fuggiti allo sterminio è caduto nel silenzio. In ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti. In ogni dove c’è chi si oppone, c’è chi diserta, chi sputa sulle bandiere di ogni nazione, perché sa che solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di libere e liberi ed uguali che ciascuno di noi porta nel proprio cuore. A due passi dalle nostre case ci sono le fabbriche che costruiscono le armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta. Nelle scuole bambine, bambini, ragazze e ragazzi, vengono sottoposti ad una martellante campagna di arruolamento, ad una sempre più marcata propaganda nazionalista. Nelle strade della nostra città militari armati di mitra e manganello affiancano polizia e carabinieri nel controllo, etnicamente mirato, delle periferie più povere. Vogliono farci credere che le guerre sono troppo lontane, che non possiamo fare nulla per contrastarle. Chi promuove, sostiene ed alimenta le guerre ci vorrebbe impotenti, passivi, inermi. Non lo siamo. In ogni dove c’è chi diserta, chi lotta contro le guerre degli stati. Sostenere i disertori è una delle chiavi per inceppare le guerre. Ogni volta che un militare entra in una scuola possiamo metterci di mezzo, quando sta per aprire una fabbrica d’armi possiamo metterci di mezzo, quando decidono di fare esercitazioni vicino alle nostre case possiamo metterci di mezzo. Nella nostra città intendono costruire la città dell’aerospazio, polo bellico, in cui verranno progettate le armi del futuro. É un progetto che vede protagonisti Leonardo, la maggiore industria bellica italiana, e il Politecnico di Torino. Hanno il sostegno di tutti: dal comune, alla regione al governo. Fermarli è possibile. Dipende da ciascuno di noi. Assemblea antimilitarista Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni: ogni martedì alle 20 Prossime iniziative: Sabato 26 ottobre ore 10,30 13,30 Presidio antimilitarista al Balon Venerdì 1 novembre corteo contro la riapertura del CPR di Torino ore 16 piazza Robilant Giornate dei disertori Sabato 2 e lunedì 4 novembre contro la guerra e il militarismo Contro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie, il nazionalismo! Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere! Con disertori e obiettori di tutte le guerre! Sabato 2 novembre No alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi Manifestazione antimilitarista In via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP – Distretto Aerospaziale Piemontese Lunedì 4 novembre Iniziative antimilitariste in giro per Torino Smilitarizziamo la città! Ogni martedì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Contatti: Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 per info scrivete a fai_torino@autistici.org www.anarresinfo.org
October 21, 2024 / Gancio
[2024-11-04] Giornata del disertore: presidio al Consolato d'Ucraina a Milano @ Consolato d'Ucraina a Milano
GIORNATA DEL DISERTORE: PRESIDIO AL CONSOLATO D'UCRAINA A MILANO Consolato d'Ucraina a Milano - Via Ludovico di Breme 11, Milano (lunedì, 4 novembre 10:00) >>> ORARIO DA DEFINIRE <<< L’epoca delle guerre hi-tech non ha cancellato il bisogno di carne da cannone da mandare al fronte. Anzi. Più s’inasprisce lo scontro tra blocchi capitalistici ed avanza l’economia di guerra, più progresso tecnologico e mobilitazione totale si alimentano a vicenda. Se la macchina del consenso bellico s’inceppa, la guerra non può proseguire a lungo. Nell’epoca cibernetica, l’umano gesto di rifiuto ancora conta. È quello che sta succedendo in Ucraina. Oltre alle migliaia già fuggiti all’estero – gli “scappati nel bosco” –, decine di migliaia di arruolati non tornano al fronte e centinaia di migliaia di arruolabili si nascondono. Mentre i reclutatori – i rapitori – dell’esercito incontrano una crescente ostilità sociale. Questo fenomeno, che si registra in maniera crescente anche sull’altro lato del fronte, in Russia, va fatto conoscere e sostenuto pubblicamente come argine alla terza guerra mondiale. Il “nostro” fronte è quello della NATO e dell’UE, ed è innanzitutto questo fronte che dobbiamo contribuire a far crollare, esprimendo la nostra solidarietà internazionalista ai disertori, agli insubordinati, ai renitenti. FACCIAMO DEL 4 NOVEMBRE, FESTA DELLE FORZE ARMATE, LA GIORNATA DEL DISERTORE, CON UN PRESIDIO DAVANTI AL CONSOLATO UCRAINO DI MILANO (CHE DA TEMPO NON RINNOVA I PASSAPORTI CON LO SCOPO DI COSTRINGERE LA CARNE DA CANNONE A RIENTRARE… AL FRONTE)  
October 14, 2024 / Gancio