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Video. Crisi climatica e azione diretta
📌 Crisi climatica e azione diretta Strumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta 🔥 Venerdì 31 gennaio ore 21 alla FAT corso Palermo 46 Torino si è tenuto ll’incontro con il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR. 🟢 Che sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Variazioni di concentrazioni di elementi e pochi gradi in più di aumento delle temperature portano a collassi repentini in un sistema regolato da equilibri stabili ma caotici. Ricerche e studi sul clima, mai abbastanza supportati rispetto ad altre discipline tecnologiche e belliche, basano le loro analisi su una comunità di ricerca competente, distribuita e in continuo confronto, che produce le decine di migliaia di analisi costantemente esaminate dalle Commissioni internazionali di climatologia. 🟣 Lontano dall’essere in mano a lobby di interesse, scienziati e autori IPCC vengono sovente screditati. Alla COP28 il presidente ha sostenuto che non vi è alcuna evidenza circa la necessità di ridurre a 1,5 °C l’innalzamento della temperatura media. Del resto, se a presiedere viene nominato il CEO della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi, è il minimo che ci si possa attendere. Esternazioni ormai sdoganate senza vergogna, di stampo negazionista e reazionario, simili al rifiorire di esternazioni fasciste e naziste cui si assiste quotidianamente. 🟡 Un problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista. Il riscaldamento globale è causato principalmente dalle attività umane legate all’impulso-compulsivo verso l’impraticabile crescita infinita. La necessità di azioni di mitigazione è ormai un fatto che il capitalismo ha imparato a cavalcare, “evangelizzando” verso comportamenti virtuosi che incrementano il giro di affari del “green”. Si vedano le sempre maggiori operazioni di “green washing” sbandierate dalle multinazionali. 🔵 Azioni “green” che se da un lato portano un contributo minimo a ridurre gli impatti diretti clima-alteranti, dall’altro causano effetti “indiretti” ben più gravi. Il rallentamento della crescita sino a una sua sostenibile inversione è così l’unica soluzione seriamente adottabile, pur insieme a transizioni energetiche condivise. ⚫ Il cambiamento climatico richiede azioni chiare e urgenti piani di mitigazione, aumentando il dissenso verso i governi che voltano le spalle al problema, rilanciando l’azione autogestita e diretta. 🔴 Misurare il clima che cambia La capacità di valutare il mutamento del clima dipende dalla qualità dei dati che provengono da moltitudini di misure di parametri diversi. Uno sforzo scientifico senza distinzione geografica, che vede centinaia di ricercatori collaborare da discipline diverse. Con un percorso che parte dai laboratori di Torino, andremo a presentare strumenti e stazioni di misura, da quelle urbane all’alta montagna, dalla base artica all’Everest, che riportano come l’accelerazione del mutamento del clima sia un fenomeno perfino sottostimato. ‼️ Andrea Merlone, fisico, è Dirigente di ricerca all’INRiM e ricercatore associato al CNR. Si occupa di misure accurate di temperatura e promuove studi sui dati utili a comprendere il riscaldamento globale. Ha partecipato a diverse missioni scientifiche ed è autore di oltre 120 articoli. Presiede il comitato di esperti sulle misure di temperatura per l’ambiente della World Meteorological Organization.
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Il ritorno del nucleare. In salsa verde
Il ddl che, se approvato, potrebbe riaprire le porte al ritorno delle centrali atomiche nel nostro paese, è stato presentato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin. Nulla di cui stupirsi. Da quando l’energia nucleare è stata inserita nell’elenco delle rinnovabili l’avvio di un’operazione di green washing atomico era solo questione di tempo. Questa volta il nucleare, cui verrà garantita una corsia prefererenziale, sarà affidato ai privati, che verranno sostenuti dallo Stato. Già lo scorso autunno era stata lanciata una new company per rilanciare le industrie del settore, capofila l’Enel, già impegnate all’estero. Oggi invece sul piatto c’è l’avvio di un programma di mini centrali di quarta generazione o, in subordine, di “terza generazione avanzata”. Le parole chiave sono “mini” e “quarta generazione”. In questo modo Pichetto Fratin e la sua banda di devastatori ambientali pensano di gabbarci, facendoci credere che le nuove centrali saranno piccole e nuove. Relativamente piccole si, nuove sicuramente no. La tecnologia di fondo è la stessa. Semmai aumenteranno i rischi perché, essendo piccole, dovranno farne di più, moltiplicando le necessità di controllo ed il rischio di errore. In ogni caso, al di là della propaganda che ha preceduto l’avvio dell’iter legislativo per la reintroduzione del nucleare, nel Ddl inviato lo scorso 22 gennaio da Pichetto Fratin al consiglio dei ministri, non si fa esplicito riferimento ad alcuna tecnologia. Si parla vagamente di “nucleare sostenibile” e, soprattutto, si tratta di una legge delega, che consentirebbe di aggirare i risultati dei referendum del 1987 e del 2011. Il Disegno di legge sarà concretamente intellegibile solo quando saranno approntati i decreti attuativi, perché, trattandosi di una legge delega, le decisioni effettive verranno prese dal governo, senza ulteriori passaggi legislativi. Si parla del 2027. Un lungo processo, in cui, oltre alle nuove centrali, viene previsto un piano per le vecchie centrali, lo smaltimento delle scorie, la perennemente irrisolta questione del “deposito nazionale”, l’apertura di impianti per l’arricchimento dell’uranio e di altri per il riprocessamento dei rifiuti atomici. I comuni che ospiteranno le centrali riceveranno un indennizzo. Nelle 14 pagine redatte dallo staff del Ministro per illustrare il Ddl emerge che la preoccupazione principale di Pichetto Fratin è presentare un progetto che segni una cesura con le vecchie centrali (da smantellare definitivamente) in modo che i No emersi dai referendum, possano essere agilmente dribblati. Quando sarà bravo nel tackle questo governo e quanto forte la squadra avversaria nel contrasto, dipenderà anche da una corretta informazione. Ascolta la diretta dell’info con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino: > Il ritorno del nucleare. In salsa verde
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Stato di Polizia
Zone rosse, daspo, militari per le strade, leggi speciali contro l’opposizione politica e sociale Il governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori. Con le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato. La stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Nei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile. Queste direttive sono solo l’ultimo tassello del mosaico repressivo del governo, che colpisce ogni forma di contestazione e lotta politica e sociale. Il DDL 1236 – ex 1660 – approvato alla Camera in settembre ed oggi in discussione alla commissione giustizia e affari costituzionali del Senato si inserisce nel solco già aperto da altri provvedimenti (i decreti rave, Cutro, immigrazione, Caivano) che colpiscono i poveri, gli stili di vita non conformi, gli stranieri senza documenti. Le misure contro la socialità non mercificata, quelle contro i profughi e i migranti, l’affondo verso i giovani, la repressione dei movimenti di lotta sono le architravi del progetto repressivo del governo. Il DDL 1236 infligge colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi blocca una strada o un treno, a chi fa picchetti sui luoghi di lavoro, a chi sostiene e diffonde idee sovversive. Si criminalizzano i movimenti climatici, sociali e sindacali, anticarcerari e no border e si cerca di bloccarli, infliggendo lunghe pene detentive per banalissime pratiche di lotta politica e sociale. La logica di classe e di repressione verso chi cerca di cambiare il mondo intollerabile in cui viviamo è connaturata con l’ordinamento giudiziario democratico: ma i provvedimenti adottati da questo governo la rendono sempre più spudorata e violenta.  Quest’insieme di nuove leggi rende sempre più forti i poteri di polizia, riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento, opposizione sociale. L’articolo 31 del DDL 1236 permette ai servizi segreti di entrare a far parte di organizzazioni terroristiche, cercando di assumerne il controllo, nella certezza dell’anonimato e dell’impunità per i reati commessi. Dulcis in fundo questi agenti provocatori legalizzati possono costruire e detenere bombe. Finisce la favola dei servizi segreti “deviati”, le mele marce che hanno burattinato, con la complicità dei fascisti, le tante stragi di Stato che hanno insanguinato il nostro paese negli anni Settanta ed Ottanta. Oggi, con i fascisti al potere, stanno per ottenere la licenza di strage. Di Stato. Per Legge. Lo stesso articolo prevede l’obbligo, di fatto, anche per università ed enti di ricerca di collaborare con i servizi segreti, inclusa la possibilità di derogare alle normative sulla riservatezza. In generale il fortissimo aumento delle pene, l’introduzione di nuovi reati, la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di quelli da tutelare sono il segno distintivo del DDL 1236. Più galera per molti, ma non per tutti, perché la trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente autoritaria e di classe. Le lotte nelle carceri e nei CPR vengono perseguite in modo più duro perché chi le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. A questo governo non basta massacrare di botte, privare di ogni dignità, vuole seppellire in carcere chi da vita a rivolte nei luoghi di reclusione. Questo governo vuole mettere a tacere qualunque protesta, introducendo nell’ordinamento un reato collettivo, equiparato a quelli di mafia e terrorismo, che persegue anche le azioni non violente come lo sciopero della fame. Dalla criminalizzazione pubblica dell’opposizione politica e sociale scaturisce il reato di “terrorismo della parola”. Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini. Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. La definizione del “nemico” interno è squisitamente politica ed è appannaggio di chi detiene il potere di decidere chi mantiene le prerogative del “cittadino” e chi ne è privato perché considerato individualmente e collettivamente incompatibile con il nuovo ordine che il governo sta costruendo. Un ordine che non ha neppure bisogno delle famigerate “leggi eccezionali” del 1926 per colpire la libertà di scioperare, di scrivere e dire la propria, di lottare per casa, salute, libertà, dignità. Le leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno di una società. Oggi i fascisti al governo si sentono forti e giocano tutte le carte a loro disposizione per assicurarsi il totale controllo politico e il disciplinamento sociale. Il governo effettua una manovra a tenaglia, muovendosi contemporaneamente su più fronti. Oltre al piano squisitamente repressivo, Meloni punta ad una riforma istituzionale che renda ancora più forte l’esecutivo, e persegue un’egemonia culturale, che vede la scuola, i media e il territorio come spazi di conquista. Il fascismo sta tornando. Usano la cornice democratica per dare una secca svolta autoritaria al paese: segno che la democrazia è solo illusione di libertà e giustizia sociale. Fermarli è ancora possibile. Occorre rinforzare le reti ed i movimenti che si battono contro la svolta autoritaria e, insieme, mantenere fermo l’impegno contro la guerra, il militarismo, il patriarcato, le frontiere, lo sfruttamento, la devastazione ambientale, il nazionalismo. Il tempo è ora. 
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Video. Leggi di guerra
Il video dell’incontro sul DDL 1660 con l’avvocato Eugenio Losco: La serata si è tenuta venerdì 11 ottobre alla FAT, in corso Palermo 46 La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive. Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini. Per approfondimenti: https://www.anarresinfo.org/contro-la-svolta-autoritaria-per-la-rivoluzione-sociale/ Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 riunioni ogni martedì alle 20 www.anarresinfo.org
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Libertà per Ilaria Salis e per tutte le antifasciste e gli antifascisti!
A fine marzo la magistratura ungherese ha respinto la richiesta di trasferimento ai domiciliari di Ilaria Salis. Arrestata nel febbraio del 2023 la compagna è in carcere preventivo da 14 mesi. Se non verranno accolti i prossimi ricorsi Ilaria e l’altra antifascista detenuta resteranno in cella almeno sino al termine del processo di primo grado, […]
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Video. Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare
Il video dell’incontro di venerdì 16 febbraio con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino, autore de “Spaccare l’atomo in quattro. Contro la favola del nucleare” Il nucleare, travestito da energia green, è entrato nell’agenda della Cop 28, svoltasi in Qatar, una delle petromonarchie della penisola arabica, come energia “pulita” che non compromette il […]
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Via i mercanti d’armi da Torino!
Corteo Antimilitarista Sabato 18 novembre ore 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis A Torino, dal 28 al 30 novembre, si terrà l’Aerospace and defence meetings, mostra-mercato dell’industria aerospaziale di guerra. L’evento è riservato agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate e compagnie di contractor. Alla scorsa […]
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