[2025-06-10] Summer night @ Murazzi
SUMMER NIGHT Murazzi - Lungo Po murazzi, lato destro (martedì, 10 giugno 17:00) Il ksa presenta la prima Summer night ai murazzi! Il 10 giugno dal pomeriggio sulle rive del po ci sarà una mostra fotografica accompagnata da buona musica e sangria... E dalle 21 iniziano dei magnifici concerti con band emergenti del panorama torinese. Vi aspettiamo con @eden.for.all @_.irossa._ @aabsenthee @vvesprii e @oaks.band dalle 21 per iniziare l'estate nel migliore dei modi! Non fartelo raccontare!
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Cartografie del terzo settore e della innovazione sociale a Torino #7. Il Sermig
(disegno di Adriana Marineo)   Queste cartografie aggregano voci enciclopediche per un archivio del terzo settore e dell’innovazione sociale. Nei contributi prevale un tono espositivo a cui si alternano spunti critici. L’ordine e i tempi delle uscite dipendono dalle energie a disposizione, dal tenore delle nostre ricerche, da eventi puntuali che notiamo in quartiere. Da tempo riflettiamo sul Sermig e sulla sua storia, ma non a caso proponiamo ora una voce specifica. Qualche giorno fa una straccivendola lungo la Dora è finita in questura a causa di una segnalazione alla polizia effettuata da un membro del Sermig. La donna aveva disposto i suoi oggetti in vendita accanto all’ingresso della struttura e questo, evidentemente, dava fastidio. È importante chiedersi perché un ente umanitario e filantropico non esiti a rivolgersi alla polizia e denunciare persone che potrebbero pagare un caro prezzo nel terribile sistema delle espulsioni di questo stato. Bene, non v’è nulla di cui stupirsi. Il Sermig è coinvolto da anni nel governo d’un quartiere da cui reietti e indisciplinati sono espulsi. * * * Il Sermig (Servizio Missionario Giovani) fu fondato a Torino nel 1964 su iniziativa del bancario Ernesto Olivero insieme ad alcuni giovani cattolici: intendeva operare come gruppo missionario nel mondo. Presto il Sermig iniziò a occuparsi anche della povertà presente a Torino e dal gruppo originario nacque la Fraternità della Speranza, “una comunità di persone libere, unite dal Vangelo, che sceglie consapevolmente di mantenersi laica”. Dal 1983 la sede principale del Sermig è l’ex arsenale militare della città, in piazza Borgo Dora, ribattezzato Arsenale della Pace. La struttura è stata assegnata al Sermig in comodato dal Comune e trasformata in “casa di accoglienza per i poveri”. L’Arsenale di Borgo Dora offre oggi, fra gli altri servizi, un dormitorio maschile e una casa di accoglienza femminile, distribuzione di cibo e vestiti, visite mediche gratuite. L’orientamento imprenditoriale e il contributo dei volontari hanno permesso la ristrutturazione complessiva di un’area di 45.000 metri quadri: una cittadella della benevolenza nel quartiere della Dora. Successivamente, la Fraternità ha aperto a São Paulo in Brasile (1996) e in Giordania (2003) ulteriori strutture: i “progetti di sviluppo nel mondo” sono descritti come l’anima del Sermig, che vanta anche “missioni di pace” in molti paesi. Il principio cardine del Sermig, si legge nei loro documenti, è la “restituzione”: “trasformare beni, competenze, tempo, professionalità in opportunità per gli ultimi, per chi vive ai margini, per chi ha perso tutto”. Questo accade grazie al “contributo gratuito” dei volontari, che tengono in piedi l’impero di attività, progetti e servizi. Essi offrono la loro collaborazione senza chiedere rimborsi e pagandosi le spese. Accanto a questo “capitale umano”, la capacità finanziaria del Sermig si fonda principalmente sulle donazioni di persone fisiche, enti o aziende, ma anche sulla partecipazione a bandi o sulle richieste di contributi a enti pubblici o privati, come le fondazioni bancarie. Inoltre, il Sermig attua una politica che definisce “di autofinanziamento” fornendo servizi o vendendo prodotti. Per poter agire nel mondo la Fraternità della Speranza ha scelto di costituirsi in “emanazioni” che possono prendere la forma di ONLUS, associazioni del terzo settore, scuole ed enti di formazione, associazioni sportive e dilettantistiche, fondazioni. Tra queste figura l’Associazione Centro Come Noi S. Pertini che ha ricevuto, tra gli altri, finanziamenti dal bando Tonite. Le visite al Sermig di Mattarella, in veste di presidente della Repubblica, sono state numerose. Il presidente è venuto qui nel dicembre del 2019, poco dopo la cacciata dal quartiere di centinaia di straccivendoli, poi nel novembre del 2021 e nel luglio del 2024. L’ultima visita è avvenuta il 16 maggio di quest’anno: per un giorno intero la strada è stata chiusa al traffico, decine di agenti hanno presidiato l’ingresso e un graffito sulla facciata (“Palestina liberaci”) è stato rimosso con una mano di bianco. Nell’aprile del 2022 il presidente del Consiglio Mario Draghi ha visitato Torino e ha negoziato l’entità degli aiuti finanziari dello stato per contenere il debito della città. Dopo gli impegni istituzionali Draghi ha visitato due luoghi soltanto: il Sermig di Olivero e il centro direzionale Lavazza. Il Sermig appare come una struttura assistenziale dotata di notevole potere, apprezzata da istituzioni governative di vertice. Per descrivere il ruolo del Sermig nel quartiere è opportuno ricostruire il suo rapporto con straccivendoli e venditori poveri che, da decenni, si ritrovano il sabato nelle strade di Borgo Dora. Sin da inizio secolo gli straccivendoli disponevano le loro stuoie nel canale Molassi, una stretta via che separa la struttura principale dell’Arsenale da un complesso di laboratori artigianali gestito dal Sermig. Nell’aprile del 2018 il Sermig ha firmato una lettera assieme a un comitato di quartiere e altre associazioni di commercianti per affermare “la necessità e l’urgenza dello spostamento” del mercato dei poveri, definito come un “fenomeno esplosivo incontrollato e incontrollabile che da sempre funziona da catalizzatore di criticità devastanti”. Nel novembre dell’anno successivo, il mercato degli straccivendoli viene sgomberato con la violenza dalle forze dell’ordine.  Nonostante la repressione e l’esilio dei cenciaioli – relegati in un’area lontana, vicina al cimitero monumentale – nel quartiere è nato negli ultimi anni un nuovo, piccolo mercato informale dove alcuni venditori espongono oggetti raccattati nei bidoni, recuperati da solai e cantine. Gli straccivendoli si riuniscono la mattina vicino al ponte Carpanini, proprio davanti all’Arsenale del Sermig. Durante questa primavera la polizia municipale ha organizzato ronde e presidi sin dall’alba per impedire ai venditori di esporre la loro merce. Soltanto quando i vigili smettono di piantonare il marciapiede s’organizza un mercato di vestiti e oggetti ritrovati. Gli agenti spesso hanno un’aria arrogante, in altri casi appaiono a disagio per il compito assegnato. Alcuni di loro affermano di dover eseguire gli ordini: è il comando, dicono, che li manda su richiesta del Sermig e dell’associazione che gestisce il mercato degli antiquari in via Borgo Dora. Il Sermig si è rivelato negli anni un soggetto attivo nella repressione e nell’allontanamento dei cenciaioli più poveri. Persone senza casa, marginali, soggetti fragili sono graditi solo se possono essere parte del meccanismo di accoglienza della struttura: essi sono il carburante di un’industria della benevolenza caritatevole. Se i dannati della terra, tuttavia, sopravvivono ai confini del Sermig in autonomia, attraverso la vendita informale degli oggetti ritrovati, e senza adeguarsi ai progetti predisposti per loro, allora diventano un problema di ordine pubblico. I vertici dell’ente non hanno scrupoli a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, sebbene siano consapevoli delle conseguenze tragiche che possono sortire da un controllo dei documenti. La storia del Sermig suggerisce così una riflessione sul ruolo del privato sociale nel governo della città: il terzo settore in questo caso non è soltanto complementare alle istituzioni repressive, ma può collaborare direttamente con esse per portare ordine e disciplina nel quartiere. (voce a cura di francesco migliaccio e stefania spinelli)
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[2025-06-05] NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI - PER UNA BARRIERA UNITA E SOLIDALE @ Torino
NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI - PER UNA BARRIERA UNITA E SOLIDALE Torino - (giovedì, 5 giugno 20:30) LA NOSTRA SICUREZZA È SICUREZZA SOCIALE Contro razzismo, abbandono e propaganda: comunità attiva e organizzata! PRESIDIO ANTIFASCISTA E CORTEO PER IL QUARTIERE Contro chi specula sul degrado per incitare alla xenofobia e al razzismo. Fermiamo l'ennesima passerella dei gruppi fascisti. 📅 Giovedì 5 giugno – ore 20.30 📍Via Bologna / angolo corso Novara Stiamo costruendo un’assemblea popolare di quartiere, aperta a tutti: lavoratori, studenti, famiglie, pensionati. Uniti, dal basso, per costruire insieme una vera alternativa sociale. Barriera è di chi la vive. Non di chi la sfrutta. 🗓️ Prossima assemblea: 12 giugno – ore 18 📍Giardini di via Montanaro ASSEMBLEA DI QUARTIERE BARRIERA
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Il 2 giugno dei Senzapatria. Antimilitaristi in corteo a Torino
Nel giorno in cui la Repubblica Italiana celebra se stessa con parate e manifestazioni militari gli antimilitaristi hanno riempito piazza Palazzo di Città con tanti interventi e il canzoniere antimilitarista del Cor’Okkio. Il presidio si è presto trasformato in corteo ed ha raggiunto la piazza della cerimonia dell’ammaina bandiera gonfia di retorica nazionalista ed esaltazione […]
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[2025-06-04] A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E DEMOCRATICA @ Ufficio Scolastico Regionale
A DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E DEMOCRATICA Ufficio Scolastico Regionale - Corso Vittorio Emanuele II 70 (mercoledì, 4 giugno 14:30) H. 14.30 FLASH MOB - UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE / CORSO VITTORIO EMANUELE II 70 H. 16.30  - P.ZA CARLO FELICE - PIAZZA TEMATICA, PERFORMANCE, LEZIONI DI STRADA, BIBLIOTECA VIVENTE. Che tu sia docente, ATA, studentessa/studente o semplice cittadina/o solidale, unisciti alla rete delle scuole che si stanno mobilitando e scendi in strada con noi mercoledì 4 giugno 2025. A difesa della scuola pubblica e democratica, le comunità educanti chiedono rispetto! (Per firmare l’appello compila il MODULO FIRME) Molte scuole della provincia di Torino sono in sofferenza. Il caso più eclatante è quello del Liceo “N. Rosa” di Susa, che ha scioperato compatto a febbraio contro l’ipotesi di dimensionamento e per ottenere la nomina di un dirigente titolare in sostituzione dell'attuale reggente. Ma le cronache cittadine ci hanno raccontato di mobilitazioni anche in altri istituti. Sotto le finestre dell’Ufficio Scolastico Regionale si sono, ad esempio, radunate centinaia di persone in solidarietà con il personale dell’Istituto “G. Colombatto”, che denunciava l'ambiente difficile, demotivante e scarsamente collegiale. Il Curie-Vittorini di Grugliasco si è invece guadagnato le pagine dei giornali per la protesta del corpo docenti riguardo alla situazione di disorganizzazione, scarsa trasparenza e tensione interna all’istituto. Un forte disagio lo hanno manifestato - e a più riprese - anche le studentesse e gli studenti dell’ITTS Grassi di Torino, la cui denuncia dell’inadeguatezza delle proprie strutture scolastiche ha reso pubblica anche una certa insofferenza verso il dissenso della dirigenza. C’è un denominatore comune: la denuncia della postura autoritaria di taluni dirigenti in nome della necessità di una scuola democratica. Quelle citate non sono situazioni isolate, ma la punta di un iceberg. Il malessere è diffuso. Per questo molte scuole, nelle loro varie componenti, hanno deciso di unire le proprie forze per mobilitarsi in modo più efficace e denunciare pubblicamente quanto sta accadendo. Il dirigismo autocratico, la mortificazione degli Organi collegiali e la compressione degli spazi di democrazia creano tensioni enormi il cui prezzo rischia di essere pagato in termini di salute sul posto di lavoro, demotivazione professionale e qualità del servizio offerto. Mortificazione e senso di impotenza emergono anche nelle scuole che subiscono gli effetti dei tagli degli organici - con riduzione dei corsi serali o accorpamento di sezioni (come pare sia il caso del Giulio, del Boselli e del già citato Curie-Vittorini) - senza che la contrarietà degli organi collegiali sia presa in considerazione. La nuova scuola che pretendono di imporci - tutta prona alle logiche di mercato, dove si impara sempre meno e ci si addestra al lavoro, in cui emergono i presidi manager o burocrati e il loro middle management - si scontra con ciò che rimane della scuola democratica repubblicana e con gli strumenti giuridici che ancora ne garantiscono la praticabilità. L’attuale immobilismo dell’Ufficio Scolastico Regionale, tuttavia, sembrerebbe incoraggiare il “bullismo istituzionale” di taluni presidi: e ciò alimenta il clima di sfiducia e sconforto che aleggia nelle scuole di Torino e provincia. D’altra parte, come interpretare l’assenza di risposta, almeno per ora, alle decine di segnalazioni inoltrate all’USR su quanto succede nelle scuole del territorio? A febbraio, il Direttore Generale, il dott. Stefano Suraniti, si è addirittura rifiutato di ricevere le organizzazioni sindacali che avevano indetto lo sciopero del Liceo Norberto Rosa (con un’adesione al 90%). È il rovesciamento di quanto si tenta di insegnare con l’educazione civica alle giovani generazioni, dal momento che le istituzioni, rinchiuse nei loro palazzi, paiono respingere il dialogo con la cittadinanza. La scuola esige rispetto. L’USR ha il dovere istituzionale di farsi carico del disagio profondo e delle richieste provenienti dalle comunità educanti e, dunque, per prima cosa deve ASCOLTARE. Per questo NOI TUTTE/I, DOCENTI, ATA, STUDENTESSE E STUDENTI E GENITORI DI NUMEROSE SCUOLE DI TORINO E PROVINCIA CHIEDIAMO: 1.     CHE L’USR RICEVA AL PIÙ PRESTO UNA DELEGAZIONE DELLE COLLEGHE E COLLEGHI DEL “ROSA” UNITAMENTE ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI. 2.     CHE IL DOTT. SURANITI RICORDI CON UNA CIRCOLARE A TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI CHE SONO TENUTI AL MASSIMO RISPETTO  DEGLI ORGANI COLLEGIALI IN UNO SPIRITO DI DEMOCRAZIA SOSTANZIALE E NON FORMALE. 3.     CHE SIANO ADOTTATE LE MISURE NECESSARIE AFFINCHÉ TUTTO IL PERSONALE SCOLASTICO – AI SENSI DELLA NORMATIVA SUL BENESSERE A SCUOLA - SIA EFFETTIVAMENTE RISPETTATO. CI RIVOLGIAMO a tutte le colleghe e i colleghi, alle Rappresentanze Sindacali appena elette nelle singole scuole - e alle loro Organizzazioni - affinché, sottoscrivendo questo appello, si possa costruire la più larga unità possibile a difesa della scuola democratica. Per una scuola democratica che istruisca ed emancipi Per la difesa degli organi collegiali Per restituire dignità alla scuola Contro l’autoritarismo di alcuni dirigenti Contro i dimensionamenti, i tagli e l’accorpamento delle classi Contro la mercificazione della scuola Contro le Nuove Indicazioni nazionali Contro la scelta dei docenti di sostegno da parte delle famiglie PER LA SCUOLA BENE COMUNE ASSEMBLEA SCUOLA TORINO  - COMITATO “INSIEME PER IL ROSA”
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Torino. Antimilitaristi contestano la cerimonia militare
Il 2 giugno dei Senzapatria. Nel giorno in cui la Repubblica Italiana celebra se stessa con parate e manifestazioni militari gli antimilitaristi hanno riempito piazza Palazzo di Città con tanti interventi e il canzoniere antimilitarista del Cor’Okkio. Il presidio si è presto trasformato in corteo ed ha raggiunto la piazza della cerimonia dell’ammaina bandiera gonfia di retorica nazionalista ed esaltazione della guerra. In apertura lo striscione “contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere”. Il corteo ha attraversato la piazza smilitarizzandola, nel segno della solidarietà con le vittime di tutte le guerre, con i disertori di ogni dove, con chi lotta contro gli eserciti, contro i nazionalismi, nel cui nome si massacrano uomini, donne, bambine e bambini. Il corteo si è concluso con interventi, slogan e il canzoniere antimilitarista di Alba. Una giornata di lotta contro la corsa al riarmo, la militarizzazione delle periferie, la guerra ai migranti, la produzione bellica, la militarizzazione delle scuole e delle università. Un segnale forte contro la guerra e a chi la arma. Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo. Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. Vogliamo farla finita con le guerre e, quindi, con la feroce logica del dominio e del capitalismo. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni. Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra. Facciamo nostro l’insegnamento del “disfattismo rivoluzionario”: siamo solidali con chi si batte contro il proprio governo, perché noi lottiamo contro il nostro . Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra. Qui trovate il testo di lancio della giornata di lotta: https://www.anarresinfo.org/il-2-giugno-dei-senzapatria/ Qui alcune immagini dell’iniziativa:  
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[2025-05-31] Trap night ksa @ centro sociale askatasuna
TRAP NIGHT KSA centro sociale askatasuna - corso regina margherita 47, Torino (sabato, 31 maggio 21:00) L' estate sta finendo e la scuola sta finalmente giungendo al termine e i cancelli dell' Askatasuna si aprono per una grande serata di musica trap insieme a @tangojarhead @flamenotalk @lamodesrl e Division One (@fre.scoo, @frizzsemichiamidatorino @gabb.giannino @tsk.castro @sib.il.la @4.rl.coco @enkakne_sc @gimmydroga@3magma3 @_only.trip_ @psyche.saiche @swehhgodd) Ci vediamo a partire dalle 21 al 47 di Corso Regina😎
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25 maggio. Imbrattata la lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni: presidio antifascista
Croci celtiche alla lapide di Ilio Baroni. Chiamata Antifascista per una Barriera libera e solidale. No Pasarán! Domenica 25 maggio ore 16,30 Presidio antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni in corso Giulio Cesare, angolo corso Novara. Ad un mese dalla partecipata commemorazione del 25 aprile, ignoti neofascisti hanno insultato la memoria della Resistenza sfregiando con i loro simboli di morte la lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni. Gli esponenti dell’estrema destra xenofoba e razzista sono il braccio armato dei padroni, i loro fedeli servitori, la loro manovalanza prediletta. Gli artefici di questa vile provocazione sono gli stessi che quotidianamente soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati. Provano a metterci gli uni contro gli altri perché sanno che divisi siamo più deboli e sfruttabili. Strizzano l’occhio alle politiche repressive del governo Meloni, ovverosia gli eredi diretti della dittatura del Ventennio che varano leggi speciali come l’ultimo decreto sicurezza che imprime una svolta sempre più autoritaria e liberticida al paese. Applaudono l’incalzante militarizzazione dei territori, le retate e i controlli etnicamente mirati contro i senza documenti, le reclusioni nei CPR, le deportazioni coatte e le migliaia di morti nel Mar Mediterraneo. Ci conducono dritti verso la guerra, sostenendo la corsa al riarmo e agitando il tricolore che rischia di essere la nostra rovina e la nostra tomba. Ma la gente di Barriera di Milano, i nati qui così come i nati altrove, vivono gli stessi problemi, la stessa condizione di sfruttamento e di oppressione, la stessa di chi combatté armi alla mano il fascismo perché voleva una società senza stato né padroni. Barriera è afflitta dall’aumento del prezzo del fitto e delle bollette. È afflitta da lavori precari e pericolosi, salari miseri e ritmi insostenibili. È afflitta da continue minacce di sfratto. È afflitta dai tagli e dalle privatizzazioni dei servizi sociali fondamentali (sanità, scuola, trasporti, ecc). Non ci sono i soldi per casa, educazione, prevenzione e cura. In compenso ce ne sono in abbondanza per far scorrazzare polizia e militari per le strade delle periferie. Oggi come ieri, solo un ampio fronte di lotta contro il nemico comune può consegnarci un mondo di libertà e di uguaglianza. Un manipolo di invasati può anche imbrattare un pezzo di storia della lotta di liberazione dal nazifascismo ma non può certo cancellarlo. La storia di Ilio, la storia degli Arditi del Popolo, la storia dei rivoluzionari di Barriera, risuona ancora nelle lotte di ciascun* di noi, e continuerà a farlo a lungo! Per questo motivo vogliamo scendere in strada e vogliamo farlo in tant*. Vogliamo trovarci e riconoscerci, esprimere tutta la nostra rabbia contro l’ennesimo attacco al cuore del quartiere, a chi quotidianamente lo abita e lo attraversa. Vogliamo ripristinare la lapide e continuare a tenere viva la memoria, facendone un’arma per la trasformazione radicale dell’esistente. «Gli unici stranieri, i fascisti nei quartieri!» Federazione Anarchica Torinese Assemblea Antimilitarista – Torino
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[2025-05-22] DISUMANO E DEGRANTE - IL DECRETO SICUREZZA E IL CARCERE @ Unione culturale
DISUMANO E DEGRANTE - IL DECRETO SICUREZZA E IL CARCERE Unione culturale - via C. Battisti 4b, Torino (giovedì, 22 maggio 18:00) serata/dibattito su carcere e decreto sicurezza organizzato dal Coordinamento transfemminista contro il carcere composto da organizzazioni, comitati e singol3 che da anni si battono per i diritti delle persone detenute e, in particolare, delle donne e persone trans detenute nella sezione femminile delle Vallette e sezione trans di Ivrea (Mamme in piazza, Sbarre di Zucchero, Non una di meno, Isola di Arran, campagna Madri Fuori, Antigone) Il ‘decreto sicurezza’ attenta alle libertà, al diritto e ai diritti. Lo fa soprattutto ai danni di chi è socialmente più svantaggiat3, di chi protesta e manifesta, de3 più giovani. Lo fa in modo violento e feroce contro chi è detenut3, in carcere e nei CPR. Prevede pene fino a otto anni per chi protesta dietro le sbarre, anche in modo non violento. Priva le donne madri di bimb3 di meno di un anno della garanzia di accedere a forme alterative al carcere. Priva le donne incinte del diritto a partorire libere e i loro figl3 del diritto a nascere liber3. Sono norme disumane, dettate da razzismo, classismo e sessismo e da un autoritarismo patriarcale violento. 𝑰𝑵𝑽𝑰𝑻𝑰𝑨𝑴𝑶 𝑻𝑼𝑻𝑻3 𝑨𝑳 𝑫𝑰𝑩𝑨𝑻𝑻𝑰𝑻𝑶 𝑺𝑼𝑮𝑳𝑰 𝑨𝑹𝑻𝑰𝑪𝑶𝑳𝑰 𝑫𝑬𝑳 𝑫𝑳 𝑪𝑯𝑬 𝑹𝑰𝑮𝑼𝑨𝑹𝑫𝑨𝑵𝑶 𝑰𝑳 𝑪𝑨𝑹𝑪𝑬𝑹𝑬 𝑷𝑬𝑹 𝑬𝑳𝑨𝑩𝑶𝑹𝑨𝑹𝑬 𝑬 𝑷𝑹𝑶𝑴𝑼𝑶𝑽𝑬𝑹𝑬 𝑷𝑹𝑨𝑻𝑰𝑪𝑯𝑬 𝑫𝑰 𝑶𝑷𝑷𝑶𝑺𝑰𝒁𝑰𝑶𝑵𝑬  
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Cartografie del terzo settore e della innovazione sociale a Torino #6. Community Land Trust
(disegno di adriana marineo) Sulle serrande chiuse davanti al giardino Maria Teresa di Calcutta, in corso Giulio Cesare, compaiono due scritte: “meno filantropi, più licantropi” e “Partito Democratico e Sinistra Ecologista: per ogni sgombero un bene comune”. Incalza da anni la repressione delle occupazioni nei quartieri a nord della Dora: l’asilo di via Alessandria è stato sgomberato nel 2019 e un’altra palazzina occupata poco lontano è stata circondata dalla polizia nel gennaio del 2021. E numerosi, solo nell’ultimo anno, sono gli interventi contro le occupazioni delle case popolari: questi sgomberi sono rivendicati dall’amministrazione attuale, guidata dai due partiti menzionati dal graffito. Appare il paesaggio contemporaneo delle politiche per la casa: assieme alle irruzioni di polizia nascono e si diffondono le soluzioni abitative sedicenti innovative, promosse dal terzo settore e dai capitali delle fondazioni bancarie. Forze diverse disegnano un presente dove è rimossa la possibilità di occupare la proprietà. Le serrande su cui compaiono le scritte appartengono al primo Community Land Trust in Italia. *   *   * C’è un palazzo di sei piani in corso Giulio Cesare, vicino alla scuola Parini e di fronte all’ingresso del giardino Madre Teresa di Calcutta. Il palazzo ora è vuoto, le persiane sono chiuse, ma voci in quartiere raccontano di un’occupazione informale sgomberata dalla polizia al tempo della pandemia. In strada, accanto al portone, ci sono un fast food e un bar che prepara frullati alla frutta. Il palazzo accoglierà il primo Community Land Trust (CLT) in Italia. Il CLT è una forma di proprietà che afferisce al diritto privato con il fine di rendere accessibile la piccola proprietà immobiliare alle classi sociali meno abbienti. Il CLT s’origina dalle pratiche abitative comunitarie negli Stati Uniti del secolo scorso ed è giunto in Europa come nuovo strumento delle politiche sociali innovative, ovvero iniziative dove gli interessi privati si armonizzano, almeno nelle intenzioni, con il beneficio pubblico. Alla base del CLT c’è un soggetto privato – un trust – che compra l’intera proprietà e rivende le unità immobiliari singole (gli appartamenti), mantenendo però il controllo del suolo. Un appartamento senza il valore del suolo è così acquistabile a un prezzo inferiore rispetto alle altre unità presenti nella medesima area. Gli acquirenti, in seguito, possono rivendere il loro appartamento soltanto al trust, che trattiene buona parte dell’incremento di valore immobiliare accumulato nel tempo. A sua volta il trust immetterà sul mercato la stessa unità, ma a un prezzo superiore adeguato all’inflazione e all’aumento dei prezzi avvenuto nell’area urbana. Il CLT controlla così il plusvalore immobiliare e al contempo promette prezzi delle case più bassi rispetto agli standard del quartiere. Il palazzo in corso Giulio Cesare è stato rilevato nel 2023 dalla Fondazione di Comunità di Porta Palazzo. La fondazione ha impiegato i fondi (circa mezzo milione di euro) raccolti dalla Compagnia di San Paolo, da enti privati e da singoli cittadini a cui è garantita la restituzione del prestito dopo due anni con il due per cento di interessi. Per governare il trust è stata costituita la Fondazione CLT Terreno Comune che, alla fine della ristrutturazione, venderà gli appartamenti a famiglie selezionate che rispettino criteri stringenti, fra cui quello di avere un unico reddito fra i 1300 e i 1500 euro mensili. Ogni famiglia accederà a un mutuo per acquistare l’appartamento. Il CLT è governato da un consiglio di amministrazione dove siedono rappresentanti dei proprietari, degli abitanti del quartiere e dei portatori di interesse pubblico che insistono sull’area. Il governo del CLT ha il compito, fra gli altri, di investire i capitali accumulati in interventi di rigenerazione dell’isolato, così da incrementare ulteriormente il valore e l’appetibilità del palazzo. I promotori del CLT in corso Giulio Cesare sostengono di aver creato uno strumento volto al contrasto della speculazione immobiliare e dell’esclusione abitativa. Le contraddizioni, tuttavia, appaiono a uno sguardo attento. Nonostante sia un progetto di inclusione sociale con ambizioni di gestione democratica, la selezione delle famiglie che hanno la possibilità di accedere al mutuo per acquistare gli appartamenti sarà appannaggio della stessa fondazione. Ancora una volta sono le classi dirigenti – borghesi, progressiste, bianche – a scegliere chi siano i meritevoli ad accedere ai progetti di innovazione sociale. La selezione, d’altra parte, deve essere ben ponderata: sarebbe spiacevole sfrattare una famiglia perché chi lavora ha perso un impiego precario e non può più pagare il mutuo. Inoltre questo modello non ostacola la rendita immobiliare, anzi la sostiene e fomenta. Le classi dirigenti progressiste si limitano a controllare la speculazione, promettendo di calmierare gli effetti più violenti e redistribuire i dividendi ai loro sostenitori. Più che lotta alla speculazione, il CLT sembra un governo del capitale immobiliare da parte di un soggetto privato e filantropico, capace di elaborare politiche sociali remunerative a del tutto inadeguate a rispondere alle esigenze delle classi sociali più povere e precarie. Un programma di ingegneria sociale governato dai buoni sentimenti di una borghesia convinta d’essere illuminata. (voce a cura di francesco migliaccio) ______________________________ QUI L’INDICE DELLA CARTOGRAFIA
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[2025-05-20] Assemblea Terrona Transfemminista Torinese @ Manituana - Laboratorio Culturale Autogestito
ASSEMBLEA TERRONA TRANSFEMMINISTA TORINESE Manituana - Laboratorio Culturale Autogestito - Largo Maurizio Vitale 113, Torino (martedì, 20 maggio 19:30) Siamo delle persone terrone che abitano in Torino e dintorni, abbiamo deciso di chiamare la Prima Assemblea Terrona Transfemminista Torinese. Sarà un cerchio di autocoscienza collettiva, la cura reciproca sarà la nostra priorità. Puoi trovare le info nella pagina Instagram, ti diciamo già da subito che la cena sarà condivisa. Se, quindi, hai il piacere e il tempo porta qualcosa di vegano da condividere e non dimenticare il bicchiere o la borraccia, al resto ci pensiamo noi. Ti ricordiamo che Manituana è uno spazio accessibile per le persone in carrozzina e che è presente una zona silenziosa, per qualsiasi esigenza. Speriamo di vederti il 20!
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