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AGGIORNAMENTI QUESTURA
L’orologio segna le 6.53. La coda che conduce all’ingresso di via Doré è tanto lunga da girare l’angolo e arrivare all’altro ingresso di via Grattoni. Qui, vengono distribuiti, ogni mattina, circa 8 tagliandini che consentono l’accesso alla struttura per formalizzare la domanda di asilo, un passo fondamentale senza cui i propri diritti al lavoro, alla casa, alla salute sono spesso negati. Fortunatamente, oggi non piove: il gazebo blu montato qualche mese fa non è infatti sufficiente a coprire nemmeno un quarto delle persone che già da ore attendono in coda.  A. è arrivato alle 4 e mezza del mattino per essere tra i primi della coda, trovando però già diverse persone davanti a lui. G. ha sedici anni, è in fila già da un paio d’ore. Dice che sta avendo problemi a scuola perché da ormai due settimane è costretto ad entrare alla seconda ora per tentare di presentare domanda di asilo.  Dopo un po’ il portone della questura si socchiude: la fila si ricompone e si forma anche un certo silenzio. Dal portone esce un uomo di mezza età, vestito con un pantalone mimetico, anfibi, un pullover nero e un cappellino verde militare che gli copre lo sguardo. Si accosta al portone e si accende una sigaretta. E’ solo osservando il modo in cui si rivolge ad alcune persone in divisa, uscite dopo di lui, che realizzo che non si tratta di qualcuno che hanno rilasciato dalla questura ma di un ispettore di polizia.  Per quanto alienante risulti per me, un poliziotto travestito da militare rispecchia la fusione tra apparato poliziesco e militare che a Torino caratterizza ormai la gestione dell'”ordine pubblico”. Una realtà familiare per molte delle persone in fila, esposte alla militarizzazione di interi quartieri e pratiche di profilazione razziale. Ad un certo punto, chiedono alla fila di spingersi contro il muro. Iniziano a camminare lungo la fila, ma l’ispettore non sembra degnare di uno sguardo nessuno. Cammina in mezzo ai poliziotti, aspirando di tanto in tanto dalla sua sigaretta. Fanno avanti e indietro un paio di volte, e disinteressandosi all’ordine della fila selezionano alcune persone. Dopo un po’, vado loro incontro, per segnalargli che vicino a me c’è una signora con un minore. “Loro sono sudamericani? Ho già preso una famiglia stamattina… devo dividere un po’ le etnie. Facciamo lunedì. Tanto io me li ricordo”. Alla mia richiesta di come avviene la selezione la risposta è che “cerchiamo di valutare un po’ tutto… le esigenze più grosse… la presenza più costante”.  Gli agenti invitano la fila a disperdersi: per oggi basta, bisogna tornare la prossima settimana. Qualcuno si allontana scuotendo la testa, esausto: “Lunedì, sempre lunedì… e poi la stessa storia“ Ovviamente nessun vero screening di vulnerabilità è stato fatto, nessun nome è stato annotato, nessuna lista è stata creata. L’accesso al diritto di asilo a Torino è lasciato al caso, alle procedure di profilazione razziale del funzionario di turno, alla speranza che la prossima volta non ci sia un ispettore diverso, che si ricordi di te o che non sia già stata fatta entrare una persona che condivide le tue stesse vulnerabilità o la tua stenza apparenza “etnica”.  Dietro all’informalità e regole contraddittorie, continuano a nascondersi discrezionalità e violenza. Di fronte a una persona che tenta da settimane di entrare, i funzionari non hanno problemi a riconoscere di vederlo lì tutte le mattine, ma di non averlo mai fatto entrare perché è “giovane e forte”.  Inoltre, se ad eventuali accompagnatori, spesso avvocati bianchi, è riservato un trattamento a tratti cordiale, chi attende in fila è frequentemente aggredito. A una persona che insisteva a chiedere informazioni sulla distribuzione dei numeri per entrare il questurino dice “abbassa la voce che sono le 7, non ti ho mai visto, la prossima volta impara a svegliarti prima e arrivare per tempo”. 
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[2025-05-21] Assemblea cittadinanza - Referendum & Corteo del 2 giugno @ bocciofila rami secchi
ASSEMBLEA CITTADINANZA - REFERENDUM & CORTEO DEL 2 GIUGNO bocciofila rami secchi - lungo dora colletta 39 (mercoledì, 21 maggio 18:30) nvitiamo tutte le realtà cittadine attive contro il razzismo ad aderire alla campagna per votare 5 si ai quesiti referendari e ad attivarsi per una mobilitazione che porti all’ordine del giorno il razzismo istituzionale. Vogliamo discutere insieme nell’assemblea del 21 di maggio l’organizzazione della manifestazione del 2 di Giugno, approfondendo le tematiche del referendum. Immaginiamo questa manifestazione come l’occasione migliore per condividere nella loro articolazione le forme attraverso cui il razzismo si radica nella nostra società e lo sfruttamento colpisce le nostre vite. Questo corteo sarà un momento della campagna per andare a votare l’8 e il 9 giugno insieme a dibattiti e banchetti informativi che stiamo portando avanti e a cui vogliamo allargare la partecipazione. L’8 e il 9 giugno si voterà per cambiare una parte della legge 91/1992 che da trent’anni disciplina le possibilità di diventare “cittadinə italianə”. Il referendum prevede il dimezzamento del requisito di residenza legale richiesto per le persone maggiorenni interessate ad acquisire la cittadinanza, che passerebbe da 10 a 5 anni. Senza dubbio questo referendum è uno strumento per ottenere un miglioramento delle condizioni di vita delle persone che nelle nostre città vogliono costruire i propri percorsi di esistenza. Dimezzare il tempo per richiedere la cittadinanza consentirà a moltissime persone e alle figlə, di rendere più stabili le proprie vite. Questo è un punto di partenza piuttosto che di un punto di arrivo: rendiamolo uno spunto per aprire una discussione collettiva sul razzismo sistemico, dalla legge sulla cittadinanza, alla violenza degli uffici per i rinnovi fino al razzismo nel mercato immobiliare.
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RACCOLTA SOLIDALE PER I DETENUTI DEL CPR DI TORINO
Dopo due anni, torniamo a raccogliere beni di prima necessità per le persone recluse nel CPR. Il lager torinese ha riaperto ormai più di un mese fa; è cambiato l’ ente gestore, ma nella realtà nulla all’interno è cambiato. I detenuti sono trattenuti in condizioni invivibili, sia in termini materiali sia rispetto alla violenza quotidiana a cui sono costretti. Da dentro chiedono di poter accedere a beni di prima necessità, come vestiti puliti e biscotti. Il cibo, “offerto” dal nuovo gestore Sanitalia, è immangiabile, esattamente come in passato. Dentro il CPR c’è uno spaccio alimentare dove i prezzi sono proibitivi (un pacco di biscotti costa 7€). La dignità di queste persone è oggi come allora calpestata ogni giorno nei modi più disparati possibili. La nostra solidarietà è un’arma, usiamola! Leggi tutto: RACCOLTA SOLIDALE PER I DETENUTI DEL CPR DI TORINO Ci sono due modi per farlo: -facendo una donazione tramite satyspay -portando i generi di prima necessità martedì e mercoledì dalle 18.00 alle 20.30 al CSOA GABRIO in Via Millio 42 CHE COSA SERVE? (LEGGI CON ATTENZIONE) Beni alimentari: Caffè in cartone (in alluminio non entra) Thè Merendine Zucchero in bustine (pacchi grandi non entrano) Biscotti Pan bauletto Beni igienici: Shampoo Balsamo Bagnoschiuma Crema corpo (No plastica dura) Vestiti (appena lavati!): Tutto da uomo Mutande (nuove) Calzini (nuovi) Pantaloncini T-shirt Polo Magliette maniche lunghe Felpe (togliere lacci) Ciabatte di plastica dal 41 in sù (no parti di metallo)
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[2025-05-09] Doveri senza diritti - Oltre il referendum e contro il razzismo sistemico @ Cecchi point
DOVERI SENZA DIRITTI - OLTRE IL REFERENDUM E CONTRO IL RAZZISMO SISTEMICO Cecchi point - Via antonio cecchi 17 (venerdì, 9 maggio 18:00) Sapevi che la cittadinanza italiana si ottiene principalmente per discendenza? Se hai genitori o antenati italiani, sei italiano per nascita.Se invece vivi, studi e lavori qui, sei esclusə dalla cittadinanza a meno che dopo 10 anni di vita in Italia, non possa dimostrare di aver risieduto legalmente e tanti altri requisiti molto difficili da ottenere. Senza la cittadinanza non è possibile: partecipare ai concorsi pubblici, votare e candidarsi, usufruire della libertà di movimento senza vincoli, iscriversi ad alcuni albi professionali; ma soprattutto si vive in funzione del rinnovo del permesso di soggiorno e al malfunzionamento delle questure. L'8 e il 9 giugno si voterà per cambiare una parte della legge 91/1992 che da trent’anni disciplina le possibilità di diventare "cittadinə italianə". Il referendum prevede il dimezzamento del requisito di residenza legale richiesto per le persone maggiorenni interessate ad acquisire la cittadinanza,che passerebbe da 10 a 5 anni. La cittadinanza è anche una questione di riconoscimento: tante delle persone che oggi non sono riconosciute come cittadin*, sono nate e lavorono qui portando sulle proprie spalle e il proprio sfruttamento la ricchezza di questo paese. Senza dubbio questo referendum è uno strumento per ottenere un miglioramento delle condizioni di vita delle persone che nelle nostre città vogliono costruire i propri percorsi di esistenza. Dimezzare il tempo per richiedere la cittadinza consentirà a moltissime persone e alle figlə, di rendere più stabili le proprie vite.Tuttavia questa misura rappresenta un punto di partenza piuttosto che di un punto di arrivo, rendiamolo uno spunto per aprire una discussione  collettiva sul razzismo sistemico: dalla legge sulla cittadinanza, alla violenza degli uffici per i rinnovi fino al razzismo nel mercato immobiliare. Ci vediamo alle h18 al Cecchi Point per un assemblea pubblica per arrivare inisieme all'8 e 9 giugno. Intervengono: ASGI, Rete Rama, Centro Frantz Fanon, CUB e Comitato Voci Migranti.
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[2025-04-26] Presidio sotto il CPR di Corso Brunelleschi @ CPR Torino
PRESIDIO SOTTO IL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI CPR Torino - C.so Brunelleschi /V. Monginevro (sabato, 26 aprile 14:30) PRESIDIO SOTTO LE MURA DEL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI SABATO 26 APRILE ORE 14:30 APPUNTAMENTO IN CORSO BRUNELLESCHI ANGOLO VIA MONGINEVRO La violenza dello Stato e delle sue leggi razziste e repressive, fatte di detenzione, deportazioni e plotoni di sbirri, trova nelle lotte delle persone recluse nei CPR una quotidiana resistenza. Scioperi della fame, evasioni e rivolte sono la quotidianità da Trapani a Gradisca. Il coraggio dei reclusi ha la forza di chiudere intere aree di questi lager di Stato, talvolta determinandone la chiusura come accaduto a Torino solo 2 anni fa.  Nuove prigioni e nuovi strumenti repressivi provano a soffocare ogni possibilità di contrapporsi ad un futuro fatto di razzismo e guerre. Costruire legami di solidarietà reale con chi è recluso e decide di resistere e lottare ma anche sostenere, alimentare e prendere esempio da quel coraggio e quella rabbia è il primo passo per non lasciarsi travolgere da un orizzonte mortifero.  PER LA LIBERTÀ CONTRO LA VIOLENZA DELLO STATO I CPR SI CHIUDONO COL FUOCO
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[2025-02-28] Aperitivo + dibattito sulla profilazione razziale e gli abusi della polizia @ Spazio Popolare Neruda
APERITIVO + DIBATTITO SULLA PROFILAZIONE RAZZIALE E GLI ABUSI DELLA POLIZIA Spazio Popolare Neruda - Corso Ciriè 7, 10124, Torino (venerdì, 28 febbraio 18:30) A fine ottobre, Moussa Diarra, un ragazzo originario del Mali, è stato ucciso a Verona da un agente polfer. Dopo di lui, Ramy El-Gaml un ragazzo di origini egiziane, è stato ucciso a Milano dalla polizia durante un tentativo di fermo. Questi non sono casi isolati, è già accaduto in Italia che persone razzializzate vengano uccise per mano di poliziotti o addirittura da assessori comunali. In queste storie non arriva mai giustizia, anzi le vittime muoiono due volte: chi compie questi omicidi non ammette di aver tolto la vita ad una persona ma dichiara sempre di aver reagito per legittima difesa. Il 28 febbraio al Neruda ci incontreremo per discutere sul tema della profilazione razziale. Un dibattito a cui parteciperà un team di avvocat3 che ci riporterà la situazione attuale in Italia, un contesto in cui i razzisti sono al governo e i discorsi di odio e la violenza crescono e avvengono sotto gli occhi di tutti. L3 avvocat3 risponderanno alle nostre domande sui nostri diritti e su cosa fare se subiamo e/o assistiamo ad un fermo razzista da parte della polizia. Questa occasione servirà per trovare insieme strategie di difesa collettiva contro gli abusi delle forze dell’ordine. Chiedere giustizia, sostenere le famiglie e  far emergere gli insabbiamenti che avvengono nel corso dei processi, solleva un'importante questione:  come si collega la profilazione razziale al sistema razzista più ampio? Considerando quanto il carcere e altre forme di penalità/disciplinamento colpiscano le persone e comunità razzializzate, come mettere insieme la necessità di avere giustizia nell'ambito dei processi per omicidio razzista e una prospettiva abolizionista? Per rispondere a queste domande, nel corso dell’incontro interverrà Mackda Ghebremariam Tesfaú, sociologa e attivista antirazzista. A seguire aperitivo!
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Lo Spazio Popolare Neruda prende parola a fronte della macchina del fango di stampa e tv
In questi giorni si è attivata la macchina del fango rispetto ai compagni e alle compagne colpite dall’accusa di associazione per delinquere nell’ambito del processo “Sovrano” alle sue ultime battute, in quanto il 31 marzo è prevista l’ultima udienza con le repliche e la probabile sentenza. In particolare, giornali e trasmissioni televisive si sono concentrate […]
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associazione a resistere
lotta per la casa
Contro le guerre, per una lotta comune – incontro con Said Bouamama
Il 18 gennaio 2025 si è tenuto un incontro pubblico al Cecchi Point – organizzato dal collettivo Ujamaa, lo Spazio Popolare Neruda e Infoaut – con Said Bouamama, sociologo e storico militante antirazzista franco-algerino. Il discorso di Said prende avvio da una cornice di analisi del reale che interpella le realtà militanti: ci troviamo in […]
L'informazione di Blackout
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contro la guerra
Said
La riapertura del CPR di Torino è imminente.
Un luogo contornato da alte mura, materiali e simboliche, ben noto per essere stato teatro di soprusi di ogni tipo, a partire dalle condizioni degradanti di detenzione fino all’uso smodato di psicofarmaci per silenziare e annullare ogni forma di resistenza e dissenso. Un dispositivo repressivo ed esplicitamente razzista, dove abusi e violenze risultano essere all’ordine del giorno: pestaggi, intimidazioni e torture sono stati ripetutamente denunciati, senza conseguenza alcuna per i responsabili. Non possiamo dimenticare i morti che hanno segnato la storia del CPR di Torino. Tra i casi più eclatanti, ricordiamo la morte di Moussa Balde nel 2021, suicidatosi dopo essere stato vittima di un pestaggio razzista a Ventimiglia. Moussa, invece di ricevere protezione e cura, è stato rinchiuso nel CPR, dove l’ isolamento detentivo (ricordiamo a tal proposito l’uso dell'”ospedaletto” come mezzo punitivo) lo ha spinto a togliersi la vita. Altre morti, forse meno note, pesano in uguale maniera sulla coscienza collettiva. La nuova gestione del CPR è stata affidata alla cooperativa Sanitalia Service, già attiva nel settore sanitario piemontese; con un appalto da 8,4 milioni di euro, Sanitalia entra in un mercato che lucra sulla detenzione amministrativa, dimostrando come dietro le politiche migratorie si celino enormi interessi economici. Infatti, la gestione privata di strutture come il CPR non fa che incentivare l’abbattimento dei costi che rende la detenzione un business ei corpi migranti delle merci. Mobilitiamoci insieme, affinché non ci sia nessun CPR, né qui né altrove.
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[2025-01-18] Contro le guerre, per una lotta comune. Dalla resistenza in Palestina e in Siria alla lotta antirazzista e antimperialista nei nostri quartieri. @ Cecchi point
CONTRO LE GUERRE, PER UNA LOTTA COMUNE. DALLA RESISTENZA IN PALESTINA E IN SIRIA ALLA LOTTA ANTIRAZZISTA E ANTIMPERIALISTA NEI NOSTRI QUARTIERI. Cecchi point - Via antonio cecchi 17 (sabato, 18 gennaio 15:30) SABATO 18 GENNAIO ORE 15.30 dibattito “Contro le guerre, per una lotta comune. Dalla resistenza in Palestina e in Siria alla lotta antirazzista e antimperialista nei nostri quartieri.” Insieme a Said Bouamama vogliamo proporre una lettura della fase di guerra globale oggi. Dalla guerra in Ucraina alle porte dell’Europa, agli scenari di guerra genocida portata avanti in Palestina e agli interessi occidentali che aggrediscono il territorio siriano, ci sembra importante tracciare linee comuni nell’ottica di costruire un’opposizione alla guerra anche sui nostri territori. Questo incontro vuole coinvolgere chi ha partecipato alle mobilitazioni per la Palestina in città, chi si attiva nelle università, nelle scuole, chi vive i quartieri popolari, perché con uno sguardo alle resistenze che si sviluppano altrove é urgente, a partire dalle lotte, fare fronte comune per contrapporsi alla guerra anche qui. A seguire panini alla griglia e musica!
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