🛂 Stato di Polizia
📌 Sabato 25 gennaio
dalle 15 alle 17,30
Punto info in piazza Carlo Felice di fronte alla Stazione di Porta Nuova.
Porta Nuova, che assieme a San Salvario, Torino Centro, Aurora e Barriera di
Milano è ” Zona a sorveglianza rinforzata” sino al 30 aprile.
🟢 Zone rosse, daspo, militari per le strade, leggi speciali contro
l’opposizione politica e sociale
🟣 Il governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli
indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi
può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto
fuori.
Con le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la
cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del
disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.
La stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre
si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la
morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia
un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza
rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla
declinazione sabauda delle direttive governative. Nei fatti, dal 27 gennaio al
30 aprile saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e
Barriera di Milano.
Nei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma
“atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che
gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa
mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro
arbitrio, indesiderabile.
🔵 Queste direttive sono solo l’ultimo tassello del mosaico
repressivo del governo, che colpisce ogni forma di contestazione e lotta
politica e sociale.
Il DDL 1236 – ex 1660 – approvato alla Camera in settembre ed oggi in
discussione alla commissione giustizia del Senato si inserisce nel solco già
aperto da altri provvedimenti (i decreti rave, Cutro, immigrazione, Caivano) che
colpiscono i poveri, gli stili di vita non conformi, gli stranieri senza
documenti. Le misure contro la socialità non mercificata, quelle contro i
profughi e i migranti, l’affondo verso i giovani, la repressione dei movimenti
di lotta sono le architravi del progetto repressivo del governo.
🟠 Il DDL 1236 infligge colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi blocca una strada o un treno, a chi fa picchetti
sui luoghi di lavoro, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.
Si criminalizzano i movimenti climatici, sociali e sindacali, anticarcerari e no
border e si cerca di bloccarli, infliggendo lunghe pene detentive per
banalissime pratiche di lotta politica e sociale.
La logica di classe e di repressione verso chi cerca di cambiare il mondo
intollerabile in cui viviamo è connaturata con l’ordinamento giudiziario
democratico: ma i provvedimenti adottati da questo governo la rendono sempre più
spudorata e violenta.
Quest’insieme di nuove leggi rende sempre più forti i poteri di polizia,
riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento,
opposizione sociale.
🔴 L’articolo 31 del DDL 1236 permette ai servizi segreti di entrare a far parte
di organizzazioni terroristiche, cercando di assumerne il controllo, nella
certezza dell’anonimato e dell’impunità per i reati commessi. Dulcis in fundo
questi agenti provocatori legalizzati possono costruire e detenere bombe.
Finisce la favola dei servizi segreti “deviati”, le mele marce che hanno
burattinato, con la complicità dei fascisti, le tante stragi di Stato che hanno
insanguinato il nostro paese negli anni
Settanta ed Ottanta. Oggi, con i fascisti al potere, stanno per ottenere la
licenza di strage. Di Stato. Per Legge.
Lo stesso articolo prevede l’obbligo, di fatto, anche per università ed enti di
ricerca di collaborare con i servizi segreti, inclusa la possibilità di derogare
alle normative sulla riservatezza.
⚫ In generale il fortissimo aumento delle pene, l’introduzione di nuovi reati,
la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di quelli da tutelare sono il
segno distintivo del DDL 1236. Più galera per molti, ma non per tutti, perché la
trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente autoritaria e di classe.
Le lotte nelle carceri e nei CPR vengono perseguite in modo più duro perché chi
le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. A
questo governo non basta massacrare di botte, privare di ogni dignità, vuole
seppellire in carcere chi da vita a rivolte nei luoghi di reclusione.
Questo governo vuole mettere a tacere qualunque protesta, introducendo
nell’ordinamento un reato collettivo, equiparato a quelli di mafia e terrorismo,
che persegue anche le azioni non violente come lo sciopero della fame.
Dalla criminalizzazione pubblica dell’opposizione politica e sociale scaturisce
il reato di “terrorismo della parola”.
🟡 Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono
repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione
dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta
sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. La definizione del
“nemico” interno è squisitamente politica ed è appannaggio di chi detiene il
potere di decidere chi mantiene le prerogative del “cittadino” e chi ne è
privato perché considerato individualmente e collettivamente incompatibile con
il nuovo ordine che il governo sta costruendo.
Un ordine che non ha neppure bisogno delle famigerate “leggi eccezionali” del
1926 per colpire la libertà di scioperare, di scrivere e dire la propria, di
lottare per casa, salute, libertà, dignità.
Le leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno di una
società. Oggi i fascisti al governo si sentono forti e giocano tutte le carte a
loro disposizione per assicurarsi il totale controllo politico e il
disciplinamento sociale.
🟢 Il governo effettua una manovra a tenaglia, muovendosi contemporaneamente su
più fronti. Oltre al piano squisitamente repressivo, Meloni punta ad una riforma
istituzionale che renda ancora più forte l’esecutivo, e persegue un’egemonia
culturale, che vede la scuola, i media e il territorio come spazi di conquista.
Il fascismo sta tornando. Usano la cornice democratica per dare una secca svolta
autoritaria al paese: segno che la democrazia è solo illusione di libertà e
giustizia sociale.
🟣 Fermarli è ancora possibile. Occorre rinforzare le reti ed i movimenti che si
battono contro la svolta autoritaria e, insieme, mantenere fermo l’impegno
contro la guerra, il militarismo, il patriarcato, le frontiere, lo sfruttamento,
la devastazione ambientale, il nazionalismo.
Il tempo è ora.
🏴 Federazione Anarchica Torinese
Assemblea Antimilitarista – Torino
riunioni, aperte agli interessat, ogni martedì alle 20,30 in corso Palermo 46
Tag - ddl 1660
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 10 gennaio. Stato di Polizia. Città delle armi: il Politecnico in
> prima fila. La Siria come l’Afganistan? Seconda puntata…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Stato di Polizia. Zone rosse, profilazione etnica e sociale
Il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia
con nuovi strumenti di controllo e punizione, che le forze del disordine statale
possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.
Il Governo implementa le “zone rosse” nelle aree urbane.
A Roma, nei prossimi due mesi nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, il
prefetto Giannini ha disposto “zone a vigilanza rafforzata“: qui le forze di
polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti
aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli
“atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità
di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia
considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.
Si tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte
da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni
repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.
Secondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila
persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano:
qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. Segue Bologna (7.613
controlli e 43 allontanamenti), Firenze (6.217 controlli, 68 allontanamenti) e
infine Napoli (2.854 controlli, 11 allontanamenti).
Nel frattempo il DDL 1660, passato in settembre alla Camera, dopo qualche mese
in Commissione, approderà presto nell’aula del Senato.
Ne abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che difende tanti
indesiderabili politici e sociali.
Città delle armi. Il coniglio dal cappello del Politecnico
Il progetto di Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico a Torino, promosso da
Leonardo, la maggiore industria armiera italiana, e dal Politecnico, è fermo dal
2021, quando venne annunciato per la prima volta l’avvio dei lavori. Nel 2023,
in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che si
tiene ogni due anni a Torino, ci fu un nuovo annuncio, finito in nulla. Il 20
dicembre del 2024 il Politecnico ha tirato fuori dal cappello un bel mucchio di
soldi.
Nello specifico è stata annunciata la nascita di una “nuova infrastruttura
tecnologica d’innovazione “IS4Aerospace – Knowledge Transfer Innovation
Infrastructure for New Aerospace Challenges” dal valore complessivo di 23
milioni e 600mila euro, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca
nell’ambito del PNRR e proposta dal Politecnico di Torino, che la coordina,
insieme ad Avio Aero, Leonardo e Thales Alenia Space, che cofinanziano
l’iniziativa in partenariato pubblico-privato.”
IS4Aerospace descritto come primo tassello per la Città dell’Aerospazio, che
ospiterà laboratori congiunti per ricerca e impiego di tecnologie chiave nel
campo dei velivoli di prossima generazione.
Il Politecnico fornisce sempre maggiore copertura ad un’operazione volta a
migliorare la capacità bellica di cacciabombardieri, droni, satelliti impiegati
sui tanti fronti di guerra.
La Siria come l’Afganistan? Seconda puntata
La repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne
nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò
al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal
“volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche
libertà alle donne, prima di murarle vive nelle case-prigioni, senza alcun
diritto.
Oggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si
sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate
quasi senza combattere.
Il vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli
ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di
Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera
alle truppe jihadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.
Nel nord della Siria, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero,
diretta emanazione della Turchia, le formazioni dell’SDF provano a difendere
l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli
Jihadisti.
Il mese scorso ne abbiamo parlato con Lollo, questa settimana ne abbiamo
discusso con Stefano Capello
Appuntamenti:
Sabato 18 gennaio
Leggi di guerra, zone rosse, militari per le strade
Il paradigma autoritario del governo Meloni
Punto info al Balon
dalle 10,30 alle 13,30
Venerdì 31 gennaio
Crisi climatica e azione diretta
Strumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta
ore 21 alla FAT
corso Palermo 46 Torino
Interverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale
di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze
Polari del CNR.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!
Informati su lotte e appuntamenti!
Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
Contatti:
FB
@senzafrontiere.to/
Telegram
https://t.me/SenzaFrontiere
Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
La rete “No ddl Sicurezza – A pieno Regime” ha convocato per domani una
manifestazione nazionale a Roma, alle 14 in piazzale del Verano, per protestare
contro l’introduzione del nuovo DDL Sicurezza (DDL 1660), che nei sogni del
governo Meloni vorrebbe essere una vera e propria camicia di forza per i
movimenti sociali. Il decreto […]
VERSO LA MOBILITAZIONE DEL 29 E 30 NOVEMBRE 2024.
È cominciato il 4 novembre lo sciopero degli avvocati di tre giorni proclamato
dall’Unione delle Camere Penali Italiane. La protesta nasce contro il DDL 1660
approvato lo scorso 18 settembre alla Camera e attualmente in fase di esame al
Senato. Significativo il fatto che L’Unione delle Camere Penali è
un’organizzazione di categoria di stampo spiccatamente […]
Il video dell’incontro sul DDL 1660 con l’avvocato Eugenio Losco:
La serata si è tenuta venerdì 11 ottobre alla FAT, in corso Palermo 46
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Per approfondimenti:
https://www.anarresinfo.org/contro-la-svolta-autoritaria-per-la-rivoluzione-sociale/
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
riunioni ogni martedì alle 20
www.anarresinfo.org
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres dell’11 ottobre. Leggi di guerra. Stati Uniti: il ruolo dei
> nazionalisti cristiani. La santa alleanza tra liberali e fascisti
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Leggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco che in serata ha partecipato ad
un incontro sul ddl 1660 che si è tenuto alla fat.
Qui puoi ascoltare l’audio della serata.
Il piano dei nazionalisti cristiani per riprendersi l’America
Il ruolo della religione è cambiato profondamente da quando il predicatore
fondamentalista Jerry Falwell e il magnate conservatore della posta diretta Paul
Weyrich hanno co-fondato la Moral Majority nel 1979. A quel tempo, l’incapacità
dei cristiani di far valere il loro potere alle urne su questioni che
consideravano una sfida per la loro fede (l’aborto era in cima alla lista, ma
anche la preghiera nelle scuole, l’omosessualità e i diritti delle donne) era
vista come un’opportunità per galvanizzare un blocco di voto per i conservatori.
Il sostegno della Moral Majority ai candidati che avrebbero rappresentato quegli
interessi come funzionari eletti ha scatenato una potente risorsa nel Partito
Repubblicano. La Moral Majority si è sciolta nel 1989, ma a quel punto erano
comparse molte ramificazioni: la Christian Coalition, Focus on the Family e il
Family Research Council. Gli elettori evangelici e cristiani avevano in gran
parte fatto del Partito Repubblicano la loro casa.
Donald Trump ha attinto e sfruttato questa importante bacino di elettori
scontenti. In lui, una corrente di estrema destra ha trovato la sua voce.
Ne abbiamo parlato con Robertino Barbieri
La santa alleanza tra liberali e fascisti
“Si sta riproponendo il fenomeno politico che più di tutti ha segnato il
Novecento in Occidente in modo significativo: la tendenza, sempre negata da
entrambe le parti in commedia, all’alleanza tra liberali e fascisti.
È una tendenza che vediamo in atto in forme diverse rispetto a quelle prese nel
ventennio tra le due guerre perché significativamente differente è la situazione
complessiva. Il Novecento vedeva un movimento operaio e un lotta di classe
dispiegata che venne abbattuta e silenziata solo grazie alla mobilitazione
violenta e omicida delle classi medie con la copertura dei corpi dello stato.
Oggi le classi subalterne in occidente sono un corpo senza unità e progettualità
e stanno subendo la lotta di classe da quasi mezzo secolo più che produrla.”
Questo l’incipit del primo di due articoli di Stefano Capello usciti su Umanità
Nova
Ne abbiamo parlato con Stefano
Appuntamenti:
Domenica 20 ottobre
Assemblea Antimilitarista
dalle 10 alle 17
A Massenzatico (Reggio Emilia)
Presso le “Cucine del popolo”, via Beethoven 78
Per info: assembleantimilitarista@gmail.com
Sabato 26 ottobre
ore 10,30 13,30
Presidio antimilitarista al Balon
Venerdì 1 novembre
corteo contro la riapertura del CPR di Torino
ore 16 piazza Robilant
Giornate dei disertori
Sabato 2 e lunedì 4 novembre
contro la guerra e il militarismo
Contro la guerra, la produzione bellica, l’occupazione militare delle periferie,
il nazionalismo!
Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!
Con disertori e obiettori di tutte le guerre!
Sabato 2 novembre
No alla città dell’aerospazio! No alla città delle armi
Manifestazione antimilitarista
In via Roma di fronte all’ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP
– Distretto Aerospaziale Piemontese
Lunedì 4 novembre
Iniziative antimilitariste in giro per Torino
Smilitarizziamo la città!
Ogni martedì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
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Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20
per info scrivete a fai_torino@autistici.org
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Leggi di guerra
Venerdì 11 ottobre
ore 21
in corso Palermo 46
Interverrà l’avvocato Eugenio Losco
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde
idee sovversive.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
riunioni ogni martedì alle 20
La stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico
repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle
carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su
caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi fa azioni di
picchetto e blocco sui luoghi di lavoro, a chi sostiene e diffonde idee
sovversive.
La logica di classe e di repressione verso chi lotta è connaturata con
l’ordinamento giudiziario democratico: i provvedimenti adottati da questo
governo la rendono sempre più spudorata e violenta.
Questo ddl si inserisce nel solco già aperto da altri provvedimenti (i decreti
rave, Cutro, immigrazione, Caivano) che mirano a colpire i poveri, gli stili di
vita non conformi, gli stranieri senza documenti. Le misure contro la socialità
non mercificata, quelle contro i profughi e i migranti, l’affondo verso i
giovani, la repressione dei movimenti di lotta sono le architravi del progetto
repressivo del governo.
Quest’insieme di nuove leggi rende sempre più forti i poteri di polizia,
riducendo le pur esili tutele alla libertà di espressione, movimento,
opposizione sociale.
Il grosso aumento delle pene, la meticolosa scelta dei soggetti da colpire e di
quelli da tutelare ne sono il segno distintivo. Più galera per molti, ma non per
tutti, perché la trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente
politica e di classe.
Non solo. Molte misure sono ritagliate su misura su soggetti specifici,
individuati come nemici da colpire.
Si passa dallo stereotipo razzista della borseggiatrice rom sempre incinta alla
legge che impedisce di usufruire della sospensione della pena fino al compimento
del primo anno di età del bambino o della bambina.
Si parte dalla criminalizzazione dei movimenti climatici, sociali e sindacali e
si stabilisce la galera per chi fa un blocco stradale non violento, per chi
traccia scritte su edifici istituzionali, per chi resiste ad uno sfratto.
Le lotte nelle carceri e nei CPR vengono perseguite in modo più duro perché chi
le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. A
questo governo non basta massacrare di botte, privare di ogni dignità,
seppellire in carcere chi da vita a rivolte nei luoghi di reclusione.
Questo governo vuole mettere a tacere qualunque protesta, introducendo
nell’ordinamento un reato collettivo, equiparato a quelli di mafia e terrorismo,
che persegue anche le azioni non violente come lo sciopero della fame.
Si alimenta l’allarme sociale contro chi occupa o resiste ad uno sfratto e poi
si disegna una legge per reprimere chi cerca di prendersi un posto dove vivere.
Dalla criminalizzazione pubblica dell’opposizione politica e sociale scaturisce
il reato di “terrorismo della parola”.
L’opposizione parlamentare, che vede scendere in piazza anche settori spesso
conniventi con pratiche repressive, alla Camera si è limitata a proporre di
assumere più poliziotti e secondini.
Evidentemente, più della sostanza del provvedimento, alla “sinistra”
parlamentare interessa intercettare il consenso delle forze dell’ordine, che
grazie al DDL 1660 stanno per acquisire nuovi privilegi e tutele.
Questi dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur
mantenendosi in una cornice universalista.
Il diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i
nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità.
Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.
Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono
repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione
dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta
sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. La definizione del
“nemico” interno è squisitamente politica ed è appannaggio di chi detiene il
potere di decidere chi mantiene le prerogative del “cittadino” e chi ne è
privato perché considerato individualmente e collettivamente incompatibile con
il nuovo ordine che il governo sta costruendo.
Un ordine che non ha neppure bisogno delle famigerate “leggi eccezionali” del
1926 per colpire la libertà di scioperare, di scrivere e dire la propria, di
lottare per casa, salute, libertà, dignità.
Le leggi sono il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno di una
società. Oggi i fascisti al governo si sentono forti e giocano tutte le carte a
loro disposizione per assicurarsi il totale controllo politico e il
disciplinamento sociale.
Il governo effettua una manovra a tenaglia, muovendosi contemporaneamente su più
fronti. Oltre al piano squisitamente repressivo, Meloni punta ad una riforma
istituzionale che renda ancora più forte l’esecutivo, e persegue un’egemonia
culturale, che vede la scuola, i media e il territorio come spazi di conquista.
Il fascismo sta tornando. Usano la cornice democratica per dare una secca svolta
autoritaria al paese: segno che la democrazia è solo illusione di libertà e
giustizia sociale.
Fermarli è possibile. Occorre rinforzare le reti ed i movimenti che si battono
contro la svolta autoritaria e, insieme, mantenere fermo l’impegno contro la
guerra, il militarismo, il patriarcato, le frontiere, lo sfruttamento, la
devastazione ambientale, il nazionalismo.
Il tempo è ora.
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
Oltre alle inquietanti e libertiticide singole disposizioni di legge, il decreto
sicurezza in discussione alle camere in questi giorni stimola ulteriori
riflessioni generali. Affonda le radici nella retorica emergenziale che reclama
e suggerisce norme speciali, in un’esperienza più che decennale di decreti
sicurezza. Diffonde, con altri provvedimenti passati e attuali, una comprensione
di problemi sociali […]