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[2024-09-17] PRESENZA SOLIDALE AL TRIBUNALE DI TORINO E SALUTO AL CARCERE LORUSSO E CUTUGNO @ Tribunale di Torino
PRESENZA SOLIDALE AL TRIBUNALE DI TORINO E SALUTO AL CARCERE LORUSSO E CUTUGNO Tribunale di Torino - Corso Vittorio Emanuele II, 130, 10128 Torino (martedรฌ, 17 settembre 09:00) In occasione dell'udienza preliminare dell'operazione "City" - relativa al corteo del 4 marzo a Torino al fianco di Alfredo Cospito, ai tempi in sciopero della fame e contro il 41bis - che vede coinvoltx 19 compagnx H 9 PRESENZA SOLIDALE AL TRIBUNALE DI TORINO IN VIA GIOVANNI FALCONE H 15 SALUTO AL CARCERE LORUSSO E CUTUGNO, APPUNTAMENTO AL CAPOLINEA DEL 3 SEMPRE A FIANCO DI CHI LOTTA PER LA LIBERTA'
Repressione
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[2024-04-27] SABATO 27 APRILE PRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE (TORINO) @ Carcere Vallette
SABATO 27 APRILE PRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE (TORINO) Carcere Vallette - Torino (sabato, 27 aprile 16:00) SABATO 27 APRILE โ€“ MOBILITAZIONE REGIONALE PRESIDIO AL CARCERE DELLE VALLETTE (TORINO) h 16 ritrovo al capolinea del tram 3 h 18.30 musica materiale informativo e aperitivo in Piazza Montale Il carcere, fin dalle origini un luogo di morte, tortura e umiliazione, รจ anche spazio di fratture, azioni di coraggio, rivolta e resistenza. Nei giorni del 25 Aprile vogliamo tornare fuori le mura delle prigioni, innanzitutto per portare la nostra solidarietร  a chi รจ recluso e per continuare a parlare di tutte le sfaccettature di questo dispositivo totale e di come si traduce nella societร . La galera ha diverse funzioni: recludere chi non puรฒ o non vuole sottostare ai dogmi imposti dal potere e disciplinare il mondo attorno a sรฉ incutendo terrore tramite le atrocitร  che accadono al suo interno. Dove il carcere non riesce a controllare, separa e divide tramite differenziazioni e premialitร , che come in ogni sistema totalitario premiano e promuovono lโ€™autodisciplinamento, condannando e reprimendo progressivamente qualsiasi germe di resistenza e ribellione. Oggi piรน che mai - in un periodo post pandemico e di guerra - sembra evidente che si venda unโ€™idea di libertร  parziale, indotta al consumo e alla produzione, dove anche la dissidenza deve rientrare dentro le regole imposte. La celebrazione del 25 Aprile non fa eccezione. La liberazione dal fascismo fu una liberazione parziale, come รจ dimostrato - anche banalmente - dal fatto che molti fra magistrati, agenti del Potere e carcerieri di fatto mantennero le loro poltrone. Contro questa idea di falsa libertร , non possiamo che anelare ad una liberazione totale, che include lโ€™abbattimento del sistema carcere, intesa come istituzione totale che rispecchia la societร  che la genera, la sostiene e se ne nutre. Il carcere si fa societร , la societร  si fa carcere. Se da un lato questโ€™ultimo si allarga progressivamente a fasce piรน ampie della popolazione, dallโ€™altro la societร  viene permeata sempre piรน dalle dinamiche tipiche della detenzione carceraria: il controllo delle devianze sociali, caratteristica fondante dellโ€™istituzione carceraria, diventa sempre piรน capillare; le forme di detenzione alternative tendono sempre di piรน allโ€™auto carcerazione allโ€™interno della quotidianitร ; le scuole esprimono sempre maggiormente il loro carattere coercitivo. Portare quindi la critica al carcere anche nei giorni del 25 Aprile vuole sottolineare come, per chi non accetta il patto sociale imposto, di liberarsi รจ sempre l'ora e che anche nei luoghi dove si esercita il maggior livello di repressione e controllo continuano a generarsi momenti di resistenza. Tra gli anni 60 e 80 sono state tante le rivolte allโ€™interno delle Cayenne dโ€™Italia, ma le azioni di ribellione continuano tuttora e vengono perรฒ silenziate nel migliore dei casi, represse nel sangue nel peggiore. Quotidianamente avvengono scioperi della fame, dellโ€™aria e del carrello, ma quasi nulla trapela fuori delle mura di cinta. Nel Marzo del 2020 i prigionieri e le prigioniere per non morire come topi in gabbia hanno incendiato le carceri del Paese: la repressione รจ stata violentissima e sono state uccise quattordici persone. Crediamo sia importante ricordare anche il coraggio di chi ha deciso di alzare la testa e ribellarsi e di chi ha raccontato la veritร  sulla strage nel carcere di Modena. Per rilanciare ancora una volta la presenza di chi lotta nelle strade a fianco di chi si ribella nei luoghi di reclusione, in Piemonte sono giร  previste due iniziative anticarcerarie a ridosso del 25 Aprile: un presidio al carcere di Ivrea sabato 20 Aprile pomeriggio e un saluto solidale al carcere di Quarto dโ€™Asti per il 25 Aprile mattina.
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[2024-04-21] Luigi libero! Presidio al carcere di Alessandria @ Carcere di Alessandria - San Michele
LUIGI LIBERO! PRESIDIO AL CARCERE DI ALESSANDRIA Carcere di Alessandria - San Michele - S.da Alessandria, 50/A, 15121 San Michele, Alessandria AL (domenica, 21 aprile 17:00) Ad un anno e mezzo dallโ€™iniziativa di protesta contro la Leonardo spa di Palermo, attuata in solidarietร  al popolo curdo e contro tutte le guerre in corso, Luigi resta in carcere con lโ€™accusa di atto terroristico. Senza ancora nessun grado di giudizio in corso, Luigi รจ stato trasferito nella sezione di massima sicurezza del carcere di Alessandria, scontando una abnorme e insensata misura di detenzione cautelare, tuttora in assenza di prove concrete o di flagranza di reato. Questo รจ uno dei casi giudiziari in cui la retorica dello Stato di diritto si infrange con la realtร  della collusione fra industria militare e interessi politici. Interessi asserviti ad una logica guerrafondaia che passa sopra il genocidio del popolo palestinese e il tradimento del popolo curdo che ha combattuto in prima linea contro il terrorismo dellโ€™Isis. Luigi ha sempre speso la sua vita nella militanza politica, con rara generositร  e passione lo abbiamo trovato sempre al fianco dei piรน deboli, per difendere il diritto allo sport, alla salute, alla casa di tutti e tutte. Contro questo ennesimo tentativo di mettere a tacere ogni voce di dissenso e ogni possibilitร  di contestazione รจ necessario mobilitare solidarietร  e complicitร  attiva. Il caso di Luigi รจ lโ€™ennesimo caso di un abuso giudiziario che deve essere assunto a mobilitazione politica generale. Contro chi vuol mettere a tacere la lotta contro la guerra e per la libertร  dei popoli oppressi, chiediamo lโ€™immediata liberazione di Luigi. Ad una settimana dalla traduzione nel carcere speciale di Alessandria, chiamiamo alla solidarietร  fuori dalle mura del carcere, facciamo sentire la nostra voce contro la repressione. Domenica 21 aprile ore 17, s.da Alessandria, 50/A, San Michele (AL). Invitiamo a partecipare alla campagna di sottoscrizione per le spese legali: IBAN IT12S3608105138244036544045 Intestato a Tagliarini Alessandro Causale: solidarietร 
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[2024-03-12] Presidio a sostegno delle lotte delle donne detenute alle Vallette @ Carcere Vallette
PRESIDIO A SOSTEGNO DELLE LOTTE DELLE DONNE DETENUTE ALLE VALLETTE Carcere Vallette - Torino (martedรฌ, 12 marzo 17:00) Condividiamo e sosteniamo le ragioni della mobilitazione delle donne detenute alle Vallette, le quali denunciano a gran voce una condizione di reclusione sempre piรน lesiva dei diritti fondamentali, sempre piรน arbitrariamente afflittiva e incompatibile con la vita. Sosteniamo con loro l'urgenza di misure deflattive, di depenalizzazione e de-carcerizzazione - come ad esempio portare la liberazione anticipata a 75 giorni (c.d. liberazione anticipata speciale, che giร  รจ stata applicata in passato nel nostro sistema) - contro un carcere sempre piรน sovraffollato e incompatibile con la dignitร  delle persone. Proclamiamo lo stato di agitazione denunciando anche noi con forza le misure assunte dal Governo, tipiche del populismo giustizialista, che non fa altro che moltiplicare le fattispecie di reato, l'aggravamento delle pene e la progettazione di nuovi spazi detentivi. Rifiutiamo con fermezza la perdurante e irrazionale pretesa di affidare al sistema penale e punitivo la soluzione di ogni conflitto sociale. Liberiamo le donne dal carcere ๐—œ๐—น ๐Ÿฐ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Le donne detenute in media sono 2500, il 4% di chi รจ reclus*, forse per questo spesso dimenticate. Le sezioni femminili sono popolate in gran parte di donne condannate per reati minori, con pene o residui pena al di sotto dei 3 anni, molte al di sotto di 1 anno. Oltre un terzo di loro sono straniere. ๐—œ๐—น ๐Ÿฏ๐Ÿฑ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Piรน di un terzo delle donne รจ detenuto per un solo articolo della legge sulle droghe, l'art. 73 della L. 309/90, che riguarda i reati minori per droga. Non si tratta di narcotrafficanti: sono i pesci piccoli, molto spesso consumatrici. La riforma della legge 309 โ€“ rimasta scandalosamente da 30 anni in un cassetto del Parlamento โ€“ e le pene alternative possono svuotare piรน di un terzo delle celle. Questo dato ci restituisce un'immagine chiara di questa istituzione: un organo di gestione della "devianza" sociale, innanzi tutto razzista (le donne straniere nel 2022 erano il 30,5% del totale), meramente ed esclusivamente repressivo e punitivo. ๐—œ๐—น ๐Ÿฐ% ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฎ๐˜€๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ฎ. Le sezioni femminili sono spesso derubricate a serie B del carcere maschile. Un mondo di donne in un carcere pensato al maschile: penalizzato per lo studio, la formazione, il lavoro, il cd "reinserimento". Cosรฌ pure come nessuno nomina la condizione delle detenute trans, le quali si trovano costrette in condizioni di discriminazione e di sofferenza estrema, rappresentando l'eccezione all'eccezione. Le donne sono troppo poche per investire su di loro, dicono in molti. Positivamente poche per pensare e sperimentare alternative alla reclusione, diciamo noi! Facciamo delle sezioni femminili un laboratorio dove liberarsi della necessitร  del carcereโ€™! ๐—œ๐—น ๐Ÿฒ๐Ÿฏ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Piรน di 6 donne su 10 sono madri, ogni giorno ci sono in media oltre 4mila bambini e bambine che, se sono fortunat*, vedono la madre unโ€™ora alla settimana, mentre in tanti casi non la vedono mai. Susan John si รจ lasciata morire alle Vallette perchรฉ non le permettevano di vedere l figl. Le madri di figl piccol devono avere il diritto di mantenere il rapporto con loro e di accedere piรน e meglio alle alternative e alla libertร . ๐Ÿญ ๐—ฒฬ€ ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Ci sono bambin* piccoli che restano detenuti con le loro madri. Lโ€™ICAM di Torino รจ di fatto una sezione del carcere, piรน colorata, ma sempre di oppressione e reclusione si tratta. Il ddl Cirielli contro la responsabilitร  genitoriale delle madri condannate e il ddl Pacchetto Sicurezza che vieta le alternative alle madri recidive sono la legalizzazione di un trattamento disumano per donne e bambin*. Nemmeno un bambin deve restare in cella nรฉ deve essere separat dalla madre! ๐Ÿฏ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ. Negli ultimi 6 mesi tre donne โ€“ Susan, Graziana e Azzurra - si sono suicidate alle Vallette senza che chi le imprigionava tutelasse le loro vite. Il carcere, la sua violenza e lโ€™abbandono uccidono. Denunciamo questi omicidi di stato, che dall'inizio dell'anno sono ormai 40 (QUARANTA!). ๐—œ๐—น ๐Ÿต,๐Ÿฐ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ, ๐Ÿญ๐Ÿฎ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ. Quasi 10 donne su 100 sono in uno dei regimi di Alta Sicurezza: vuol dire deprivazione, afflizione, limiti alle pene alternative e livelli di coercizione estremi. 12 sono al 41bis, un regime anticostituzionale in piena violazione di qualunque diritto umano. ๐—Ÿ๐—ถ๐—ฏ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ป๐—ฒ โ€“ ๐—ฒ ๐—น๐—ถ๐—ฏ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ผ ๐˜๐˜‚๐˜๐˜*- ๐—ฑ๐—ฎ๐—ถ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ด๐—ถ๐—บ๐—ถ ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฐ๐—ถ๐—ฎ๐—น๐—ถ! ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐—œ๐—”๐— ๐—ข ๐—Ÿ๐—˜ ๐——๐—ข๐—ก๐—ก๐—˜ ๐——๐—”๐—Ÿ ๐—–๐—”๐—ฅ๐—–๐—˜๐—ฅ๐—˜ ๐—˜ ๐——๐—”๐—Ÿ๐—Ÿ๐—ข ๐—ฆ๐—ง๐—œ๐—š๐— ๐—” ๐—ฃ๐—”๐—ง๐—ฅ๐—œ๐—”๐—ฅ๐—–๐—”๐—Ÿ๐—˜ ! ๐Ÿฐ ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ด๐—บ๐—ฎ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ถ. Donna, rea, razzializzata, consumatrice di droghe, โ€˜cattiva madreโ€™. Il potere patriarcale non ha mai smesso di stigmatizzare le donne, sotto l'egida della pena e della reclusione lo stigma di genere sembra essere ancora piรน tenace. Il tribunale patriarcale e borghese giudica le donne quattro volte almeno, e per questo le punisce. Non vogliamo prendere parola al posto delle detenute, ma amplificare le loro voci. con Susan, Graziana e Azzurra, con le ragazze di Torino in sciopero della fame a staffetta e tutte le altre detenute: LA LOTTA DELLE DETENUTE E' ANCHE LA NOSTRA LOTTA. IMMAGINARE E DESIDERARE UN ESISTENTE SENZA CARCERE รจ POSSIBILE. ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐—˜ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐—˜, ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐—œ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐—œ, ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐Ÿฏ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐Ÿฏ ๐—–๐—ข๐—ก๐—ง๐—ฅ๐—ข ๐—–๐—”๐—ฅ๐—–๐—˜๐—ฅ๐—˜ ๐—˜ ๐——๐—˜๐—ง๐—˜๐—ก๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—˜ ๐—”๐— ๐— ๐—œ๐—ก๐—œ๐—ฆ๐—ง๐—ฅ๐—”๐—ง๐—œ๐—ฉ๐—”. ๐—ฆ๐—ข๐—Ÿ๐—œ๐——๐—”๐—ฅ๐—œ๐—˜๐—ง๐—”' ๐—” ๐—–๐—›๐—œ ๐—Ÿ๐—ข๐—ง๐—ง๐—” urly.it/3-mp8
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[2024-03-09] Presidio a sostegno delle lotte delle donne detenute alle Vallette @ Carcere Vallette
PRESIDIO A SOSTEGNO DELLE LOTTE DELLE DONNE DETENUTE ALLE VALLETTE Carcere Vallette - Torino (sabato, 9 marzo 17:00) Condividiamo e sosteniamo le ragioni della mobilitazione delle donne detenute alle Vallette, le quali denunciano a gran voce una condizione di reclusione sempre piรน lesiva dei diritti fondamentali, sempre piรน arbitrariamente afflittiva e incompatibile con la vita. Sosteniamo con loro l'urgenza di misure deflattive, di depenalizzazione e de-carcerizzazione - come ad esempio portare la liberazione anticipata a 75 giorni (c.d. liberazione anticipata speciale, che giร  รจ stata applicata in passato nel nostro sistema) - contro un carcere sempre piรน sovraffollato e incompatibile con la dignitร  delle persone. Proclamiamo lo stato di agitazione denunciando anche noi con forza le misure assunte dal Governo, tipiche del populismo giustizialista, che non fa altro che moltiplicare le fattispecie di reato, l'aggravamento delle pene e la progettazione di nuovi spazi detentivi. Rifiutiamo con fermezza la perdurante e irrazionale pretesa di affidare al sistema penale e punitivo la soluzione di ogni conflitto sociale. Liberiamo le donne dal carcere ๐—œ๐—น ๐Ÿฐ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Le donne detenute in media sono 2500, il 4% di chi รจ reclus*, forse per questo spesso dimenticate. Le sezioni femminili sono popolate in gran parte di donne condannate per reati minori, con pene o residui pena al di sotto dei 3 anni, molte al di sotto di 1 anno. Oltre un terzo di loro sono straniere. ๐—œ๐—น ๐Ÿฏ๐Ÿฑ% ๐—ฒฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ. Piรน di un terzo delle donne รจ detenuto per un solo articolo della legge sulle droghe, l'art. 73 della L. 309/90, che riguarda i reati minori per droga. Non si tratta di narcotrafficanti: sono i pesci piccoli, molto spesso consumatrici. La riforma della legge 309 โ€“ rimasta scandalosamente da 30 anni in un cassetto del Parlamento โ€“ e le pene alternative possono svuotare piรน di un terzo delle celle. Questo dato ci restituisce un'immagine chiara di questa istituzione: un organo di gestione della "devianza" sociale, innanzi tutto razzista (le donne straniere nel 2022 erano il 30,5% del totale), meramente ed esclusivamente repressivo e punitivo. ๐—œ๐—น ๐Ÿฐ% ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฎ๐˜€๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ฎ. Le sezioni femminili sono spesso derubricate a serie B del carcere maschile. Un mondo di donne in un carcere pensato al maschile: penalizzato per lo studio, la formazione, il lavoro, il cd "reinserimento". Cosรฌ pure come nessuno nomina la condizione delle detenute trans, le quali si trovano costrette in condizioni di discriminazione e di sofferenza estrema, rappresentando l'eccezione all'eccezione. Le donne sono troppo poche per investire su di loro, dicono in molti. Positivamente poche per pensare e sperimentare alternative alla reclusione, diciamo noi! 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Il tribunale patriarcale e borghese giudica le donne quattro volte almeno, e per questo le punisce. Non vogliamo prendere parola al posto delle detenute, ma amplificare le loro voci. con Susan, Graziana e Azzurra, con le ragazze di Torino in sciopero della fame a staffetta e tutte le altre detenute: LA LOTTA DELLE DETENUTE E' ANCHE LA NOSTRA LOTTA. IMMAGINARE E DESIDERARE UN ESISTENTE SENZA CARCERE รจ POSSIBILE. ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐—˜ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐—˜, ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐—œ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐—œ, ๐—ง๐—จ๐—ง๐—ง๐Ÿฏ ๐—Ÿ๐—œ๐—•๐—˜๐—ฅ๐Ÿฏ ๐—–๐—ข๐—ก๐—ง๐—ฅ๐—ข ๐—–๐—”๐—ฅ๐—–๐—˜๐—ฅ๐—˜ ๐—˜ ๐——๐—˜๐—ง๐—˜๐—ก๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—˜ ๐—”๐— ๐— ๐—œ๐—ก๐—œ๐—ฆ๐—ง๐—ฅ๐—”๐—ง๐—œ๐—ฉ๐—”. ๐—ฆ๐—ข๐—Ÿ๐—œ๐——๐—”๐—ฅ๐—œ๐—˜๐—ง๐—”' ๐—” ๐—–๐—›๐—œ ๐—Ÿ๐—ข๐—ง๐—ง๐—” https://www.facebook.com/events/1538708050007014?ref=newsfeed
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[2024-03-30] CAMMINANDO PER SOLE E BALENO @ Val Chiusella
CAMMINANDO PER SOLE E BALENO Val Chiusella - val chiusella (sabato, 30 marzo 14:00) CAMMINANDO PER SOLE E BALENO SABATO 30 MARZO 2024 Ore 14 - Presidio solidale al carcere di Ivrea Ore 17 - Presentazione della rivista Respiro, grafica e parole contro carcere e repressione, presso Zac Movicentro, dietro stazione FS Ivrea DOMENICA 31 MARZO 2024 Ore 10 - Escursione alla Cavallaria, partenza da Brosso, pranzo al sacco
anticarcerario
presidio solidale
presentazione
solebaleno
camminata
[2023-11-11] CORTEO CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETA DI CUI HA BISOGNO @ Incrocio Via Val della Torre - Corso Cincinnato
CORTEO CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETA DI CUI HA BISOGNO Incrocio Via Val della Torre - Corso Cincinnato - Incrocio Via Val della Torre - Corso Cincinnato (sabato, 11 novembre 15:00) CORTEO CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETA DI CUI HA BISOGNO [https://gancio.cisti.org/media/c2090519f23f687d61297d2dfb18eb3a.jpg] 11 NOVEMBRE 2023 DALLE ORE H15 CORTEO CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETA DI CUI HA BISOGNO! INCROCIO VIA VAL DELLA TORRE โ€“ CORSO CINCINNATO GOVERNARE (DA)I MARGINI: CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETร€' CHE NE HA BISOGNO Mentre non si riesce piรน a contare il numero di gente massacrata e la cui vita รจ in scacco per via di necessitร  e imperativi di guerra che bussano alle porte di questa Europa apparentemente prossima al collasso sia economico che ecologico; mentre i giornali imperversano in una retorica schiacciante in cui terrorista รจ nominato colui che lotta, si organizza e risponde - colpo su colpo - alla violenza degli Stati, alla violenza delle colonie e allโ€™ingiustizia strutturale dei sistemi differenziati del capitalismo neo-liberale (ossia la produzione, da parte del capitalismo, di categorie di persone sfruttabili, ricattabili e reprimibili a seconda delle sue necessitร ); mentre tutto questo succede, il carcere - essenza materiale e simbolica, della dirompenza del sistema di controllo, punizione e messa a valore delle classi oppresse - diventa un nodo centrale contro cui lottare. Non solo per ribadire come il potere si materializzi sulle vite di sfruttati e sfruttabili, ma anche per sottolineare quali alleanze vogliamo ribadire, scoprire e valorizzare nel nostro bisogno di organizzarci contro un'esistenza invivibile e inaccettabile. Il momento storico in cui ci troviamo a vivere ci impone la necessitร  di ampliare lo sguardo sul fenomeno carcerario, legandolo non solo a un dispositivo fisico repressivo, ma capendo come la diluizione del sistema carcere al di fuoridelle patrie galere coinvolga inevitabilmente i diversi strati sociali e informi il tessuto sociale tutto. Il governo Meloni e le sue politiche, marcatamente classiste, razziste e securitarie, mostra una continuitร  a ritmo sostenuto, in rapporto con gli esecutivi precedenti nel creare supposti "soggetti criminali" enemici da cui difenderci. La tendenza รจ quella giustizialista che continua a materializzarsi nell'uso della decretazione d'urgenza, sia riguardo al fenomeno della cosiddetta "devianza giovanile" sia a quello della migrazione. Decreti che hanno il medesimo obiettivo politico: privazione della libertร  personale e di movimento. Un vero e proprio strapotere penale, e carcerario, quello che si sta sviluppando oltre il perimetro dell'istituzione totale per eccellenza, dove a farne le spese sarร  la parte piรน sfruttabile e ricattabile del tessuto sociale. Il mito collettivo, secondo cui la prigione protegge (da cosa esattamente?) e quindi sia un male necessario, non รจ altro che un mito utilizzato per giustificare, quando ancora ce ne sia bisogno, lโ€™istituzione carcere in sรฉ, luogo ove confinare la miseria e soffocare la protesta contro l'ordine stabilito e creare cittadini obbedienti. E questo mito รจ di sovente ancorato all'idea, quasi religiosa, del "chi ha peccato deve pagare". Ma invece รจ ovvio che le carceri, essendo per essenza strutture coercitive, non possono che avere come unico scopo la disciplina e la sicurezza. Questo controllo sociale totalizzante viene esercitato al di lร  delle mura del carcere, attraverso la paura che esso incute, ma anche per mezzo delle cosiddette pene alternative, ovvero ulteriori strumenti per aumentare la carcerazione diffusa. La prigione รจ il luogo di punizione per eccellenza, in cui la societร  capitalista neoliberale rinchiude coloro che dichiara dannosi, per contenere qualsiasi slancio di rivolta sociale e mantenere cosรฌ al suo interno valori morali basati sulla disuguaglianza, sullo sfruttamento, sul rispetto dell'autoritร  e sulla sottomissione alla violenza dello Stato. Le rivolte, gli scioperi della fame, le lotte dei reclusi che caratterizzano la quotidianitร  delle carceri, sono l'evidenza di una rabbia irriformabile. Una rabbia relegata, dagli organi governamentali, a una totale silenziazione delle sue rivendicazioni, in cui si vuole privare di significato qualsiasi atto di protesta con la conseguente invisibillazione delle condizioni detentive.Le parole del ministro della Giustizia Nordio, in visita al carcere Lorusso e Cotugno, lo scorso mese in risposta alla morte di due detenute, non fanno altro che speculare sull'accaduto e portare avanti i calcoli politici di governo, di fronte all'evidenza strutturale che il carcere uccide. Lo scopo delle istituzioni penitenziarie รจ dunque chiaro: controllare, monitorare, punire, uccidere, poichรฉ la necropolitica รจ parte integrante della logica carceraria. Essa si basa sul fare della violenza-tortura-morte uno strumento di controllo e deterrenza per gli internati, verso il mondo dei liberi e in particolare verso quegli strati del tessuto sociale che, in diverse forme, escono dagli schemi costruiti attorno ad essi. Grazie allo sciopero della fame di 181 giorni portato avanti da Alfredo Cospito e alla mobilitazione contro il 41bis e l'ergastolo ostativo al suo fianco, รจ oggi forse maggiormente noto come lo stato utilizzi la tortura, annientando psico-fisicamente le persone detenute nelle carceri per estorcere informazioni, richiedere il pentimento o la dissociazione. Questi sono i meccanismi brutali di cui si avvalgono le istituzioni per il re-inquadramento di massa della societร  tutta. Quando il sistema carcerario esplica la sua funzione violenta e mortifera, l'opinione pubblica tende a polarizzarsi in due correnti non dualistiche tra di loro: da una parte si consolida l'approccio giustizialista, dove si criminalizza e si condanna alla responsabilitร  individuale dell'espiazione della colpa, discorso accettato da un ampia fetta della societร . Dall'altra, invece, il paradigma garantista, abbandonate le proprie velleitร  di assicurazione dello stato di diritto - come il principio di proporzionalitร  e funzione rieducativa della pena - si riduce alla mera richiesta di piรน controllo e sorveglianza negli istituti penitenziari, tramite l'assunzione massiccia di guardie, militari e personale sanitario. Nello specifico i sindacati di polizia avanzano rivendicazioni bastate sulla richiesta di piรน organico con l'obbiettivo di aumentare la loro capacitร  di coercizione e violenza nei confronti dex detenutx,soprattutto dex rivoltosx. Entrambi gli approcci danno voce quindi ad un unicum securitario. Un discorso che nel suo complesso va smascherato. La violenza statale si perpetua nell'ordine carcerario anche attraverso il sovraffollamento, la mancanza di cure sanitarie e i pestaggi della polizia. Pensare di riformare le carceri non รจ un'orizzonte politico desiderabile perchรฉ non puรฒ esserci una vera emancipazione senza la distruzione totale dei luoghi di reclusione e della societร  che li necessita. CONTRO IL CARCERE E LA SOCIETร€ CHE NE HA BISOGNO: RENDIAMO TANGIBILE LA SOLIDARIETร€ A CHI RESISTE E LOTTA CONTRO LA VIOLENZA QUOTIDIANA DELLA DETENZIONE, ATTRAVERSANDO LE STRADE DI VALLETTE PER ARRIVARE FINO ALLE MURA DEL CARCERE LORUSSO COTUGNO. CORTEO SABATO 11 NOVEMBRE DALLE ORE 15 ANGOLO VIA VAL DELLA TORRE/CORSO CINCINNATO
anticarcerario
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presidio solidale
[2023-11-01] PRESIDIO SOLIDALE AL CARCERE DI ALESSANDRIA - SAN MICHELE @ Carcere di Alessandria - San Michele
PRESIDIO SOLIDALE AL CARCERE DI ALESSANDRIA - SAN MICHELE Carcere di Alessandria - San Michele - S.da Alessandria, 50/A, 15121 San Michele, Alessandria AL (mercoledรฌ, 1 novembre 15:00) PRESIDIO SOLIDALE AL CARCERE DI ALESSANDRIA - SAN MICHELE [https://gancio.cisti.org/media/695846407b56842bf17ba678ce752b85.jpg] PRESIDIO SOLIDALE AX RECLUSC NEL CARCERE DI ALESSANDRIA MERCOLEDรŒ 1 NOVEMBRE - ORE 15 ALESSANDRIA - CARCERE SAN MICHELE (STRADA CASALE) L'estensione dei regimi detentivi speciali ai reati contro la libera espressione di pensieri sovversivi, conferma la natura politica della differenziazione penitenziaria. Una prigionia politica che per alcuni rivoluzionari dura da piรบ di 40 anni. Da qualche settimana il compagno anarchico Gino Vatteroni - accusato di avere violato le prescrizioni della detenzione domiciliare a cui era sottoposto - รจ rinchiuso nella sezione AS2 del carcere di Alessandria - San Michele. Gino si trovava ai domiciliari perchรฉ accusato di aver collaborato alla pubblicazione del giornale anarchico internazionalista Bezmotivny. A FIANCO DI GINO! A FIANCO DEI PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI RECLUSI NEL CARCERE DI ALESSANDRIA! CONTRO TUTTE LE GALERE! PER LA LIBERTร€!
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