la guerra è una merda

ARMI. L’esercito brasiliano addestrato in Puglia sui blindati italiani
L’esercito brasiliano si addestra in una delle principali infrastrutture militari della Puglia in vista dell’acquisizione di uno dei “gioielli” di guerra prodotti dalle industrie italiane, l’autoblindo cacciacarri “Centauro II”.  Lo Stato Maggiore del Brasile ha reso noto che il 3 marzo 2025 ha preso il via nella città di Lecce, presso la Scuola di Cavalleria dell’Esercito, il Corso di formazione alla guida del Centauro II con la partecipazione di 14 militari delle forze terrestri. “Le attività addestrative hanno lo scopo di qualificare i futuri operatori ed istruttori brasiliani all’impiego del nuovo veicolo blindato da ricognizione e combattimento”, riportano i vertici dell’Esercito brasiliano. “Il corso rientra nel ambito delle azioni del Programma Strategico delle Forze Corazzate e durerà approssimativamente otto settimane. Quanto rientrerà in Brasile, il personale militare sarà assegnato al Centro di Addestramento Corazzato e presso le Unità che riceveranno la nuova piattaforma blindata, con lo scopo di applicare le conoscenze acquisite in nuove attività addestrative e nel loro impiego per la difesa della Patria”. (1) Il cacciacarri “Centauro II” è stato sviluppato dal CIO - Consorzio Iveco-Oto Melara (joint venture tra i gruppi Iveco Defence Vehicles e Leonardo SpA) come successore del “Centauro B1”. Con un peso approssimativo di 30 tonnellate, il blindato 8×8, interamente digitalizzato, può trasportare fino ad otto fanti ed è armato con un cannone da 120 mm compatibile con il munizionamento standard NATO di ultima generazione. Il “Centauro II” è già stato ordinato dall’Esercito italiano (ad oggi 150 unità). Le forze terrestri brasiliane prevedono l’acquisto di 98 unità con il relativo supporto logistico e un sistema di simulazione. Secondo Ares Difesa il contratto relativo al primo lotto di produzione di sette blindati dovrebbe essere perfezionato con il Consorzio Iveco-OTO Melara in occasione della kermesse delle industrie belliche LAAD – Latin America Aerospace and Defence 2025 che si terrà a Rio de Janeiro dall’1 al 4 aprile 2025. I primi “Centauro II” saranno allestiti in Italia; seguirà poi la produzione presso gli stabilimenti di Iveco Defense Vehicles di Sete Lagoas (area metropolitana di Belo Horizonte), nello Stato di Minas Gerais. (2) Il Comando logistico dell’Esercito brasiliano ha già ricevuto due prototipi del blindato, rispettivamente il 17 agosto e il 2 settembre 2024. I mezzi da combattimento sono stati sottoposti a test presso il Centro di Valutazione di Rio de Janeiro e il Campo di Istruzione di Rosário do Sul (Stato di Rio Grande do Sul); essi si trovano attualmente in revisione presso lo stabilimento Iveco di Sete Lagoas. (3) L’Esercito brasiliano ha scelto il mezzo da guerra italiano dopo un concorso internazionale finalizzato all’acquisizione di un “veicolo da combattimento corazzato da cavalleria media 8X8” a cui hanno partecipato numerose aziende belliche europee e del continente americano e l’holding cinese Norinco. La decisione è stata formalizzata con una nota del Comando logistico del 25 novembre 2022. L’importo della commessa dei 98 “Centauro II” dovrebbe sfiorare il miliardo di euro. Il Consorzio Iveco–Oto Melara ha offerto come “compensazione” il trasferimento di tecnologie in diverse aree, investimenti nell’Industria materiale militare brasiliana (IMBEL) per la produzione di munizioni da 120 mm, e un accordo con la società AEL Sistemas SA per lo sviluppo del simulatore e la nazionalizzazione dei componenti elettronici. Con quartier generale e stabilimenti a Porto Alegre (Rio Grande do Sul), AEL Sistemas è controllata per il 25% del capitale azionario da Elbit Systems Ltd., uno dei principali gruppi industriali aerospaziali e missilistici di Israele. (4) Il primo blindato cacciacarri “Centauro II” assemblato in Brasile sarà consegnato entro la fine del 2027, mentre la produzione delle restanti unità dovrebbe concludersi nel 2038. I mezzi da guerra sono destinati alla 1^ Brigata di Cavalleria Meccanizzata di Santiago (Rio Grande do Sul), alla 4^ Brigata appartenente al Comando Militare Occidentale (Campo Grande) e alla 1^ Brigata Fanteria Giungla di Boa Vista (Roraima). (5) “L’aggiudicazione della commessa in Brasile dimostra l’eccellenza dell’industria italiana nel mondo”, ha enfatizzato il 26 novembre 2022 il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “Rivolgo un plauso al segretariato generale della Difesa e all’ambasciata italiana in Brasile per aver saputo rappresentare al meglio la Nazione”, ha aggiunto il ministro, riferendosi nello specifico alla visita istituzionale nel Paese sudamericano, due mesi prima, di una delegazione guidata dall’allora Segretario della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, il generale Luciano Portolano. (6) A Brasilia, i militari italiani incontrarono il ministro della Difesa Paulo Sergio e i massimi vertici dell’Esercito, dell’Aeronautica e della Marina Militare. “Nel corso dei lavori sono stati discussi temi riguardanti la partecipazione ad attività congiunte di cooperazione scientifica e tecnologica nonché della promozione e scambio di conoscenze ed esperienze tra le industrie nazionali della Difesa”, riportava l’Ufficio stampa del Ministero della Difesa italiano. “Le autorità brasiliane hanno espresso un vivo interesse e reiterato l’apprezzamento nei confronti delle eccellenze delle tecnologie e dei prodotti delle industrie italiane del comparto aerospazio, difesa e sicurezza, nel particolare quelli sviluppati nei domini spazio e cyber; terrestre – in particolare per il nuovo veicolo blindato 8x8 per il quale c’è un interesse per l’acquisizione di un lotto di 98 esemplari entro il 2026, eventualmente da estendere ad ulteriori unità negli anni a venire -; marittimo, con gli off-shore e in-shore patrol vessel, sistemi navali contro-mine e sistemi di comando e controllo; aereo, con riferimento al jet da addestramento avanzato/fighter attack e alla possibile offerta formativa presso le sedi dell’International Flight School in Italia (ancora in Puglia, a Galatina-Lecce e in Sardegna a Decimomannu, nda)”. (7) Il programma brasiliano di acquisizione dei “Centauro II”, nonostante l’enfasi espressa dalle autorità di governo italiane, è stato tutt’altro che semplice. La scelta di destinare oltre 5 miliardi di real per i nuovi blindati è stata duramente contestata da un’azione popolare presentata dell’avvocato Charlles Capella de Abreu, “finalizzata a fare luce sulla compravendita in questione, per valutare eventuali irregolarità sull’acquisto”. La Corte Regionale della 1° Regione del Paese sudamericano aveva accolto le contestazioni a fine novembre 2022 decretando la sospensione del processo di acquisizione dei mezzi da guerra. “In questo contesto si vede chiaramente che l’atto in questione non risponde ai presupposti di convenienza e opportunità”, decretava il giudice della Corte Regionale, Wilson Alves de Souza. “E’ evidente una mancanza di razionalità, una divergenza di finalità, illegalità e financo di elementare buon senso. Perché non c'è altro modo per classificare questa operazione quando, mentre si tagliano i bilanci dell’istruzione e della sanità per mancanza di fondi, si intende acquistare armi in tempo di pace”. (8) Ciononostante, con decisione emessa il 9 dicembre 2022, la Corte Superiore di Giustizia del Brasile ha autorizzato la prosecuzione del procedimento di acquisto dei “Centauro II”, annullando la decisione della Corte Regionale Federale con la motivazione che “la sospensione del procedimento arreca grave danno all’ordine pubblico e alla sicurezza, in considerazione delle esigenze strategiche dell’Esercito”. (9) Opportuno evidenziare che un anno prima della decisione di affidare la commessa dei blindati cacciacarri alle aziende italiane, l’addetto militare dell’Ambasciata del Brasile in Italia, il colonnello Sérgio Alexandre de Oliveira, si era recato in visita ufficiale presso la Scuola di Cavalleria di Lecce (9-11 novembre 2021). “Nel corso della visita sono state illustrate le attività didattiche svolte presso la scuola durante i corsi come anche lo specifico addestramento degli ufficiali e sottufficiali dell’arma di cavalleria delle forze italiane”, spiegava il corpo diplomatico brasiliano. “Durante l’attività sono state visitate le unità di questo centro d’istruzione e il museo che raccoglie le tradizioni della cavalleria e della meccanizzazione dell’Esercito Italiano”. (10) Oggi presso il Polo Blindo corazzato di Lecce, operativo dal 1991, prende il via la formazione e l’addestramento degli ufficiali brasiliani destinati al collaudo e all’impiego dei “Centauro II”.   Note 1)    http://www.epex.eb.mil.br/index.php/ultimas-noticias/2344-militares-do-exercito-brasileiro-participam-de-curso-de-capacitacao-da-viatura-centauro-ii 2)    https://aresdifesa.it/corso-di-addestramento-a-lecce-per-il-personale-brasiliano-delle-centauro-ii/ 3)    https://aresdifesa.it/centauro-ii-in-brasile-completata-laccettazione-dei-prototipi/ 4)    https://web.archive.org/web/20160819231937/http://www.ael.com.br/ing/noticias.php?cd_publicacao=19 5)    https://aresdifesa.it/il-centauro-ii-trionfa-in-brasile-98-esemplari-per-lexercito-brasileiro/  6)      https://formiche.net/2022/11/blindati-italiani-in-sud-america-il-centauro-ii-conquista-il-brasile/#content 7)    https://www.difesa.it/sgd-dna/notizie/cooperazione-militare-piu-stretta-tra-italia-e-brasile/30893.html 8)    https://www.rainews.it/articoli/2022/12/centauro-discordia-commessa-milionaria-esercito-brasiliano-4309ef64-a0d5-42d9-8fc3-00346fb521fc.html 9)    https://www.analisidifesa.it/2022/12/dalla-corte-brasiliana-via-libera-al-centauro-2-firmato-il-contratto-col-cio/ 10)               https://adiexitalia.org/index.php/it/ultime-notizie/259-visita-a-escola-de-cavalaria-do-exercito-italiano-2  Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 17 marzo 2025, https://pagineesteri.it/2025/03/17/america-latina/armi-lesercito-brasiliano-addestrato-in-puglia-sui-blindati-italiani/
No alla servitù energetica: Convegno nazionale di Confluenza
Primo convegno nazionale di confluenza. “No alla Servitù energetica: interrompiamo la speculazione estrattivista, coloniale e militare sui nostri territori” Il convegno si terrà a Livorno il 29-30 Marzo. Sabato 29 ore 15 presso l’Auditorium Pamela Ognissanti vedrà gli interventi di Angelo Tartaglia professore emerito di Fisica e Domenica 30 dalle ore 10 Ex Caserma Occupata […]
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Venti di guerra: ora Leonardo assembla elicotteri in Africa
  Il gruppo italiano Leonardo SpA delocalizza nel continente africano la produzione di elicotteri da guerra. La controllata Leonardo Helicopters sta per avviare in Algeria l’assemblaggio dei velivoli AgustaWestland AW139M dopo aver ottenuto una commessa dalle forze armate di un paese africano di cui non è stata divulgata l’identità. Secondo l’autorevole Aviation Week l’azienda italiana realizzerà sette elicotteri medi bimotore AW139M presso lo stabilimento inaugurato recentemente presso l’aeroporto di Ain Arnat, nella provincia di Sétif (Algeria nord-orientale). Esso è di proprietà della joint venture creata il 25 marzo 2019 da Leonardo ed EPIC/EDIA (Etablissement Public de Caractère Industriel/Etablissement de Developement des Industries Aeronautiques), azienda a capitale pubblico sotto il controllo del Ministero della Difesa che opera in campo industriale-aeronautico militare. “Il contratto attiverà il processo di avvio della linea di produzione di elicotteri in Algeria, come ci è stato riferito ufficialmente in occasione dell’esposizione di velivoli aerei a Dallas, l’11 marzo scorso”, riporta Aviation Week.  “Dopo che sarà operativa la linea di assemblaggio, i primi due AW139M saranno consegnati entro due anni, impiegando le capacità locali anche per la loro manutenzione. Lo stabilimento di Leonardo di Verigiate, nei pressi di Milano, fornirà i kit di assemblaggio”. Secondo quanto riferito dai manager di Leonardo al settimanale specializzato nel settore aerospaziale, il nuovo impianto di Ain Arnat sarà utilizzato per la produzione di altri modelli di elicotteri destinati all’esportazione a diversi paesi africani. In questo modo Leonardo rafforzerà la propria presenza nel continente diversificando la sua rete produttiva. Ad oggi gli elicotteri AgustaWestland sono stati venduti alle forze armate di Algeria, Angola, Costa d’Avorio, Egitto, Libia, Kenya, Marocco e Nigeria. Quello di Ain Arnat sarà il secondo polo di assemblaggio di Leonardo fuori dall’Italia, dopo quello di Filadelfia (USA). I piani di sviluppo prevedono ordini per una settantina di velivoli, una cinquantina dei quali destinati al mercato algerino. Il Ministero della Difesa di Algeri si è impegnato a contribuire finanziariamente nei prossimi anni a favore dell’impianto industriale. L’accordo tra Leonardo ed EPIC/EDIA del 2019 prevede che il gruppo italiano segui l’assemblaggio, la vendita e la fornitura di assistenza degli elicotteri AgustaWestland. La joint venture fornirà ai clienti anche servizi post-vendita come riparazione e revisione, addestramento e sviluppo di capacità tecnologiche nel campo della produzione di materiali aeronautici. L’elicottero multi-missione AW139M è la versione militare del velivolo Agusta Westland AW139, già venduto ad oltre 270 clienti di 90 paesi a partire del 2004, anno della sua certificazione. L’AW139 ha una velocità di crociera di 306 Km/h e un’autonomia di volo fino a 1.000 chilometri. “L’AW139M è molto potente e versatile, veloce e spazioso e può ospitare fino a 15 passeggeri”, riporta Ares Difesa.  “Il velivolo assolve ad un’ampia gamma di missioni in ogni condizione meteo ed ambientale, quali trasporto tattico di truppe, supporto in teatro operativo e logistico, comando e controllo, ricerca e soccorso in combattimento (CSAR), pattugliamento marittimo. Uno dei suoi pregi è rappresentato dalla possibilità di cambiare la configurazione interna in tempi particolarmente rapidi a seconda delle esigenze di missione”. Il programma di sviluppo della produzione industriale di Leonardo in Algeria prese il via nell’agosto 2016 dopo la firma di un accordo di cooperazione con le autorità militari locali. Inizialmente si prevedeva l’avvio della linea di assemblaggio nel 2021, ma la pandemia da COVID-19 causò un lungo stop al piano produttivo. Nel novembre 2022, durante la 13^ sessione del Comitato bilaterale per la difesa Italia-Algeria, le due parti concordarono di finalizzare entro un anno l’accordo di produzione degli elicotteri AW139M. I militari algerini espressero inoltre l’interesse ad acquistare un certo numero di elicotteri d’attacco AW249. Un passo decisivo per l’avvio della linea di assemblaggio in Algeria fu compiuto in occasione della visita ufficiale nel paese nordafricano – il 25 maggio 2023 - di una delegazione delle forze armate italiane, guidata dall’allora Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano, oggi Capo di Stato Maggiore della Difesa. In quell’occasione la delegazione italiana si recò in compagnia di alcuni dirigenti di Leonardo presso lo stabilimento industriale di Ain Arnat. Il gruppo Leonardo ha già ottenuto in Algeria altre importanti commesse nel settore militare. Nel gennaio 2008 le controllate SELEX Sistemi Integrati ed Elsag Datamat firmarono un contratto del valore di 230 milioni di euro con la Gendarmeria Nazionale per la fornitura di apparati e sistemi per la sorveglianza, il controllo e la sicurezza, supportati da una rete di comunicazione per l’integrazione delle differenti tecnologie. Nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016 il gruppo italiano ha fornito alle forze armate, di polizia e alla gendarmeria algerine una settantina di elicotteri di differente tipologia, per un importo complessivo di 1 miliardo e 300 milioni di dollari (8 velivoli AW101, 24 AW109, 8 AW119 Koala per l’addestramento dei piloti, 20 AW139 e 10 Super Lynx). Leonardo ha consegnato pure una partita di cannoni OTO Melara 127/64 LW per armare le nuove fregate della classe Meko A200 della Marina militare algerina, realizzate in Germania a partire del 2016 dal gruppo ThyssenKrupp Marine Systems.   Articolo pubblicato in Africa ExPress il 23 marzo 2025, https://www.africa-express.info/2025/03/23/venti-di-guerra-ora-leonardo-assembla-elicotteri-in-africa/
L’Aeronautica italiana intensifica i voli spia e di trasporto armi all’Ucraina
Mentre Washington sembra voler sganciarsi progressivamente dal conflitto russo-ucraino, buona parte dei paesi europei della NATO continuano a sostenere le operazioni belliche delle autorità di Kiev. Tra i più attivi partner UE dell’Ucraina spicca in particolare l’Italia del governo Meloni-Crosetto-Tajani. Come rilevato dagli analisti di ItaMilRadar che effettuano il monitoraggio dei voli militari in Italia e nell’area mediterranea, nelle notti del 17 e del 21 marzo un aereo spia CAEW Gulfstream E.550 (registrato con la matricola MM62293), in forza al 14° Stormo dell’Aeronautica Militare ha effettuato due operazioni top secret sui cieli della Romania orientale e nel Mar Nero. In particolare l’operazione effettuata il 17 marzo ha coinciso temporalmente con il pesante attacco aereo russo contro la città di Odessa. Il velivolo italiano ha operato congiuntamente con un aereo d’intelligence Boeing RC-135W della Royal Air Force decollato dallo scalo britannico di Waddington e con un Gulfstream 650 “Artemis” dell’Esercito USA in missione SIGINT (raccolta e intercettazione di informazioni e dati di intelligence) ai confini tra Ucraina, Romania e Moldavia. Il velivolo CAEW Gulfstream E.550 aveva raggiunto l’area del Mar Nero anche il 4 marzo scorso. Come rileva ItaMilRadar nelle prime tre settimane di marzo l’Aeronautica italiana ha effettuato tre missioni in vicinanza del fronte di guerra russo-ucraino “dopo un lungo periodo in cui non era stata registrata alcuna attività nella regione”. Tutte le missioni dell’aereo CAEW (Conformal Airborne Early Warning) del 14° Stormo dell’Aeronautica hanno preso il via dalla base di Pratica di Mare (Roma). Basato sulla piattaforma del jet sviluppato dall’azienda statunitense Gulfstream Aerospace, appositamente modificato e potenziato dalla israeliana Elta Systems Ltd. (società del gruppo IAI), il velivolo in dotazione all’Aeronautica italiana non è semplicemente un “radar volante”, ma possiede anche compiti di “gestione” delle missioni alleate nei campi di battaglia e di disturbo delle emissioni elettroniche “nemiche”. Il sofisticato velivolo in dotazione all’Aeronautica italiana ha fatto il suo debutto nelle aree di conflitto l’8 marzo 2022 con una missione nello spazio aereo della Romania fino ai confini con Moldavia e Ucraina. Da allora i Gulfstream E.550 di Pratica di Mare sono stati uno degli attori più richiesti dai comandi NATO che coordinano le operazioni di sorveglianza e “contenimento” dei reparti di guerra della Federazione russa in territorio ucraino e nel Mar Nero. Sempre sabato 22 marzo ItaMilRadar ha tracciato il volo di un grande aereo cargo Boeing KC-767A (reg. MM62228) dell’Aeronautica da Pratica di Mare fino allo scalo aereo di Rzeszow (Polonia orientale), dove gli alleati del governo ucraino hanno allestito un grande hub logistico in cui convergono gli aiuti militari (munizioni, sistemi d’arma, blindati, ecc.) destinati alle forze armate di Kiev. L’aereo cargo è decollato da Pratica di Mare alle ore 8.24 ed è rientrato in Italia alle 15.30 circa. Prima di dirigersi verso la Polonia orientale il Boeing KC-767A ha effettuato uno scalo tecnico di un’ora presso l’aeroporto di Villafranca Verona, molto probabilmente per ricevere a bordo un nuovo pacchetto di “aiuti militari” italiani all’Ucraina. “L’esatta natura del carico dell’aereo è sconosciuto, ma l’Italia è un forte supporter dell’Ucraina nella sua guerra contro la Russia e ha già fornito aiuti militari e umanitari per miliardi di dollari”, spiegano gli analisti di ItaMilRadar. Un altro Boeing KC-767A dell’Aeronautica Militare italiana (reg. MM62227) aveva effettuato due voli sulla rotta Pratica di Mare - Rzeszów nella giornata del 13 marzo 2025. Il velivolo ha una capacità di trasporto fino a 25 tonnellate di carico bellico.
Dall’automotive al militare: Torino, la ristrutturazione industriale europea e noi
Dalla Germania a Torino, capitale dell’automotive italiano, sta diventando realtà la massiccia riconversione al militare delle fabbriche che producevano auto, carrozzeria, componentistica – e insieme a loro dell’enorme galassia dell’indotto. Le grandi fabbriche dell’automotive tedesche sono già entrate da anni in una irreversibile crisi di produzione, con effetti sociali “collaterali” devastanti (come gli oltre 30 […]
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I lavoratori dell’aeroporto civile di Montichiari-Brescia proseguono nella loro obiezione nonviolenta ai traffici di armamenti. Anche in questa occasione, l’aereo in questione ha caricato casse (probabilmente di missili) giunte nottetempo su camion scortati, e sempre di notte – in coincidenza con la chiusura al traffico civile, e con manodopera nominativamente scelta e incentivata – caricati sull’aereo, che ha comunque sostato per circa ventiquattro ore in aeroporto prima di ripartire. Tutto di questo aereo ci conferma che opera lungo una supply chain militare. Si tratta di un vecchio Boeing 737-300, in circolazione da quasi 27 anni, oggi gestito dalla compagnia ucraina Constanta Airlines, ma in precedenza appartenuto a una lunga fila di compagnie, passando da quella di stato romena Tarom attraverso la Wells Fargo Bank (una delle big four americane) che l’affittò dal 2004 al 2022 a diversi operatori cinesi (Deer Jet, poi Beijing Capital; Yangtze River Express, poi Suparna Airlines, alias Jinpeng), per finire nelle mani di una compagnia cargo georgiana (Gryphon Air Cargo) e infine – dal giugno 2024 – alla compagnia ucraina Constanta Airlines. L’arrivo del vecchio Boeing, terzo velivolo operato dalla Constanta, ha seguito di poco la nomina alla supervisione operativa della compagnia dell’ex generale dell’esercito USA David L. Grange, entrato come azionista di minoranza insieme a un uomo d’affari inglese e a un imprenditore svedese. Insieme hanno poco più del 20% della Constanta Airlines. Grange ha fondato l’organizzazione benefica Osprey Global Solutions Ucraina «per la formazione gratuita dei militari ucraini in materia di sminamento, neutralizzazione di ordigni esplosivi e fornitura di assistenza medica d’emergenza secondo gli standard NATO», come recita il sito web della compagnia. La Constanta era stata acquisita nel 2018 da Roman Mileshko, ex pilota militare delle forze aeronavali ucraine con specializzazione conseguita alla Naval Postgraduate School di Monterey, California, e una decina di anni di missioni in Afghanistan, Ciad, RD del Congo, Somalia e Sudan, al quale è rimasta la maggioranza azionaria. Mileshko l’aveva acquisita in seguito alla bancarotta della precedente proprietà – una holding di Dubai – e dopo una lunga causa legale davanti a un tribunale londinese. La notizia dell’ingresso nella compagnia dell’ex. gen. Grandge è data con risalto sul sito web della Constanta AIrlines. Sullo sfondo, l’immagine dei due Antonov impiegati dalla Constanta, pruima dell’acquisizione del Boeing 727-300. Riutilizzando il vecchio numero di coda UR-UAA (già di un Antonov An-12, poi finito alla Africa West Cargo e irreparabilmente danneggiato), apparentemente il Boeing 737 di Constanta Airlines è entrare in attività proprio con questo volo registrato a Brescia-Montichiari, dove è giunto il 5 marzo 2025 dall’aeroporto slovacco di Piešťany, sua base operativa principale, con un volo della durata di un’ora, per ripartire il giorno successivo alle 9:07 per Ørland, base militare in Norvegia, dove è atterrato alle 13:25. La durata del volo Montichiari-Ørland (4 ore e 18 minuti) può apparire eccessiva rispetto alla distanza in linea d’aria (circa 2.000 km) e alla velocità di crociera del 737 (oltre 900 km/h), ma l’aereo ha seguito un’ampia rotta sulla Francia piuttosto che transitare verso nord, sopra Svizzera e Germania. Da Ørland – base fondamentale per la Royal Norwegian Air Force e la NATO – l’aereo ha poi fatto ritorno a Piešťany, dove è atterrato alle 19:21 del 6 marzo. Dall’Italia potrebbe anche aver trasportato parti di ricambio per gli F-35 e gli elicotteri AW101, fabbricati da Leonardo; o anche materiale per lo svolgimento delle manovre alleate “Joint Viking 25”, le esercitazioni congiunte che sono attualmente in corso (dal 3 al 14 marzo 2025, 10.000 soldati di nove diversi paesi). Nella baia di Trondheim, non lontano da Ørland, si trovano infatti giganteschi depositi dei Marines americani, uno dei contingenti prepositioned per le spedizioni militari degli Stati Uniti negli ambienti freddi. Preparativi dei marines in Norvegia per ‘Joint Viking 25’ Il volo del Boeing ucraino dimostra – se non bastavano altre evidenze – che attrezzature e personale civile ucraino stanno già operando entro la cornice NATO, con mezzi e collegamenti personali ad alto livello con le strutture militari USA. Va da sé che, in questo quadro, l’Italia sta fornendo le basi territoriali necessarie alle operazione degli alleati vecchi e nuovi: un coinvolgimento nella “guerra a oltranza” che si fa sempre più profondo e irreversibile.
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L’aeroporto di Amendola capitale mondiale degli F-35. C’è pure Israele
  Lo scorso 11 febbraio lo scalo militare di Amendola (Foggia), sede del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare, ha ospitato l’”F-35 Air Chiefs Meeting”, l’incontro che riunisce periodicamente i Capi delle Forze Aeree delle Nazioni che impiegano il cacciabombardiere (a capacità nucleare) di 5ª generazione F-35, e di quei Paesi che hanno comunque formalizzato la volontà di dotarsene. L’evento è stato promosso dal Comando dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti d’America in Europa e in Africa e ha visto la partecipazione dei vertici dei Comandi aerei di Belgio, Germania, Danimarca, Svizzera, Grecia, Regno Unito, Canada, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Finlandia e finanche di Israele che ha utilizzato negli ultimi mesi i caccia F-35 contro Gaza e nei raid contro Siria, Libano e Yemen. “Obiettivo del meeting ad Amendola è stato quello di rafforzare l’interoperabilità e l’integrazione tra le Forze Aeree di tutti i Paesi che impiegano o impiegheranno in Europa e nel mondo il velivolo di 5ª generazione, per massimizzare il ritorno in termini di capacità operative esprimibili”, riporta la nota emessa dall’Ufficio stampa dell’Aeronautica Militare italiana. “Gli Air Chief ospiti presso il 32° Stormo si sono confrontati sui temi della condivisione delle informazioni, del supporto tecnico operativo reciproco, dei metodi per migliorare l’operatività, l’interoperabilità e l’integrazione con gli assetti di 4ª generazione, allineando le prospettive sulle sfide comuni, fra cui la deterrenza che i Paesi F-35 User in modo combinato possono garantire contro le minacce comuni”. Nel corso del vertice dei Capi delle aeronautiche militari ad Amendola è stata vagliata la possibilità di incrementare l’interoperabilità anche nell’ambito manutentivo e della logistica dei cacciabombardieri di quinta generazione. “L’F-35 Air Chiefs Meeting ha confermato la sua rilevanza strategico-operativa, garantendo negli incontri a cadenza di massima semestrale un forum per monitorare i progressi delle iniziative che vengono presentate dai warfighter e fornire indirizzi strategici-operativi condivisi”, aggiunge l’Aeronautica Militare italiana. “L’evento fornisce altresì la possibilità di condividere tutte le lezioni apprese nel corso degli anni di operazioni F-35, le sfide da affrontare e le soluzioni da individuare, mettendo a sistema tutte le competenze e le esperienze dei Paesi partecipanti in un costante dialogo costruttivo, sempre teso a garantire la massima interoperabilità e l’espressione delle capacità operative del sistema d’arma”. Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 6 marzo 2025, https://pagineesteri.it/2025/03/06/mondo/laeroporto-di-amendola-capitale-mondiale-degli-f-35-ce-pure-israele/ 
Città dell’aerospazio: antimilitarist* contestano l’avvio dei lavori / Aggiornato@1
Questa mattina a Torino, in corso Marche, davanti alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, c’è stata un’iniziativa di protesta contro l’inizio dei lavori preliminari alla costruzione dell’area del Politecnico della Cittadella dell’aerospazio. Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx antimilitartistx, […]
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No alla Cittadella dell’Aerospazio
Questa mattina a Torino, in corso Marche, davanti alla ex palazzina 37 della Alenia Aermacchi, c’è stata un’iniziativa di protesta contro l’inizio dei lavori preliminari alla costruzione dell’area del Politecnico della Cittadella dell’aerospazio. Con striscioni e volantini distribuiti ai passanti e agli automobilisti, e una lunga battitura dei cancelli con mestoli e pentole, alcunx antimilitartistx, […]
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Anarres del 7 marzo. ReArm Europe. Anarcofeminnist! Il ciclone Trump e la marea nera globale…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. Ascolta e diffondi l’audio della puntata: > Anarres del 7 marzo. ReArm Europe. Anarcofeminnist! Il ciclone Trump e la > marea nera globale… Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: ReArm Europe Il vertice europeo straordinario sulla guerra in Ucraina ha prodotto un nuovo mostro militarista. 800 miliardi di investimenti, una parte dei quali potrebbero essere attinti dal fondo di stabilità europeo, quello destinato all’ambiente e alle infrastrutture dei trasporti (TEN-T), di cui, paradossalmente fa parte la Torino Lione. Un programma di riarmo su ampia scala, che segna un’ulteriore potente escalation bellica. Ma non, in assoluto, una novità. L’estrema instabilità di un periodo caratterizzato dal tentativo statunitense di arginare la propria decadenza, rischia di innescare ulteriori guerre. Al contempo il prezzo del grande RiArmo lo pagheremo noi tutti. Mentre i guerrafondai si danno appuntamento a Roma, è cruciale moltiplicare l’impegno internazionalista a fianco dei disertori di ogni dove. Ne abbiamo parlato con Dario Antonelli del Coordinamento Antimilitarista livornese. Senza dio, senza Stato, senza famiglia. Liber*! L’otto marzo non è una festa. Noi lottiamo perché lo diventi, perché siano strappate le radici dell’oppressione patriarcale, modello di ogni visione gerarchica ed autoritaria delle relazioni sociali. La vita e la libertà delle donne e di tutte le soggettività non conformi alla norma etero cis patriarcale sono sotto attacco in ogni angolo del pianeta. Botte, coltellate, prigioni di stoffa, umiliazioni, discriminazioni sul lavoro non sono il retaggio del passato ma la dura realtà per miliardi di donne in ogni dove. Le donne che fanno il militare, che diventano manager, che sono capi di governo o al vertice della Digos sono il segno della sconfitta del femminismo, non la sua vittoria. Se si capovolge la clessidra non si cambia di senso al tempo. Il ciclone Trump e la marea nera globale Guerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt. Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di destra globale in un orizzonte di guerra permanente. A popolazioni spaventate dagli effetti devastanti dell’affermarsi inarrestabile della logica capitalista, le destre di ogni latitudine offrono la speranza che qualcuno possa essere al sicuro. In ogni dove si affermano leadership che individuano nella libertà delle donne e delle identità non conformi un nemico. In ogni dove le proteste di piazza vengono represse, i servizi essenziali negati, la propaganda militarista e patriottica disegna un orizzonte di normalità bellica. L’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie su scala mondiale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale. Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione. Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione politica e sociale. Negli States ma non solo. Vi abbiamo anticipato con Lorenzo alcune delle questioni di cui parleremo il prossimo venerdì 14 marzo alla FAT con Stefano Capello e lo stesso Lorenzo Appuntamenti: Trump e la marea nera globale Venerdì 14 marzo ore 21 corso Palermo 46 Ne parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Rabbit Il ciclone Trump negli States è solo l’ultimo potente segno di un vento di destra globale in un orizzonte di guerra permanente. Sarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione. Prendendo le mosse da quanto sta avvenendo negli Stati Uniti e dalle dinamiche che si sono innescate sul piano internazionale proveremo a ragionare sulle enormi accelerazioni in atto e sulle prospettive dei movimenti di opposizione politica e sociale. Negli States ma non solo. A-Distro e SeriRiot ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30 per info scrivete a fai_torino@autistici.org Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org  
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Verso un’Europa di guerra
Giovedì si è tenuto il vertice europeo di sostegno allo sforzo bellico ucraino dopo che si delinea con sempre maggior chiarezza la fine dell’appoggio economico e militare all’Ucraina da parte degli Stati Uniti. L’intenzione del vertice è quella di andare verso un riarmo generalizzato sia a livello europeo che da parte dei singoli stati dell’Unione, […]
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