Tuttə abbiamo visto l’accattivante propaganda del nuovo Piano Regolatore che la
giunta a guida PD sta elaborando in una disperata corsa contro il tempo per
arrivare alla sua approvazione prima di fine mandato.
Torino cambia, il piano va veloce! Ma come sta cambiando la nostra città? E
soprattutto, quella velocità, a chi fa comodo e chi lascia indietro?
L’assessore Mazzoleni (plurindagato tra le altre per corruzione, abuso edilizio
e lottizzazione abusiva) ha deciso di creare la cosìddetta città dei 15 minuti,
ma ad oggi quindici sono i minuti concessi alla cittadinanza per esprimere il
proprio parere, mentre il vero spazio in questo processo è stato dato, guarda
caso proprio agli immobiliaristi e ai costruttori, sotto la guida attenta della
fondazione Bloomberg.
A guardar bene questo nuovo piano non sembra poi così elaborato: per fare cassa,
Lo Russo e i suoi svendono ampie porzioni della nostra città. Parchi ed edifici
pubblici diventano una merce come un’altra, che fa molta gola ai soliti grandi
fondi privati di investimento. E dall’altra non ci si occupa davvero di chi vive
in città e quindi della casa, dei servizi, della sanità,dei parchi e giardini,
ma si cerca sempre più di favorire l’uso temporaneo della città, con qualche
concessione e grande evento, per provare a spremerla il più possibile.
E quindi il piano va veloce: gli affitti si alzano, i quartieri si svuotano
dagli abitanti e dai servizi che li rendono vivibili. Al loro posto studentə di
cui approfittarsi e turisti mordi-e-fuggi da spolpare per il weekend.
Velocità e deregolamentazione favoriscono piattaforme come Airbnb e Booking che
nella nostra città producono la desertificazione dei quartieri e l’aumento degli
affitti, mentre in Palestina si rendono complici dell’occupazione Israeliana,
permettendo ai coloni sionisti di mettere in affitto case nei territori
sottratti allə palestinesi¹.
Se da un lato tutto questo si sta già concretizzando, dall’ altro non è troppo
tardi per invertire la direzione!
Noi abbiamo un altro piano per Torino! Solo insieme possiamo costruire una città
a misura di abitante, solidale e salubre, che non lasci indietro nessunə.
Per questo rilanciamo a gran voce l’invito di Un Altro Piano per Torino a
partecipare all’assemblea cittadina di questo GIOVEDI 11 DICEMBRE al Gabrio in
Via Millio 42 dalle ore 18.00.
Tag - Speculazioni
IL PIANO VA VELOCE? TORINO DEVE FAR SENTIRE LA SUA VOCE! ASSEMBLEA PUBBLICA
Csoa Gabrio - Via Millio 42, Torino
(giovedì, 11 dicembre 18:00)
giovedì 11 dicembre 2025
ore 18,00
presso CSOA Gabrio
(via Millio 42, Torino)
assemblea cittadina sul nuovo Piano regolatore di Torino
Invitiamo cittadine e cittadini, abitanti, comitati, movimenti, associazioni e
gruppi a intervenire e a prendere la parola, portando la propria opinione su
quello che si sa che potrebbe essere il nuovo Piano regolatore e su quello che
invece si vorrebbe che fosse.
interverrà l’architetto Paolo Berdini, urbanista,
in collegamento video
L’attacco a Manituana è un ulteriore atto nella guerra a bassa intensità che
l’amministrazione comunale ha dichiarato contro gli spazi liberati e
l’auto-organizzazione dal basso.
La Torino che sognano di costruire è una città “smart” e ricca, dove chi ha
potere economico può avere tutto, mentre chi è pover* semplicemente scompare.
Una città di rentiers che spremono valore dalla speculazione edilizia, dagli
affitti sempre più inaccessibili e dai grandi eventi.
Naturalmente in tutto questo non c’è spazio per le persone in carne ed ossa che
questa città la abitano davvero: persone con necessità e bisogni (casa, reddito,
salute), con desideri e sogni (di relazioni sociali soddisfacenti, di una vita
degna e interessante), con rabbia e aspirazioni ad un mondo altro.
È in questo humus fertile, fatto di relazioni e politica, di auto-organizzazione
e lotta, che gli spazi sociali come Manituana nascono e proliferano: perchè,
come ci ricordano lu compas, una collettività politica non si può sradicare.
Ed è difficile convincere chi ha sperimentato la possibilità di decidere sulla
propria vita e sulle scelte della propria comunità a rientrare nei ranghi
dell’obbedienza al comando della ragion (economica) di Stato.
Manituana non ha genere, non ha specie e non ha padroni. È l’insradicabile
necessità di costruire, immaginare futuri diversi, coltivare speranze e lotte in
un presente in cui il cemento prova a soffocare ogni seme di resistenza.
Di fronte al furto di spazio che GTT e Amiat-Iren progettano, Manituana promette
di resistere. Non solo noi lo crediamo, ma assicuriamo fin d’ora che siamo e
saremo al loro fianco.
Esattamente una settimana fa arrivava l’annuncio dello sgombero del palazzo
occupato in via Monginevro 46 nel 2013.
Un’occupazione nata a seguito della crisi economica che in città aveva
portato numerosi sfratti e sgomberi, a cui si è risposto con varie occupazioni
abitative (7 solo in San Paolo).
Occupazioni che hanno dato l’opportunità a decine di persone di avere un tetto
che gli permettesse di non finire ancora più ai margini di una società sempre
più individualista ed escludente.
Occupazioni, ma soprattutto case.
Case che hanno permesso di ripartire e progettare il proprio futuro senza
sottostare a ricatti e umiliazioni.
Purtroppo però, come per le altre esperienze in quartiere, sembra arrivata la
fine anche di questa occupazione.
Uno sgombero quasi annunciato insomma: nemmeno un anno fa era stato sgomberato
il palazzo di via Muriaglio e pochi anni prima via Frejus e via Revello.
Quest’ultima palazzina con le stesse modalità di via Monginevro.
Nonostante i proclami sui giornali della settimana scorsa, lo sgombero non è
avvenuto realmente. Come in altri casi, è stata messa in atto una pratica tanto
violenta quanto subdola: il distacco della luce e/o dell’acqua. Un assedio
silenzioso per forzare le persone ad andarsene ed evitare alle istituzioni di
dover avanzare proposte concrete per risolvere la costante crisi abitativa.
Mentre le famiglie con minori vengono trasferite in strutture, costrette a
vivere spesso in un monolocale (questa volta fortunatamente non hanno separato i
genitori), per le persone singole non c’è nessuna prospettiva.
E oggi? E domani? saranno giornate di “sgomberi dolci” a Torino– così gli piace
chiamarli- evitando di prendersi la responsabilità politica e morale
dell’assenza di soluzioni alternative.
Ciò che accade in queste situazioni non è una novità: il razzismo istituzionale,
la gentrificazione crescente del quartiere San Paolo e la mancanza di politiche
abitative efficaci hanno reso impossibile l’accesso a soluzioni dignitose per
chi vive in occupazione.
Ancora una volta, si prospettano solo dormitori aperti per sole 12 ore,
un’ulteriore umiliazione per chi lavora su tre turni, e una condizione
inaccettabile per persone che rivendicano il diritto di avere un tetto sopra la
testa.
Le persone che vivono in occupazione non stanno chiedendo la carità, ma solo una
casa vera, dignitosa, dove poter vivere senza il rischio di essere sfrattati
ogni volta che la situazione economica o sociale non rispecchi le prospettive di
palazzinari e speculatori.
Molti sarebbero disposti ad affittare un alloggio se non fosse che il razzismo
diffuso e la continua gentrificazione del quartiere e della città non lo
permettono, rendendo ancora più insostenibile la loro condizione. Il diritto
alla casa dovrebbe essere garantito a tutt3 e non solo a chi può permettersi di
pagare affitti in un mercato immobiliare speculativo.
Esprimiamo quindi la nostra ferma richiesta ai servizi sociali, al Comune di
Torino e alle istituzioni competenti: le persone che occupano la palazzina di
via Monginevro e gli altri che vivono nelle stesse condizioni non vogliono un
dormitorio temporaneo, ma un alloggio stabile e degno. E’ ora di risolvere
l’emergenza abitativa in modo serio e duraturo. Non si può continuare a fare
finta che il problema non esista. La città di Torino e le sue istituzioni devono
trovare soluzioni abitative vere, per tutte le persone, senza discriminazioni.
La crisi abitativa non è un’emergenza, è una costante. Non può essere affrontata
con risposte temporanee o marginalizzando ulteriormente chi già vive una
condizione di vulnerabilità.
Esigiamo che venga trovata una soluzione immediata e concreta per tutte le
persone che rischiano di essere sgomberate, senza che la loro dignità venga
ulteriormente calpestata.
Non basta un dormitorio, vogliamo una casa!
La casa è un diritto, non una concessione.
C.S.O.A. Gabrio
DA MILANO A TORINO: L' URBANISTICA COME SPECULAZIONE
Csoa Gabrio - Via Millio 42, Torino
(giovedì, 13 febbraio 18:00)
giovedì 13 febbraio 2025, ore 18
CSOA Gabrio, via Millio 42 Torino
intervengono Lucia Tozzi e Maurizio Pagliassotti
Il recente dibattito sull’approvazione del Ddl Salva-Milano, ovvero le
Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia, ha
riportato l’attenzione sul tema delle speculazioni edilizie nonché di come
l’urbanistica dei nostri comuni, in primis Milano, siano stati trasformati dalla
volontà di immobiliaristi italiani ed esteri.
La correlazione tra enti pubblici e privati è infatti consolidata da anni e il
decreto, se approvato, non farà che soddisfare l’eterna deregulation richiesta
degli speculatori permettendo loro la completa mano libera per stravolgere il
tessuto urbano a fini speculativi.
Milano e il suo delicato tessuto socio-abitativo, come mostrano gli studi e le
denunce che arrivano dai movimenti di lotta più che le recenti inchieste della
magistratura, è da anni sottoposta ad una rete sempre più fitta di speculazioni
finanziarie edilizie (oggi attrae i capitali degli immobiliaristi più di
qualsiasi altra città europea) con un impatto devastante sulla parte più povera
ed esclusa della popolazione.
L’arrivo a Torino, come assessore, di uno degli alfieri meneghini di questo
cambiamento, l’architetto Mazzoleni, e la contestuale riscrittura del Piano
regolatore della città aprono uno scenario inquietante: perché la fondazione
Bloomberg è coinvolta nella sua riscrittura? Perché il nuovo piano dovrebbe
flessibilizzarsi verso le richieste dei privati invece che pianificarle?
Ne parliamo con Lucia Tozzi (autrice di “L’invenzione di Milano”) e Maurizio
Pagliassotti (autore di “Privati di Torino”)
Come abbiamo appreso dai giornali, negli scorsi giorni la Procura di Torino ha
sequestrato più di sette milioni di euro al super palazzinaro Giorgio Molino: le
accuse sono quelle di frode fiscale e di autoriciclaggio dei profitti acquisiti
attraverso le sue attività nel settore immobiliare. Gli articoli e i comunicati
stampa delle forze dell’ordine sono … Continua la lettura di MAXI SEQUESTRO A
MOLINO! ORA CASA PER TUTT →
Le ambiguità dell’amministrazione comunale di PD e Sinistra Ecologista tra la
difesa degli interessi speculativi e la necessità di apparire dalla parte dei
cittadini. Da tempo, le amministrazioni della nostra città definanziano le
politiche di welfare abitativo, tagliando i fondi destinati a chi è in emergenza
abitativa, svendendo il patrimonio di edilizia residenziale pubblica e …
Continua la lettura di Le ambiguità dell’amministrazione comunale e la difesa
degli interessi speculativi →
Martedì mattina è stata sgomberata l’occupazione abitativa di Via Muriaglio 11,
in zona San Paolo. Uno “sgombero dolce”, come hanno tenuto subito a precisare le
istituzioni, ma che di dolce non ha niente, a partire dalla violenza di
strappare una casa degna a delle famiglie fino ad arrivare alla brutalità della
militarizzazione di un quartiere … Continua la lettura di Sullo sgombero di via
Muraglio →
Il problema dell’abitare è sia causa che effetto dei problemi di salute di un
individuo: nella Londra vittoriana come nelle metropoli del XXI secolo fare
soldi sul bisogno abitativo delle classi più povere impatta pesantemente sulla
salute delle persone e delle comunità. Causa, poiché le condizioni abitative in
cui spesso si trovano persone che faticano … Continua la lettura di Casa e
salute devono essere un diritto →
La Corte Costituzionale ha incluso tra i diritti inviolabili della persona il
diritto all’abitazione, il quale “rientra fra i requisiti essenziali
caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla
Costituzione” (sentenza n. 217 del 1988 e sentenze n. 128 del 2021, n. 44 del
2020), poiché è compito dello Stato assicurare “che … Continua la lettura di
Affrontare la Crisi Abitativa: Politiche Strutturali per il Diritto all’Abitare
→