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Come ormai dovreste sapere, in quanto โ€œAssociazione riconosciutaโ€ (Associazione AI ODV) possiamo ricevere le donazioni tramite il 5ร—1000, ossia a chi destinare una piccola parte delle tasse che si pagano. La cosa vale solo per chi paga le tasse in Italia. Per questo, se pensate di avere una qualche affinitร  con il nostro progetto e se volete che continui a funzionare, vi invitiamo a destinarci il vostro 5ร—1000. Chi sceglie di destinare il suo 5ร—1000 alla nostra associazione puรฒ farlo apponendo la propria firma in uno degli appositi spazi sulla dichiarazione dei redditi (Modello 730, Modello Redditi, Unico PF) e indicare il nostro codice fiscale che รจ 93090910501. La firma va apposta nellโ€™apposito riquadro โ€œSostegno degli Enti del Terzo Settoreโ€ฆโ€ che di solito รจ il primo a sinistra nella scheda. Nel riquadro va scritto il nostro codice fiscale che รจ 93090910501. Chi fa la dichiarazione on-line deve seguire la stessa procedura, anche se non deve mettere una firma con la pennaโ€ฆ Anche chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi puรฒ destinarci il suo 5ร—1000, basta compilare la scheda della CU (โ€œCertificazione Unicaโ€) che viene data dal proprio datore di lavoro, inserendo nellโ€™apposito riquadro il nostro codice fiscale che รจ 93090910501. La scheda compilata va inserita in una busta chiusa sulla quale va scritto in modo leggibile: Destinazione 5X1000 IRPEF, il proprio Nome e Cognome, e il proprio codice fiscale. La busta deve essere consegnata (non si paga nulla) presso gli uffici postali, i sportelli bancari o gli intermediari abilitati. Nel 2024 abbiamo ricevuto 3.577 euro. Ringraziamo tutte e tutti quelli che ci hanno mostrato in questo modo il loro sostegno. Per avere unโ€™idea delle nostre spese potete guardare questa pagina.
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25 APRILE 25 โ€“ CONTRO IMPERIALISMO E GUERRA
Ci avviciniamo a celebrare lโ€™80esimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo immersi in unโ€™atmosfera da fine del mondo. Se non fosse bastata la promessa distruttiva della crisi ecologica in cui siamo immers*, con la sindemia del covid come trauma collettivo giร  quasi-rimosso, la guerra aperta รจ nuovamente esplosa anche nella โ€œpacificaโ€ Europa. Sappiamo bene che per i popoli e per le soggettivitร  oppresse, cosรฌ come per le lavoratrici e i lavoratori, la guerra, nelle sue forme piรน esplicite delle bombe in Palestina o in quelle meno dichiarate come femminicidi,ย transicidi, morti sul lavoroย oย inย mare, non si era mai fermata.ย  Al contempo perรฒ assistiamo ad un cambio di paradigma, esemplificato dai discorsi intorno alla guerra guerreggiata,ย dal via libera al riarmo come unica soluzione per salvarci dalla barbarie,ย dal riaccendersi dei nazionalismi eย dalle guerre commerciali. Eppure, di fronte allโ€™intensificarsi del genocidio in Palestina, allโ€™aumento vertigionoso delle spese in armamenti in Europa e nel mondo, alla violenta repressione del dissenso che, partendo dagli USA di Trump e passando per la โ€œdemocraticaโ€ Germania, arriva fino alla fascistissima Italia, non รจ il momento di abbandonarci allo sconforto nรจ di soccombere alla disillusione. Il macro della geopolitica estera si riflette e rafforza nel micro delle nostre vite e dei quartieri in cui viviamo come nodi in tensione da cui rispondere, opporsi e resistere, soprattutto quando la sospensione totale di qualsiasi forma di democrazia si rende evidente. Ci scontriamo infatti con disuguaglianze di classe sempre piรน amplificate, le stesse che rendono impossibile a moltx avere una casa ed arrivare a fine mese nonostante un contesto urbano colmo di spazi abbandonati lasciati a marcire. Le cittร  che abitiamo si rivelano divise in frontiere interne che separano i quartieriย  โ€œriqualificatiโ€, accessibili a poch*, da quelli โ€œindecorosiโ€, raccontati come pericolosi attraverso le famose โ€œzone rosseโ€ fino a rendere di nuovo legittimi e desiderabili luoghi di confine e tortura come le carceri e i cpr. Nel clima di guerra diffuso, non sono solo le fasce piรน marginalizzati a subire il neofascismo, siamo tutt noi, perchรฉ i tagli allโ€™istruzione, alla ricerca, alla salute pubblica, ai centri antiviolenza hanno effetti reali sui corpi senza distinzioni, seppur con differenti gradi di severitร . In questo meccanismo stratificato, la guerra si presenta come realtร  pronta a riscrivere i presupposti di ulteriori divisioni sociali, nuovi sommersi e salvati mentre si allarga la fascia di persone e corpi sacrificabili. Se la confusione รจ grande sotto il cielo, il momento non รจ certo eccellente, eppure il mondo รจ lungi dallโ€™essere pacificato: in Palestina il movimento di resistenza palestinese affronta con determinata ostinazione il tentativo di cancellazione del loro popolo, negli Stati Uniti studentesse e studenti infiammano le universitร  sfidando lโ€™ira repressiva del governo repubblicano, mentre dal Chiapas arriva lโ€™appello a costruire โ€œil giorno dopoโ€ย della tempesta capitalista. IL 25 aprile ci pare allora quanto mai attuale, nel suo interrogarci in maniera urgente, non solo oggi ma nelle lotte che animiamo tutti i giorni: di fronte alleย crisi del mondo che conosciamo, con i suoi immancabili risvolti violenti e sanguinari, da che parte stiamo? Quali responsabilitร , individuali e collettive, ci chiamano allโ€™azione? Ieri come oggi, resistere rimane per noi una postura necessaria quanto diversificata nella molteplicitร  di pratiche, forme e idee disposte a contrastare imperialismi e fascismi vecchi e nuovi. Che sia nellโ€™opporsi a progetti estrattivi ed ecocidi tramite sabotaggi e picchetti, occupando fabbriche e rivoluzionando gli assetti produttivi in chiave anti-capitalista, dis-armando una guerra contro le donne e le soggettivitร  non conformi al mito patriarcale e alle sue soluzioni punitive e securitarie.ย Smontando il mito del progresso e della pace basate su violenza e sfruttamento lontano dai nostri occhi. Resistiamo e ci organizziamo nella lotta liberando spazi e menti, salvando il desiderio di unโ€™alternativa rispetto a un mondo in fiamme, occupando case, palazzi, quartieri e universitร  per dar spazio a nuove forme del sociale, di alleanze e di solidarietร  nelle lotte di ciascun contro nemici comuni, perchรจ nessunx rimanga solx.ย  Oggi, dopo 80 anni, siamo qui per ricordare, e per non dimenticare mai, il costo della nostra libertร  e la sua necessitร , uno sforzo continuo da compiere insieme, giorno dopo giorno. Sarร ย un giorno di festa e di lotta, vogliamo passarlo con l*ย nostr*ย compagn*, sicur* che le nostre strade si incontreranno ancora e spesso nei tempi prossimi di resistenza.ย  Fino alla rivoluzione โ˜…ย PROGRAMMA โ˜…ย 
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25 aprile
Solidarietร  all* compagn* indagat*, eravamo e rimaniamo al loro fianco!
In un momento storicoย segnato da tensioni crescenti, in cui la corsa al riarmoย e la logica della guerraย imperialistaย vengono imposte come orizzonte inevitabile, non sorprendeย che leย istituzioniย tentinoย di silenziare eย reprimereย chiย sceglie diย organizzarsiย dal basso, animando e vivendo le lotte che si oppongono al deserto lasciato dalle politiche istituzionali. Da sempre, chi si oppone allo stato delle cose viene criminalizzatx. Oggi piรน che mai,ย chi non abbassa la testaย e continua a resistere รจ oggetto di una repressione sempre piรน intensa, attraverso misure giudiziarie che mirano ad annichilireย il dissenso e a trasformare in nemico pubblico chi crede che le lotte dal basso siano lotte di tuttx. Vorrebberoย silenziarci, costringerci alla passivitร ,ย pront* ad accettare il destino che hannoย giร ย scelto per noi. Non riuscendoci,ย usano lโ€™unica armaย che conoscono:ย la repressione e la macchina del fango. Sappiamo bene che hanno paura. Sanno cheย chiย scende in stradaย non lo fa per un tornaconto personale,ย non lo fa per soldi o per potere, come un qualunque politico.ย Lottare significa credere in un mondo diverso, significa costruire pratiche di resistenza e solidarietร  reali, significaย portare avanti unโ€™idea diย unย mondo diversoย e diย unaย vita degna per tutt*. Ed รจ proprio questa determinazione a spaventarli: lโ€™idea che esista ancora chi non si piega, chi si organizza, chi non รจ disposto a farsi schiacciare senza reagire. Tra pochi giorni ci sarร  la sentenza del Processo Sovrano, lโ€™ennesimoย capitolo di una strategia repressivaย cheย da anniย tenta diย annientare le esperienze di lotta costruite con determinazioneย da tant* compagn*, in valle come in cittร . Un processo velenoso costruito dalla procura torineseย con lโ€™unico scopo di colpire chi ha scelto di non arretrare, incastrando pezzi di storie diverse per costruire il teoremaย di unโ€™associazione a delinquere.ย Unโ€™accusa strumentale, frutto di un impianto che non ha nulla a che vedere con la ricerca della veritร , ma molto con la volontร  di stroncare il dissenso. Non รจ la prima volta che assistiamo a simili manovre repressive: la magistratura torinese รจ da sempre in prima linea nel colpire chi lotta, mentre le denunce degli abusi delle FFO vengono sistematicamente archiviate. รจ un copione giร  visto, dove i ruoli sono sempre gli stessi, da un lato, chi difende gli interessi del potere con processi-farsa e campagne mediatiche denigratorie e dallโ€™altro, chi resiste e continua a lottare per la giustizia sociale. Ma questa repressioneย non riguarda solo Torino. Ilย processoย sovrano si inserisceย in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di libertร  e di espressione in tuttaย Italia. Infatti se colleghiamoย questa vicendaย alla riforma della giustizia che mira a sottomettere definitivamente il potere giudiziario al potere politico esecutivo lโ€™obbiettivo diventa ancora piรนย chiaro:ย normalizzareย la societร , soffocareย il dissenso, spegnere ogni voce critica prima che possa diventare una minaccia reale per lโ€™ordine costituito. Ma chi lotta non รจ mai solx. Solidarietร  all* compagn* indagate, eravamo e rimaniamo al loro fianco! L*ย  compagn* del CSOA Gabrio
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Basta sgomberi! Casa per tutt*
Esattamente una settimana fa arrivava lโ€™annuncio dello sgombero del palazzo occupato in via Monginevro 46 nel 2013. Unโ€™occupazioneย nataย a seguito della crisi economica che in cittร  aveva portatoย numerosiย sfratti e sgomberi, a cui si รจ risposto conย varieย occupazioni abitative (7 solo in San Paolo). Occupazioni che hannoย dato lโ€™opportunitร ย a decine di persone di avere un tetto che gli permettesse di non finire ancora piรน ai margini di una societร  sempre piรน individualista ed escludente. Occupazioni,ย ma soprattutto case. Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza sottostare a ricatti e umiliazioni. Purtroppo perรฒ, come per le altre esperienze in quartiere, sembra arrivata la fine anche di questa occupazione. Uno sgombero quasi annunciato insomma:ย nemmeno un anno fa era stato sgomberato il palazzo di via Muriaglio e pochiย anni prima via Frejus e via Revello. Questโ€™ultima palazzina con le stesse modalitร  di via Monginevro. Nonostante i proclami sui giornali della settimana scorsa, lo sgombero non รจ avvenuto realmente.ย Come in altri casi,ย รจ stataย messa in atto una pratica tanto violenta quanto subdola:ย ilย distacco della luce e/o dellโ€™acqua.ย Un assedio silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.ย  Mentre leย famiglie con minoriย vengonoย trasferite in strutture, costrette a vivere spesso in un monolocale (questa volta fortunatamente non hanno separato i genitori), per le persone singole non cโ€™รจย nessuna prospettiva.ย  E oggi? Eย domani?ย saranno giornateย di โ€œsgomberi dolciโ€ย a Torinoโ€“ cosรฌ gli piace chiamarli-ย evitando di prendersi la responsabilitร  politica e morale dellโ€™assenza di soluzioni alternative.ย  Ciรฒ che accade in queste situazioni non รจ una novitร : il razzismo istituzionale, la gentrificazione crescente del quartiere San Paolo e la mancanza di politiche abitative efficaci hanno reso impossibile lโ€™accesso a soluzioni dignitose per chi vive in occupazione.ย  Ancora una volta, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore, unโ€™ulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la testa. Le persone che vivono in occupazione nonย stanno chiedendoย la caritร , ma solo una casa vera, dignitosa, dove poter vivere senza il rischio di essere sfrattati ogni volta che la situazione economica o sociale non rispecchi le prospettive di palazzinari e speculatori. Molti sarebbero disposti ad affittare un alloggio se non fosse che il razzismo diffuso e la continua gentrificazione del quartiere e della cittร  non lo permettono, rendendo ancora piรน insostenibile la loro condizione. Il diritto alla casa dovrebbe essere garantito a tutt3 e non solo a chi puรฒ permettersi di pagare affitti in un mercato immobiliare speculativo. Esprimiamo quindi la nostra ferma richiesta ai servizi sociali, al Comune di Torino e alle istituzioni competenti:ย le persone che occupano la palazzina di via Monginevro e gli altri che vivono nelle stesse condizioni non vogliono un dormitorio temporaneo, ma un alloggio stabile e degno. Eโ€™ ora di risolvere lโ€™emergenza abitativa in modo serio e duraturo.ย ย Non si puรฒ continuare a fare finta che il problema non esista. La cittร  di Torino e le sue istituzioni devono trovare soluzioni abitative vere, per tutte le persone, senza discriminazioni. La crisi abitativa non รจ unโ€™emergenza,ย รจ una costante.ย Non puรฒ essere affrontata con risposte temporanee o marginalizzando ulteriormente chi giร  vive una condizione di vulnerabilitร . Esigiamo che venga trovata una soluzione immediata e concreta per tutte le persone che rischiano di essere sgomberate, senza che la loro dignitร  venga ulteriormente calpestata. Non basta un dormitorio, vogliamo una casa! La casa รจ un diritto, non una concessione.ย  C.S.O.A. Gabrio
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Newsletter Autistici/Inventati โ€“ 2024
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Newsletter Autistici/Inventati โ€“ dicembre 2024 mormora ed organizza ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ [English version below] Siamo a Dicembre di un anno che, sappiamo, eโ€™ stato faticoso. Leggendo le storie di vita dal mondo che hanno caratterizzato il 2024 non possiamo che ritenerci delle persone abbastanza privilegiate. Non viviamo infatti personalmente, come sempre piuโ€™ persone nel mondo sono costrette, una situazione di crisi. Certo anche la nostra vita eโ€™ piena di preoccupazioni e insicurezze, e ci accorgiamo di conseguenza di quanto sia importante ogni forma di solidarietaโ€™ verso chi vive in una situazione di crisi, ma anche tra di noi. Lo stesso vale per ogni forma di resistenza. Ci prende anche la rabbia talvolta, peroโ€™ non vogliamo limitarci a reagire emotivamente quando leggiamo le notizie dal mondo o analizziamo la narrativa dei media. Per fortuna non siamo sole. Abbiamo infatti lโ€™opportunitaโ€™ di poterci distrarre e dedicare tempo a voi, che con il vostro attivismo ci date forza e voglia di fare di piuโ€™. Vi leggiamo ogni giorno su noblogs e nelle tante mail e richieste che ci mandate. Ci date speranza, e ci fate spesso sentire orgogliose. Di questo vogliamo ringraziarvi. In particolare siamo felici di leggere di voi che resistete e lottate: * contro il fascismo specie in luoghi dove eโ€™ in aumento * contro il genocidio in Palestina * come persone trans, queers, femministe e femministi che si impegnano a decostruire il genere ed eliminare il patriarcato * contro ogni forma di militarismo * difendendo lโ€™ambiente e le produzioni agro-ecologiche * per la dignitaโ€™ delle persone migranti * come musicisti e artiste indipendenti * contro il razzismo e contro ogni violenza e dominio sociale Grazie di cuore! Continuiamo a cospirare insieme con voi ogni giorno. # Novitร  Abbiamo aperto lโ€™Unitaโ€™ Linguaggi Artificiali (ULA), https://ula.inventati.org/ una unitaโ€™ di ricerca ed esplorazione dedicata al campo del machine learning. Perchรจ ULA? Lโ€™uso del Machine Learning con obiettivi non imprenditoriali o istituzionali ha iniziato a stuzzicare dallโ€™anno scorso i nostri immaginari politici di archiviazione, mediazione, programmazioneโ€ฆ Abbiamo infatti finalmente a portata di mano la possibilitaโ€™ di facilitare la classificazione, la gestione e lโ€™analisi di informazioni in modo molto efficiente, arricchendola anche con altre esperienze e punti di vista anche alternativi ai nostri (o puramente plausibili ma di fantasia), mantenendo peroโ€™ il nostro scopo di coltivare la rivolta, la mediazione tra diverse forme di dialogo radicale e spingere piuโ€™ futuri possibili per tutte le specie. Rimaniamo consapevoli del fatto che il modello di dati esistente eโ€™ pieno di pregiudizi, motivo per cui la risorsa non eโ€™ pensata per essere โ€œinterrogataโ€ come se si trattasse di un oracolo. Permette pero di identificare rapidamente possibili analogie e collegamenti applicando i principi della statistica su grosse moli di dati. Sappiamo che queste tecnologie verranno usate dal capitalismo per opprimere maggiormente, ma vogliamo proporvi una visione differente. La cultura antagonista che ci caratterizza richiede un grosso impegno quotidiano per resistere le logiche del capitale. Non sempre abbiamo tempo e risorse sufficienti per poter anche immaginare nei dettagli e delineare precisamente possibili percorsi politico-sociali piuโ€™ umani e meno autoritari verso un mondo finalmente libero da quelle logiche. Gli esempi potrebbero essere tanti, ne riusciamo a immaginare qualcuno? Come pensiamo di rovesciare la cultura del debito? Come invece vorremmo distribuire il reddito? Come vorremmo ribilanciare situazioni di post-colonialismo, o di proprietaโ€™ privata? Oppure: in un mondo in cui la cultura del debito eโ€™ presente, a quale cifra questo debito ammonta per quanto riguarda invece il dovuto rimborso per sfruttamento ed abusi? O anche: in quanti modi possiamo declinare secoli di patriarcato a partire da differenti presupposti geografici, storici e culturali? Ecco abbiam messo insieme alcuni chip con cui giocare. Inferite gente! Se il consumo energetico delle ore di calcolo vi preoccupa, sappiate che il nostro laboratorio consuma come un PC/console da gioco di ultima generazione. Se avete una idea da provare, leggetevi la paginetta linkata sopra e scriveteci a: ula-proposals@inventati.org Qualunque esperimento prodotto non รจ pensato per essere messo a disposizione del pubblico come un servizio ed usato online. ULA al momento eโ€™ un laboratorio condiviso per sperimentare, per chi lโ€™hardware non ce lโ€™ha. Cogliamo anche lโ€™occasione per dirvi che vogliamo proseguire ed estendere il lavoro cominciato lโ€™anno scorso con topics.noblogs.org, nella speranza che questa pagina semplifichi la scoperta reciproca di gruppi radicali che operano internazionalmente sugli stessi argomenti, pur non condividendo la stessa lingua. Quindi se avete belle storie a riguardo, mandateci due righe! # Dona! E infine, se hai letto fin qui, sai che ogni anno ricordiamo a chi usa i nostri servizi di farci una donazione per pagare le spese legali, la banda internet, i domini, il datacenter ed lโ€™hardware, ancora una volta alla faccia di chi non crede possibile che il mutuo aiuto sia un modello fattibile. Restiamo umani GRAZIE MILLE DI CUORE! Buon 2025! un abbraccio A/I +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Collettivo Autistici/Inventati https://www.autistici.org blog: https://cavallette.noblogs.org donazioni: https://www.autistici.org/donate aiuto: help@autistici.org +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ [English version] ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ Newsletter Autistici/Inventati โ€“ december 2024 mourn and organize ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ You are receiving this newsletter because you have an account or manage a service hosted by Autistici/Inventati. If you think you should not receive it, write to help@autistici.org Welcome to the annual newsletter where we update you on how things are going. Itโ€™s December of a year that, we know, has been tiring. Reading the life stories from around the world in 2024, we cannot but feel privileged. For we do not personally experience a crisis situation, as more and more people around the world are forced to. Of course, our lives are also full of worries and insecurities, and we realise how important every form of solidarity is, towards those living in a crisis situation, but also among ourselves. And as well every form og resistance. We also get angry sometimes, but we donโ€™t want to just react emotionally when we read the world news or analyse the media narrative. Fortunately, we are not alone. In fact, we have the opportunity to be able to distract ourselves and devote time to you, whose activism gives us strength and will to do more. We read you every day on noblogs and in the many emails and requests you send us. You give us hope, and you often make us feel proud. For this we want to thank you. In particular, we are happy to read about you resisting and fighting: * against fascism especially in places where it is on the rise * against the genocide in Palestine * as trans people, queers, feminists and feminists who are committed to deconstructing gender and eliminating patriarchy * against all forms of militarism * defending the environment and agro-ecological production * for the dignity of migrant people * as independent musicians and artists * against racism and against all violence and social domination Thank you very much! We continue to conspire together with you every day. # News We have opened the Artificial Language Unit (ALU), https://ula.inventati.org/ a research and exploration unit dedicated to the field of machine learning. Why ULA? The use of Machine Learning with non-entrepreneurial or institutional objectives has been teasing our political imaginations of archivists, mediators, programmers since last yearโ€ฆ Indeed, we finally have at our fingertips the possibility of facilitating the classification, management and analysis of information in a very efficient way, enriching it with other experiences and points of view, even alternative to our own (or purely plausible but fictional), while maintaining our aim of cultivating revolt, mediation between different forms of radical dialogue and pushing as many futures as possible for all species. We remain aware that the existing data model is full of biases, which is why the resource is not designed to be โ€˜interrogatedโ€™ as if it were an oracle. It does, however, make it possible to quickly identify possible similarities and connections by applying the principles of statistics to large masses of data. We know that these technologies will be used by capitalism to oppress more, but we want to propose a different view. The antagonistic culture that characterises us requires a great deal of daily effort to resist the logic of capital. We do not always have sufficient time and resources to even imagine in detail and outline precisely possible more humane and less authoritarian social-political paths towards a world finally free of those logics. The examples could be many, can we imagine any? How do we plan to reverse the debt culture? How would we like to distribute income instead? How would we like to rebalance situations of post-colonialism, or private property? Or: in a world where the culture of debt is present, how much does this debt amount to in terms of due repayment for exploitation and abuse? Or even: in how many ways can we decline centuries of patriarchy from different geographical, historical and cultural assumptions? Here we have put together some chips to play with. Infer, people! If the power consumption of computing hours worries you, know that our lab consumes, at peak, about 500W, which is not much more than a state-of-the-art PC/game console. If you have an idea to try out, read the little page linked above and write to us at: ula-proposals@inventati.org Any experiment produced is not meant to be made available to the public as a service and used online. ULA is currently a shared laboratory for experimenting, for those who donโ€™t have the hardware. We would also like to take this opportunity to tell you that we want to continue and extend the work we started last year with topics.noblogs.org, in the hope that this page will make it easier for radical groups working internationally on the same topics to discover each other, even if they do not share the same language. So if you have good stories about this, send us a line! # Donate! And finally, if you have read this far, you know that every year we remind you to make a donation to us to pay for legal fees, internet bandwidth, domains, datacentres and hardware, once again in the face of those who do not believe that mutual aid is a viable model. Stay human THANK YOU VERY MUCH! Happy 2025! a hug A/I +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ The Autistici-Inventati collective https://www.autistici.org blog: https://cavallette.noblogs.org donations: https://www.autistici.org/donate help: help@autistici.org +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
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NUOVIย COMPLICI,ย VECCHI SISTEMI.
Nella giornata di ieri, si รจ compiuto il passo decisivo che segna lโ€™imminenteย riapertura del CPR di Corso Brunelleschi a Torino.ย  La Cooperativa Sanitaliaย Serviceย รจ stata dichiarata vincitrice dellโ€™appalto da 8,4mln di euro per la gestione biennale del campo detentivo, battendo la concorrente Ekene (unica rimasta in gara). Si prevede, dunque, che in un mese circa il CPR verrร  riaperto e la macchina razzista potrร  tornare a regime. Sanitalia Service รจ una azienda (mascherata da cooperativa sociale) molto radicata nel territorio torinese, nota per la gestione di diversi servizi legati allโ€™assistenza socio-sanitaria e alla residenzialitร  psichiatrica. Alla voce โ€œChi siamoโ€ nel proprio sito, si presenta come realtร  che opera โ€œunโ€™attenzione costante alla persona, al suo benessere e al contesto nella quale รจ inserita o da cui provieneโ€, omettendo la conscia scelta di investire nella detenzione amministrativa come settore di lucro. Lโ€™ingresso nel โ€œsettore dellโ€™accoglienzaโ€ perรฒ รจ stato il cambio di passo per la cooperativa che ha visto crescere i propri profitti. La gestione dei CAS nellโ€™astigiano, come spesso accade quando questa รจ sinonimo di disservizi e speculazione, ha permesso di toccare con mano il corposo business sulla pelle delle persone migranti.ย  Non ci stupisce, quindi, che sia agevolmente entrata nel settore della detenzione amministrativa, prima come fornitrice di servizi interni in collaborazione con Gepsa (ente gestore di Torino fino al 2021) e successivamente presentandosi da sola ai vari bandi per la gestione dei CPR (Albania, Milano e Torino). Dโ€™altronde cosa aspettarsi dallโ€™ennesima cooperativa inglobata in un sistema di scatole cinesi, sistema fondato suย  grossi investimenti in societร  che lucrano sulla privatizzazione dei servizi sottratti al welfare pubblico. Come sempre soloย speculazione eย brutalitร  mascherate daย cortesia.ย  La gestione diย questiย luoghi,ย anche se decorataย con belle parole, non puรฒ che produrre morte e tortura. Chi gestisce i centri detentivi รจ complice di chi li crea e li finanzia e la lotta controย queste istituzioni totalizzanti non puรฒ esimersi dallโ€™opporsi a chi ne consente la riproduzione materiale. Continueremo a tornare in Corso Brunelleschi per sostenere oltre le mura di quellโ€™infame luogo le persone detenute.ย  Per la libertร  di movimento di tutte e tutti NO CPR, Nร‰ QUI Nร‰ ALTROVE!ย 
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๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฑ๐˜‚๐—ฒ ๐—ด๐—ถ๐—ผ๐—ฟ๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—บ๐—ผ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ๐˜๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—”๐—น๐—ฏ๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜๐—ผ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—น๐—ผ ๐—ฅ๐—ฎ๐—บ๐—ฎ-๐— ๐—ฒ๐—น๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ฎ, ๐—บ๐—ฎ ๐—น๐—ฎ ๐—น๐—ผ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฎ ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ฎ! Come realtร  dal basso, movimenti sociali, associazioni, abbiamo dato vita al Network Against Migrant Detention, una rete transnazionale che si oppone al sistema della detenzione amministrativa e allโ€™esternalizzazione delle frontiere. ๐‘ธ๐’–๐’†๐’”๐’•๐’ ๐’„๐’๐’Ž๐’–๐’๐’Š๐’„๐’‚๐’•๐’ ๐’„๐’๐’๐’ˆ๐’Š๐’–๐’๐’•๐’ ๐’“๐’‚๐’„๐’„๐’‰๐’Š๐’–๐’…๐’† ๐’“๐’Š๐’—๐’†๐’๐’…๐’Š๐’„๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’Š ๐’‘๐’๐’๐’Š๐’•๐’Š๐’„๐’‰๐’† ๐’† ๐’๐’ƒ๐’Š๐’†๐’•๐’•๐’Š๐’—๐’Š ๐’„๐’‰๐’† ๐’—๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚๐’Ž๐’ ๐’‘๐’†๐’“๐’”๐’†๐’ˆ๐’–๐’Š๐’“๐’†. Contro i CPR, contro le politiche migratorie razziste e neocoloniali del governo Meloni, contro il nuovo Patto europeo sulla Migrazione e Asilo. ๐Ÿ”ฅ๐™‹๐™š๐™ง ๐™ก๐™– ๐™ก๐™ž๐™—๐™š๐™ง๐™ฉร  ๐™™๐™ž ๐™ข๐™ค๐™ซ๐™ž๐™ข๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™ค ๐™™๐™ž ๐™ฉ๐™ช๐™ฉ๐™ฉ๐™š ๐™š ๐™ฉ๐™ช๐™ฉ๐™ฉ๐™ž!๐Ÿ”ฅ ENGLISH The Italy-Albania Protocol is a failure from every perspective! Despite the decision of the Italian government to suspend the deportation of migrant people to Albania, we as Network Against Migrant Detention have decided to stick to our mobilization on December 1 and 2 in Tirana, as well as at the centers in Gjadรซr and Shรซngjin, to express our dissent against the deportation system established by the Protocol. While this failure represents a temporary stalemate, we are well aware that the logic driving these policies is far from defeated. Just weeks after the Protocolโ€™s implementation, the use of the hotspot and detention facilities in Albania has been suspended, at least until the European Court of Justice issues its rulings. The mechanism has stumbled over the definition of a โ€œSafe Country of Originโ€ temporarily challenged by the October 4, 2024 ruling by the European Court of Justice. The ruling states that a country cannot be deemed safe unless it is so across its entire territory and for everyone. In practice, every case must be evaluated individually, and judges must consider whether the country in question is actually safe for the specific individual at the time of the decision. Thanks to this ruling, Italian judges have repeatedly disregarded the executive orders imposed by the Meloni government through emergency legislative decrees. While this partial victory reflects a European legal framework that still withstands the harsh blows inflicted by illiberal right-wing forces and governments of all political stripes, it has been achieved through struggles, above all those of migrant people themselves, affirming the right to asylum and freedom of movement. Therefore, we believe that relying solely on the judicial system is insufficient to halt these policies. The horizon towards which the Protocol is heading is the implementation of the New Pact on Migration and Asylum planned for June 2026. This will introduce new criteria for defining safe countries of origin, broadening the scope for accelerated border procedures. At that point, the design of externalization embodied by the Italy-Albania Protocol might face no further obstacles and could serve as a model to be replicated in other EU Member States. For this reason, over 200 activists from Italy, Albania, and Greece have gathered this weekend in Tirana, staging protests in front of the hotspot at port of Shรซngjin, the detention center in Gjadรซr, the Albanian government headquarters, the Italian Embassy, and the European House. Our goal is to lay the groundwork for a broad pan-european and transnational mobilization capable of opposing these policies in the long term. As members of the Network Against Migrant Detention, we demand: The dismantling of Italian detention centers on Albanian territory, rejecting any repurposing for other forms of detention The abolition of any form of administrative detention for migrant people and asylum seekers. The abolition of the concept of a โ€œSafe Country of Origin,โ€ which serves only to restrict international protection. The withdrawal of Italian military forces from Albanian territory and their immediate return to Italy. The opening of safe, legal and accessible pathways, the right to mobility and self-determination for all migrant people, and the granting of the right to circulate freely, regardless of motivations and status recognition ย  The Network Against Migrant Detention sets the following objectives:ย ย  To oppose the Meloni-Rama Protocol and the model it represents through various political tools, including information campaigns, public mobilizations, strategic litigation, and pressure involving opposition politicians from Italy and Europe, creating a broad, cross-sectoral, and interdisciplinary movement. To obstruct the construction of new detention and deportation centers and the strengthening of existing ones in Italy and Europe, promoting a counter-narrative to the populist rhetoric that exploits fear to justify militarized forms of security. This includes exposing the administrative detention industry, highlighting violations of fundamental rights within detention centers, and proposing a reception model centered on dignity, autonomy, and the development of migrant peopleโ€™s life projects. To build a transnational and trans-European movement that establishes the struggle for universal freedom of movement as a fundamental condition for the radical democratization of this political space. This movement stands against both the rise of nationalist, illiberal conservatism in Europe and the neoliberal institution of the EU. Both in continuity with each other, reinforce violent systems of rejection and selection of migrant people. To forge connections beyond European territories with those opposing the EUโ€™s border externalization policies, rejecting the neocolonial coercion imposed by agreements with third countries in exchange for European integration and economic support. โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€” ITALIAN Il Protocollo Italia-Albania รจ un fallimento sotto tutti i punti di vista! Nonostante la decisione del governo italiano di sospendere le deportazioni di persone migranti in Albania, come Network Against Migrant Detention abbiamo deciso di mantenere la mobilitazione lโ€™1 e il 2 dicembre a Tirana e presso i centri di Gjadรซr e Shรซngjin per esprimere il nostro dissenso verso il sistema di deportazione messo in piedi dal Protocollo. Benchรฉ il fallimento rappresenti un momentaneo stallo, sappiamo che la logica che anima queste politiche รจ tuttโ€™altro che sconfitta. A poche settimane dallโ€™entrata in funzione del Protocollo, รจ stato sospeso lโ€™utilizzo delle strutture di hotspot e di detenzione in Albania, almeno fino alle pronunce della Corte di Giustizia Europea. Il meccanismo si รจ inceppato sulla definizione di Paese dโ€™Origine Sicuro, su cui la sentenza del 4 ottobre 2024 della Corte di Giustizia Europea ha posto un momentaneo argine. Essa infatti indica che un paese non puรฒ considerarsi sicuro qualora non lo sia nella totalitร  del suo territorio e per tuttษ™. Nella pratica, ogni caso deve essere valutato singolarmente, e il giudice deve considerare se, al momento della decisione, il Paese in questione รจ effettivamente sicuro per quella specifica persona. Grazie a questa decisione i giudici italiani hanno potuto ripetutamente disapplicare lโ€™ordine esecutivo che il governo Meloni ha impartito attraverso decreti-legge approvati dโ€™urgenza. Se questo parziale risultato รจ anche frutto di un sistema di diritto europeo che ancora regge i duri colpi inferti tanto dalle destre illiberali quanto dai governi di ogni altro colore politico, conquistato attraverso le lotte soprattutto delle persone migranti per affermare il diritto di asilo e la libertร  di movimento, crediamo che il solo piano giudiziario non sia sufficiente per porre un freno a queste politiche. Infatti, lโ€™orizzonte verso cui il Protocollo si proietta รจ lโ€™applicazione del Nuovo Patto sullโ€™Immigrazione e lโ€™Asilo prevista per giugno 2026, che introdurrร  nuovi criteri per la definizione di paese dโ€™origine sicura, estendendo i casi di applicazione delle procedure accelerate per la richiesta di asilo in frontiera. A quel punto, il disegno di esternalizzazione che il Protocollo Italia-Albania incarna potrebbe non trovare piรน ostacoli e rappresentare un modello da riprodurre da parte degli Stati Membri dellโ€™UE. Per questo motivo, questo weekend ci siamo ritrovati a Tirana in piรน di 200 attivistษ™ da Italia, Albania e Grecia, manifestando insieme davanti allโ€™hotspot al porto di Shรซngjin, al centro di detenzione di Gjadรซr e davanti alla sede del Governo albanese, allโ€™Ambasciata italiana e alla Casa dellโ€™Europa. Il nostro obiettivo รจ quello di porre le basi per una mobilitazione pan-europea e transnazionale di largo respiro, che sia in grado di opporsi anche sul lungo termine a queste politiche. Come Network Against Migrant Detention rivendichiamo:ย  Lo smantellamento dei centri italiani in territorio albanese, non contemplando quindi un altro utilizzo detentivo alternativo. Lโ€™abolizione di qualsiasi ipotesi di detenzione amministrativa delle persone migranti e richiedenti asilo. Lโ€™abolizione della nozione di Paese dโ€™Origine Sicuro, in quanto solamente strumentale alla restrizione della protezione internazionale. La smobilitazione dei militari italiani in territorio albanese ed un loro immediato rientro in Italia. Lโ€™apertura di canali di ingresso legali e accessibili per tuttษ™, il diritto alla mobilitร  e allโ€™autodeterminazione delle persone migranti e la possibilitร  di circolare liberamente, indipendentemente dalle motivazioni e dal riconoscimento di uno statusโ€. Il Network Against Migrant Detention pone gli obiettivi di:ย  Opporsi al Protocollo Meloni-Rama e al modello che esso rappresenta, utilizzando i diversi strumenti politici: dallโ€™informazione, alle mobilitazioni di piazza, dal contenzioso strategico, alla pressione attraverso la presenza di esponenti politici di opposizione sia italiani che europei, creando una mobilitazione ampia, trasversale e interdisciplinare. Ostacolare la costruzione di nuovi centri di detenzione ed espulsione e il rafforzamento di quelli esistenti in Italia e in Europa, diffondendo una differente narrazione di segno opposto ai discorsi populisti che fanno leva sulla paura della gente per incrementare forme militarizzate di sicurezza. รˆ quindi necessario denunciare il business della detenzione amministrativa, la violazione delle libertร  fondamentali dellษ™ detenutษ™ e proporre un modello di accoglienza che ponga al centro la dignitร , lโ€™autonomia e lo sviluppo dei progetti di vita delle persone migranti. Costruire un movimento transeuropeo e transnazionale che ponga la lotta per la libertร  universale di movimento come una delle condizioni fondamentali per la radicale democratizzazione di questo spazio politico, in opposizione, da un lato, allโ€™emergente Europa dei nazionalismi conservatori e illiberali e, dallโ€™altro, allโ€™istituzione neoliberale della UE. Entrambi infatti, in continuitร  gli uni con lโ€™altra, rinforzano sistemi violenti di respingimento e selezione delle persone in movimento. Costruire relazioni oltre i territori europei con coloro che si oppongono allโ€™esternalizzazione dei confini UE, rifiutando il ricatto neocoloniale che i patti con paesi terzi pongono in cambio di integrazione europea e supporto economico. ย  ย  ย 
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Call for European Mobilization Against Migrant Expulsion Centers in Albania
Versione italiana al fondo If Europe is building new detention camps, anyone who wishes to live in a free Europe has the responsibility to dismantle them.ย  Administrative detention of migrants is once again becoming the preferred strategy to handle illegalized mobility in Italy. In addition to its commitment to build a Center for Repatriation (CPR) in every single region in Italy, on November 6 last year the Meloni government signed an agreement with the Albanian government to build an Italian hotspot and detention facility for migrants on Albanian soil. This measure attempts to externalize the sovereignty of a European member state over a third countryโ€™s territory concerning immigration and border control. Although Rama and Meloni paint a positive picture of this cooperation, peppered with a language of brotherhood, the Italy-Albania agreement constitutes a clear violation of the principle of Albanian sovereignty and is yet another expression of neocolonial logic, evident in the way Italy dictates control over Albaniaโ€™s territories.Although such a model has been tested elsewhere, such as Australiaโ€™s Pacific Solution, it represents an unprecedented deal in border infrastructure in Europe. This agreement has been welcomed by various EU representatives as well as other member states, well representing a trend across Europe, and beyond, with regards to the control of irregular mobility: dismantling the right to asylum, externalizing, and militarizing borders. From Italy to Albania, from Hungary to the Netherlands, from Germany to Poland, an extreme right-wing wind is blowing, whose primary objective is the criminalisation of racialized people on the move. On the ground of this agreement, however, a rift has opened up between the executive and judicial powers both at Italian and European levels concerning the definition of โ€œsafe countriesโ€, on which the legitimisation of the system of accelerated border and deportation practices is based. The Italian government thus defines countries such as Tunisia, Egypt, or Bangladesh as โ€œsafeโ€, to name just a few, ignoring the evident conditions of oppression that various segments of the population endure in these places. The current clash between institutions shows the political space that has opened up, which we must be able to occupy in order to propose, defend, and shape more democratic mechanisms for managing migration within and towards Europe. If the Rama-Meloni pact represents a dangerous experiment that goes beyond the political interests of Italy and Albania, then now more than ever, we need a trans-European mobilizationโ€”stretching even beyond the EUโ€™s geopolitical bordersโ€”to reconnect and strengthen the many solidarity networks built over the years in support of freedom of movement. For this reason, we call on groups from across Europe and neighboring countriesโ€”no-border activists, people on the move, BIPOC, grass-roots collectives, associations, NGOsโ€”who have been active for years along the borders and in opposition to forced confinement. Together, let us build a shared space of dissent, starting with the mobilizations against the centers in Albania, where we will take a leading role in the coming weeks. With the Network Against Migrant Detention (NAMD), which brings together many groups and organizations from both Italy and Albania, we will gather on December 1 and 2 in Tirana and at the camps in Shรซngjin and Gjadรซr to oppose the neo-colonial model of outsourcing border control through the Meloni-Rama pact. We invite everyone to join us and mobilize together for the abolition of migrant detention and borders, the establishment of safe and accessible entry routes and the issuance of a European document, and freedom of movement for all. See you in Tirana! โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€” INVITO ALLA MOBILITAZIONE EUROPEA CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE PER MIGRANTI IN ALBANIA Se lโ€™Europa costruisce nuovi lager, chiunque desideri di vivere in unโ€™Europa libera ha la responsabilitร  di abbatterli. In Italia la detenzione amministrativa per persone migranti sta tornando ad essere la strategia privilegiata per gestire la mobilitร  illegalizzata. Oltre ad impegnarsi a costruire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in ogni regione, il 6 novembre 2023 il governo Meloni ha siglato lโ€™accordo con il governo albanese per la costruzione di un hotspot e una struttura detentiva per migranti italiana su suolo albanese. Di fatto questa misura รจ il tentativo per esternalizzare la sovranitร  di uno stato membro europeo sul suolo di uno stato terzo in materia di immigrazione e controllo delle frontiere. Sebbene Rama e Meloni dipingono un quadro positivo di cooperazione, abbellito da un linguaggio di fratellanza, lโ€™accordo Italia-Albania costituisce una chiara violazione del principio di sovranitร  albanese ed รจ lโ€™ennesima espressione di una logica neocoloniale, evidente nel modo in cui lโ€™Italia impone il controllo sui territori dellโ€™Albania. Se questo modello รจ giร  stato sperimentato in altri luoghi, come per la Pacific Solution in Australia, esso rappresenta unโ€™inedita novitร  nella infrastruttura di confine in Europa. Questo patto รจ stato accolto positivamente da diversi esponenti dellโ€™Unione Europea come di altri paesi membri, ben rappresentando la tendenza che attraversa lโ€™Europa, e non solo, per quanto riguarda il controllo della mobilitร  umana: smantellare il diritto dโ€™asilo, esternalizzando e militarizzando il confine. Dallโ€™Italia allโ€™Austria, dallโ€™Ungheria allโ€™Olanda, dalla Germania alla Polonia, spira un vento di estrema destra che ha come primo obiettivo la criminalizzazione delle persone razzializzate e in movimento. Sul terreno di questo accordo, tuttavia, si รจ aperta una frattura tra potere esecutivo e giudiziario a livello italiano ed europeo per quanto riguarda la definizione di โ€œpaesi sicuriโ€, su cui si basa la legittimazione del sistema delle pratiche di frontiera accelerate e di deportazione. Il governo Italiano definisce quindi โ€œsicuriโ€ paesi come la Tunisia, lโ€™Egitto o il Bangladesh, per citarne solo alcuni, ignorando le evidenti condizioni di oppressione che diverse porzioni di popolazioni vivono in questi luoghi. Lo scontro tra istituzioni che si sta consumando oggi denota lo spazio politico che si รจ aperto e che dobbiamo essere in grado di occupare per proporre, difendere e determinare meccanismi piรน democratici della gestione delle migrazioni in e verso lโ€™Europa. Se il patto Rama-Meloni rappresenta una pericolosa sperimentazione che eccede lโ€™interesse politico di Italia e Albania, allora mai come oggi abbiamo bisogno di una mobilitazione transeuropea, ben oltre i confini geopolitici UE, che riallacci e rafforzi le numerose reti di solidarietร  sviluppatesi negli anni in supporto alla libertร  di movimento. Per questo invitiamo le realtร  europee e dei paesi vicini, da anni mobilitate sui confini e contro il confinamento coatto, ONG, attivist@ no border, persone in movimento e di origine non europea, a costruire insieme uno spazio di dissenso partendo dalle mobilitazioni contro i centri in Albania che ci vedranno protagonist@ nelle prossime settimane. Con la rete Network Against Migrant Detention (NAMD), che raccoglie tanti soggetti e realtร  sia italiane che albanesi, ci troveremo lโ€™1 e il 2 dicembre a Tirana e presso i campi di Shรซngjin e Gjadรซr per opporci al modello neocoloniale di delocalizzazione del controllo delle frontiere attraverso il patto Meloni-Rama. Lโ€™invito รจ ad esserci e a mobilitarsi insieme per lโ€™abolizione della detenzione di migranti e dei confini; per lโ€™apertura di canali dโ€™ingresso sicuri e accessibili il rilascio di un documento europeo; per la libertร  di movimento per tutt@ Ci vediamo a Tirana!
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Mobilitazione in Albania (N.A.M.D.)
๐Ÿ”ด ๐ƒ๐ฎ๐ž ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐š ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐ž ๐š๐ข ๐œ๐ž๐ง๐ญ๐ซ๐ข ๐๐ข ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐ž ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด English below Con la conferenza stampa del 6 novembre come ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, una nuova rete transnazionale di attivistษ™ italiani e albanesi, abbiamo lanciato una ๐’…๐’–๐’† ๐’ˆ๐’Š๐’๐’“๐’๐’Š ๐’…๐’Š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’•๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’‘๐’†๐’“ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š ๐’‚๐’ ๐’‘๐’‚๐’•๐’•๐’ ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š e per la ๐’„๐’‰๐’Š๐’–๐’”๐’–๐’“๐’‚ ๐’…๐’†๐’Š ๐’„๐’†๐’๐’•๐’“๐’Š ๐’…๐’Š ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’† ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“ ๐’Š๐’ ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. Il patto rappresenta ๐’โ€™๐’†๐’๐’๐’†๐’”๐’Š๐’Ž๐’ ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’…๐’Š ๐’†๐’”๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’›๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’…๐’†๐’๐’๐’† ๐’‡๐’“๐’๐’๐’•๐’Š๐’†๐’“๐’† e sperimenta la creazione di vere e proprie strutture di detenzione amministrativa per le persone migranti, trasformandosi quindi in un pericoloso precedente allโ€™interno dellโ€™infrastruttura europea di contrasto alla libertร  di movimento e al diritto di asilo, un ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’‚๐’“๐’Š๐’ ๐’…๐’Š ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’๐’† ๐’† ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’‚๐’Ž๐’†๐’๐’•๐’ ๐’‚ ๐’„๐’–๐’Š ๐’—๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚๐’Ž๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š. ๐Ÿ”ฅรˆ quindi per noi fondamentale come ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐šฬ€ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ๐ž ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ณ๐š๐ญ๐š ๐๐š๐ฅ ๐›๐š๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐š๐ซ๐œ๐ข ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ซ๐œ๐ข, sia con un presidio allโ€™hotspot di Shenjin e al Cpr di Gjadรซr domenica 1 dicembre, che con una manifestazione a Tirana lunedรฌ 2 dicembre davanti alle istituzioni responsabili dellโ€™accordo. Vogliamo opporci a questo modello neocoloniale creando un ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐š๐ฆ๐ฉ๐ข๐จ ๐ž ๐ญ๐ซ๐š๐ฌ๐ฏ๐ž๐ซ๐ฌ๐š๐ฅ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅโ€™๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐๐ž๐ฅ ๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ๐š ๐‚๐๐‘ ๐ช๐ฎ๐ข ๐ž ๐š๐ฅ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฎ๐งโ€™๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐š ๐๐ข ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ž ๐๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐ณ๐ข๐š ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ž ๐ž ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅ๐š ๐ฅ๐ข๐›๐ž๐ซ๐ญ๐šฬ€ ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐๐ข ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญษ™. โœˆ๏ธ๐‘ƒ๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ข๐‘™๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘– ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ง๐‘–๐‘œ๐‘›๐‘– ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘ ๐‘ข ๐‘๐‘œ๐‘š๐‘’ ๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘›๐‘‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘’ ๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘Ž ๐‘‘๐‘ข๐‘’ ๐‘”๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘›๐‘– ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž ๐‘ ๐‘๐‘Ÿ๐‘–๐‘ฃ๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘๐‘–! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก ย  ย  ENG: ย  ๐Ÿ”ด ๐“๐ฐ๐จ ๐ƒ๐š๐ฒ๐ฌ ๐จ๐Ÿ ๐Œ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐š๐ญ๐ข๐จ๐ง ๐ข๐ง ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐š๐ง๐ ๐š๐ญ ๐ญ๐ก๐ž ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐š๐ง๐ ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐‚๐ž๐ง๐ญ๐ž๐ซ๐ฌ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด ย  With the press conference on November 6th, as the ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, a new transnational network of Italian and Albanian activists, we launched a ๐’•๐’˜๐’-๐’…๐’‚๐’š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’† ๐’•๐’‰๐’† ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š ๐’‘๐’‚๐’„๐’• and demand ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’๐’๐’”๐’–๐’“๐’† ๐’๐’‡ ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’†๐’๐’•๐’†๐’“๐’” ๐’Š๐’ ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“, ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. The pact represents yet ๐’‚๐’๐’๐’•๐’‰๐’†๐’“ ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’ƒ๐’๐’“๐’…๐’†๐’“ ๐’†๐’™๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ and experiments with the creation of actual administrative detention facilities for migrants, thus setting a dangerous precedent within the European infrastructure aimed at restricting freedom of movement and the right to asylum โ€” ๐’‚ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’š-๐’ƒ๐’‚๐’”๐’†๐’… ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’†๐’Ž๐’†๐’๐’• ๐’•๐’‰๐’‚๐’• ๐’˜๐’† ๐’˜๐’‚๐’๐’• ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’†. ย  ๐€๐ฌ ๐š๐ง ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ž๐ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐ฒ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ, ๐ข๐ญ ๐ข๐ฌ ๐œ๐ซ๐ฎ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐ฎ๐ฌ ๐ญ๐จ ๐ ๐š๐ญ๐ก๐ž๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ญ๐จ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐ž, both with a protest at the Shenjin hotspot and the Gjadรซr CPR on Sunday, December 1st, and with a demonstration in Tirana on Monday, December 2nd, in front of the institutions responsible for the agreement. We want to resist this neo-colonial model by ๐œ๐ซ๐ž๐š๐ญ๐ข๐ง๐  ๐š ๐›๐ซ๐จ๐š๐, ๐œ๐ซ๐จ๐ฌ๐ฌ-๐œ๐ฎ๐ญ๐ญ๐ข๐ง๐  ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐ญ๐จ ๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ฌ๐ก ๐ญ๐ก๐ž ๐‚๐๐‘ ๐ฌ๐ฒ๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ ๐ก๐ž๐ซ๐ž ๐š๐ง๐ ๐ž๐ฅ๐ฌ๐ž๐ฐ๐ก๐ž๐ซ๐ž, ๐ญ๐จ ๐›๐ฎ๐ข๐ฅ๐ ๐š ๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐ž ๐จ๐Ÿ ๐ซ๐ข๐ ๐ก๐ญ๐ฌ ๐š๐ง๐ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐ฃ๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐œ๐ž, ๐š๐ง๐ ๐ญ๐จ ๐Ÿ๐ข๐ ๐ก๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐Ÿ๐ซ๐ž๐ž๐๐จ๐ฆ ๐จ๐Ÿ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐š๐ฅ๐ฅ. ย  ๐น๐‘œ๐‘Ÿ ๐‘“๐‘ข๐‘Ÿ๐‘กโ„Ž๐‘’๐‘Ÿ ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘™ ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘› ๐‘œ๐‘› โ„Ž๐‘œ๐‘ค ๐‘ก๐‘œ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘ก๐‘’ ๐‘–๐‘› ๐‘กโ„Ž๐‘’ ๐‘ก๐‘ค๐‘œ ๐‘‘๐‘Ž๐‘ฆ๐‘  ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž, ๐‘”๐‘’๐‘ก ๐‘–๐‘› ๐‘ก๐‘œ๐‘ข๐‘โ„Ž ๐‘ค๐‘–๐‘กโ„Ž ๐‘ข๐‘ ! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก
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UNA DEPORTAZIONE A 20 NODI DI VELOCITร€
Sono iniziate le deportazioni in Albania. Mentre a livello geopolitico si muovono le richieste del primo ministro albanese di entrare nellโ€™Europa che conta , sul pattugliatore Libra della Marina Militare Italiana sono state caricate , previa selezione arbitraria, sedici persone, di cui dieci di origine egiziana e sei bengalese.Approdate al porto di Shengjin, Albania, le persone deportate sono state sottoposte a un secondo sommario controllo per confermare il loro stato di detenzione; le sedici persone sono state discrezionalmente individuate mentre affrontavano la traversata in mare insieme ad altre, utilizzando come pretesto lโ€™applicazione di parametri in nessun modo e contesto valutabili, come la loro presunta โ€œnon vulnerabilitร โ€ o la provenienza da un cosiddetto Paese Sicuro (concetto contestato anche dalla Corte di Giustizia Europea). Discrezionalitร  che si รจ resa evidente una volta giunti al porto, 4 delle sedici persone sono state poi dichiarate โ€œnon idoneiโ€ e dovranno essere ritrasferite in Italia (utilizziamo il futuro perchรฉ da ieri sopraggiungono svariate notizie della brutalitร  con cui รจ stata gestita la situazione). Questa โ€œprocedura di frontiera accelerataโ€ (cfr. DL 20/2023) , giร  attuata a Pozzallo e a Porto Empedocle, non รจ mai stata confermata dai tribunali italiani in quanto presenta numerosi profili di illegittimitร  e comprime le garanzie e le libertร  previste per coloro che presentano domanda di asilo. I tribunali stessi hanno considerato il trattenimento dei e delle richiedenti asilo illegittimo, contestando il concetto stesso di paese sicuro e affermando che le richieste dโ€™asilo vanno affrontate su base personale. Di fronte a tutto ciรฒ, risulta oltremodo anacronistico rinchiudersi nella propria indignazione, senza tentare di inceppare la macchina razzista e mortifera delle espulsioni e della detenzione amministrativa. Per questo, e non solo, il 01 Novembre scenderemo nelle strade, perchรฉ non saremo spettatori e spettatrici silenti davanti ad un sistema di deportazioni, perchรฉ Frontex e le frontiere vanno cancellate e non esternalizzate, perchรฉ il CPR di Torino o in Albania non puรฒ e non deve riaprire! Ci vediamo venerdรฌ 01 novembre ore 16 in piazza Robilant. Contro CPR e Frontiere! Tutt* liber*! https://gabrio.noblogs.org/files/2024/10/VID-20241018-WA0000.mp4
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