Come ormai dovreste sapere, in quanto โAssociazione riconosciutaโ (Associazione
AI ODV) possiamo ricevere le donazioni tramite il 5ร1000, ossia a chi destinare
una piccola parte delle tasse che si pagano.
La cosa vale solo per chi paga le tasse in Italia.
Per questo, se pensate di avere una qualche affinitร con il nostro progetto e se
volete che continui a funzionare, vi invitiamo a destinarci il vostro 5ร1000.
Chi sceglie di destinare il suo 5ร1000 alla nostra associazione puรฒ farlo
apponendo la propria firma in uno degli appositi spazi sulla dichiarazione dei
redditi (Modello 730, Modello Redditi, Unico PF) e indicare il nostro codice
fiscale che รจ 93090910501. La firma va apposta nellโapposito riquadro โSostegno
degli Enti del Terzo Settoreโฆโ che di solito รจ il primo a sinistra nella scheda.
Nel riquadro va scritto il nostro codice fiscale che รจ 93090910501.
Chi fa la dichiarazione on-line deve seguire la stessa procedura, anche se non
deve mettere una firma con la pennaโฆ
Anche chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi puรฒ destinarci il suo
5ร1000, basta compilare la scheda della CU (โCertificazione Unicaโ) che viene
data dal proprio datore di lavoro, inserendo nellโapposito riquadro il nostro
codice fiscale che รจ 93090910501. La scheda compilata va inserita in una busta
chiusa sulla quale va scritto in modo leggibile: Destinazione 5X1000 IRPEF, il
proprio Nome e Cognome, e il proprio codice fiscale. La busta deve essere
consegnata (non si paga nulla) presso gli uffici postali, i sportelli bancari o
gli intermediari abilitati.
Nel 2024 abbiamo ricevuto 3.577 euro. Ringraziamo tutte e tutti quelli che ci
hanno mostrato in questo modo il loro sostegno. Per avere unโidea delle nostre
spese potete guardare questa pagina.
Tag - Comunicati
Ci avviciniamo a celebrare lโ80esimo anniversario della liberazione dal
nazi-fascismo immersi in unโatmosfera da fine del mondo.
Se non fosse bastata la promessa distruttiva della crisi ecologica in cui siamo
immers*, con la sindemia del covid come trauma collettivo giร quasi-rimosso, la
guerra aperta รจ nuovamente esplosa anche nella โpacificaโ Europa.
Sappiamo bene che per i popoli e per le soggettivitร oppresse, cosรฌ come per le
lavoratrici e i lavoratori, la guerra, nelle sue forme piรน esplicite delle bombe
in Palestina o in quelle meno dichiarate come femminicidi,ย transicidi, morti sul
lavoroย oย inย mare, non si era mai fermata.ย
Al contempo perรฒ assistiamo ad un cambio di paradigma, esemplificato dai
discorsi intorno alla guerra guerreggiata,ย dal via libera al riarmo come unica
soluzione per salvarci dalla barbarie,ย dal riaccendersi dei nazionalismi eย dalle
guerre commerciali.
Eppure, di fronte allโintensificarsi del genocidio in Palestina, allโaumento
vertigionoso delle spese in armamenti in Europa e nel mondo, alla violenta
repressione del dissenso che, partendo dagli USA di Trump e passando per la
โdemocraticaโ Germania, arriva fino alla fascistissima Italia, non รจ il momento
di abbandonarci allo sconforto nรจ di soccombere alla disillusione.
Il macro della geopolitica estera si riflette e rafforza nel micro delle nostre
vite e dei quartieri in cui viviamo come nodi in tensione da cui rispondere,
opporsi e resistere, soprattutto quando la sospensione totale di qualsiasi forma
di democrazia si rende evidente. Ci scontriamo infatti con disuguaglianze di
classe sempre piรน amplificate, le stesse che rendono impossibile a moltx avere
una casa ed arrivare a fine mese nonostante un contesto urbano colmo di spazi
abbandonati lasciati a marcire. Le cittร che abitiamo si rivelano divise in
frontiere interne che separano i quartieriย โriqualificatiโ, accessibili a
poch*, da quelli โindecorosiโ, raccontati come pericolosi attraverso le famose
โzone rosseโ fino a rendere di nuovo legittimi e desiderabili luoghi di confine
e tortura come le carceri e i cpr. Nel clima di guerra diffuso, non sono solo le
fasce piรน marginalizzati a subire il neofascismo, siamo tutt noi, perchรฉ i tagli
allโistruzione, alla ricerca, alla salute pubblica, ai centri antiviolenza hanno
effetti reali sui corpi senza distinzioni, seppur con differenti gradi di
severitร . In questo meccanismo stratificato, la guerra si presenta come realtร
pronta a riscrivere i presupposti di ulteriori divisioni sociali, nuovi sommersi
e salvati mentre si allarga la fascia di persone e corpi sacrificabili.
Se la confusione รจ grande sotto il cielo, il momento non รจ certo eccellente,
eppure il mondo รจ lungi dallโessere pacificato: in Palestina il movimento di
resistenza palestinese affronta con determinata ostinazione il tentativo di
cancellazione del loro popolo, negli Stati Uniti studentesse e studenti
infiammano le universitร sfidando lโira repressiva del governo repubblicano,
mentre dal Chiapas arriva lโappello a costruire โil giorno dopoโย della tempesta
capitalista.
IL 25 aprile ci pare allora quanto mai attuale, nel suo interrogarci in maniera
urgente, non solo oggi ma nelle lotte che animiamo tutti i giorni: di fronte
alleย crisi del mondo che conosciamo, con i suoi immancabili risvolti violenti e
sanguinari, da che parte stiamo? Quali responsabilitร , individuali e collettive,
ci chiamano allโazione?
Ieri come oggi, resistere rimane per noi una postura necessaria quanto
diversificata nella molteplicitร di pratiche, forme e idee disposte a
contrastare imperialismi e fascismi vecchi e nuovi. Che sia nellโopporsi a
progetti estrattivi ed ecocidi tramite sabotaggi e picchetti, occupando
fabbriche e rivoluzionando gli assetti produttivi in chiave anti-capitalista,
dis-armando una guerra contro le donne e le soggettivitร non conformi al mito
patriarcale e alle sue soluzioni punitive e securitarie.ย Smontando il mito del
progresso e della pace basate su violenza e sfruttamento lontano dai nostri
occhi. Resistiamo e ci organizziamo nella lotta liberando spazi e menti,
salvando il desiderio di unโalternativa rispetto a un mondo in fiamme, occupando
case, palazzi, quartieri e universitร per dar spazio a nuove forme del sociale,
di alleanze e di solidarietร nelle lotte di ciascun contro nemici comuni, perchรจ
nessunx rimanga solx.ย
Oggi, dopo 80 anni, siamo qui per ricordare, e per non dimenticare mai, il costo
della nostra libertร e la sua necessitร , uno sforzo continuo da compiere
insieme, giorno dopo giorno.
Sarร ย un giorno di festa e di lotta, vogliamo passarlo con l*ย nostr*ย compagn*,
sicur* che le nostre strade si incontreranno ancora e spesso nei tempi prossimi
di resistenza.ย
Fino alla rivoluzione
โ
ย PROGRAMMA โ
ย
In un momento storicoย segnato da tensioni crescenti, in cui la corsa al riarmoย e
la logica della guerraย imperialistaย vengono imposte come orizzonte inevitabile,
non sorprendeย che leย istituzioniย tentinoย di silenziare eย reprimereย chiย sceglie
diย organizzarsiย dal basso, animando e vivendo le lotte che si oppongono al
deserto lasciato dalle politiche istituzionali.
Da sempre, chi si oppone allo stato delle cose viene criminalizzatx. Oggi piรน
che mai,ย chi non abbassa la testaย e continua a resistere รจ oggetto di una
repressione sempre piรน intensa, attraverso misure giudiziarie che mirano ad
annichilireย il dissenso e a trasformare in nemico pubblico chi crede che le
lotte dal basso siano lotte di tuttx.
Vorrebberoย silenziarci, costringerci alla passivitร ,ย pront* ad accettare il
destino che hannoย giร ย scelto per noi.
Non riuscendoci,ย usano lโunica armaย che conoscono:ย la repressione e la macchina
del fango.
Sappiamo bene che hanno paura.
Sanno cheย chiย scende in stradaย non lo fa per un tornaconto personale,ย non lo fa
per soldi o per potere, come un qualunque politico.ย Lottare significa credere in
un mondo diverso, significa costruire pratiche di resistenza e solidarietร
reali, significaย portare avanti unโidea diย unย mondo diversoย e diย unaย vita degna
per tutt*.
Ed รจ proprio questa determinazione a spaventarli: lโidea che esista ancora chi
non si piega, chi si organizza, chi non รจ disposto a farsi schiacciare senza
reagire.
Tra pochi giorni ci sarร la sentenza del Processo Sovrano, lโennesimoย capitolo
di una strategia repressivaย cheย da anniย tenta diย annientare le esperienze di
lotta costruite con determinazioneย da tant* compagn*, in valle come in cittร .
Un processo velenoso costruito dalla procura torineseย con lโunico scopo di
colpire chi ha scelto di non arretrare, incastrando pezzi di storie diverse per
costruire il teoremaย di unโassociazione a delinquere.ย Unโaccusa strumentale,
frutto di un impianto che non ha nulla a che vedere con la ricerca della veritร ,
ma molto con la volontร di stroncare il dissenso.
Non รจ la prima volta che assistiamo a simili manovre repressive: la magistratura
torinese รจ da sempre in prima linea nel colpire chi lotta, mentre le denunce
degli abusi delle FFO vengono sistematicamente archiviate. รจ un copione giร
visto, dove i ruoli sono sempre gli stessi, da un lato, chi difende gli
interessi del potere con processi-farsa e campagne mediatiche denigratorie e
dallโaltro, chi resiste e continua a lottare per la giustizia sociale.
Ma questa repressioneย non riguarda solo Torino. Ilย processoย sovrano si
inserisceย in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di libertร e
di espressione in tuttaย Italia. Infatti se colleghiamoย questa vicendaย alla
riforma della giustizia che mira a sottomettere definitivamente il potere
giudiziario al potere politico esecutivo lโobbiettivo diventa ancora
piรนย chiaro:ย normalizzareย la societร , soffocareย il dissenso, spegnere ogni voce
critica prima che possa diventare una minaccia reale per lโordine costituito.
Ma chi lotta non รจ mai solx.
Solidarietร all* compagn* indagate, eravamo e rimaniamo al loro fianco!
L*ย compagn* del CSOA Gabrio
Esattamente una settimana fa arrivava lโannuncio dello sgombero del palazzo
occupato in via Monginevro 46 nel 2013.
Unโoccupazioneย nataย a seguito della crisi economica che in cittร aveva
portatoย numerosiย sfratti e sgomberi, a cui si รจ risposto conย varieย occupazioni
abitative (7 solo in San Paolo).
Occupazioni che hannoย dato lโopportunitร ย a decine di persone di avere un tetto
che gli permettesse di non finire ancora piรน ai margini di una societร sempre
piรน individualista ed escludente.
Occupazioni,ย ma soprattutto case.
Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza
sottostare a ricatti e umiliazioni.
Purtroppo perรฒ, come per le altre esperienze in quartiere, sembra arrivata la
fine anche di questa occupazione.
Uno sgombero quasi annunciato insomma:ย nemmeno un anno fa era stato sgomberato
il palazzo di via Muriaglio e pochiย anni prima via Frejus e via Revello.
Questโultima palazzina con le stesse modalitร di via Monginevro.
Nonostante i proclami sui giornali della settimana scorsa, lo sgombero non รจ
avvenuto realmente.ย Come in altri casi,ย รจ stataย messa in atto una pratica tanto
violenta quanto subdola:ย ilย distacco della luce e/o dellโacqua.ย Un assedio
silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di
dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.ย
Mentre leย famiglie con minoriย vengonoย trasferite in strutture, costrette a
vivere spesso in un monolocale (questa volta fortunatamente non hanno separato i
genitori), per le persone singole non cโรจย nessuna prospettiva.ย
E oggi? Eย domani?ย saranno giornateย di โsgomberi dolciโย a Torinoโ cosรฌ gli piace
chiamarli-ย evitando di prendersi la responsabilitร politica e morale
dellโassenza di soluzioni alternative.ย
Ciรฒ che accade in queste situazioni non รจ una novitร : il razzismo istituzionale,
la gentrificazione crescente del quartiere San Paolo e la mancanza di politiche
abitative efficaci hanno reso impossibile lโaccesso a soluzioni dignitose per
chi vive in occupazione.ย
Ancora una volta, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore,
unโulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione
inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la
testa.
Le persone che vivono in occupazione nonย stanno chiedendoย la caritร , ma solo una
casa vera, dignitosa, dove poter vivere senza il rischio di essere sfrattati
ogni volta che la situazione economica o sociale non rispecchi le prospettive di
palazzinari e speculatori.
Molti sarebbero disposti ad affittare un alloggio se non fosse che il razzismo
diffuso e la continua gentrificazione del quartiere e della cittร non lo
permettono, rendendo ancora piรน insostenibile la loro condizione. Il diritto
alla casa dovrebbe essere garantito a tutt3 e non solo a chi puรฒ permettersi di
pagare affitti in un mercato immobiliare speculativo.
Esprimiamo quindi la nostra ferma richiesta ai servizi sociali, al Comune di
Torino e alle istituzioni competenti:ย le persone che occupano la palazzina di
via Monginevro e gli altri che vivono nelle stesse condizioni non vogliono un
dormitorio temporaneo, ma un alloggio stabile e degno. Eโ ora di risolvere
lโemergenza abitativa in modo serio e duraturo.ย ย Non si puรฒ continuare a fare
finta che il problema non esista. La cittร di Torino e le sue istituzioni devono
trovare soluzioni abitative vere, per tutte le persone, senza discriminazioni.
La crisi abitativa non รจ unโemergenza,ย รจ una costante.ย Non puรฒ essere affrontata
con risposte temporanee o marginalizzando ulteriormente chi giร vive una
condizione di vulnerabilitร .
Esigiamo che venga trovata una soluzione immediata e concreta per tutte le
persone che rischiano di essere sgomberate, senza che la loro dignitร venga
ulteriormente calpestata.
Non basta un dormitorio, vogliamo una casa!
La casa รจ un diritto, non una concessione.ย
C.S.O.A. Gabrio
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Newsletter Autistici/Inventati โ dicembre 2024
mormora ed organizza
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[English version below]
Siamo a Dicembre di un anno che, sappiamo, eโ stato faticoso.
Leggendo le storie di vita dal mondo che hanno caratterizzato il 2024 non
possiamo che ritenerci delle persone abbastanza privilegiate. Non viviamo
infatti personalmente, come sempre piuโ persone nel mondo sono costrette, una
situazione di crisi.
Certo anche la nostra vita eโ piena di preoccupazioni e insicurezze, e ci
accorgiamo di conseguenza di quanto sia importante ogni forma di solidarietaโ
verso chi vive in una situazione di crisi, ma anche tra di noi. Lo stesso vale
per ogni forma di resistenza. Ci prende anche la rabbia talvolta, peroโ non
vogliamo limitarci a reagire emotivamente quando leggiamo le notizie dal mondo o
analizziamo la narrativa dei media. Per fortuna non siamo sole.
Abbiamo infatti lโopportunitaโ di poterci distrarre e dedicare tempo a voi, che
con il vostro attivismo ci date forza e voglia di fare di piuโ. Vi leggiamo ogni
giorno su noblogs e nelle tante mail e richieste che ci mandate. Ci date
speranza, e ci fate spesso sentire orgogliose. Di questo vogliamo ringraziarvi.
In particolare siamo felici di leggere di voi che resistete e lottate:
* contro il fascismo specie in luoghi dove eโ in aumento
* contro il genocidio in Palestina
* come persone trans, queers, femministe e femministi che si impegnano a
decostruire il genere ed eliminare il patriarcato
* contro ogni forma di militarismo
* difendendo lโambiente e le produzioni agro-ecologiche
* per la dignitaโ delle persone migranti
* come musicisti e artiste indipendenti
* contro il razzismo e contro ogni violenza e dominio sociale
Grazie di cuore!
Continuiamo a cospirare insieme con voi ogni giorno.
# Novitร
Abbiamo aperto lโUnitaโ Linguaggi Artificiali (ULA),
https://ula.inventati.org/
una unitaโ di ricerca ed esplorazione dedicata al campo del machine learning.
Perchรจ ULA?
Lโuso del Machine Learning con obiettivi non imprenditoriali o istituzionali ha
iniziato a stuzzicare dallโanno scorso i nostri immaginari politici di
archiviazione, mediazione, programmazioneโฆ
Abbiamo infatti finalmente a portata di mano la possibilitaโ di facilitare la
classificazione, la gestione e lโanalisi di informazioni in modo molto
efficiente, arricchendola anche con altre esperienze e punti di vista anche
alternativi ai nostri (o puramente plausibili ma di fantasia), mantenendo peroโ
il nostro scopo di coltivare la rivolta, la mediazione tra diverse forme di
dialogo radicale e spingere piuโ futuri possibili per tutte le specie.
Rimaniamo consapevoli del fatto che il modello di dati esistente eโ pieno di
pregiudizi, motivo per cui la risorsa non eโ pensata per essere โinterrogataโ
come se si trattasse di un oracolo. Permette pero di identificare rapidamente
possibili analogie e collegamenti applicando i principi della statistica su
grosse moli di dati. Sappiamo che queste tecnologie verranno usate dal
capitalismo per opprimere maggiormente, ma vogliamo proporvi una visione
differente.
La cultura antagonista che ci caratterizza richiede un grosso impegno quotidiano
per resistere le logiche del capitale. Non sempre abbiamo tempo e risorse
sufficienti per poter anche immaginare nei dettagli e delineare precisamente
possibili percorsi politico-sociali piuโ umani e meno autoritari verso un mondo
finalmente libero da quelle logiche. Gli esempi potrebbero essere tanti, ne
riusciamo a immaginare qualcuno?
Come pensiamo di rovesciare la cultura del debito? Come invece vorremmo
distribuire il reddito? Come vorremmo ribilanciare situazioni di
post-colonialismo, o di proprietaโ privata? Oppure: in un mondo in cui la
cultura del debito eโ presente, a quale cifra questo debito ammonta per quanto
riguarda invece il dovuto rimborso per sfruttamento ed abusi? O anche: in quanti
modi possiamo declinare secoli di patriarcato a partire da differenti
presupposti geografici, storici e culturali?
Ecco abbiam messo insieme alcuni chip con cui giocare. Inferite gente!
Se il consumo energetico delle ore di calcolo vi preoccupa, sappiate che il
nostro laboratorio consuma come un PC/console da gioco di ultima generazione.
Se avete una idea da provare, leggetevi la paginetta linkata sopra e scriveteci
a:
ula-proposals@inventati.org
Qualunque esperimento prodotto non รจ pensato per essere messo a disposizione del
pubblico come un servizio ed usato online.
ULA al momento eโ un laboratorio condiviso per sperimentare, per chi lโhardware
non ce lโha.
Cogliamo anche lโoccasione per dirvi che vogliamo proseguire ed estendere il
lavoro cominciato lโanno scorso con topics.noblogs.org, nella speranza che
questa pagina semplifichi la scoperta reciproca di gruppi radicali che operano
internazionalmente sugli stessi argomenti, pur non condividendo la stessa
lingua. Quindi se avete belle storie a riguardo, mandateci due righe!
# Dona!
E infine, se hai letto fin qui, sai che ogni anno ricordiamo a chi usa i nostri
servizi di farci una donazione per pagare le spese legali, la banda internet, i
domini, il datacenter ed lโhardware, ancora una volta alla faccia di chi non
crede possibile che il mutuo aiuto sia un modello fattibile.
Restiamo umani
GRAZIE MILLE DI CUORE! Buon 2025!
un abbraccio
A/I
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Collettivo Autistici/Inventati
https://www.autistici.org
blog: https://cavallette.noblogs.org
donazioni: https://www.autistici.org/donate
aiuto: help@autistici.org
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[English version]
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Newsletter Autistici/Inventati โ december 2024
mourn and organize
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You are receiving this newsletter because you have an account or manage a
service hosted by Autistici/Inventati.
If you think you should not receive it, write to help@autistici.org
Welcome to the annual newsletter where we update you on how things are going.
Itโs December of a year that, we know, has been tiring.
Reading the life stories from around the world in 2024, we cannot but feel
privileged. For we do not personally experience a crisis situation, as more and
more people around the world are forced to.
Of course, our lives are also full of worries and insecurities, and we realise
how important every form of solidarity is, towards those living in a crisis
situation, but also among ourselves. And as well every form og resistance. We
also get angry sometimes, but we donโt want to just react emotionally when we
read the world news or analyse the media narrative. Fortunately, we are not
alone.
In fact, we have the opportunity to be able to distract ourselves and devote
time to you, whose activism gives us strength and will to do more. We read you
every day on noblogs and in the many emails and requests you send us. You give
us hope, and you often make us feel proud. For this we want to thank you.
In particular, we are happy to read about you resisting and fighting:
* against fascism especially in places where it is on the rise
* against the genocide in Palestine
* as trans people, queers, feminists and feminists who are committed to
deconstructing gender and eliminating patriarchy
* against all forms of militarism
* defending the environment and agro-ecological production
* for the dignity of migrant people
* as independent musicians and artists
* against racism and against all violence and social domination
Thank you very much!
We continue to conspire together with you every day.
# News
We have opened the Artificial Language Unit (ALU),
https://ula.inventati.org/
a research and exploration unit dedicated to the field of machine learning.
Why ULA?
The use of Machine Learning with non-entrepreneurial or institutional objectives
has been teasing our political imaginations of archivists, mediators,
programmers since last yearโฆ
Indeed, we finally have at our fingertips the possibility of facilitating the
classification, management and analysis of information in a very efficient way,
enriching it with other experiences and points of view, even alternative to our
own (or purely plausible but fictional), while maintaining our aim of
cultivating revolt, mediation between different forms of radical dialogue and
pushing as many futures as possible for all species.
We remain aware that the existing data model is full of biases, which is why the
resource is not designed to be โinterrogatedโ as if it were an oracle. It does,
however, make it possible to quickly identify possible similarities and
connections by applying the principles of statistics to large masses of data. We
know that these technologies will be used by capitalism to oppress more, but we
want to propose a different view.
The antagonistic culture that characterises us requires a great deal of daily
effort to resist the logic of capital. We do not always have sufficient time and
resources to even imagine in detail and outline precisely possible more humane
and less authoritarian social-political paths towards a world finally free of
those logics. The examples could be many, can we imagine any?
How do we plan to reverse the debt culture? How would we like to distribute
income instead? How would we like to rebalance situations of post-colonialism,
or private property? Or: in a world where the culture of debt is present, how
much does this debt amount to in terms of due repayment for exploitation and
abuse? Or even: in how many ways can we decline centuries of patriarchy from
different geographical, historical and cultural assumptions?
Here we have put together some chips to play with. Infer, people!
If the power consumption of computing hours worries you, know that our lab
consumes, at peak, about 500W, which is not much more than a state-of-the-art
PC/game console.
If you have an idea to try out, read the little page linked above and write to
us at:
ula-proposals@inventati.org
Any experiment produced is not meant to be made available to the public as a
service and used online.
ULA is currently a shared laboratory for experimenting, for those who donโt have
the hardware.
We would also like to take this opportunity to tell you that we want to continue
and extend the work we started last year with topics.noblogs.org, in the hope
that this page will make it easier for radical groups working internationally on
the same topics to discover each other, even if they do not share the same
language. So if you have good stories about this, send us a line!
# Donate!
And finally, if you have read this far, you know that every year we remind you
to make a donation to us to pay for legal fees, internet bandwidth, domains,
datacentres and hardware, once again in the face of those who do not believe
that mutual aid is a viable model.
Stay human
THANK YOU VERY MUCH! Happy 2025!
a hug
A/I
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
The Autistici-Inventati collective
https://www.autistici.org
blog: https://cavallette.noblogs.org
donations: https://www.autistici.org/donate
help: help@autistici.org
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Nella giornata di ieri, si รจ compiuto il passo decisivo che segna
lโimminenteย riapertura del CPR di Corso Brunelleschi a Torino.ย
La Cooperativa Sanitaliaย Serviceย รจ stata dichiarata vincitrice dellโappalto da
8,4mln di euro per la gestione biennale del campo detentivo, battendo la
concorrente Ekene (unica rimasta in gara).
Si prevede, dunque, che in un mese circa il CPR verrร riaperto e la macchina
razzista potrร tornare a regime.
Sanitalia Service รจ una azienda (mascherata da cooperativa sociale) molto
radicata nel territorio torinese, nota per la gestione di diversi servizi legati
allโassistenza socio-sanitaria e alla residenzialitร psichiatrica.
Alla voce โChi siamoโ nel proprio sito, si presenta come realtร che opera
โunโattenzione costante alla persona, al suo benessere e al contesto nella quale
รจ inserita o da cui provieneโ, omettendo la conscia scelta di investire nella
detenzione amministrativa come settore di lucro.
Lโingresso nel โsettore dellโaccoglienzaโ perรฒ รจ stato il cambio di passo per la
cooperativa che ha visto crescere i propri profitti.
La gestione dei CAS nellโastigiano, come spesso accade quando questa รจ sinonimo
di disservizi e speculazione, ha permesso di toccare con mano il corposo
business sulla pelle delle persone migranti.ย
Non ci stupisce, quindi, che sia agevolmente entrata nel settore della
detenzione amministrativa, prima come fornitrice di servizi interni in
collaborazione con Gepsa (ente gestore di Torino fino al 2021) e successivamente
presentandosi da sola ai vari bandi per la gestione dei CPR (Albania, Milano e
Torino).
Dโaltronde cosa aspettarsi dallโennesima cooperativa inglobata in un sistema di
scatole cinesi, sistema fondato suย grossi investimenti in societร che lucrano
sulla privatizzazione dei servizi sottratti al welfare pubblico.
Come sempre soloย speculazione eย brutalitร mascherate daย cortesia.ย
La gestione diย questiย luoghi,ย anche se decorataย con belle parole, non puรฒ che
produrre morte e tortura. Chi gestisce i centri detentivi รจ complice di chi li
crea e li finanzia e la lotta controย queste istituzioni totalizzanti non puรฒ
esimersi dallโopporsi a chi ne consente la riproduzione materiale.
Continueremo a tornare in Corso Brunelleschi per sostenere oltre le mura di
quellโinfame luogo le persone detenute.ย
Per la libertร di movimento di tutte e tutti
NO CPR, Nร QUI Nร ALTROVE!ย
๐๐ฎ ๐ฑ๐๐ฒ ๐ด๐ถ๐ผ๐ฟ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐บ๐ผ๐ฏ๐ถ๐น๐ถ๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ถ๐ป ๐๐น๐ฏ๐ฎ๐ป๐ถ๐ฎ
๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฟ๐ผ ๐ถ๐น ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐๐ผ๐ฐ๐ผ๐น๐น๐ผ ๐ฅ๐ฎ๐บ๐ฎ-๐ ๐ฒ๐น๐ผ๐ป๐ถ ๐๐ฒ๐ฟ๐บ๐ถ๐ป๐ฎ๐๐ฎ,
๐บ๐ฎ ๐น๐ฎ ๐น๐ผ๐๐๐ฎ ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฒ๐ป๐ฎ ๐ถ๐ป๐ถ๐๐ถ๐ฎ๐๐ฎ!
Come realtร dal basso, movimenti sociali, associazioni, abbiamo dato vita al
Network Against Migrant Detention, una rete transnazionale che si oppone al
sistema della detenzione amministrativa e allโesternalizzazione delle frontiere.
๐ธ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐
๐
๐๐๐๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐.
Contro i CPR, contro le politiche migratorie razziste e neocoloniali del governo
Meloni, contro il nuovo Patto europeo sulla Migrazione e Asilo.
๐ฅ๐๐๐ง ๐ก๐ ๐ก๐๐๐๐ง๐ฉร ๐๐ ๐ข๐ค๐ซ๐๐ข๐๐ฃ๐ฉ๐ค ๐๐ ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ ๐
๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐!๐ฅ
ENGLISH
The Italy-Albania Protocol is a failure from every perspective!
Despite the decision of the Italian government to suspend the deportation of
migrant people to Albania, we as Network Against Migrant Detention have decided
to stick to our mobilization on December 1 and 2 in Tirana, as well as at the
centers in Gjadรซr and Shรซngjin, to express our dissent against the deportation
system established by the Protocol. While this failure represents a temporary
stalemate, we are well aware that the logic driving these policies is far from
defeated.
Just weeks after the Protocolโs implementation, the use of the hotspot and
detention facilities in Albania has been suspended, at least until the European
Court of Justice issues its rulings. The mechanism has stumbled over the
definition of a โSafe Country of Originโ temporarily challenged by the October
4, 2024 ruling by the European Court of Justice. The ruling states that a
country cannot be deemed safe unless it is so across its entire territory and
for everyone. In practice, every case must be evaluated individually, and judges
must consider whether the country in question is actually safe for the specific
individual at the time of the decision. Thanks to this ruling, Italian judges
have repeatedly disregarded the executive orders imposed by the Meloni
government through emergency legislative decrees.
While this partial victory reflects a European legal framework that still
withstands the harsh blows inflicted by illiberal right-wing forces and
governments of all political stripes, it has been achieved through struggles,
above all those of migrant people themselves, affirming the right to asylum and
freedom of movement. Therefore, we believe that relying solely on the judicial
system is insufficient to halt these policies. The horizon towards which the
Protocol is heading is the implementation of the New Pact on Migration and
Asylum planned for June 2026. This will introduce new criteria for defining safe
countries of origin, broadening the scope for accelerated border procedures. At
that point, the design of externalization embodied by the Italy-Albania Protocol
might face no further obstacles and could serve as a model to be replicated in
other EU Member States.
For this reason, over 200 activists from Italy, Albania, and Greece have
gathered this weekend in Tirana, staging protests in front of the hotspot at
port of Shรซngjin, the detention center in Gjadรซr, the Albanian government
headquarters, the Italian Embassy, and the European House.
Our goal is to lay the groundwork for a broad pan-european and transnational
mobilization capable of opposing these policies in the long term.
As members of the Network Against Migrant Detention, we demand:
The dismantling of Italian detention centers on Albanian territory, rejecting
any repurposing for other forms of detention
The abolition of any form of administrative detention for migrant people and
asylum seekers.
The abolition of the concept of a โSafe Country of Origin,โ which serves only to
restrict international protection.
The withdrawal of Italian military forces from Albanian territory and their
immediate return to Italy.
The opening of safe, legal and accessible pathways, the right to mobility and
self-determination for all migrant people, and the granting of the right to
circulate freely, regardless of motivations and status recognition
ย
The Network Against Migrant Detention sets the following objectives:ย ย
To oppose the Meloni-Rama Protocol and the model it represents through various
political tools, including information campaigns, public mobilizations,
strategic litigation, and pressure involving opposition politicians from Italy
and Europe, creating a broad, cross-sectoral, and interdisciplinary movement.
To obstruct the construction of new detention and deportation centers and the
strengthening of existing ones in Italy and Europe, promoting a
counter-narrative to the populist rhetoric that exploits fear to justify
militarized forms of security. This includes exposing the administrative
detention industry, highlighting violations of fundamental rights within
detention centers, and proposing a reception model centered on dignity,
autonomy, and the development of migrant peopleโs life projects.
To build a transnational and trans-European movement that establishes the
struggle for universal freedom of movement as a fundamental condition for the
radical democratization of this political space. This movement stands against
both the rise of nationalist, illiberal conservatism in Europe and the
neoliberal institution of the EU. Both in continuity with each other, reinforce
violent systems of rejection and selection of migrant people.
To forge connections beyond European territories with those opposing the EUโs
border externalization policies, rejecting the neocolonial coercion imposed by
agreements with third countries in exchange for European integration and
economic support.
โโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโโ
ITALIAN
Il Protocollo Italia-Albania รจ un fallimento sotto tutti i punti di vista!
Nonostante la decisione del governo italiano di sospendere le deportazioni di
persone migranti in Albania, come Network Against Migrant Detention abbiamo
deciso di mantenere la mobilitazione lโ1 e il 2 dicembre a Tirana e presso i
centri di Gjadรซr e Shรซngjin per esprimere il nostro dissenso verso il sistema di
deportazione messo in piedi dal Protocollo. Benchรฉ il fallimento rappresenti un
momentaneo stallo, sappiamo che la logica che anima queste politiche รจ
tuttโaltro che sconfitta.
A poche settimane dallโentrata in funzione del Protocollo, รจ stato sospeso
lโutilizzo delle strutture di hotspot e di detenzione in Albania, almeno fino
alle pronunce della Corte di Giustizia Europea. Il meccanismo si รจ inceppato
sulla definizione di Paese dโOrigine Sicuro, su cui la sentenza del 4 ottobre
2024 della Corte di Giustizia Europea ha posto un momentaneo argine. Essa
infatti indica che un paese non puรฒ considerarsi sicuro qualora non lo sia nella
totalitร del suo territorio e per tuttษ. Nella pratica, ogni caso deve essere
valutato singolarmente, e il giudice deve considerare se, al momento della
decisione, il Paese in questione รจ effettivamente sicuro per quella specifica
persona. Grazie a questa decisione i giudici italiani hanno potuto ripetutamente
disapplicare lโordine esecutivo che il governo Meloni ha impartito attraverso
decreti-legge approvati dโurgenza.
Se questo parziale risultato รจ anche frutto di un sistema di diritto europeo che
ancora regge i duri colpi inferti tanto dalle destre illiberali quanto dai
governi di ogni altro colore politico, conquistato attraverso le lotte
soprattutto delle persone migranti per affermare il diritto di asilo e la
libertร di movimento, crediamo che il solo piano giudiziario non sia sufficiente
per porre un freno a queste politiche. Infatti, lโorizzonte verso cui il
Protocollo si proietta รจ lโapplicazione del Nuovo Patto sullโImmigrazione e
lโAsilo prevista per giugno 2026, che introdurrร nuovi criteri per la
definizione di paese dโorigine sicura, estendendo i casi di applicazione delle
procedure accelerate per la richiesta di asilo in frontiera. A quel punto, il
disegno di esternalizzazione che il Protocollo Italia-Albania incarna potrebbe
non trovare piรน ostacoli e rappresentare un modello da riprodurre da parte degli
Stati Membri dellโUE.
Per questo motivo, questo weekend ci siamo ritrovati a Tirana in piรน di 200
attivistษ da Italia, Albania e Grecia, manifestando insieme davanti allโhotspot
al porto di Shรซngjin, al centro di detenzione di Gjadรซr e davanti alla sede del
Governo albanese, allโAmbasciata italiana e alla Casa dellโEuropa.
Il nostro obiettivo รจ quello di porre le basi per una mobilitazione pan-europea
e transnazionale di largo respiro, che sia in grado di opporsi anche sul lungo
termine a queste politiche.
Come Network Against Migrant Detention rivendichiamo:ย
Lo smantellamento dei centri italiani in territorio albanese, non contemplando
quindi un altro utilizzo detentivo alternativo.
Lโabolizione di qualsiasi ipotesi di detenzione amministrativa delle persone
migranti e richiedenti asilo.
Lโabolizione della nozione di Paese dโOrigine Sicuro, in quanto solamente
strumentale alla restrizione della protezione internazionale.
La smobilitazione dei militari italiani in territorio albanese ed un loro
immediato rientro in Italia.
Lโapertura di canali di ingresso legali e accessibili per tuttษ, il diritto alla
mobilitร e allโautodeterminazione delle persone migranti e la possibilitร di
circolare liberamente, indipendentemente dalle motivazioni e dal riconoscimento
di uno statusโ.
Il Network Against Migrant Detention pone gli obiettivi di:ย
Opporsi al Protocollo Meloni-Rama e al modello che esso rappresenta, utilizzando
i diversi strumenti politici: dallโinformazione, alle mobilitazioni di piazza,
dal contenzioso strategico, alla pressione attraverso la presenza di esponenti
politici di opposizione sia italiani che europei, creando una mobilitazione
ampia, trasversale e interdisciplinare.
Ostacolare la costruzione di nuovi centri di detenzione ed espulsione e il
rafforzamento di quelli esistenti in Italia e in Europa, diffondendo una
differente narrazione di segno opposto ai discorsi populisti che fanno leva
sulla paura della gente per incrementare forme militarizzate di sicurezza. ร
quindi necessario denunciare il business della detenzione amministrativa, la
violazione delle libertร fondamentali dellษ detenutษ e proporre un modello di
accoglienza che ponga al centro la dignitร , lโautonomia e lo sviluppo dei
progetti di vita delle persone migranti.
Costruire un movimento transeuropeo e transnazionale che ponga la lotta per la
libertร universale di movimento come una delle condizioni fondamentali per la
radicale democratizzazione di questo spazio politico, in opposizione, da un
lato, allโemergente Europa dei nazionalismi conservatori e illiberali e,
dallโaltro, allโistituzione neoliberale della UE. Entrambi infatti, in
continuitร gli uni con lโaltra, rinforzano sistemi violenti di respingimento e
selezione delle persone in movimento.
Costruire relazioni oltre i territori europei con coloro che si oppongono
allโesternalizzazione dei confini UE, rifiutando il ricatto neocoloniale che i
patti con paesi terzi pongono in cambio di integrazione europea e supporto
economico.
ย
ย
ย
Versione italiana al fondo
If Europe is building new detention camps, anyone who wishes to live in a free
Europe has the responsibility to dismantle them.ย
Administrative detention of migrants is once again becoming the preferred
strategy to handle illegalized mobility in Italy. In addition to its commitment
to build a Center for Repatriation (CPR) in every single region in Italy, on
November 6 last year the Meloni government signed an agreement with the Albanian
government to build an Italian hotspot and detention facility for migrants on
Albanian soil. This measure attempts to externalize the sovereignty of a
European member state over a third countryโs territory concerning immigration
and border control. Although Rama and Meloni paint a positive picture of this
cooperation, peppered with a language of brotherhood, the Italy-Albania
agreement constitutes a clear violation of the principle of Albanian sovereignty
and is yet another expression of neocolonial logic, evident in the way Italy
dictates control over Albaniaโs territories.Although such a model has been
tested elsewhere, such as Australiaโs Pacific Solution, it represents an
unprecedented deal in border infrastructure in Europe.
This agreement has been welcomed by various EU representatives as well as other
member states, well representing a trend across Europe, and beyond, with regards
to the control of irregular mobility: dismantling the right to asylum,
externalizing, and militarizing borders. From Italy to Albania, from Hungary to
the Netherlands, from Germany to Poland, an extreme right-wing wind is blowing,
whose primary objective is the criminalisation of racialized people on the move.
On the ground of this agreement, however, a rift has opened up between the
executive and judicial powers both at Italian and European levels concerning the
definition of โsafe countriesโ, on which the legitimisation of the system of
accelerated border and deportation practices is based. The Italian government
thus defines countries such as Tunisia, Egypt, or Bangladesh as โsafeโ, to name
just a few, ignoring the evident conditions of oppression that various segments
of the population endure in these places. The current clash between institutions
shows the political space that has opened up, which we must be able to occupy in
order to propose, defend, and shape more democratic mechanisms for managing
migration within and towards Europe.
If the Rama-Meloni pact represents a dangerous experiment that goes beyond the
political interests of Italy and Albania, then now more than ever, we need a
trans-European mobilizationโstretching even beyond the EUโs geopolitical
bordersโto reconnect and strengthen the many solidarity networks built over the
years in support of freedom of movement. For this reason, we call on groups from
across Europe and neighboring countriesโno-border activists, people on the move,
BIPOC, grass-roots collectives, associations, NGOsโwho have been active for
years along the borders and in opposition to forced confinement. Together, let
us build a shared space of dissent, starting with the mobilizations against the
centers in Albania, where we will take a leading role in the coming weeks.
With the Network Against Migrant Detention (NAMD), which brings together many
groups and organizations from both Italy and Albania, we will gather on December
1 and 2 in Tirana and at the camps in Shรซngjin and Gjadรซr to oppose the
neo-colonial model of outsourcing border control through the Meloni-Rama pact.
We invite everyone to join us and mobilize together for the abolition of migrant
detention and borders, the establishment of safe and accessible entry routes and
the issuance of a European document, and freedom of movement for all.
See you in Tirana!
โโโโโโโโโโโโโ
INVITO ALLA MOBILITAZIONE EUROPEA CONTRO I CENTRI DI ESPULSIONE PER MIGRANTI IN
ALBANIA
Se lโEuropa costruisce nuovi lager, chiunque desideri di vivere in unโEuropa
libera ha la responsabilitร di abbatterli.
In Italia la detenzione amministrativa per persone migranti sta tornando ad
essere la strategia privilegiata per gestire la mobilitร illegalizzata. Oltre ad
impegnarsi a costruire un Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in ogni
regione, il 6 novembre 2023 il governo Meloni ha siglato lโaccordo con il
governo albanese per la costruzione di un hotspot e una struttura detentiva per
migranti italiana su suolo albanese. Di fatto questa misura รจ il tentativo per
esternalizzare la sovranitร di uno stato membro europeo sul suolo di uno stato
terzo in materia di immigrazione e controllo delle frontiere. Sebbene Rama e
Meloni dipingono un quadro positivo di cooperazione, abbellito da un linguaggio
di fratellanza, lโaccordo Italia-Albania costituisce una chiara violazione del
principio di sovranitร albanese ed รจ lโennesima espressione di una logica
neocoloniale, evidente nel modo in cui lโItalia impone il controllo sui
territori dellโAlbania. Se questo modello รจ giร stato sperimentato in altri
luoghi, come per la Pacific Solution in Australia, esso rappresenta unโinedita
novitร nella infrastruttura di confine in Europa.
Questo patto รจ stato accolto positivamente da diversi esponenti dellโUnione
Europea come di altri paesi membri, ben rappresentando la tendenza che
attraversa lโEuropa, e non solo, per quanto riguarda il controllo della mobilitร
umana: smantellare il diritto dโasilo, esternalizzando e militarizzando il
confine. DallโItalia allโAustria, dallโUngheria allโOlanda, dalla Germania alla
Polonia, spira un vento di estrema destra che ha come primo obiettivo la
criminalizzazione delle persone razzializzate e in movimento.
Sul terreno di questo accordo, tuttavia, si รจ aperta una frattura tra potere
esecutivo e giudiziario a livello italiano ed europeo per quanto riguarda la
definizione di โpaesi sicuriโ, su cui si basa la legittimazione del sistema
delle pratiche di frontiera accelerate e di deportazione. Il governo Italiano
definisce quindi โsicuriโ paesi come la Tunisia, lโEgitto o il Bangladesh, per
citarne solo alcuni, ignorando le evidenti condizioni di oppressione che diverse
porzioni di popolazioni vivono in questi luoghi. Lo scontro tra istituzioni che
si sta consumando oggi denota lo spazio politico che si รจ aperto e che dobbiamo
essere in grado di occupare per proporre, difendere e determinare meccanismi piรน
democratici della gestione delle migrazioni in e verso lโEuropa.
Se il patto Rama-Meloni rappresenta una pericolosa sperimentazione che eccede
lโinteresse politico di Italia e Albania, allora mai come oggi abbiamo bisogno
di una mobilitazione transeuropea, ben oltre i confini geopolitici UE, che
riallacci e rafforzi le numerose reti di solidarietร sviluppatesi negli anni in
supporto alla libertร di movimento. Per questo invitiamo le realtร europee e dei
paesi vicini, da anni mobilitate sui confini e contro il confinamento coatto,
ONG, attivist@ no border, persone in movimento e di origine non europea, a
costruire insieme uno spazio di dissenso partendo dalle mobilitazioni contro i
centri in Albania che ci vedranno protagonist@ nelle prossime settimane.
Con la rete Network Against Migrant Detention (NAMD), che raccoglie tanti
soggetti e realtร sia italiane che albanesi, ci troveremo lโ1 e il 2 dicembre a
Tirana e presso i campi di Shรซngjin e Gjadรซr per opporci al modello neocoloniale
di delocalizzazione del controllo delle frontiere attraverso il patto
Meloni-Rama.
Lโinvito รจ ad esserci e a mobilitarsi insieme per lโabolizione della detenzione
di migranti e dei confini; per lโapertura di canali dโingresso sicuri e
accessibili il rilascio di un documento europeo; per la libertร di movimento per
tutt@
Ci vediamo a Tirana!
๐ด ๐๐ฎ๐ ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐ ๐๐ข๐ซ๐๐ง๐ ๐ ๐๐ข
๐๐๐ง๐ญ๐ซ๐ข ๐๐ข ๐๐ก๐๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐ ๐๐ฃ๐๐๐ฬ๐ซ ๐ข๐ง ๐๐ฅ๐๐๐ง๐ข๐! ๐ด
English below
Con la conferenza stampa del 6 novembre come ๐๐๐ก๐ค๐๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐ ๐ก
๐๐๐๐๐๐๐ก ๐ท๐๐ก๐๐๐ก๐๐๐, una nuova rete transnazionale di attivistษ
italiani e albanesi, abbiamo lanciato una ๐
๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐
๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐
๐น๐๐๐-๐ด๐๐๐๐๐ e per la ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐
๐
๐บ๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐ฎ๐๐๐
๐ฬ๐ ๐๐ ๐จ๐๐๐๐๐๐.
Il patto rappresenta ๐โ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ e sperimenta la
creazione di vere e proprie strutture di detenzione amministrativa per le
persone migranti, trasformandosi quindi in un pericoloso precedente allโinterno
dellโinfrastruttura europea di contrasto alla libertร di movimento e al diritto
di asilo, un ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐.
๐ฅร quindi per noi fondamentale come ๐ฌ๐จ๐๐ข๐๐ญ๐ฬ ๐๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ๐
๐จ๐ซ๐ ๐๐ง๐ข๐ณ๐ณ๐๐ญ๐ ๐๐๐ฅ ๐๐๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐๐ซ๐๐ข ๐ข๐ง ๐๐ฅ๐๐๐ง๐ข๐
๐ฉ๐๐ซ ๐ฆ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐๐ซ๐๐ข, sia con un presidio allโhotspot di Shenjin e al
Cpr di Gjadรซr domenica 1 dicembre, che con una manifestazione a Tirana lunedรฌ 2
dicembre davanti alle istituzioni responsabili dellโaccordo.
Vogliamo opporci a questo modello neocoloniale creando un ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ญ๐จ
๐๐ฆ๐ฉ๐ข๐จ ๐ ๐ญ๐ซ๐๐ฌ๐ฏ๐๐ซ๐ฌ๐๐ฅ๐, ๐ฉ๐๐ซ ๐ฅโ๐๐๐จ๐ฅ๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ ๐๐๐ฅ
๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐๐ฆ๐ ๐๐๐ ๐ช๐ฎ๐ข ๐ ๐๐ฅ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐, ๐ฉ๐๐ซ ๐ฎ๐งโ๐๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐ ๐๐ข
๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ ๐๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐ณ๐ข๐ ๐ฌ๐จ๐๐ข๐๐ฅ๐ ๐ ๐ฉ๐๐ซ ๐ฅ๐
๐ฅ๐ข๐๐๐ซ๐ญ๐ฬ ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ญ๐จ ๐๐ข ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญษ.
โ๏ธ๐๐๐ ๐ข๐๐ก๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ง๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ก๐๐โ๐ ๐ ๐ข
๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐๐ ๐๐ข๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐
๐ด๐๐๐๐๐๐ ๐ ๐๐๐๐ฃ๐๐ก๐๐๐!
ย
๐
ข๐
ฃ๐
๐
๐
๐
๐
๐
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ก
ย
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ENG:
ย
๐ด ๐๐ฐ๐จ ๐๐๐ฒ๐ฌ ๐จ๐ ๐๐จ๐๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐๐ญ๐ข๐จ๐ง ๐ข๐ง ๐๐ข๐ซ๐๐ง๐ ๐๐ง๐ ๐๐ญ
๐ญ๐ก๐ ๐๐ก๐๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐๐ง๐ ๐๐ฃ๐๐๐ฬ๐ซ ๐๐๐ง๐ญ๐๐ซ๐ฌ ๐ข๐ง ๐๐ฅ๐๐๐ง๐ข๐!
๐ด
ย
With the press conference on November 6th, as the ๐๐๐ก๐ค๐๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐ ๐ก
๐๐๐๐๐๐๐ก ๐ท๐๐ก๐๐๐ก๐๐๐, a new transnational network of Italian and
Albanian activists, we launched a ๐๐๐-๐
๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐
๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐น๐๐๐-๐ด๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐ and demand ๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐บ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐
๐ฎ๐๐๐
๐ฬ๐, ๐จ๐๐๐๐๐๐.
The pact represents yet ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐
๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ and experiments with the creation of actual
administrative detention facilities for migrants, thus setting a dangerous
precedent within the European infrastructure aimed at restricting freedom of
movement and the right to asylum โ ๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐-๐๐๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐
๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐
๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐.
ย
๐๐ฌ ๐๐ง ๐จ๐ซ๐ ๐๐ง๐ข๐ณ๐๐ ๐๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐จ๐๐ข๐๐ญ๐ฒ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐๐ฆ๐๐ง๐ญ, ๐ข๐ญ
๐ข๐ฌ ๐๐ซ๐ฎ๐๐ข๐๐ฅ ๐๐จ๐ซ ๐ฎ๐ฌ ๐ญ๐จ ๐ ๐๐ญ๐ก๐๐ซ ๐ข๐ง ๐๐ฅ๐๐๐ง๐ข๐ ๐ญ๐จ
๐ฆ๐จ๐๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐, both with a protest at the Shenjin hotspot and the Gjadรซr CPR
on Sunday, December 1st, and with a demonstration in Tirana on Monday, December
2nd, in front of the institutions responsible for the agreement.
We want to resist this neo-colonial model by ๐๐ซ๐๐๐ญ๐ข๐ง๐ ๐ ๐๐ซ๐จ๐๐,
๐๐ซ๐จ๐ฌ๐ฌ-๐๐ฎ๐ญ๐ญ๐ข๐ง๐ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐๐ฆ๐๐ง๐ญ ๐ญ๐จ ๐๐๐จ๐ฅ๐ข๐ฌ๐ก ๐ญ๐ก๐ ๐๐๐
๐ฌ๐ฒ๐ฌ๐ญ๐๐ฆ ๐ก๐๐ซ๐ ๐๐ง๐ ๐๐ฅ๐ฌ๐๐ฐ๐ก๐๐ซ๐, ๐ญ๐จ ๐๐ฎ๐ข๐ฅ๐ ๐ ๐๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐
๐จ๐ ๐ซ๐ข๐ ๐ก๐ญ๐ฌ ๐๐ง๐ ๐ฌ๐จ๐๐ข๐๐ฅ ๐ฃ๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐๐, ๐๐ง๐ ๐ญ๐จ ๐๐ข๐ ๐ก๐ญ
๐๐จ๐ซ ๐๐ซ๐๐๐๐จ๐ฆ ๐จ๐ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐๐ฆ๐๐ง๐ญ ๐๐จ๐ซ ๐๐ฅ๐ฅ.
ย
๐น๐๐ ๐๐ข๐๐กโ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ก๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐ก๐๐๐ ๐๐ โ๐๐ค ๐ก๐
๐๐๐๐ก๐๐๐๐๐๐ก๐ ๐๐ ๐กโ๐ ๐ก๐ค๐ ๐๐๐ฆ๐ ๐๐ ๐ด๐๐๐๐๐๐, ๐๐๐ก
๐๐ ๐ก๐๐ข๐โ ๐ค๐๐กโ ๐ข๐ !
ย
๐
ข๐
ฃ๐
๐
๐
๐
๐
๐
๐
ก
Sono iniziate le deportazioni in Albania. Mentre a livello geopolitico si
muovono le richieste del primo ministro albanese di entrare nellโEuropa che
conta , sul pattugliatore Libra della Marina Militare Italiana sono state
caricate , previa selezione arbitraria, sedici persone, di cui dieci di origine
egiziana e sei bengalese.Approdate al porto di Shengjin, Albania, le persone
deportate sono state sottoposte a un secondo sommario controllo per confermare
il loro stato di detenzione; le sedici persone sono state discrezionalmente
individuate mentre affrontavano la traversata in mare insieme ad altre,
utilizzando come pretesto lโapplicazione di parametri in nessun modo e contesto
valutabili, come la loro presunta โnon vulnerabilitร โ o la provenienza da un
cosiddetto Paese Sicuro (concetto contestato anche dalla Corte di Giustizia
Europea).
Discrezionalitร che si รจ resa evidente una volta giunti al porto, 4 delle sedici
persone sono state poi dichiarate โnon idoneiโ e dovranno essere ritrasferite in
Italia (utilizziamo il futuro perchรฉ da ieri sopraggiungono svariate notizie
della brutalitร con cui รจ stata gestita la situazione).
Questa โprocedura di frontiera accelerataโ (cfr. DL 20/2023) , giร attuata a
Pozzallo e a Porto Empedocle, non รจ mai stata confermata dai tribunali italiani
in quanto presenta numerosi profili di illegittimitร e comprime le garanzie e le
libertร previste per coloro che presentano domanda di asilo. I tribunali stessi
hanno considerato il trattenimento dei e delle richiedenti asilo illegittimo,
contestando il concetto stesso di paese sicuro e affermando che le richieste
dโasilo vanno affrontate su base personale.
Di fronte a tutto ciรฒ, risulta oltremodo anacronistico rinchiudersi nella
propria indignazione, senza tentare di inceppare la macchina razzista e
mortifera delle espulsioni e della detenzione amministrativa.
Per questo, e non solo, il 01 Novembre scenderemo nelle strade, perchรฉ non
saremo spettatori e spettatrici silenti davanti ad un sistema di deportazioni,
perchรฉ Frontex e le frontiere vanno cancellate e non esternalizzate, perchรฉ il
CPR di Torino o in Albania non puรฒ e non deve riaprire!
Ci vediamo venerdรฌ 01 novembre ore 16 in piazza Robilant.
Contro CPR e Frontiere!
Tutt* liber*!
https://gabrio.noblogs.org/files/2024/10/VID-20241018-WA0000.mp4