la guerra è una merda

Baykar, l’azienda dei droni da guerra di Erdogan acquista Piaggio Aerospace
l governo italiano ha autorizzato l’acquisizione di Piaggio Aerospace da parte dell’azienda turca Baykar. Si tratta dell’azienda che produce i droni militari – in particolare il modello Bayraktar – utilizzati dall’esercito turco nelle guerre di occupazione in nord-Iraq e Siria, oltre a essere venduti dalla Baykar agli eserciti di mezzo mondo. Il “nulla osta” del […]
January 16, 2025 / Radio Blackout 105.25FM
Frontex: guerra ai migranti con droni israeliani
L’agenzia Frontex dell’Unione Europea va alla guerra ai migranti con i droni di guerra israeliani. “Per la seconda volta consecutiva, Frontex ha prescelto la nostra azienda in partnership con le IAI - Israel Aerospace Industries per la sorveglianza marittima del Mediterraneo”. E’ Airbus DS Airborne Solutions (ADAS), società interamente controllata dal gruppo aerospaziale Airbus Defence and Space (quartier generale a Monaco di Baviera), a rendere nota l’aggiudicazione di un nuovo contratto a favore dell’agenzia a cui è affidato il controllo delle frontiere esterne Ue. “La controllata di Airbus e il suo partner da lungo tempo Israel Aerospace Industries, continueranno a fornire a Frontex i servizi di sorveglianza aereonavale con l’impiego di velivoli senza pilota”, aggiunge l’ufficio stampa di ADAS. Ad oggi non è dato sapere l’ammontare del contratto. Il gruppo aerospaziale tedesco ha però comunicato che sarà il drone MALE (Medium-Altitude, Long-Enduranc) “Heron” di produzione israeliana ad essere messo a disposizione dall’agenzia europea sui cieli del Mediterraneo. “L’Heron opererà per altri quattro anni, dando un importante contributo alla sicurezza e alla stabilità dell’Europa”, aggiunge ADAS. “La continuazione delle missioni con il sistema aereo a pilotaggio remoto Heron, secondo i termini del nuovo contratto, avverrà a partire dall’inizio 2025”. Particolare enfasi è stata espressa dai manager delle due aziende militari. “Questo nuovo contratto sottolinea sia la posizione leader di ADAS e IAI nella fornitura ed esecuzione di servizi con sistemi di droni in grado di volare a medie altitudini e per lunghi periodi, nonché il successo della cooperazione avviata con l’Unione europea”, ha commentato Tim Behrens, presidente del consiglio di amministrazione di Airbus DS Airborne Solutions. “Israel Aerospace Industries è fiera di essere scelta da Airbus quale sub- contractor del programma di Frontex”, ha dichiarato Moshe Levy, ex colonnello dell’Aeronautica militare israeliana ed odierno vicepresidente e general manager del settore aereo militare del gruppo industriale IAI. Il drone MALE “Hero” viene impiegato ormai da numerosi paesi europei, asiatici ed africani, sia per attività di intelligence, riconoscimento e sorveglianza e sia per operazioni di attacco contro obiettivi terrestri e navali. Il velivolo può volare ininterrottamente per oltre 20 ore a un’altitudine di 35.000 piedi, in tutte le condizioni atmosferiche. Ha un raggio operativo di 1.000 miglia e per le esigenze di “controllo” dei flussi migratori nel Mediterraneo, sarà dotato di sistemi elettro-ottici per le missioni diurne ed infrarossi per scopi notturni. “L’“Heron” in versione navale è inoltre equipaggiato con un radar per il pattugliamento di grande performance e con un sistema automatico di identificazione delle imbarcazioni”, spiegano i manager di Airbus DS Airborne Solutions. Tutte le informazioni raccolte dal drone di produzione israeliana saranno inviate direttamente al Centro di comando operativo di Frontex con sede a Varsavia e ai vari centri di controllo delle Guardie costiere dei paesi Ue. “Ciò consentirà di coordinare le operazioni di ricerca in tempo reale e di intervenire contro le attività illegali, garantendo la sicurezza del Mediterraneo”. Il primo contratto per lo svolgimento delle attività di intelligence anti-migranti con i droni made in Israel, è stato sottoscritto dall’Agenzia europea l’1 ottobre 2020. Le operazioni d’intercettazione delle imbarcazioni nel Mediterraneo presero il via nei primi mesi del 2021 dopo una serie di prove tecniche che il consorzio Airbus – Israel Aerospace Industries effettuò nell’isola greca di Creta. I termini di riferimento del contratto (classificato con il codice 2020/S 196-473315) prevedevano per ADAS e IAI l’uso delle piattaforme a pilotaggio remoto con le relative attrezzature di comunicazione, la raccolta e la trasmissione dati a un portale remoto, la memorizzazione delle missioni, il controllo e l’assistenza con collegamenti radio e via satellite, la manutenzione dei velivoli e l’addestramento del personale. “Il servizio sarà fornito in Grecia, e/o in Italia e/o a Malta con le modalità che saranno previste dall’accordo che sarà definito tra Frontex e il contractor”, specificò al tempo Frontex. La preferenza del colosso aerospaziale europeo per il drone marittimo “Heron” fu determinata dalle caratteristiche tecniche del velivolo e dalle performance ottenute durante l’impiego in ambito bellico e nel controllo dell’ordine pubblico da parte delle forze armate e di polizia israeliane. I droni “Heron” sono stati utilizzati principalmente contro la popolazione palestinese già in occasione dell’assalto israeliano a Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 (Operazione Piombo Fuso), con la conseguente uccisione di decine di civili. I velivoli senza pilota di IAI continuano ad essere impiegati nell’odierno conflitto genocida contro la Striscia di Gaza e nelle operazioni che Tel Aviv ha avviato in Libano e Siria dopo il 7 ottobre 2023. L’1 ottobre 2020 Frontex ha firmato un secondo contratto (anch’esso di 50 milioni di euro) per l’impiego di droni in operazioni di intelligence anti-migranti, con un’altra azienda israeliana, leader nel settore militare-industriale, Elbit Systems Ltd. di Haifa. In quel caso il velivolo senza pilota impiegato da Frontex è stato l’“Hermes”, in grado di volare per 36 ore a un’altitudine di 30.000 piedi. Il drone israeliano è stato testato a fine settembre 2020 dall’Agenzia di controllo marittimo e guardiacoste del Regno Unito, svolgendo operazioni di sorveglianza e salvataggio nelle acque del Galles. Anche l’“Hermes” è un velivolo che può essere impiegato in operazioni di attacco. Esso è stato utilizzato per la prima volta in un conflitto dalle forze armate israeliane durante l’Operazione Margine Protettivo contro la Striscia di Gaza (2014). Il drone-killer continua ad essere impiegato oggi nei sanguinosi bombardamenti contro le città e i campi palestinesi. Una versione meno sofisticata (l’“Hermes 450”) è stata utilizzata durante l’assalto israeliano del 2008-2009, ancora una volta contro gli abitanti della Striscia di Gaza. I velivoli senza pilota di Elbit Systems sono stati impiegati anche in Libano nel 2006, causando la morte di diversi civili, inclusi operatori della Croce Rossa. Un “Hermes” è stato coinvolto nell’uccisione di quattro ragazzi che stavano giocando in una spiaggia a Gaza, il 16 agosto 2014. Articolo pubblicato in Africa ExPress il 13 gennaio 2025, https://www.africa-express.info/2025/01/13/frontex-guerra-ai-migranti-con-droni-israeliani/
January 14, 2025 / Antonio Mazzeo Blog
Nuovi affari delle industrie militari italiane con le forze armate del Qatar
  Il 18 dicembre 2024 i manager di Elt Group (fino al 2022 Elettronica S.p.A.) hanno firmato a Doha un contratto con il ministero della difesa qatariota per la fornitura di un Centro per la Guerra Elettronica (EW) Unificato, dotato di tecnologie di ultima generazione. Il nuovo Centro potenzierà le capacità operative EW delle forze armate del Qatar, favorendone la modernizzazione e l’efficacia nell’ottica di scenari operativi sempre più complessi e multidominio. “Questo contratto rappresenta un risultato molto importante, sia in termini economici che per quanto riguarda il nostro posizionamento nell’area”, ha dichiarato l’amministratrice delegata di Elt Group, Domitilla Benigni. “È anche una conferma di una solida amicizia e di una cooperazione a lungo termine con le Forze Armate del Qatar. Per la prima volta in questo Paese la nostra azienda assume il ruolo di prime contractor e questo ci rende particolarmente orgogliosi della fiducia da parte di un cliente internazionale così avanzato”. Elt Group è presente nell’Emirato dal 2017 con l’apertura del suo ufficio commerciale a Doha. L’azienda collabora attivamente con le forze armate nazionali impiegando i propri sistemi di guerra elettronica sulle unità della Marina militare che sono state acquistate dalla holding della cantieristica Fincantieri S.p.A., nonché sui cacciabombardieri Eurofighter Typhoon e sugli NH-90 in dotazione alle forze aeree. In occasione della recente kermesse delle aziende del comparto bellico navale DIMDEX 2024 (Doha Maritime Defence Exhibition and Conference) tenutasi nella capitale, Elt Group e il Comando generale della Qatar Emiri Air Force hanno siglato una lettera d’intenti in vista di una mutua collaborazione nel settore EMSO (operazioni nello spettro elettromagnetico). Da oltre 70 anni Elt Group è una delle maggiori protagoniste in ambito internazionale nel campo della progettazione e produzione di sistemi di “difesa” elettronica, aerospaziali e della cyber security. Il gruppo italiano ha quartier generale nella via Tiburtina a Roma ed opera in una trentina di paesi attraverso uffici commerciali e società di importanza strategica e di diritto locale con sede in Germania e Arabia Saudita. Elt Group partecipa ai principali programmi di difesa europei come quelli per la produzione dei caccia Eurofighter Typhoon, delle fregate lanciamissili Fremm e dei nuovi pattugliatori polivalenti d’altura PPA. La società è stata chiamata anche al progetto di realizzazione della piattaforma avionica di sesta generazione GCAP (Global Combat Air Programme), più nota come “Tempest”, promosso dal consorzio italo-britannico-giapponese (presente il gruppo Leonardo S.p.A.). Fanno parte di Elt Group anche CY4Gate, specializzata in cyber security e cyber i Intelligence; E4Life, la prima azienda di biodifesa italiana; Solynx Corporation, una società di scouting tecnologico con sede negli Stati Uniti d’America. In Medio Oriente, il gruppo italiano ha firmato di recente accordi di cooperazione istituzionale e industriali in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti. Nel novembre 2023 Elt ha varato un piano per istituire un hub di supporto logistico integrato per i sistemi di guerra elettronica del ministero della Difesa emiratino. Partner del programma è Etimad Holding, di proprietà del gruppo finanziario militare-industriale EDGE di Abu Dhabi. Un Memorandum of Understanding per accrescere la conoscenza della gestione dello spettro elettromagnetico negli Emirati Arabi Uniti è stato firmato da Elt il 15 febbraio 2024 con l’Università emiratina di scienza e tecnologia “Khalifa”. A maggio 2023, il capitale sociale di Elt Group era di 9.000.000 di euro: l’azienda risultava controllata per il 35,4 da Benigni S.r.l., dall’immancabile Leonardo S.p.A. per il 31,3% e per il restante 33,3% dal colosso aerospaziale e dell’elettronica Thales (francese).   Articolo pubblicato in Africa ExPress il 27 dicembre 2024, https://www.africa-express.info/2024/12/27/nuovi-affari-delle-industrie-militari-italiane-con-le-forze-armate-del-qatar/
January 9, 2025 / Antonio Mazzeo Blog
Rosario Pio Cattafi torna in libertà… vigilata. Per i magistrati resta “socialmente pericoloso”
  Per il Tribunale di Sorveglianza di Milano il pregiudicato barcellonese Rosario Pio Cattafi, ritenuto dagli inquirenti come l’uomo-cerniera tra le cosche mafiose, i colletti bianchi e gli apparati istituzionali dello Stato, continua ad essere “socialmente pericoloso”. Con sentenza del 2 dicembre 2024, il Magistrato di sorveglianza ha accertato la “pericolosità sociale” del Cattafi, tornato in libertà per fine pena il 25 novembre dopo aver scontato una condanna a sei anni di reclusione per associazione mafiosa “fino all’anno 2000” e calunnia, con sentenza emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria il 6 ottobre 2021. Contro l’ex detenuto è stata applicata la misura di sicurezza personale della libertà vigilata per la durata di due anni: Rosario Pio Cattafi dovrà stabilire il proprio domicilio nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto (qui dovrà permanervi senza potersi allontanare dalle ore 22 alle 6, salvo autorizzazione del Magistrato di sorveglianza per comprovati motivi); inoltre dovrà presentarsi una volta la settimana all’Autorità incaricata della vigilanza, non potrà fare uso di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche, non potrà detenere o portare con sé armi o altri strumenti “atti ad offendere”, né frequentare persone dedite ad attività illecite. “Sulla base di tutti gli atti già esaminati dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, la pericolosità sociale di Rosario Pio Cattafi non può dirsi cessata o grandemente scemata”, scrive il magistrato di sorveglianza Beatrice Secchi. “Come già ritenuto in sede di ordinanza di rigetto dell’istanza di misura alternativa della detenzione domiciliare, non emergono circostanze che inducano a far ritenere venuta meno la probabilità che lo stesso – inserito a pieno titolo in un sodalizio mafioso riconducibile a Cosa Nostra siciliana denominata famiglia barcellonese – torni a commettere altri fatti previsti dalla legge come reato; deve pertanto confermarsi la prognosi sfavorevole posta a fondamento del riconoscimento della pericolosità sociale del medesimo e la misura di sicurezza deve dunque essere dichiarata eseguibile”. L’11 aprile 2024 il Tribunale di sorveglianza di Milano aveva respinto la richiesta dei legali di Rosario Pio Cattafi di beneficiare della detenzione domiciliare. “La sentenza emessa in sede di rinvio (dopo la sentenza di annullamento emessa dalla Corte di Cassazione l’1 marzo 2017) dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, divenuta irrevocabile il 16 maggio 2023, delinea con precisione il ruolo di Cattafi all’interno dell’associazione criminale mafiosa di appartenenza, con il ruolo di mantenere i contatti fra i vertici dell’organizzazione ed altri sodalizi mafiosi riconducibili a Cosa Nostra, fra cui la famiglia Santapaola di Catania e Cosa Nostra palermitana”, scrive il magistrato del capoluogo lombardo. “Preso atto del giudicato in punto di ruolo svolto da Cattafi all’interno del consorzio criminale (qualificato come partecipe dalla sentenza di primo grado) e del momento di cessazione della sua appartenenza a detto consorzio (individuato nel marzo del 2000), la sentenza in esame delinea con precisione la figura del Cattafi; evidenzia che lo stesso è affiliato che opera e si interfaccia con i colletti bianchi, con le istituzioni (deviate) economiche e sociali assumendo pertanto in seno al sodalizio compiti riservati di alto livello risultando per ciò solo assolutamente lontano dall’esercizio di funzioni esecutive e materiali riservate ad altri soggetti con cui non a caso Cattafi non ha costanti rapporti di frequentazione; la sua partecipazione è peculiare nel senso che, assumendo compiti e rapporti con le istituzioni deviate ed i colletti bianchi ed essendo tenuto per ciò solo a particolare prudenza e circospezione si interfaccia solo i vertici della cosca, stando ben attento, specie dopo la sua carcerazione nel 1997, a interfacciarsi con gli affiliati facenti parte dell’ala militare ed esecutiva della potente cosca barcellonese”. La mai cessata “pericolosità sociale” di Rosario Pio Cattafi è suffragata dalla relazione di sintesi del Tribunale di sorveglianza di Milano del 9 aprile 2024. In essa si legge in particolare che l’allora detenuto “nega ogni responsabilità per i fatti di reato in relazione ai quali ha riportato condanna e qualsiasi contatto con organizzazioni mafiose; afferma di essere stato condannato per sentito dire, riferendosi chiaramente alle numerose chiamate in correità agli atti del processo”. Il pregiudicato barcellonese “riferisce che per evitare la mafia ha sempre svolto il suo ruolo nel campo del diritto civile o amministrativo, quasi che le articolazioni della mafia che operano nel settore economico non abbiano anche bisogno di queste competenze professionali; conferma e ribadisce di essere stato vittima di persecuzione da parte delle forze dell’ordine e di essere stato accusato falsamente dai collaboratori di giustizia; parla di convergenza del molteplice, necessariamente sapendo in realtà (in quanto avvocato) che ben diversa cosa è la sussistenza di indizi gravi, precisi e concordanti ex art. 192 del codice di procedura penale”. “Rosario Pio Cattafi spiega su richiesta il coinvolgimento in più processi per mafia (anche quello in cui è stato assolto, trattasi del processo sull’Autoparco di via Salomone a Milano, ndr), con l’esigenza dei magistrati di condannarlo per poi farlo collaborare e avere informazioni”, conclude la relazione del Tribunale. “Ed è con tale tesi che Cattafi chiarisce l’attuale condanna e l’espiazione di parte di essa nel circuito 41bis. Non entra ovviamente nel merito dei motivi per cui la sua collaborazione sarebbe stata considerata tanto importante dalla Forze dell’ordine e dalla magistratura. Cattafi, che si pone a colloquio in modi e toni pacati, utilizza il dialogo conferendo all’esposizione dei concetti un’architettura, un’estetica di piacevole ascolto che di primo acchito esprime rispetto per le istituzioni, per le leggi, le espressioni e le pronunce dei suoi organi (sentenze). Riportando il discorso al concreto però ciò che emerge è il contrasto tra l’asserito rispetto e il finale dichiararsi sostanzialmente non responsabile per il reato ex art. 416bis e nemmeno per il reato di calunnia (…). Le manifestazioni di disprezzo per la mafia e le affermazioni di promuoverne il distacco in sezione almeno in relazione a certi compagni restano quindi prive di riscontri oggettivi. L’equipe pertanto allo stato attuale esprime parere non favorevole alla fruizione dei benefici, confermando la permanenza nel circuito di attuale allocazione…”. Tra le motivazioni dell’ordinanza relativa all’applicazione di misura di sicurezza nei confronti del pregiudicato barcellonese, vengono riportati alcuni passaggi della nota della Questura di Messina del 10 aprile 2024, nella quale si riassumono alcune delle più significative vicende giudiziarie che lo hanno riguardato. “Nel 1973 il detenuto riportava condanne per detenzioni di armi far le quali un mitra marca Sten; in relazione a questo fatto Cattafi veniva anche colpito da ordine di cattura emesso dalla Procura della Repubblica di Messina, sottraendosi all’esecuzione per circa due mesi per poi costituirsi”, vi si legge. “Nel 1983 veniva notato in compagnia di Francesco Rugolo (poi ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto), esponente del gruppo barcellonese di Cosa Nostra; nell’84 viene tratto in arresto in Svizzera per associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona a scopo di estorsione e traffico di sostanze stupefacenti sulla base delle dichiarazioni di Emanuele Epaminonda che lo indica quale inviato di Nitto Santapaola a Milano”. “Rosario Pio Cattafi viene indagato e poi sottoposto a processo nell’ambito del procedimento Autoparco di via Salomone con una finale assoluzione”, aggiungeva la Questura di Messina. “Viene scarcerato il 22 ottobre 1997 e rimesso in libertà; nonostante l’assoluzione, l’autorità giudiziaria indica la sicura esistenza di un solido legame tra Cattafi e Nitto Santapaola; viene indagato nell’ambito di numerosi altri procedimenti ed anche per la cessione di una partita di cannoni all’emirato di Abu Dhabi. Cattafi viene poi tratto in arresto il 24 luglio 2012 nell’ambito di indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria di Messina per associazione di stampo mafioso (trattasi della vicenda conclusasi con la sentenza oggi in esecuzione); la misura viene poi revocata dalla Corte d’appello di Messina il 4 dicembre 2015 (dopo l’emissione della prima sentenza d’appello, poi annullata in Cassazione). Da ultimo la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria oggi in esecuzione, che lo condanna alla pena di sei anni di reclusione per associazione di stampo mafioso e calunnia”. La nota della Questura sottolinea più volte il “rapporto privilegiato esistente” tra Cattafi, il clan di Nitto Santapaola e la famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto. “Cattafi ha intessuto anche fuori dalla regione di provenienza una fitta trama di relazioni con personaggi di rilievo della criminalità organizzata”, spiega l’organo di Pubblica sicurezza. “La molteplicità e l’accertata non occasionalità di tali rapporti intrattenuti con esponenti di vertice delle associazioni di stampo mafioso, la natura dei suddetti rapporti, il carattere tendenzialmente permanente degli stessi, il livello approfondito di conoscenza delle compagini associative, dei ruoli dei partecipi e di alcuni gravissimi eventi delittuosi maturati nel contesto criminale in esame, nonché il reiterato coinvolgimento in indagini giudiziarie riguardanti delitti la cui gravità non occorre illustrare dimostrano univocamente quanto attuali siano la pericolosità del Cattafi e dei suoi collegamenti con la criminalità di stampo mafioso”. “Appare evidente – conclude la nota - che il Cattafi Rosario è persona esperta e di finissima intelligenza con maturata indole criminale e di elevatissima pericolosità sociale e ciò induce a esprimere un giudizio particolarmente allarmante sulla probabilità che egli possa tuttora mantenere, nonostante lo stato di detenzione, forti collegamenti con altri soggetti appartenenti alla criminalità organizzata di stampo mafioso”. Alla luce di quanto esposto, il Tribunale di Sorveglianza di Milano non ha dubbi: considerata la estrema gravità dei fatti commessi, lo stabile inserimento di Cattafi nell’ambiente criminale mafioso ben delineato nella sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria, ritiene ancora oggi esistente una spiccata pericolosità sociale del detenuto che mai ha reciso apertamente i legami con l’ambiente criminale di provenienza. “Costituisce d’altra parte fatto notorio che, nonostante il decorso del tempo, l’appartenenza a sodalizio criminale mafioso, anche con lo specifico ruolo rivestito da Cattafi, non possa essere recisa senza, quanto meno, una aperta, chiara e netta rivisitazione critica del proprio passato”, conclude la dottoressa Beatrice Secchi. “Ed invece, come chiaramente esposto anche nella relazione di sintesi, Cattafi, pur dichiarando di disprezzare la mafia, non ha mai accettato un dialogo franco e aperto sulle proprie responsabilità ed i propri comportamenti, suscettibili di indurre a diversa valutazione”. La misura restrittiva della libertà vigilata nei confronti di Rosario Pio Cattafi scadrà il 2 dicembre 2026.   Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 20 dicembre 2024, https://www.stampalibera.it/2024/12/20/rosario-pio-cattafi-torna-in-liberta-ma-vigilata-per-i-magistrati-resta-socialmente-pericoloso-ecco-le-motivazioni-del-tribunale-di-sorveglianza/
January 8, 2025 / Antonio Mazzeo Blog
AFRICA. La Nato stringe i rapporti con la Mauritania
  Passa anche dalla Repubblica Islamica della Mauritania il riposizionamento e rafforzamento della presenza militare NATO, Ue e degli Stati Uniti d’America in Africa occidentale. In occasione della visita di una delegazione di rappresentanti del NATO Defence Capacity Building (DCB) nella capitale Nouakchott (1-6 dicembre 2024), l’alleanza militare del nord-atlantico ha consegnato ai reparti speciali delle forze armate mauritane un imprecisato numero di equipaggiamenti bellici (in particolare sistemi di telecomunicazione e di “difesa” anti-missili balistici e apparecchiature sanitarie). “I nostri aiuti rafforzano le capacità di difesa e sicurezza della Mauritania e l’implementazione di iniziative chiave a supporto delle Forze operative speciali (SOF), nella sicurezza marittima, l’intelligence, la transizione delle carriere militari, le attività addestrative, nonché per affrontare le sfide legate alle armi leggere e di piccolo calibro”, spiega l’ufficio stampa della NATO. “Fornendo risorse essenziali e competenza e con il coinvolgimento in dialoghi di alto livello, la NATO continua a sostenere la Mauritania nella costruzione di capacità più forti e più resilienti, essenziali per mantenere la stabilità e la sicurezza regionale”. A Nouakchott la delegazione del NATO Defence Capacity Building ha incontrato il ministro della Difesa, Ould Sidi Hanana, e il comandante SOF, generale El Mokhtar Mennyto, per discutere le future misure di rafforzamento delle forze armate e degli apparati di sicurezza ed “assicurare un continuo supporto e collaborazione tra la NATO e la Mauritania”. (1) In occasione della missione degli “esperti” NDCB, si è tenuta in acque mauritane un’esercitazione a cui hanno partecipato unità da guerra della Repubblica Islamica e il pattugliatore offshore della Marina militare portoghese “NRP Viana do Castelo”, inviato per l’occasione a Nouakchott. La cooperazione tra la NATO e la Mauritania ha preso il via nella seconda metà degli anni novanta. La Repubblica è uno dei partner di più antica data dell’Alleanza: è infatti membro del cosiddetto “Dialogo Mediterraneo” dalla sua costituzione (dicembre 1994). Si tratta del foro di confronto e collaborazione politico-militare che la NATO ha promosso per “contribuire alla sicurezza e stabilità” nell’area mediterranea e dell’Africa settentrionale, e per “promuovere buone relazioni e comprensione con i paesi partner e alleati” (attualmente ne fanno parte con la Mauritania, anche Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Marocco e Tunisia). Dal 2013 la Mauritania è tra i beneficiari del Programma di miglioramento della formazione militare grazie alla quale la NATO fornisce strumenti “su misura” ai paesi partner per sviluppare e riformare le istituzioni preposte all’istruzione e all’addestramento del proprio personale. In occasione del Vertice NATO tenutosi a Madrid nel 2022, i Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza hanno ratificato l’ingresso della Mauritania tra i paesi destinatari dei pacchetti di aiuto nell’ambito della Defence Security Capacity Building, l’iniziativa finalizzata al sostegno delle forze armate partner per “rispondere alle differenti sfide alla sicurezza regionale”. Grazie agli “aiuti” della Defence Security Capacity Building, la NATO addestra le forze armate mauritane per potenziarne gli standard operativi anche in vista della partecipazione a missioni extra-nazionali. (2) L’ultimo biennio è stato caratterizzato dall’intensificarsi degli incontri e delle relazioni tra i vertici militari mauritani e la NATO. Il 26 giugno 2023, il Comandante dell’Accademia interforze di Nouakchott, il generale Dah Sidi Mohamed El Agheb, è stato ospite del Quartier generale della NATO a Bruxelles. “La regione del Sahel è teatro di sfide complesse ed interconnesse”, ha dichiarato il vicesegretario generale per le operazioni NATO, Thomas Goffus, a conclusione dell’incontro con El Agheb. “La situazione in via di deterioramento nel Sahel è importante per la sicurezza della NATO e la Mauritania, nostro importante partner, gioca un ruolo chiave nella regione”. (3)  Dall’1 al 3 maggio 2024 è stato il responsabile del NATO Military Committee, l’ammiraglio Rob Bauer a recarsi in visita in Mauritania dove ha incontrato, tra gli altri, il Presidente (già Capo di Stato Maggiore della Difesa), generale Moham Ould Ghazouani, il ministro della Difesa Hanena Ould Sidi e il Comandante delle forze aeree, generale Ould Cheikh Ould Boyda. “L’ammiraglio Rob Bauer ha avuto l’opportunità di visitare il secondo battaglione comando delle Forze speciali nazionali mauritane”, riporta l’ufficio stampa della NATO. “Il Capo del NATO Military Committee ha discusso con la leadership delle forze armate locali l’approccio del paese per affrontare il terrorismo e i crimini transfrontalieri, due minacce interconnesse affrontate anche dalle nazioni alleate. L’Alleanza sta adottando una visione globale contro queste minacce e sta lavorando più strettamente con i partner in tutto il mondo”. (4) Per riaffermare l’importanza del legame politico-militare NATO-Mauritania, il 28 maggio 2024 il vicesegretario in carica dell’Alleanza, Mircea Geoană, si è incontrato a Bruxelles con il ministro della Difesa della Repubblica Islamica, Hanana Ould Sidi. “La Mauritania è un partner molto apprezzato e la NATO è determinata a rafforzare ulteriormente la partnership e a potenziare le capacita delle sue forze armate nel combattere il terrorismo”, ha assicurato Geoană. (5) A riprova del ruolo strategico assunto dalla Mauritania nelle campagne occidentali di contrasto al “terrorismo” e all’“estremismo violento” di matrice jihadista va segnalato, in particolare, che Nouakchott è stata prescelta quale sede della Segreteria generale esecutiva e del Sahel Defense College del “G5S”, l’organizzazione politico-militare regionale fondata nel 2014 da cinque Stati del Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger), ma che dopo il ritiro unilaterale del Mali, due anni fa, è de facto un “G4S”. Consulenti ed esperti NATO e delle forze armate USA partecipano periodicamente ai vertici e alle attività addestrative promosse dall’istituzione dei paesi del Sahel. Anche il Comando generale delle forze armate USA per il continente africano (US Africom) pone particolare attenzione alle forze armate dello Stato dell’Africa occidentale. Dal 22 al 24 ottobre 2023 il comandante in capo di US Africom, il generale del Corpo dei Marines Michael Langley, si è recato in vista in Mauritania per “rafforzare la collaborazione nel campo della difesa” e confrontarsi con i leader politici e militari mauritani ed i diplomatici dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America. “Il Comando generale di US Africom e la Mauritania continuano a lavorare congiuntamente per contrastare l’estremismo violento che sta espandendo la sua influenza per destabilizzare la regione del Sahel, nonché per assicurare una regione più sicura e pacifica”, ha dichiarato il generale Langley. “Le relazioni tra i nostri due paesi servono a proteggere le comunità e a favorire stabilità e opportunità economiche a tutti i Mauritani (…) I programmi di collaborazione hanno rafforzato l’abilità della Mauritania a proteggere i suoi confini e a promuovere lo sviluppo economico e il libero commercio”. Incontrando il Capo di Stato delle forze armate di Nouakchott, generale Moctar Bollé Chabane, il comandante di US Africom ha assicurato la disponibilità statunitense ad aumentare le esercitazioni e gli addestramenti congiunti (la Mauritania partecipa già ai “tradizionali” war games USA nel continente come Flintlock e Phoenix Express ed ha anche ospitato l’edizione 2020 di Flintlock). Gli Stati Uniti si sono dichiarati pronti ad aumentare anche il numero di ufficiali mauritani da “formare” presso le proprie accademie e scuole militari. (6) Ingenti aiuti militari sono giunti pure dalla Commissione dell’Unione europea. A fine 2022, nell’ambito dello Strumento europeo per la pace (EPF) volto a “consolidare gli interventi Ue finalizzati a prevenire i conflitti e a rafforzare la sicurezza internazionale”, Bruxelles ha stanziato finanziamenti a favore della Mauritania per 12 milioni di euro per la formazione militare e la fornitura di sistemi d’arma (imbarcazioni leggere, dispositivi di protezione individuale e attrezzature mediche). Nello specifico, è stata data priorità al “miglioramento delle capacità militari” di due battaglioni schierati ai confini con Mali, Sahara occidentale e Algeria. (7) Sempre nel corso del 2022 l’Aeronautica militare mauritana ha ricevuto in consegna alcuni velivoli biposto G1 SPYL-XL “Aviation” di produzione francese per l’addestramento dei piloti e lo svolgimento di compiti di collegamento. I velivoli, dotati di un’autonomia di volo di 10 ore, sono stati acquistati attraverso l’Istituto francese di gestione per la sicurezza internazionale (THEMIIS) nell’ambito del Progetto di sostegno alla sicurezza e allo sviluppo della Mauritania (PADSM) finanziato dall’Unione europea. (8) Nell’anno in corso, la Commissione europea ha rafforzato la partnership con le autorità di Nouakchott nel contrasto delle migrazioni, con la scusa del “crescente ruolo di transito” assunto dalla Mauritania nelle rotte tra l’Africa sub sahariana e le isole Canarie (Spagna). Bruxelles punta in particolare ad accrescere le capacità di intervento delle forze di sicurezza e militari mauritane nella “gestione” delle frontiere. A fine febbraio 2024, in occasione della visita in Mauritania della Presidente Ue Ursula von der Leyen e del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, è stato firmato un “accordo migratorio” che prevede lo stanziamento di 210 milioni di euro a favore del paese africano. Sempre a sostegno delle operazioni contro l’“immigrazione illegale” nella regione del Sahel, a marzo la Commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, e il ministro degli Interni della Mauritania, Mohamed Ahmed Ould Mohamed Lemine, hanno sottoscritto una “Dichiarazione congiunta” per lanciare ufficialmente la partnership sulle migrazioni Ue-mauritana. (9)   Note 1)    https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_231781.htm?selectedLocale=en 2)    https://www.nato.int/cps/en/natohq/topics_132756.htm L’iniziativa denominata Defence and Related Security Capacity Building è stata lanciata in occasione del Vertice NATO in Galles del 2014 ed è diretta a sostenere i paesi partner in Europa orientale e del cosiddetto Fianco Sud dell’Alleanza. Ne fanno attualmente parte oltre alla Mauritania, Bosnia ed Erzegovina, Georgia, Giordania, Iraq, Moldavia, Tunisia e Nazioni Unite. 3)    https://www.nato.int/cps/sn/natohq/news_216763.htm?selectedLocale=en 4)     https://www.nato.int/cps/fr/natohq/news_225242.htm?selectedLocale=en#:~:text=From%201%20to%203%20May,long%2Dstanding%20NATO%20Partner%20Mauritania 5)    https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_225813.htm 6)    https://www.africom.mil/pressrelease/35341/usafricom-commander-and-senior-enlisted-leader-travel-to-mauritania 7)    https://www.africa-express.info/2022/12/07/dallunione-europea-32-milioni-di-euro-a-mauritania-e-mozambico-in-aiuti-militari-per-combattere-il-terrorismo/ 8)    https://www.defenceweb.co.za/aerospace/aerospace-aerospace/mauritania-operating-g1-aviation-light-aircraft/ 9)    https://www.infomigrants.net/en/post/58013/mauritania--a-new-irregular-migration-gateway-to-europe   Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 30 dicembre 2024, https://pagineesteri.it/2024/12/30/medioriente/africa-la-nato-stringe-i-rapporti-con-la-mauritania/
January 6, 2025 / Antonio Mazzeo Blog
Come l’Istituto Superiore “Arangio Ruiz” di Augusta prepara alla guerra…
 Sempre più alternanza scuola-caserma per le studentesse e gli studenti siciliani. Qualche giorno fa, nella sala conferenze dell’Arsenale militare marittimo di Augusta (Siracusa), la dirigente dell’Istituto Superiore “Gaetano Arangio Ruiz”, Maria Concetta Castorina, e il direttore dell’Arsenale, contrammiraglio Giovanni Torre, hanno firmato una convenzione per la realizzazione dei Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ex alternanza scuola-lavoro) presso Marinarsen Augusta. A partire dal febbraio 2025 gli allievi delle quinte classi dell’Istituto (settore tecnologico) saranno “addestrati” presso l’infrastruttura militare nella “gestione dei servizi marittimi, delle officine meccaniche e dei sistemi elettrici ed elettronici”. In occasione della stipula della convenzione, i contrammiragli Giovanni Torre e Maurizio Fareri hanno voluto ricordare “l’impegno che l’Arsenale profonde nel supportare, con le proprie professionalità, gli Istituti Scolastici nella realizzazione di progetti finalizzati all’acquisizione, da parte degli studenti, di competenze e strumenti ritenuti fondamentali nel mondo del lavoro”. “Il profondo legame che da sempre accomuna l’Arsenale alla comunità locale alimenta la piena convinzione che si debba assicurare un importante travaso verso gli studenti delle conoscenze e professionalità esistenti all’interno dell’Ente”, hanno aggiunto i due alti ufficiali. Nel ringraziare l’Arsenale militare per la collaborazione offerta all’Istituto Superiore negli ultimi quattro anni, la dirigente Maria Concetta Castorina ha evidenziato il “rapporto di sussidiarietà che deve esistere tra Istituzioni del territorio, attraverso percorsi didattici per le competenze trasversali e per l’orientamento coerenti con le strategie del mondo del lavoro per orientare le generazioni future ad un cambiamento costruttivo”. Il primo ciclo dei Pcto dell’Istituto “Gaetano Arangio Ruiz” presso l’Arsenale militare marittimo si era concluso il 23 aprile 2024 ed aveva visto “protagonisti” gli alunni delle classi terze, quarte e quinte dell’indirizzo Meccanica e Meccatronica (Settore Tecnologico). “Durante il percorso gli studenti, sotto la guida delle maestranze che operano presso la struttura, hanno seguito le lavorazioni che si svolgono nelle officine dove si manutenzionano le macchine operatrici in dotazione alle unità navali”, ha spiegato la dirigenza del “Ruiz”. “Si è passato poi ai reparti di carpenteria meccanica e di lavorazioni plastiche a freddo delle lamiere e al relativo reparto di saldatura, e in seguito presso l’officina di revisione dei dispositivi di sicurezza di cui sono fornite le unità navali. In un altro incontro invece gli alunni hanno avuto l’opportunità di visitare i bacini di carenaggio dove le navi militari vengono tirate a secco”. Non solo alternanza-lavoro per gli iscritti dell’Istituto Superiore di Augusta nelle infrastrutture ospitate nella base navale NATO. Il 28 settembre scorso tre classi quarte dell’“Arangio Ruiz”, accompagnate da un gruppo di docenti, hanno partecipato al Family Day organizzato dalla Marina Militare italiana presso la banchina “Tullio Marcon”, recentemente rinnovata e adattata per rispondere alle nuove esigenze strategiche della base. “Dopo il discorso di accoglienza a tutti i visitatori presenti, il capitano di vascello Lino Morello, Comandante della Stazione Navale, ha portato i saluti del Comandante della 4° Divisione Navale contrammiraglio Alberto Tarabotto impegnato in un’operazione in mare”, riporta la dirigenza scolastica. “L’evento, attraverso l’apertura della Base Navale e delle unità navali, ha avuto le finalità di avvicinare le famiglie del personale militare alla professione di Marinai e al contempo di orientare i giovani studenti alla Forza Armata e di far loro conoscere i vari ruoli e professionalità che contraddistinguono i professionisti che con il loro operato garantiscono la sicurezza delle vie di comunicazione marittime”. Nel corso del military family day gli studenti della scuola di Augusta hanno avuto modo di visitare i diversi stand allestiti nella banchina per “illustrare” alcune delle eccellenze professionali offerte dalla Marina Militare italiana: il reparto dei marò della Brigata “San Marco” (quartier generale a Brindisi), le unità in forza alla stazione elicotteri “Marristaeli” di Catania-Fontanarossa, i vari reparti telecomunicazioni, ecc… “Gli studenti hanno visitato la Scuola di Comando Navale, che forma i futuri comandanti delle unità navali, si sono esercitati con il Simulatore navale di manovra”, ricorda con orgoglio l’“Arangio Ruiz”. “Infine sono saliti a bordo delle navi ormeggiate, dove hanno potuto ascoltare dalla voce del personale di bordo come funziona la vita all’interno di una nave e di quale strumentazione è dotata. Non è mancato il momento conviviale con un rinfresco offerto dalla Stazione Navale, molto gradito dagli studenti”. In occasione della Giornata del Mare, celebrata nella base militare di Augusta l’11 aprile 2024, una delegazione dell’istituto superiore è stata ospitata a bordo delle sei unità di guerra ivi ormeggiate: il pattugliatore d’altura “Costantino Borsini” (attualmente impegnato nell’operazione Gabinia nelle acque del Golfo di Guinea), il pattugliatore “Libra” (recentemente impiegato nell’illegale deportazione di migranti in Albania), le navi cisterna “Favignana”, “Salina” e “Ticino”, la nave trasporto costiero “Lipari”. “Inoltre presso la banchina “Tullio Marcon” sono stati allestiti degli stand illustrativi che hanno evidenziato le principali attività e capacità delle Forze Armate, offrendo agli studenti la possibilità di approfondire la conoscenza delle missioni e operazioni della Marina Militare”, annota la dirigenza dell’“Arangio Ruiz”. L’Istituto di Augusta ha tessuto relazioni anche con l’Aeronautica Militare italiana. Nel quadro delle “attività di orientamento in uscita” che “prepara gli alunni ai vari scenari lavorati e ai possibili sbocchi occupazionali, valorizzando il proprio talento e la propria predisposizione”, il 15 marzo 2024 alcuni ufficiali del distaccamento Aeronautica di Siracusa hanno incontrato gli studenti delle tre classi di indirizzo Elettronica-Elettrotecnica della sede di Priolo-Gargallo. “Gli allievi hanno potuto conoscere nel dettaglio i comparti e i compiti svolti dall’Aeronautica Militare: cosa avviene durante la difesa aerea del territorio, come è effettuato un soccorso aereo, come avviene l’arruolamento e come sono articolate le diverse carriere tra Graduati, Marescialli e Ufficiali”, riporta la nota stampa dell’Istituto. “A conclusione dell’incontro il comparto di Siracusa ha munito gli allievi di gadget e dépliant informativi”. Qualche anno fa anche il Comando del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare di stanza nella base di Sigonella (centro nevralgico delle operazioni belliche italiane, USA e NATO nello scacchiere mediterraneo, africano, mediorientale e dell’Europa orientale) aveva firmato accordi con l’“Arangio Ruiz” per lo svolgimento di percorsi di alternanza scuola-lavoro-caserma nella stazione aeronavale siciliana. “Gli allievi – spiega l’Ufficio stampa dell’Aeronautica – hanno seguito il personale militare nelle articolate attività di gestione della struttura, affiancando a rotazione gli operatori di controllo dello spazio aereo, il personale del servizio Radar, gli ufficiali e sottoufficiali del Meteo, i tecnici del gruppo manutentori velivoli, interloquendo, inoltre, con i piloti ed i componenti degli equipaggi”. Articolo pubblicato il 21 dicembre 2024, in Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, https://osservatorionomilscuola.com/2024/12/21/come-listituto-superiore-arangio-ruiz-di-augusta-prepara-alla-guerra/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR3GptJqcUqrHLPMt1U1_AUm44UE8A10O0HqGR8qm_2nXNHwdbXcPl0IaYY_aem_KrD-M59lRbT6i4yliQsa0w 
December 26, 2024 / Antonio Mazzeo Blog
Il calcio-genocidio di Israele contro il popolo palestinese
 Quando nel 2025 vedrai scendere in campo la nazionale di calcio di Israele o una squadra israeliana ricordati del genocidio perpetrato dalle autorità di Tel Aviv contro il popolo palestinese e dei crimini contro l'umanità compiuti a Gaza e in West Bank, in Libano, Siria e Yemen. Ma ricordati soprattutto che dal 7 ottobre 2023 ad oggi le forze armate israeliane hanno assassinato a Gaza più di 350 calciatori palestinesi e oltre 400 atleti di cui 91 minori di età. Ricordati che tra le vittime c'è Muhammed Kalifa, ucciso insieme al fratello Mahmoud durante un bombardamento aereo contro il campo rifugiati di Nuseirat. Muhamed giocava nella squadra nazionale giovanile della Palestina, mentre Mahmoud era titolare della squadra dello Shabab Ahli Al-Nuseirat. Ricordati poi che tanti (ex) impianti sportivi di Gaza sono stati trasformati in campi di prigionia dove vengono detenuti illegalmente e torturati centinaia di ragazzi palestinesi. Ricordati poi che anche il principale stadio di Gaza City è stato trasformato dalle forze armate israeliane d'occupazione in un ignobile campo di prigionia. Ricordati poi che fino ad oggi a causa dei bombardamenti israeliani sono stati completamente distrutti 278 impianti sportivi in tutta la Striscia di Gaza e che ci vorranno anni ed anni prima che le nuove generazioni palestinesi possano tornare a praticare sport e attività motorie. Ricordati infine che la Federazione calcistica della Norvegia ha chiesto alla FIFA di avviare un'inchiesta sui crimini compiuti da Israele in vista dell'imposizione di sanzioni contro la nazionale di calcio israeliana. Quando lo farà anche la Federazione Italiana Gioco Calcio? Boicottare Israele e lo sport israeliano sarà un dovere di tutte e tutti per il prossimo anno. Boycott Israel 2025...
December 24, 2024 / Antonio Mazzeo Blog
UCRAINA. La Brigata Marina San Marco addestra in Italia le truppe di Kiev
La Brigata Marina “San Marco” starebbe addestrando in Puglia le unità anfibie d’élite delle forze armate ucraine. Molto più che un’ipotesi dato che lo scorso anno l’Intendenza della Marina Militare di Brindisi ha affidato ad una società cooperativa piemontese i servizi di interpretariato e traduzione in lingua ucraina da svolgersi per un periodo di cinque anni presso le infrastrutture militari che ospitano i reparti del “San Marco”. Nell’archivio online dello Stato Maggiore della Marina è consultabile il fascicolo n. 573/2023 relativo al bando di gara con oggetto “Servizio di interpretrariato simultaneo italo ucraino italiano-ucraino, connesso con le attività Amphibius Light Infantry Training (ALIT) a Brindisi nell’ambito della European Union Military Assistance Mission in support of Ukraine (EUMAM UA)”. (1) Il verbale allegato, redatto il 23 ottobre 2023 dalla Commissione aggiudicatrice della gara, fornisce ulteriori particolari sui servizi e i costi delle attività a favore degli “ospiti” ucraini in addestramento in Italia. “La sottonotata Commissione, nominata in data 9 gennaio 2023 dalla Direzione di Intendenza Marina Militare di Brindisi, si è riunita con modalità da remoto per procedere all’apertura delle buste tecniche ed economiche delle ditte che hanno partecipato alla gara in oggetto pubblicata il 6 ottobre 2023 sul portale della pubblica amministrazione”, vi si legge. “Vista l’esigenza rappresentata dallo Stato Maggiore della Marina 8° Reparto Anfibio (12/09/2023), per una spesa complessiva di 140.000 euro IVA compresa necessaria per procedere con l’acquisizione di un servizio d’interpretariato simultaneo italiano-ucraino/ucraino-italiano; preso atto dell’offerta di 4 operatori economici e che il maggiore ribasso è stato quello di Eurostreet Società cooperativa (52,56%), il 16 ottobre 2023 la Commissione ha deliberato che l’offerta presentata venisse inviata al Battaglione Scuole “Caorle” per la congruità tecnico-economica”. Giudicata positivamente la proposta, la settimana dopo veniva formalmente affidato il contratto alla società di traduzioni di Biella, con scadenza prevista il 23 ottobre 2028. (2) Top secret il numero dei militari ucraini che saranno addestrati alle operazioni anfibie e di sbarco dalla Brigata Marina “San Marco”, il reparto d’eccellenza della Marina italiana preposto alla “proiezione di forza dal mare”, all’interdizione marittima ed antipirateria in ambito internazionale e alla “difesa” delle installazioni navali. Molto probabilmente la formazione bellica dei marines dell’Ucraina è assicurata dagli istruttori del Battaglione “Caorle” (l’istituto addestrativo del “San Marco”), alcuni dei quali specializzatisi presso lo US Marine Corps. (3) Come indicato dal bando di gara per l’affidamento delle traduzioni, le attività addestrative nel comprensorio brindisino vengono effettuate nell’ambito della Missione UE di assistenza militare all’Ucraina (EUMAM Ukraine), varata da Bruxelles dopo l’invasione russa del 22 febbraio 2022 con lo scopo di “rafforzare le capacità delle forze armate ucraine nella difesa dell’integrità territoriale dentro i confini riconosciuti internazionalmente e per scoraggiare e rispondere a possibili future offensive militari da parte della Russia e di altri potenziali aggressori”. (4) Nello specifico, EUMAM Ukraine sta fornendo – grazie al contributo dei reparti specializzati dei 24 membri dell’Unione europea – l’addestramento in tutti i settori di combattimento, compreso quello CBRN (chimico-batteriologico-radiologico-nucleare), dell’intelligence, delle telecomunicazioni e della manutenzione dei sistemi d’arma. “Gli Stati membri dell’Unione europea hanno offerto moduli addestrativi e personale e tutte le attività sono svolte in territorio UE”, spiega Bruxelles. “L’addestramento è supportato dalla fornitura alle forze armate ucraine di equipaggiamento per scopi letali e non letali, finanziato dall’European Peace Facility”. Ad oggi risultano spesi per EUMAM Ukraine 361 milioni di euro; 60.000 i militari ucraini già addestrati (le unità di 18 brigate), mentre altri 15.000 saranno addestrati entro la fine dell’inverno. (5) Quella avviata dalla Brigata Marina “San Marco” non è la prima attività addestrativa in Italia per le unità militari ucraine impiegate nella guerra contro la Russia. Nel marzo 2023 un’inchiesta del Fatto Quotidiano rivelò che un contingente di venti uomini dell’esercito ucraino si stava addestrando presso il Comando Artiglieria Contraerei di Sabaudia (provincia di Latina). Le attività di formazione si sarebbero centrate in particolare sull’impiego del sistema missilistico SAMP-T, poi fornito dal governo italiano alle autorità di Kiev per la “difesa” contro gli attacchi aerei russi. (6) Il reparto di Sabaudia è alle dirette dipendenze del Comando delle Forze Operative Terrestri di Supporto di Verona e  ha le sue unità dislocate in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio: tra esse c’è il 4° Reggimento Artiglieria Controaerei “Peschiera” di Mantova a cui è affidato l’uso delle quattro batterie di missili SAMP-T in dotazione all’Esercito. Sviluppato a partire dai primi anni 2000 dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales, nell’ambito del programma di cooperazione militare-industriale italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria), il SAMP-T è un sistema missilistico a media portata per il “contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio” e degli aeromobili a pilotaggio remoto. Fa uso del missile Aster 30, dotato di un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili. Le batterie sono costituite da lanciatori con un numero variabile da 8 a 48 missili. (7) L’invio all’estero di specialisti dell’Aeronautica ucraina per l’addestramento sul SAMP-T era stato annunciato a inizio febbraio 2023 dal generale Nikolai Oleshuk, comandante delle forze aeree nazionali. L’alto ufficiale, in particolare, aveva ringraziato i governi di Italia e Francia per la decisione di fornire il sistema “per proteggere l'Ucraina dai missili russi e rafforzare la difesa aerea del Paese”, auspicando che gli specialisti “possano tornare in primavera in Ucraina non a mani vuote ma con conoscenze, abilità e lo stesso SAMP-T”. (8) In occasione del ciclo addestrativo a Sabaudia, la presenza in Italia dei militari ucraini ha trovato conferma in un “annuncio” di lavoro circolato sulle chat di professionisti del settore, in cui si spiegava che un non meglio precisato “ente statale” era alla ricerca “con urgenza” di 14 interpreti dall’italiano all’ucraino “da impiegare per un training militare da effettuare in Lazio e Toscana tra marzo e aprile 2023”. (9) Il 12 luglio 2024 un servizio giornalistico di Viterbo Today.it, corredato da un video, ha rivelato che qualche mese prima si era svolta nel poligono di Monte Romano, nei pressi di Viterbo, un’esercitazione militare a cui avevano partecipato reparti di fanteria italiani ed ucraini. “Dalle immagini si vede che i militari si muovono su mezzi blindati Puma in uso all’Esercito; quando l’inquadratura si sposta, viene immortalato un soldato in mimetica con un patch che riporta il gruppo sanguigno e poi il nome in cirillico di un militare ucraino”, scriveva il giornalista Alberto Berlini. “Siamo nella Tuscia viterbese, non lontano dalla base militare di Monte Romano dove è di stanza l'80° Reggimento Roma. Il ministero della Difesa non ha immediatamente risposto a una richiesta di chiarimenti da parte di Today.it. Fonti dell'esercito spiegano che lo scorso maggio reclute ucraine hanno effettivamente partecipato a una tre giorni di combattimento simulato nell’ambito di un corso di addestramento di base tenuto dalla scuola di Fanteria di Cesano. Il tutto nell’ambito dell’operazione di assistenza militare europea all’Ucraina”. (10) Dallo scorso mese di novembre è stato avviato in Italia anche un ciclo di attività formative dei funzionari dell’Amministrazione marittima dell’Ucraina in vista dell’ingresso del paese nella UE e nella NATO. La formazione è curata dalla Guardia Costiera italiana, in collaborazione con un Istituto Tecnico Superiore della Liguria. Il programma è stato annunciato il 4 novembre dall’Ufficio comunicazione del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, dopo la visita ufficiale in Italia di una delegazione dell’organo istituzionale marittimo di Kiev.  I funzionari ucraini sono stati ospiti dal 28 al 31 ottobre del Centro di formazione sicurezza della navigazione e trasporto marittimo “C.A. A. De Rubertis” di Genova, istituto specialistico del Corpo delle Capitanerie di porto preposto alla preparazione degli ufficiali e dei sottufficiali operanti nel campo della security marittima e portuale. La formazione del personale ucraino avviene nell’ambito del progetto bilaterale finanziato dall’Unione Europea (1.500.000 euro) e denominato Institutional Support to the State Service for Maritime, Inland Waterway Transport and Shipping of Ukraine in the Implementation of the EU Acquis, Norms and Standards on Maritime Safety. Si tratta di un’iniziativa finalizzata a fornire supporto all’Ucraina nell’adeguamento delle proprie norme nazionali agli standard europei ed internazionali nel settore del trasporto marittimo. Il progetto avrà una durata di 24 mesi: le attività vedono impegnati i centri di formazione delle Capitanerie di Porto di Genova e di Messina oltre ad esperti della Guardia Costiera provenienti da tutta la Penisola. I funzionari ucraini saranno formati nelle materie della sicurezza della navigazione, della ricerca e soccorso e monitoraggio del traffico, delle attività di controllo dello stato di approdo e di bandiera. “Obiettivo centrale del programma è quello di assicurare l’implementazione degli obblighi internazionali dell’Ucraina nel settore del controllo dei porti e delle aree costiere, della formazione e dell’istruzione in campo navale, della protezione delle vite nelle acque del Mar Nero e del Mare di Azov”, si legge nel bando di gara predisposto dall’Unione europea. L’istituzione beneficiaria del progetto è l’Amministrazione dei servizi per il trasporto marittimo nelle acque dell’Ucraina (Shipping Administration), organo sotto il diretto controllo del Consiglio dei ministri della Repubblica di Ucraina. “La cooperazione con l’Unione europea è un’opportunità senza precedenti per il nostro paese per sviluppare la sua industria navale, rendendola più sicura e più competitiva sul palcoscenico globale”, spiegano le autorità di Kiev. “Tra le nostre finalità c’è quella di rafforzare le capacità istituzionali nella cooperazione con la NATO e per accrescere il livello di competenza professionale dei funzionari civili e governativi nella preparazione di proposte per i programmi annuali nazionali sotto gli auspici della Commissione NATO-Ucraina e della Strategia di Comunicazione sull’integrazione Euro-Atlantica”. (11) Dallo scoppio del conflitto con la Russia, oltre all’addestramento militare, l’Italia ha fornito nove pacchetti di aiuti militari alle forze armate ucraine, di cui però sono stati mantenuti del tutto segreti il valore, la quantità e le tipologie dei sistemi d’arma. “Le autorità di Roma stanno per consegnare un altro sistema SAMP-T per rafforzare le capacità di difesa aerea per respingere gli attacchi missilistici russi”, rivela il governo ucraino. “Abbiamo ricevuto il primo sistema SAMP-T, anche noto come MAMBA, nel 2023. Questa batteria franco-italiana può tracciare dozzine di obiettivi ed intercettarne una decina simultaneamente, ed è anche l’unisco sistema di produzione europea in grado di intercettare missili balistici. Inoltre, l’Italia continua a contribuire alla Missione UE di assistenza militare (EUMAM) in Ucraina fornendo addestramento e moduli formativi. Allo stesso tempo, le forze armate italiane condurranno esercitazioni ad hoc e specializzate su base bilaterale in stretto coordinamento con EUMAM Ukraine e il Security Assistance Group for Ukraine. La Repubblica d’Italia continuerà a fornire addestramento, istruttori e attrezzature per rafforzare le agenzie istituzionali così come la Guardia Nazionale e il Servizio di controllo delle frontiere dell’Ucraina”. (12) In vista del rafforzamento dei programmi di cooperazione militare tra Roma e Kiev, il 16 novembre 2023 una delegazione del ministero della Difesa e di cinque aziende italiane produttrici sistemi d’arma, guidata dal generale Luciano Portolano, si è recata in vista in Ucraina per incontrare i vertici del ministero delle Industrie strategiche nazionali. “Nel corso dell’incontro, la parte italiana ha espresso l’interesse nel cooperare nel campo dell’industria aerospaziale, della produzione di veicoli blindati, della protezione aerea, dello sminamento del territorio ucraino e nella condivisione di innovazioni tecnologiche”, riporta la rivista specializzata ucraina Militarnyi. “Il governo italiano sta stanziando fondi separati, una parte dei quali saranno impiegati per sviluppare innovazioni militari in Ucraina. Inoltre, istituti scientifici italiani saranno coinvolti nello sviluppo delle tecnologie ucraine”. Le cinque aziende in visita a Kiev erano Leonardo S.p.A., Fincantieri, Elettronica, Iveco Defense Vehicles e FAE Group S.p.A.”. (13) Lo scorso 3 dicembre, a conclusione del vertice dei ministri degli Esteri dei paesi membri della NATO tenutosi a Bruxelles, il ministro Antonio Tajani ha annunciato che l’Italia invierà a Kiev entro la fine dell’anno il decimo pacchetto di “aiuti” militari. “Noi continuiamo a sostenere l’Ucraina da tutti i punti di vista, politico, finanziario, economico e militare”, ha dichiarato Tajani. “Stiamo lavorando per la ricostruzione del Paese, tant’è che la conferenza internazionale del prossimo anno si terrà a Roma nel mese di luglio (…) Vedremo se sarà necessario, poi, approvare una norma da far votare al Parlamento, per continuare ad aiutare l’Ucraina anche nel 2025. L’obiettivo è quello di arrivare alla pace, che sia una pace giusta. Significa la non sconfitta dell’Ucraina e quindi l’indipendenza dell’Ucraina”. Secondo Analisi Difesa, il nuovo pacchetto militare italiano potrebbe includere i missili Aster 30 per il secondo sistema di difesa aerea SAMP-T fornito a fine settembre. Ad aprile l’Italia avrebbe fornito a Kiev anche i missili da crociera Storm Shadow/Scalp che possono colpire ad una distanza di 500 chilometri, potenzialmente dunque anche in territorio russo. “Tali missili, integrati sui velivoli ucraini Sukhoi Su-24M avrebbero un raggio d’azione limitato a 250 chilometri, ma se l’Italia li ha davvero forniti a Kiev non si può escludere che ne possa cedere altri anche se le scorte di queste armi presso l’’Aeronautica Militare (che li ha impiegati nelle operazioni in Libia nel 2011) potrebbero essere numericamente limitate”, conclude Analisi Difesa. (14)   Note 1)    https://www.marina.difesa.it/documentazione/gare/marintendenza_br/Pagine/PV_147_del_23_10_2023_CIG_A01AB0B902_Fasc_572.aspx 2)    https://www.marina.difesa.it/documentazione/gare/marintendenza_br/Documents/PV_147_del_23_10_2023_CIG_A01AB0B902_Fasc_572.pdf 3)    https://www.marina.difesa.it/il-tuo-futuro-e-il-mare/formazione-in-marina/formazione_specialistica/sbarco/Pagine/ForzaSbarcooggi.aspx 4)    https://www.eeas.europa.eu/eumam-ukraine/about-eu-military-assistance-mission-support-ukraine-eumam-ukraine_en?s=410260#:~:text=The%20EU%20Military%20Assistance%20Mission,offensives%20by%20Russia%20and%20other 5)    https://www.eeas.europa.eu/eeas/european-union-military-assistance-mission-ukraine-eumam_en?s=410260 6)    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/03/19/sabaudia-soldati-ucraini-a-scuola-per-sparare-missili-franco-italiani/7101764/ 7)    https://pagineesteri.it/2023/01/14/primo-piano/litalia-alla-guerra-in-ucraina-crosetto-schiereremo-scudo-missilistico-in-slovacchia/ 8)    https://tg24.sky.it/cronaca/2023/03/20/ucraina-addestramento-italia-samp-t#00 9)    https://www.wired.it/article/interpreti-ucraino-ricerca-italia-training-militare   10) https://www.viterbotoday.it/attualita/esercitazione-soldati-ucraini-monte-romano-viterbo-12-luglio-2024.html 11) https://www.stampalibera.it/2024/11/06/si-formano-anche-a-messina-i-funzionari-marittimi-dellucraina-in-vista-del-suo-ingresso-nella-ue-e-nella-nato/ 12) https://dia.dp.gov.ua/en/italy-is-not-only-one-of-ukraines-main-trade-and-economic-partners-but-also-a-sincere-friend-of-our-country/ 13) https://mil.in.ua/en/news/italian-defense-industry-heavyweights-collaborate-with-ukraine/ 14) https://www.analisidifesa.it/2024/12/tajani-ucraina-entrera-in-nato-e-ue-pronto-il-10-pacchetto-di-aiuti-italiani/     Articolo pubblicato in Pagine Esteri il 10 dicembre 2024, https://pagineesteri.it/2024/12/10/mondo/ucraina-la-brigata-marina-san-marco-addestra-in-italia-le-truppe-di-kiev/
December 24, 2024 / Antonio Mazzeo Blog
Le foto dei militari in addestramento per l’open day dell’Istituto “Jaci” di Messina
  Sì, al peggio non c’è fine. La narrazione tossica bellicista sta mietendo vittime ovunque, anche nel mondo della cultura e dell’informazione. E, soprattutto, nelle scuole di ogni ordine e grado. L’istruzione va alla guerra mentre i venti di guerra soffiano violenti e all’orizzonte si fa sempre più prossimo il pericolo di olocausto nucleare. Stamani entrando in una classe terza della scuola media in cui lavoro mi sono trovato sulla cattedra una ventina di brochure di presentazione dell’ISS - Istituto d’Istruzione Secondaria “Antonio Maria Jaci” di Messina, stampate a titolo promozionale in vista delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico. Ne sfoglio una e resto scioccato da quanto vedo a pagina 3, accanto all’orario settimanale dell’indirizzo quadriennale “Amministrazione, finanza e marketing”.  Tre foto (le uniche), a colori, che ritraggono militari dell’Esercito italiano in assetto di guerra (divise mimetiche, caschi, armi e mostrine), presumibilmente scattare durante attività addestrative e/o war games. In mezzo ad esse il logo istituzionale dell’Istituto scolastico; più sotto l’indirizzo internet e, un po’ più a destra, la scritta “Incontro Orientamento Esercito”. In verità, più che dare l’idea di una legittimazione del ruolo e dell’identità delle forze armate, le immagini della brochure sembrano voler utilizzare l’esercito (e le missioni di guerra) per legittimare le funzioni e le attività didattiche della scuola secondaria. Come dire, guardate che qui l’esercito è di casa, per cui siamo un’ottima scuola. Del resto, proprio sotto la sconcertante trilogia iconografica, i designer dello “Jaci” riportano, testualmente: “Questo percorso di eccellenza basato su una didattica innovativa prevede la preparazione adatta ad affrontare i percorsi dell’istruzione tecnica superiore, la preparazione all’università e la possibilità di accedere più facilmente al mondo del lavoro”. Scuola-caserma per un mondo-caserma. In questi anni in cui abbiamo descritto, analizzato e denunciato il progressivo e sempre più soffocante processo di militarizzazione dell’istruzione e del sistema scolastico, non eravamo mai incorsi nell’auto-propaganda da parte di un’istituzione scolastica attraverso l’uso di immagini bellico-militariste. Per adempiere ai miei doveri di educatore ed insegnante e a necessaria tutela dei minori assegnatimi (età 13 e 14 anni), ho ritenuto necessario sbarazzarmi delle brochure, cestinandole, senza che le alunne e gli alunni potessero metterci gli occhi. Ovviamente da oggi in poi non potrò che sconsigliare genitori e ragazze/i dal presentare domanda di iscrizione presso questo istituto superiore, salvo che non vengano immediatamente ritirati e distrutti tutti i volantini carichi di esaltazione dell’esercito in guerra. Credo che sia necessario che lo stesso venga fatto dalle colleghe e dai colleghi delle scuole secondarie di primo grado di tutta la città. Lo “Jaci” deve fare un passo indietro e subito. In caso contrario, sarà più che opportuno che i prossimi open day promossi (la brochure riporta le date di sabato 11 gennaio e venerdì 24 gennaio 2025) vengano disertati e/o boicottati. Auspichiamo altresì un intervento da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale perché si vigili seriamente sulle modalità con cui le scuole di ogni ordine e grado pubblicizzano se stesse e le proprie finalità didattico-educative. Lo sfoggio di elmetti, armi e divise deve essere lasciato infatti alle sole accademie militari degli stati belligeranti. Della inqualificabile vicenda della brochure di guerra è stato prontamente allertato l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.     Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 18 dicembre 2024, https://www.stampalibera.it/2024/12/18/le-foto-dei-militari-in-addestramento-per-lopen-day-dellistituto-jaci-di-messina/
December 21, 2024 / Antonio Mazzeo Blog