LE DEPORTAZIONI CONTINUANONella giornata di ieri, la nave Libra è approdata in Albania con otto persone
migranti a bordo (di cui una riportata in Italia per motivi di salute
“incompatibili” con la reclusione: come se esistesse qualcun realmente
compatibile a lager disumani come questi).La macchina delle espulsioni non si
ferma neppure quando entra in contraddizione con lo stesso diritto che la tiene
in piedi. Risulta evidente come il governo italiano sia in affanno e pur di non
cedere effettua violente deportazioni tanto inutili quanto costose (134 milioni
di euro all’anno).
Ancora una volta assistiamo a questa farsa mentre arriva la notizia che un uomo
di 33 anni del CARA di Bari è deceduto dopo aver ingoiate delle pile come gesto
di denuncia. Le persone risiedenti nel centro si sono rivoltate scatenando la
loro rabbia dopo che da giorni richiedevano condizioni migliori.
In quello stesso CARA sono “ospiti” anche 12 dei 16 migranti che erano stati
deportati nell’hotspot albanese di Gjader e che poi han fatto ritorno in Italia.
Intanto, a Torino si prepara il terreno per la riapertura del CPR di corso
Brunelleschi, tra i plausi della destra e la stucchevole indignazione di chi
amministra questa città.
Sembra doveroso ricordare che il PD, che oggi organizza flashmob per opporsi
alla riapertura, ieri ha fatto da apripista e alimentato queste stesse
politiche. Non dimentichiamo che circa venticinque anni fa è stato proprio il PD
(allora DS) il promotore e creatore, con la Turco-Napolitano, dei primissimi CPT
(Centri di permanenza temporanea), poi CIE e oggi CPR.
Ma pur volendo sorvolare sugli errori del passato, l’alternativa proposta dal PD
pochi giorni fa in circoscrizione 3 si presenta tanto confusa quanto
securitaria. Infatti, si limita a chiedere, per le persone migranti uscite dal
carcere, l’obbligo di firma e dimora con eventuali attività di supporto
nell’attesa del rimpatrio. Ovviamente per chi se lo merita e non ha un profilo
troppo “criminale”; per quest’ultimi invece si è parlato di procedure di
rimpatrio direttamente dal carcere, evitando (o proprio confermando?) dubbi tra
metafore e sovrapposizioni tra carcere e CPR.
E i/le migranti che non arrivano dal carcere? Non è dato sapere.
Ci opponiamo a qualsiasi forma ibrida di controllo e repressione sui corpi delle
persone migranti, per quanto infiocchettate di “rieducazioni” e “reinserimenti”
vari.
L’unica alternativa è l’eliminazione del privilegio dei documenti e delle
barriere istituzionali ad una vita degna per tutt*.
I CPR LI VOGLIAMO CHIUSI.
MAI PIÙ CPR,
NÈ QUI NÈ ALTROVE