Tag - Migrante

Call for European Mobilization Against Migrant Expulsion Centers in Albania
Versione italiana al fondo If Europe is building new detention camps, anyone who wishes to live in a free Europe has the responsibility to dismantle them.ย  Administrative detention of migrants is once again becoming the preferred strategy to handle illegalized mobility in Italy. In addition to its commitment to build a Center for Repatriation (CPR) in every single region in Italy, on November 6 last year the Meloni government signed an agreement with the Albanian government to build an Italian hotspot and detention facility for migrants on Albanian soil. This measure attempts to externalize the sovereignty of a European member state over a third countryโ€™s territory concerning immigration and border control. Although Rama and Meloni paint a positive picture of this cooperation, peppered with a language of brotherhood, the Italy-Albania agreement constitutes a clear violation of the principle of Albanian sovereignty and is yet another expression of neocolonial logic, evident in the way Italy dictates control over Albaniaโ€™s territories.Although such a model has been tested elsewhere, such as Australiaโ€™s Pacific Solution, it represents an unprecedented deal in border infrastructure in Europe. This agreement has been welcomed by various EU representatives as well as other member states, well representing a trend across Europe, and beyond, with regards to the control of irregular mobility: dismantling the right to asylum, externalizing, and militarizing borders. From Italy to Albania, from Hungary to the Netherlands, from Germany to Poland, an extreme right-wing wind is blowing, whose primary objective is the criminalisation of racialized people on the move. On the ground of this agreement, however, a rift has opened up between the executive and judicial powers both at Italian and European levels concerning the definition of โ€œsafe countriesโ€, on which the legitimisation of the system of accelerated border and deportation practices is based. The Italian government thus defines countries such as Tunisia, Egypt, or Bangladesh as โ€œsafeโ€, to name just a few, ignoring the evident conditions of oppression that various segments of the population endure in these places. The current clash between institutions shows the political space that has opened up, which we must be able to occupy in order to propose, defend, and shape more democratic mechanisms for managing migration within and towards Europe. If the Rama-Meloni pact represents a dangerous experiment that goes beyond the political interests of Italy and Albania, then now more than ever, we need a trans-European mobilizationโ€”stretching even beyond the EUโ€™s geopolitical bordersโ€”to reconnect and strengthen the many solidarity networks built over the years in support of freedom of movement. For this reason, we call on groups from across Europe and neighboring countriesโ€”no-border activists, people on the move, BIPOC, grass-roots collectives, associations, NGOsโ€”who have been active for years along the borders and in opposition to forced confinement. Together, let us build a shared space of dissent, starting with the mobilizations against the centers in Albania, where we will take a leading role in the coming weeks. With the Network Against Migrant Detention (NAMD), which brings together many groups and organizations from both Italy and Albania, we will gather on December 1 and 2 in Tirana and at the camps in Shรซngjin and Gjadรซr to oppose the neo-colonial model of outsourcing border control through the Meloni-Rama pact. We invite everyone to join us and mobilize together for the abolition of migrant detention and borders, the establishment of safe and accessible entry routes and the issuance of a European document, and freedom of movement for all. See you in Tirana! โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€” INVITO ALLA MOBILITAZIONE EUROPEA CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE PER MIGRANTI IN ALBANIA Se lโ€™Europa costruisce nuovi lager, chiunque desideri di vivere in unโ€™Europa libera ha la responsabilitร  di abbatterli. In Italia la detenzione amministrativa per persone migranti sta tornando ad essere la strategia privilegiata per gestire la mobilitร  illegalizzata. Oltre ad impegnarsi a costruire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in ogni regione, il 6 novembre 2023 il governo Meloni ha siglato lโ€™accordo con il governo albanese per la costruzione di un hotspot e una struttura detentiva per migranti italiana su suolo albanese. Di fatto questa misura รจ il tentativo per esternalizzare la sovranitร  di uno stato membro europeo sul suolo di uno stato terzo in materia di immigrazione e controllo delle frontiere. Sebbene Rama e Meloni dipingono un quadro positivo di cooperazione, abbellito da un linguaggio di fratellanza, lโ€™accordo Italia-Albania costituisce una chiara violazione del principio di sovranitร  albanese ed รจ lโ€™ennesima espressione di una logica neocoloniale, evidente nel modo in cui lโ€™Italia impone il controllo sui territori dellโ€™Albania. Se questo modello รจ giร  stato sperimentato in altri luoghi, come per la Pacific Solution in Australia, esso rappresenta unโ€™inedita novitร  nella infrastruttura di confine in Europa. Questo patto รจ stato accolto positivamente da diversi esponenti dellโ€™Unione Europea come di altri paesi membri, ben rappresentando la tendenza che attraversa lโ€™Europa, e non solo, per quanto riguarda il controllo della mobilitร  umana: smantellare il diritto dโ€™asilo, esternalizzando e militarizzando il confine. Dallโ€™Italia allโ€™Austria, dallโ€™Ungheria allโ€™Olanda, dalla Germania alla Polonia, spira un vento di estrema destra che ha come primo obiettivo la criminalizzazione delle persone razzializzate e in movimento. Sul terreno di questo accordo, tuttavia, si รจ aperta una frattura tra potere esecutivo e giudiziario a livello italiano ed europeo per quanto riguarda la definizione di โ€œpaesi sicuriโ€, su cui si basa la legittimazione del sistema delle pratiche di frontiera accelerate e di deportazione. Il governo Italiano definisce quindi โ€œsicuriโ€ paesi come la Tunisia, lโ€™Egitto o il Bangladesh, per citarne solo alcuni, ignorando le evidenti condizioni di oppressione che diverse porzioni di popolazioni vivono in questi luoghi. Lo scontro tra istituzioni che si sta consumando oggi denota lo spazio politico che si รจ aperto e che dobbiamo essere in grado di occupare per proporre, difendere e determinare meccanismi piรน democratici della gestione delle migrazioni in e verso lโ€™Europa. Se il patto Rama-Meloni rappresenta una pericolosa sperimentazione che eccede lโ€™interesse politico di Italia e Albania, allora mai come oggi abbiamo bisogno di una mobilitazione transeuropea, ben oltre i confini geopolitici UE, che riallacci e rafforzi le numerose reti di solidarietร  sviluppatesi negli anni in supporto alla libertร  di movimento. Per questo invitiamo le realtร  europee e dei paesi vicini, da anni mobilitate sui confini e contro il confinamento coatto, ONG, attivist@ no border, persone in movimento e di origine non europea, a costruire insieme uno spazio di dissenso partendo dalle mobilitazioni contro i centri in Albania che ci vedranno protagonist@ nelle prossime settimane. Con la rete Network Against Migrant Detention (NAMD), che raccoglie tanti soggetti e realtร  sia italiane che albanesi, ci troveremo lโ€™1 e il 2 dicembre a Tirana e presso i campi di Shรซngjin e Gjadรซr per opporci al modello neocoloniale di delocalizzazione del controllo delle frontiere attraverso il patto Meloni-Rama. Lโ€™invito รจ ad esserci e a mobilitarsi insieme per lโ€™abolizione della detenzione di migranti e dei confini; per lโ€™apertura di canali dโ€™ingresso sicuri e accessibili il rilascio di un documento europeo; per la libertร  di movimento per tutt@ Ci vediamo a Tirana!
November 19, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
Mobilitazione in Albania (N.A.M.D.)
๐Ÿ”ด ๐ƒ๐ฎ๐ž ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐š ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐ž ๐š๐ข ๐œ๐ž๐ง๐ญ๐ซ๐ข ๐๐ข ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐ž ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด English below Con la conferenza stampa del 6 novembre come ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, una nuova rete transnazionale di attivistษ™ italiani e albanesi, abbiamo lanciato una ๐’…๐’–๐’† ๐’ˆ๐’Š๐’๐’“๐’๐’Š ๐’…๐’Š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’•๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’‘๐’†๐’“ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š ๐’‚๐’ ๐’‘๐’‚๐’•๐’•๐’ ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š e per la ๐’„๐’‰๐’Š๐’–๐’”๐’–๐’“๐’‚ ๐’…๐’†๐’Š ๐’„๐’†๐’๐’•๐’“๐’Š ๐’…๐’Š ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’† ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“ ๐’Š๐’ ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. Il patto rappresenta ๐’โ€™๐’†๐’๐’๐’†๐’”๐’Š๐’Ž๐’ ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’…๐’Š ๐’†๐’”๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’›๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’…๐’†๐’๐’๐’† ๐’‡๐’“๐’๐’๐’•๐’Š๐’†๐’“๐’† e sperimenta la creazione di vere e proprie strutture di detenzione amministrativa per le persone migranti, trasformandosi quindi in un pericoloso precedente allโ€™interno dellโ€™infrastruttura europea di contrasto alla libertร  di movimento e al diritto di asilo, un ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’‚๐’“๐’Š๐’ ๐’…๐’Š ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’๐’† ๐’† ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’‚๐’Ž๐’†๐’๐’•๐’ ๐’‚ ๐’„๐’–๐’Š ๐’—๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚๐’Ž๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š. ๐Ÿ”ฅรˆ quindi per noi fondamentale come ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐šฬ€ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ๐ž ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ณ๐š๐ญ๐š ๐๐š๐ฅ ๐›๐š๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐š๐ซ๐œ๐ข ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ซ๐œ๐ข, sia con un presidio allโ€™hotspot di Shenjin e al Cpr di Gjadรซr domenica 1 dicembre, che con una manifestazione a Tirana lunedรฌ 2 dicembre davanti alle istituzioni responsabili dellโ€™accordo. Vogliamo opporci a questo modello neocoloniale creando un ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐š๐ฆ๐ฉ๐ข๐จ ๐ž ๐ญ๐ซ๐š๐ฌ๐ฏ๐ž๐ซ๐ฌ๐š๐ฅ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅโ€™๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐๐ž๐ฅ ๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ๐š ๐‚๐๐‘ ๐ช๐ฎ๐ข ๐ž ๐š๐ฅ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฎ๐งโ€™๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐š ๐๐ข ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ž ๐๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐ณ๐ข๐š ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ž ๐ž ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅ๐š ๐ฅ๐ข๐›๐ž๐ซ๐ญ๐šฬ€ ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐๐ข ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญษ™. โœˆ๏ธ๐‘ƒ๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ข๐‘™๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘– ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ง๐‘–๐‘œ๐‘›๐‘– ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘ ๐‘ข ๐‘๐‘œ๐‘š๐‘’ ๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘›๐‘‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘’ ๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘Ž ๐‘‘๐‘ข๐‘’ ๐‘”๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘›๐‘– ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž ๐‘ ๐‘๐‘Ÿ๐‘–๐‘ฃ๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘๐‘–! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก ย  ย  ENG: ย  ๐Ÿ”ด ๐“๐ฐ๐จ ๐ƒ๐š๐ฒ๐ฌ ๐จ๐Ÿ ๐Œ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐š๐ญ๐ข๐จ๐ง ๐ข๐ง ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐š๐ง๐ ๐š๐ญ ๐ญ๐ก๐ž ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐š๐ง๐ ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐‚๐ž๐ง๐ญ๐ž๐ซ๐ฌ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด ย  With the press conference on November 6th, as the ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, a new transnational network of Italian and Albanian activists, we launched a ๐’•๐’˜๐’-๐’…๐’‚๐’š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’† ๐’•๐’‰๐’† ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š ๐’‘๐’‚๐’„๐’• and demand ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’๐’๐’”๐’–๐’“๐’† ๐’๐’‡ ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’†๐’๐’•๐’†๐’“๐’” ๐’Š๐’ ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“, ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. The pact represents yet ๐’‚๐’๐’๐’•๐’‰๐’†๐’“ ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’ƒ๐’๐’“๐’…๐’†๐’“ ๐’†๐’™๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ and experiments with the creation of actual administrative detention facilities for migrants, thus setting a dangerous precedent within the European infrastructure aimed at restricting freedom of movement and the right to asylum โ€” ๐’‚ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’š-๐’ƒ๐’‚๐’”๐’†๐’… ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’†๐’Ž๐’†๐’๐’• ๐’•๐’‰๐’‚๐’• ๐’˜๐’† ๐’˜๐’‚๐’๐’• ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’†. ย  ๐€๐ฌ ๐š๐ง ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ž๐ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐ฒ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ, ๐ข๐ญ ๐ข๐ฌ ๐œ๐ซ๐ฎ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐ฎ๐ฌ ๐ญ๐จ ๐ ๐š๐ญ๐ก๐ž๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ญ๐จ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐ž, both with a protest at the Shenjin hotspot and the Gjadรซr CPR on Sunday, December 1st, and with a demonstration in Tirana on Monday, December 2nd, in front of the institutions responsible for the agreement. We want to resist this neo-colonial model by ๐œ๐ซ๐ž๐š๐ญ๐ข๐ง๐  ๐š ๐›๐ซ๐จ๐š๐, ๐œ๐ซ๐จ๐ฌ๐ฌ-๐œ๐ฎ๐ญ๐ญ๐ข๐ง๐  ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐ญ๐จ ๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ฌ๐ก ๐ญ๐ก๐ž ๐‚๐๐‘ ๐ฌ๐ฒ๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ ๐ก๐ž๐ซ๐ž ๐š๐ง๐ ๐ž๐ฅ๐ฌ๐ž๐ฐ๐ก๐ž๐ซ๐ž, ๐ญ๐จ ๐›๐ฎ๐ข๐ฅ๐ ๐š ๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐ž ๐จ๐Ÿ ๐ซ๐ข๐ ๐ก๐ญ๐ฌ ๐š๐ง๐ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐ฃ๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐œ๐ž, ๐š๐ง๐ ๐ญ๐จ ๐Ÿ๐ข๐ ๐ก๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐Ÿ๐ซ๐ž๐ž๐๐จ๐ฆ ๐จ๐Ÿ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐š๐ฅ๐ฅ. ย  ๐น๐‘œ๐‘Ÿ ๐‘“๐‘ข๐‘Ÿ๐‘กโ„Ž๐‘’๐‘Ÿ ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘™ ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘› ๐‘œ๐‘› โ„Ž๐‘œ๐‘ค ๐‘ก๐‘œ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘ก๐‘’ ๐‘–๐‘› ๐‘กโ„Ž๐‘’ ๐‘ก๐‘ค๐‘œ ๐‘‘๐‘Ž๐‘ฆ๐‘  ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž, ๐‘”๐‘’๐‘ก ๐‘–๐‘› ๐‘ก๐‘œ๐‘ข๐‘โ„Ž ๐‘ค๐‘–๐‘กโ„Ž ๐‘ข๐‘ ! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก
November 15, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
LE DEPORTAZIONI CONTINUANO
Nella giornata di ieri, la nave Libra รจ approdata in Albania con otto persone migranti a bordo (di cui una riportata in Italia per motivi di salute โ€œincompatibiliโ€ con la reclusione: come se esistesse qualcun realmente compatibile a lager disumani come questi).La macchina delle espulsioni non si ferma neppure quando entra in contraddizione con lo stesso diritto che la tiene in piedi. Risulta evidente come il governo italiano sia in affanno e pur di non cedere effettua violente deportazioni tanto inutili quanto costose (134 milioni di euro allโ€™anno). Ancora una volta assistiamo a questa farsa mentre arriva la notizia che un uomo di 33 anni del CARA di Bari รจ deceduto dopo aver ingoiate delle pile come gesto di denuncia. Le persone risiedenti nel centro si sono rivoltate scatenando la loro rabbia dopo che da giorni richiedevano condizioni migliori. In quello stesso CARA sono โ€œospitiโ€ anche 12 dei 16 migranti che erano stati deportati nellโ€™hotspot albanese di Gjader e che poi han fatto ritorno in Italia. Intanto, a Torino si prepara il terreno per la riapertura del CPR di corso Brunelleschi, tra i plausi della destra e la stucchevole indignazione di chi amministra questa cittร . Sembra doveroso ricordare che il PD, che oggi organizza flashmob per opporsi alla riapertura, ieri ha fatto da apripista e alimentato queste stesse politiche. Non dimentichiamo che circa venticinque anni fa รจ stato proprio il PD (allora DS) il promotore e creatore, con la Turco-Napolitano, dei primissimi CPT (Centri di permanenza temporanea), poi CIE e oggi CPR. Ma pur volendo sorvolare sugli errori del passato, lโ€™alternativa proposta dal PD pochi giorni fa in circoscrizione 3 si presenta tanto confusa quanto securitaria. Infatti, si limita a chiedere, per le persone migranti uscite dal carcere, lโ€™obbligo di firma e dimora con eventuali attivitร  di supporto nellโ€™attesa del rimpatrio. Ovviamente per chi se lo merita e non ha un profilo troppo โ€œcriminaleโ€; per questโ€™ultimi invece si รจ parlato di procedure di rimpatrio direttamente dal carcere, evitando (o proprio confermando?) dubbi tra metafore e sovrapposizioni tra carcere e CPR. E i/le migranti che non arrivano dal carcere? Non รจ dato sapere. Ci opponiamo a qualsiasi forma ibrida di controllo e repressione sui corpi delle persone migranti, per quanto infiocchettate di โ€œrieducazioniโ€ e โ€œreinserimentiโ€ vari. Lโ€™unica alternativa รจ lโ€™eliminazione del privilegio dei documenti e delle barriere istituzionali ad una vita degna per tutt*. I CPR LI VOGLIAMO CHIUSI. MAI PIร™ CPR, Nรˆ QUI Nรˆ ALTROVE
November 9, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
UNA DEPORTAZIONE A 20 NODI DI VELOCITร€
Sono iniziate le deportazioni in Albania. Mentre a livello geopolitico si muovono le richieste del primo ministro albanese di entrare nellโ€™Europa che conta , sul pattugliatore Libra della Marina Militare Italiana sono state caricate , previa selezione arbitraria, sedici persone, di cui dieci di origine egiziana e sei bengalese.Approdate al porto di Shengjin, Albania, le persone deportate sono state sottoposte a un secondo sommario controllo per confermare il loro stato di detenzione; le sedici persone sono state discrezionalmente individuate mentre affrontavano la traversata in mare insieme ad altre, utilizzando come pretesto lโ€™applicazione di parametri in nessun modo e contesto valutabili, come la loro presunta โ€œnon vulnerabilitร โ€ o la provenienza da un cosiddetto Paese Sicuro (concetto contestato anche dalla Corte di Giustizia Europea). Discrezionalitร  che si รจ resa evidente una volta giunti al porto, 4 delle sedici persone sono state poi dichiarate โ€œnon idoneiโ€ e dovranno essere ritrasferite in Italia (utilizziamo il futuro perchรฉ da ieri sopraggiungono svariate notizie della brutalitร  con cui รจ stata gestita la situazione). Questa โ€œprocedura di frontiera accelerataโ€ (cfr. DL 20/2023) , giร  attuata a Pozzallo e a Porto Empedocle, non รจ mai stata confermata dai tribunali italiani in quanto presenta numerosi profili di illegittimitร  e comprime le garanzie e le libertร  previste per coloro che presentano domanda di asilo. I tribunali stessi hanno considerato il trattenimento dei e delle richiedenti asilo illegittimo, contestando il concetto stesso di paese sicuro e affermando che le richieste dโ€™asilo vanno affrontate su base personale. Di fronte a tutto ciรฒ, risulta oltremodo anacronistico rinchiudersi nella propria indignazione, senza tentare di inceppare la macchina razzista e mortifera delle espulsioni e della detenzione amministrativa. Per questo, e non solo, il 01 Novembre scenderemo nelle strade, perchรฉ non saremo spettatori e spettatrici silenti davanti ad un sistema di deportazioni, perchรฉ Frontex e le frontiere vanno cancellate e non esternalizzate, perchรฉ il CPR di Torino o in Albania non puรฒ e non deve riaprire! Ci vediamo venerdรฌ 01 novembre ore 16 in piazza Robilant. Contro CPR e Frontiere! Tutt* liber*! https://gabrio.noblogs.org/files/2024/10/VID-20241018-WA0000.mp4
October 18, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
PER UNA CHIAMATA DI DISCUSSIONE E MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO.
TORINO / 1,2 e 3 Novembre 2024 Se primavera ed estate 2024 sono state scandite dal calore di proteste, scioperi, rivolte ed evasioni โ€“ sopratutto dentro le galere di in ogni parte del paese โ€“ non si puรฒ dire che la controparte non stia, di pari passo, affilando la sua lama, puntandola spietatamente contro poverx, migranti e ribelli nonchรฉ chiunque porta solidarietร  e prova a opporsi e resistere. Gli strumenti legislativi a disposizione delle procure si stanno, infatti, rimpolpando di disegni e decreti legge criminogeni che mirano ad ampliare il ventaglio dei reati, intensificarne le pene e abbassare la soglia di punibilitร . Il ddl 1660, in corso di approvazione, rispecchia molto bene la realtร  in cui ci vogliono costringere a vivere. Difatti, in maniera molto dettagliata e puntuale, va a colpire tutti gli ambiti dove negli ultimi anni sono state portate avanti le proteste e le lotte piรน incisive che hanno attraversato il paese, dai luoghi di detenzione (carcere e CPR) alle mobilitazioni contro il disastro climatico. Dโ€™altronde non servirebbe uno degli ultimi omicidi โ€“ in ordine temporale, e tra i piรน noti, che da decenni accadono nelle campagne italiane โ€“ di Satnam Singh a ricordarci che la linea del colore e lโ€™oppressione di classe segnano indelebilmente il destino allโ€™interno delle dinamiche di sfruttamento della forza lavoro. O lโ€™assassinio di Oussama Darkaoui nel CPR di Palazzo San Gervasio a ribadire, ancora una volta, come le galere amministrative assolvano quotidianamente a uno dei loro compiti principali: terrorizzare i/le liberx senza documenti europei โ€“ resx clandestinx dalle leggi โ€“ affinchรฉ non osino lottare, autodeterminarsi ed esistere fuori dagli schemi della paura e del dominio. Eppure, questa calda estate ci ha dimostrato che davanti alla brutale ingiustizia e violenza agita dallo Stato, non รจ solo la paura a dominare gli animi. Da Nord a Sud le proteste hanno scaldato i centri di detenzione โ€“ sia penale che amministrativi, ad ogni latitudine e per mano di ogni etร . Fuori da quelle mura, solidali e complici han cercato le proprie strade per mostrare supporto, tessere legami, far circolare le notizie, rendersi tasselli di comunicazione, affiancando chi ha deciso di parlare per sรฉ attraverso rivolte e proteste. Sappiamo che il capitalismo differenziale โ€“ tanto piรน se in crisi economica e in un panorama bellico โ€“ ha sempre piรน bisogno di allargare le maglie quantitative del contenimento, irregimentare i metodi di tortura con il fine โ€“ neanche tanto sottinteso โ€“ di terrorizzare su larga scala e contenere coloro che si ribellano. Guerra, violenza, repressione, sorveglianza e incarcerazione, costituiscono gli strumenti necropolitici per antonomasia che si ripercuotono materialmente sui corpi provocando morte e sofferenza. Spezzano i legami ma, allo stesso tempo, producono nuove relazioni sociali, nuove grammatiche del potere, iscrivendole allโ€™interno di unโ€™economia politica imperniata sulla gerarchizzazione dellโ€™umano. La necropolitica, provando a interpretare i presenti sconvolgimenti globali, non รจ tuttavia semplicemente un processo bensรฌ un vero e proprio paradigma. Il conflitto bellico tra lโ€™Ucraina e la Federazione Russa e il genocidio in atto da parte dello stato sionista nei confronti della popolazione palestinese, sono โ€“ allโ€™interno di questo quadro โ€“ potenti esempi di come agisce tale macchina. Alle nostre latitudini i venti di guerra soffiano in molteplici direzioni; ne sono un esempio, da un lato, gli investimenti massicci nel settore bellico da parte del governo Meloni, dallโ€™altro la stesura di decreti sicurezza, creati ad hoc, in cui vengono categorizzati sempre piรน nuovi nemici interni, evocando incessantemente una supposta minaccia incombente sulla stabilitร  del sistema economico e sociale. Non limitandoci a osservare il fenomeno della guerra, come mera espressione dei/delle governanti di turno o di contingenti necessitร  geopolitiche, ci preme piuttosto leggere il presente bellico come parte integrante del capitalismo, e nella fattispecie di quello neoliberale, grimaldello della paura e della retorica massmediatica: base discorsiva per lโ€™assestarsi o lโ€™accelerare di alcune modificazioni del presente. Fondamentale, in merito ai discorsi oggetto di questa chiamata, lโ€™intensificarsi di una retorica potente sul nemico interno delineato, non solo in chi lotta o dissente, ma soprattutto in colui che si trova ai margini del privilegio di classe e razza. A tal proposito, il razzismo sistemico e sistematico, lโ€™islamofobia, la clandestinizzazione forzata delle persone in viaggio senza documenti europei, la brutalitร  delle frontiere e le morti in galere e CPR, sono parte del complesso set di strumenti torturatori che il potere si dร  per tenere sotto scacco una vasta quantitร  di popolazione. Ne consegue unโ€™architettura lineare che oggi sfrutta sul lavoro, domani capitalizza nei centri di detenzione e โ€“ magari โ€“ in un futuro guerreggiato neanche troppo lontano, ricatta per comporre le fila di una possibile legione straniera. Delineare la geografia del razzismo sistemico e sistematico diventa lo strumento analitico fondamentale per trovarsi, tra complici e solidali, riconoscersi e identificare i punti di attacco. A seguito dellโ€™importante chiamata promossa dalla Rete Campagne in Lotta (https://campagneinlotta.org/violenze-e-morte-alle-frontiere-razzismo-quotidiano-segregazione-rispondiamo-a-tutto-questo/) ad Aprile a Roma, proponiamo un seguito di quel momento di confronto a Torino, per lโ€™1/2/3 Novembre 2024. Occasione preziosa per lanciare anche unโ€™iniziativa pubblica contro la riapertura del CPR di Torino, chiuso per la prima volta nel Marzo 2023 grazie a tre settimane di coraggiose rivolte, che han permesso al fuoco di distruggere, totalmente, una galera per persone senza documenti europei attiva da 25 anni. Un anno e mezzo fa, allโ€™incirca, il CPR di Corso Brunelleschi veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi, rendendo materialmente piรน fragile un tassello della macchina delle espulsioni nostrane. Da quelle calde giornate invernali di fuoco, numerose sono state le rivolte, le evasioni e gli scontri contro la polizia, che hanno caratterizzato la quotidianitร  allโ€™interno dei lager di Stato italiani. La violenza agita dalla detenzione amministrativa va inserita in un quadro ampio e complesso che conduce a uno sguardo sulla macchina delle espulsioni e ai CPR, come la punta visibile di un iceberg, in cui si annodano piรน strati e substrati di violenza e razzismo sistemico. Se, infatti, il razzismo รจ un concetto solido โ€“ tangibile nella sua produzione di conseguenze materiali โ€“ urge produrre un discorso intellegibile che, con puntualitร , renda esplicita la geografia dellโ€™oppressione, lungo la linea del colore e della classe. Estrapolare la lotta contro i CPR, da un discorso unicamente antidetentivo, ci consente di rendere esplicito il ruolo che queste prigioni hanno nel fungere anche, e non solo, da monito ai liberi e rafforzare cosรฌ il ricatto del permesso di soggiorno. Lottare contro le galere amministrative, assume cosรฌ, un significato nel porsi a fianco dei migranti, lavoratori e non, che chiedono documenti, casa e tutele per tuttx. In questo panorama, attaccare la forma tangibile di una frontiera vuol dire porsi al fianco di chi รจ rimbalzato, tramite dispositivi e leggi europee, tra lโ€™essere lโ€™oggetto di scambio tra Stati, merce di profitto per privati, strumento di pressione mediatica per fini nazionalistici e/o manodopera a basso costo. Sentiamo sempre piรน urgente, prioritario e impellente incontrarci e organizzarci per analizzare il reale mortifero in cui viviamo, trovarci tra complici e tessere le reti di alleanze possibili con il fine di trovare i punti di attacco allโ€™impianto razzista che scandisce la quotidianitร  nel capitalismo di oggi. Il coraggio dirompente del reclusi del CPR di Torino nel Febbraio 2023 non puรฒ rimanere silente, dimenticato e rifagocitato dalla macchina razzista. A tal proposito invitiamo compagnx, complici, solidali a venire a Torino nei primi giorni di Novembre per tre giorni di discussione e mobilitazione nazionale. ///////////////////////////////////////////////////////////// ย  PROGRAMMA GIORNATE VENERDI 1 NOVEMBRE ORE 16 CORTEO NEL QUARTIERE DI SAN PAOLO CONTRO LA RIAPERTURA DEL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI SABATO 2 NOVEMBRE DALLE ORE 1O ASSEMBLEA PRESSO IL CSOA GABRIO, via Millio Torino DOMENICA 3 NOVEMBRE DALLE ORE 10 ASSEMBLEA (solo la mattina) ย  ย  Per info e ospitalitร  scrivere a: antirazzistxpiemonte[at]autistici.org
September 22, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
Freedom, Hurrya, Libertร  โ€“ ad un anno dalla chiusura del CPR torinese
Il CPR di Torino รจ chiuso da un anno. Questo รจ accaduto grazie alla determinazione delle persone detenute che con le loro ultime rivolte hanno decretato la totale chiusura del centro, dopo quasi 25 anni di attivitร . Le rivolte sono avvenute nelle giornate del 4 e 5 febbraio e nella serata del 20 febbraio 2023 โ€ฆ Continua la lettura di Freedom, Hurrya, Libertร  โ€“ ad un anno dalla chiusura del CPR torinese โ†’
March 2, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
CORTEO contro tutti i CPR
A Torino il CPR รจ stato distrutto,ย maย i CPR esistono ancora! ๐Ÿ”ด sabato 16/03 ore 14:30 in piazza castello รˆ passato poco piรน di un anno dalle rivolte che hanno fatto chiudereย il centro di detenzioneย diย Torino, inย corso Brunelleschi,ย maย nel frattempoย la macchina delle espulsioni e della detenzione amministrativaย รจย andata avanti, causandoย morti e violenze di stato, a cui i detenuti hanno โ€ฆ Continua la lettura di CORTEO contro tutti i CPR โ†’
March 1, 2024 / C.S.O.A. GABRIO
Questura Illegale
Quello che รจ successo pochi giorni fa fuori dalla questura di Torino, e che qualche quotidiano derubrica ad unโ€™eccezionale fatto di cronaca, deve necessariamente essere inserito nel contesto, tuttโ€™altro che eccezionale, delle pratiche illegittime della questura e della ricattabilitร  che subiscono le persone non europee. La questura di Torino, come la maggior parte delle questure โ€ฆ Continua la lettura di Questura Illegale โ†’
November 28, 2023 / C.S.O.A. GABRIO
Mail bombing e phone bombing contro Operosa โ€“ MAI PIร™ CPR MAI PIร™ LAGER
19 e 20 luglio Mobilitiamoci affinchรฉ nessuna azienda sia complice dei lager di stato. Mail bombing e phone bombing contro Operosa di seguito il testo della mail e al fondo indirizzi e numero di telefono ย  Allโ€™attenzione dellโ€™amministrazione di Operosa S.p.A., Sappiamo che da due mesi lavorate allโ€™interno del CPR di corso Brunelleschi a Torino. โ€ฆ Continua la lettura di Mail bombing e phone bombing contro Operosa โ€“ MAI PIร™ CPR MAI PIร™ LAGER โ†’
July 18, 2023 / C.S.O.A. GABRIO