SIONISMO: RETI DI INTERDIPENDEZA BELLICA – META E ANTISEMITISMO – SOLIDALIRIETÀ CON MIGUEL PERALTA@1
Estratti dalla puntata del 6 ottobre 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia MOBILITAZIONI IN CARCERE Apprendiamo dell’inizio dello sciopero della fame del prigioniero palestinese Anan Yaeesh nel carcere di Melfi e della giornata di astensione dal lavoro dei detenuti della FID nel carcere della Dozza in solidarietà con la Freedom Flotilla e contro […]
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Aggiornamento sul processo contro la resistenza palestinese all’Aquila.
Il processo ad Anan, Alì, e Mansour si è contraddistinto per numerose anomalie, a partire dal fatto che non si comprende né di quali fatti specifici siano accusati né se il loro presunto reato, cioè sostenere la legittima resistenza contro l’occupazione coloniale, sia perseguibile da un tribunale Italiano, a meno che la corte di assise […]
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AGGIORNAMENTI SUL PROCESSO DI MOUSSA BALDE
Ieri 22 settembre si è svolta la seconda udienza del processo per la morte di Moussa Balde.  Per la prima volta la famiglia ha avuto modo di vedere in faccia i responsabili della morte di Moussa e raccontare la sua storia in aula. Dai numerosi testimoni tra il personale, le forze dell’ordine e l’amministrazione del cpr, invece, è emersa chiaramente l’assenza totale di una reale regolamentazione.  Il personale ha riportato che in Cpr tutto è lasciato all’informalità e discrezionalità di chi c’è al momento. Le risorse del capitolato non sono sufficienti né per garantire tutele né per svolgere servizi essenziali. Di fronte a tali condizioni degradanti, anche il giudice ha avuto difficoltà a definire “ospiti” i detenuti del CPR. In questo momento il dibattito si sta concentrando sullo stabilire i responsabili dell’isolamento di Moussa nell’ospedaletto.  Gli avvocati dell’ ex direttrice del CPR e dell’ex medico, gli unici imputati, tentano di attribuire la colpa alla prefettura e perfino agli altri detenuti che avrebbero rifiutato di riaccogliere Moussa in sezione per un sospetto di scabbia (rivelatosi infondato). Un vergognoso rimbalzo della colpa che mira solo a mettere confusione e a cercare di uscirne puliti, senza dare la responsabilità a nessun di quanto successo. Ma sappiamo, e non ci stancheremo mai di dirlo, che la colpa della morte di Moussa e di tutte le altre morti è sistemica. Il Cpr è un sistema che uccide, tortura e maltratta. Alla prossima udienza, il 20 ottobre, saranno sentiti gli ex dirigenti dell’Ufficio Immigrazione e della Prefettura. Continueremo a portare solidarietà alla famiglia di Moussa e tutti i detenuti e le detenute del CPR davanti al tribunale. MAI PIÙ CPR MAI PIÙ LAGER!
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