Sabato 18 gennaio
Leggi di guerra, zone rosse, militari per le strade
Il paradigma autoritario del governo Meloni
Punto info al Balon
dalle 10,30 alle 13,30
Il governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli
indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi
può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto
fuori.
Con le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la
cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del
disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.
La stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre
si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la
morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia
un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza
rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla
declinazione sabauda delle direttive governative.
Nei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma
“atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che
gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa
mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro
arbitrio, indesiderabile.
Queste direttive sono solo l’ultimo tassello del mosaico repressivo del governo,
che colpisce ogni forma di contestazione e lotta politica e sociale.
Il DDL 1236 – ex 1660 – approvato alla Camera in settembre ed oggi in
discussione alla commissione giustizia del Senato si inserisce nel solco già
aperto da altri provvedimenti (i decreti rave, Cutro, immigrazione, Caivano) che
colpiscono i poveri, gli stili di vita non conformi, gli stranieri senza
documenti. Le misure contro la socialità non mercificata, quelle contro i
profughi e i migranti, l’affondo verso i giovani, la repressione dei movimenti
di lotta sono le architravi del progetto repressivo del governo.
Il DDL 1236 infligge colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri,
a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e
commissariati, a chi blocca una strada o un treno, a chi fa picchetti sui luoghi
di lavoro, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.
Si criminalizzano i movimenti climatici, sociali e sindacali, anticarcerari e no
border e si cerca di bloccarli, infliggendo lunghe pene detentive per
banalissime pratiche di lotta politica e sociale.
La logica di classe e di repressione verso chi cerca di cambiare il mondo
intollerabile in cui viviamo è connaturata con l’ordinamento giudiziario
democratico: ma i provvedimenti adottati da questo governo la rendono sempre più
spudorata e violenta.
Quest’insieme di nuove leggi rende sempre più forti i poteri di polizia,
riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento,
opposizione sociale.
L’articolo 31 del DDL 1236 permette ai servizi segreti di entrare a far parte di
organizzazioni terroristiche, cercando di assumerne il controllo, nella certezza
dell’anonimato e dell’impunità per i reati commessi. Dulcis in fundo questi
agenti provocatori legalizzati possono costruire e detenere bombe. Finisce la
favola dei servizi segreti “deviati”, le mele marce che hanno burattinato, con
la complicità dei fascisti, le tante stragi di Stato che hanno insanguinato il
nostro paese negli anni Settanta ed Ottanta. Oggi, con i fascisti al potere,
stanno per ottenere la licenza di strage. Di Stato. Per Legge.
Lo stesso articolo prevede l’obbligo, di fatto, anche per università ed enti di
ricerca di collaborare con i servizi segreti, inclusa la possibilità di derogare
alle normative sulla riservatezza.
In generale il fortissimo aumento delle pene, l’introduzione di nuovi reati,
la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di quelli da tutelare sono il
segno distintivo del DDL 1236. Più galera per molti, ma non per tutti, perché la
trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente autoritaria e di classe.
Le lotte nelle carceri e nei CPR vengono perseguite in modo più duro perché chi
le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. A
questo governo non basta massacrare di botte, privare di ogni dignità, vuole
seppellire in carcere chi da vita a rivolte nei luoghi di reclusione.
Questo governo vuole mettere a tacere qualunque protesta, introducendo
nell’ordinamento un reato collettivo, equiparato a quelli di mafia e terrorismo,
che persegue anche le azioni non violente come lo sciopero della fame.
Dalla criminalizzazione pubblica dell’opposizione politica e sociale scaturisce
il reato di “terrorismo della parola”.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono
repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione
dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta
sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. La definizione del
“nemico” interno è squisitamente politica ed è appannaggio di chi detiene il
potere di decidere chi mantiene le prerogative del “cittadino” e chi ne è
privato perché considerato individualmente e collettivamente incompatibile con
il nuovo ordine che il governo sta costruendo.
Un ordine che non ha neppure bisogno delle famigerate “leggi eccezionali” del
1926 per colpire la libertà di scioperare, di scrivere e dire la propria, di
lottare per casa, salute, libertà, dignità.
Le leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno di una
società. Oggi i fascisti al governo si sentono forti e giocano tutte le carte a
loro disposizione per assicurarsi il totale controllo politico e il
disciplinamento sociale.
Il governo effettua una manovra a tenaglia, muovendosi contemporaneamente su più
fronti. Oltre al piano squisitamente repressivo, Meloni punta ad una riforma
istituzionale che renda ancora più forte l’esecutivo, e persegue un’egemonia
culturale, che vede la scuola, i media e il territorio come spazi di conquista.
Il fascismo sta tornando. Usano la cornice democratica per dare una secca svolta
autoritaria al paese: segno che la democrazia è solo illusione di libertà e
giustizia sociale.
Fermarli è ancora possibile. Occorre rinforzare le reti ed i movimenti che si
battono contro la svolta autoritaria e, insieme, mantenere fermo l’impegno
contro la guerra, il militarismo, il patriarcato, le frontiere, lo sfruttamento,
la devastazione ambientale, il nazionalismo.
Il tempo è ora.
Tag - diritto penale del nemico
Il video dell’incontro sul DDL 1660 con l’avvocato Eugenio Losco:
La serata si è tenuta venerdì 11 ottobre alla FAT, in corso Palermo 46
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Per approfondimenti:
https://www.anarresinfo.org/contro-la-svolta-autoritaria-per-la-rivoluzione-sociale/
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
riunioni ogni martedì alle 20
www.anarresinfo.org
Leggi di guerra
Venerdì 11 ottobre
ore 21
in corso Palermo 46
Interverrà l’avvocato Eugenio Losco
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
riunioni ogni martedì alle 20
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi fa azioni di
picchetto e blocco sui luoghi di lavoro, a chi sostiene e diffonde idee
sovversive.
La logica di classe e di repressione verso chi lotta è connaturata con
l’ordinamento giudiziario democratico: i provvedimenti adottati da questo
governo la rendono sempre più spudorata e violenta.
Questo ddl si inserisce nel solco già aperto da altri provvedimenti (i decreti
rave, Cutro, immigrazione, Caivano) che mirano a colpire i poveri, gli stili di
vita non conformi, gli stranieri senza documenti. Le misure contro la socialità
non mercificata, quelle contro i profughi e i migranti, l’affondo verso i
giovani, la repressione dei movimenti di lotta sono le architravi del progetto
repressivo del governo.
Quest’insieme di nuove leggi rende sempre più forti i poteri di polizia,
riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento,
opposizione sociale.
Il grosso aumento delle pene, la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di
quelli da tutelare ne sono il segno distintivo. Più galera per molti, ma non per
tutti, perché la trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente
politica e di classe.
Non solo. Molte misure sono ritagliate su misura su soggetti specifici,
individuati come nemici da colpire.
Si passa dallo stereotipo razzista della borseggiatrice rom sempre incinta alla
legge che impedisce di usufruire della sospensione della pena fino al compimento
del primo anno di età del bambino o della bambina.
Si parte dalla criminalizzazione dei movimenti climatici, sociali e sindacali e
si stabilisce la galera per chi fa un blocco stradale non violento, per chi
traccia scritte su edifici istituzionali, per chi resiste ad uno sfratto.
Le lotte nelle carceri e nei CPR vengono perseguite in modo più duro perché chi
le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. A
questo governo non basta massacrare di botte, privare di ogni dignità,
seppellire in carcere chi da vita a rivolte nei luoghi di reclusione.
Questo governo vuole mettere a tacere qualunque protesta, introducendo
nell’ordinamento un reato collettivo, equiparato a quelli di mafia e terrorismo,
che persegue anche le azioni non violente come lo sciopero della fame.
Si alimenta l’allarme sociale contro chi occupa o resiste ad uno sfratto e poi
si disegna una legge per reprimere chi cerca di prendersi un posto dove vivere.
Dalla criminalizzazione pubblica dell’opposizione politica e sociale scaturisce
il reato di “terrorismo della parola”.
L’opposizione parlamentare, che vede scendere in piazza anche settori spesso
conniventi con pratiche repressive, alla Camera si è limitata a proporre di
assumere più poliziotti e secondini.
Evidentemente, più della sostanza del provvedimento, alla “sinistra”
parlamentare interessa intercettare il consenso delle forze dell’ordine, che
grazie al DDL 1660 stanno per acquisire nuovi privilegi e tutele.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono
repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione
dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta
sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. La definizione del
“nemico” interno è squisitamente politica ed è appannaggio di chi detiene il
potere di decidere chi mantiene le prerogative del “cittadino” e chi ne è
privato perché considerato individualmente e collettivamente incompatibile con
il nuovo ordine che il governo sta costruendo.
Un ordine che non ha neppure bisogno delle famigerate “leggi eccezionali” del
1926 per colpire la libertà di scioperare, di scrivere e dire la propria, di
lottare per casa, salute, libertà, dignità.
Le leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno di una
società. Oggi i fascisti al governo si sentono forti e giocano tutte le carte a
loro disposizione per assicurarsi il totale controllo politico e il
disciplinamento sociale.
Il governo effettua una manovra a tenaglia, muovendosi contemporaneamente su più
fronti. Oltre al piano squisitamente repressivo, Meloni punta ad una riforma
istituzionale che renda ancora più forte l’esecutivo, e persegue un’egemonia
culturale, che vede la scuola, i media e il territorio come spazi di conquista.
Il fascismo sta tornando. Usano la cornice democratica per dare una secca svolta
autoritaria al paese: segno che la democrazia è solo illusione di libertà e
giustizia sociale.
Fermarli è possibile. Occorre rinforzare le reti ed i movimenti che si battono
contro la svolta autoritaria e, insieme, mantenere fermo l’impegno contro la
guerra, il militarismo, il patriarcato, le frontiere, lo sfruttamento, la
devastazione ambientale, il nazionalismo.
Il tempo è ora.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
La stretta securitaria imposta dal nuovo pacchetto sicurezza, la cui discussione
in aula è cominciata oggi, è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del
governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si
batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi osa fare scritte su caserme e […]
Sabato 6 luglio ore 11/14 punto info contro CPR e deportazioni al Balon via
Borgodora angolo via Andreis Di seguito il testo che stiamo distribuendo in
questi giorni: No CPR, No frontiere, No deportazioni, No militari per le strade!
Prigionieri di guerra Nelle galere per migranti, i CPR, da mesi si susseguono le
rivolte. La […]
STATO DI POLIZIA. LE LEGGI SPECIALI DEI FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO
Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46 (venerdì, 19 gennaio 21:00)
Stato di polizia. Le leggi speciali dei fascisti del terzo millennio
[https://gancio.cisti.org/media/ec1c0874aa1dab0a4eaa77441731ee83.jpg]
STATO DI POLIZIA
LE LEGGI SPECIALI DEI FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO
VENERDÌ 19 GENNAIO
ORE 21 ALLA FAI, IN CORSO PALERMO 46
INTRODURRÀ LA SERATA L’AVVOCATO EUGENIO LOSCO
LE MISURE CONTRO LA SOCIALITÀ NON MERCIFICATA, QUELLE CONTRO PROFUGHI E
MIGRANTI, L’AFFONDO VERSO I GIOVANI, IL DURO COLPO AI MOVIMENTI DI LOTTA SONO LE
ARCHITRAVI DEL PROGETTO REPRESSIVO DEL GOVERNO.
I DECRETI RAVE, CUTRO, CAIVANO E IL PACCHETTO SICUREZZA RENDONO SEMPRE PIÙ FORTI
I POTERI DI POLIZIA, RIDUCENDO LE PUR ESILI TUTELE ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE,
MOVIMENTO, OPPOSIZIONE SOCIALE.
IL FORTE AUMENTO DELLE PENE, LA METICOLOSA SCELTA DEI SOGGETTI DA COLPIRE E DI
QUELLI DA TUTELARE NE SONO IL SEGNO DISTINTIVO.
PIÙ GALERA PER MOLTI, MA NON PER TUTTI, PERCHÉ LA TRAMA DEI VARI PROVVEDIMENTI
DI MELONI È ESPLICITAMENTE DI CLASSE. NON SOLO. MOLTE MISURE, PUR ESSENDO CAPACI
DI REGGERE AL VAGLIO DELLA LEGITTIMITÀ FORMALE, SONO RITAGLIATE SU MISURA SU
SOGGETTI SPECIFICI.
IL GOVERNO METTE IN CAMPO DISPOSITIVI CHE EMULANO LE DINAMICHE DEL DIRITTO
PENALE DEL NEMICO, PUR IN UN QUADRO DI APPARENTE UNIVERSALISMO. IL CHE, ANCORA
UNA VOLTA, INTERROGA I SOSTENITORI DELLA DEMOCRAZIA SUL FATTO CHE LA
PROMULGAZIONI DI LEGGI GIUSTE SIA UN OSSIMORO IN UN CONTESTO DI INGIUSTIZIA
SOCIALE E DI CRESCENTE VIOLENZA VERSO LE CLASSI PERICOLOSE E I MOVIMENTI DI
OPPOSIZIONE SOCIALE.
WWW.ANARRESINFO.ORG