Lo scorso 25 settembre il Consiglio di Stato ha sancito l’annullamento del
capitolato d’appalto previsto per la gestione dei CPR (Centri di Permanenza per
il Rimpatrio). Un’altra decisione di un’altra suprema corte – questa estate,
infatti, era toccato anche alla Corte Costituzionale – che mette in discussione
la legittimità dei centri di detenzione amministrativa per […]
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Dinanzi al crescere delle deportazioni, approfondire i meccanismi della macchina
delle espulsioni appare fondamentale per tentare di opporsi, nonché lottare, nel
modo più preciso ed efficace possibile. Ad Harraga – trasmissione in onda tutti
i venerdì dalle 15 alle 16 su Radio Blackout – durante la puntata del 24 Ottobre
abbiamo provato ad entrare nel […]
Maggio 2021: Moussa Balde muore nel reparto di isolamento del CPR di
Torino.Maggio 2025: il corpo senza vita di Hamid Badoui viene trovato in una
cella del carcere di Torino. Le due storie, nella loro tragicità, si
assomigliano. Entrambi erano stati costretti alla violenza della detenzione,
amministrativa o penale, e qui erano stati sottoposti all’isolamento […]
Moussa Balde era un amico e un compagno. Lo hanno trovato morto in una cella del
CPR di Torino la notte tra il 22 e il 23 maggio 2021, dopo dieci giorni passati
in isolamento. Dieci giorni in cui la direzione del CPR negava la sua presenza
all’interno della struttura agli avvocati che lo stavano […]
A margine del dibattito “Liberi tuttu” durante il Festival Alta Felicità 2025,
abbiamo raccolto riflessioni e testimonianze da chi ogni giorno si batte per il
diritto all’autodeterminazione e alla libertà reale. A guidare il confronto
Alice Vigorito, che ha portato al centro del festival una prospettiva radicale e
concreta sull’inclusione, insieme ad Andrey Chaykin e […]
La sera del 5 giugno, un recluso del Cpr friulano è a terra svenuto nella sua
cella, in preda a dolori fortissimi. Nessuno degli operatori gli presta aiuto,
nonostante le ripetute richieste. Qualcuno sostiene che abbia ingerito dello
shampoo. Dopo una mezz’ora viene acceso un primo fuoco nella sua cella, è solo a
quel punto […]
Venerdì sera una potente rivolta è scoppiata nell’area bianca del CPR di Torino:
le fiamme hanno divampato all’interno della struttura fino a raggiungere il
tetto. Ad oggi, a meno di due mesi dalla riapertura del centro, le rivolte dei
reclusi hanno di fatto reso inagibili due terzi della struttura attualmente in
uso. A seguito della […]
Le rivolte di fine aprile nel CPR di Torino hanno portato alla chiusura
dell’area viola del CPR. I presidi intanto continuano, come le rivolte. Nella
giornata del 10 maggio c’è stato l’ennesimo presidio sotto le mura del CPR di
corso Brunelleschi, con un centinaio di compagn3 provenienti da altre città
d’Italia, per portare solidarietà alle […]
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche
in streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
 
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Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
Il punto sui CPR: da Torino all’Albania da Macomer a Gradisca da Trapani a Bari
Palese
I CPR sono uno degli ingranaggi della macchina delle espulsioni. Un ingranaggio
che, dal 1998, è stato costantemente inceppato dai reclusi, che hanno dato vita
ad infiniti atti di protesta, ribellione, arrivando ripetutamente a distruggere
le gabbie in cui venivano imprigionati.
I CPR sono alcuni dei luoghi dove passa il confine tra chi ha pochi diritti e
chi non ne ha affatto. Chi nasce nel posto giusto non rischia la libertà se
lavora in nero o perde un’occupazione regolare, chi viene dai posti sbagliati –
oggi il governo ha anche le liste – rischia ogni momento di restarvi impigliati.
Non tutti quelli che finiscono in un centro per il rimpatrio vengono poi
deportati, ma sono comunque derubati di un anno e mezzo di vita.
Ne abbiamo parlato con Raffaele
Disarmiamo la guerra! Antimilitaristi contro la Città dell’Aerospazio
Il 23 marzo. Visita a sorpresa al cantiere della Città dell’Aerospazio in corso
Marche, dove, da circa un mese sono cominciati i lavori di demolizione della
palazzina 27 della ex Alenia – Aermacchi.
Un manichino insanguinato, scritte, fumogeni, cartelli che ci ricordano le vite
rubate dalle bombe, dalle armi, dalle guerre. Guerre tra potenti che si
contendono risorse, potere, indifferenti alla distruzione di città, alla
contaminazione dell’ambiente, al futuro negato di tanta parte di chi vive sul
pianeta.
Le macerie sono solo buoni affari per un capitalismo vorace e distruttivo che ha
una sola logica, quella del profitto ad ogni costo. Uomini, donne, bambine e
bambini sono solo pedine sacrificabili in un gioco terribile, che non ha altro
limite se non quello imposto dalla forza di oppress e sfruttat, che si ribellano
ad un ordine del mondo intollerabile.
La guerra è a due passi dalle nostre case: fermiamola!
Il manifesto strappato
L’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene nel corso del dibattito
alla Camera sul tema del piano di riarmo europeo ha avuto il merito di riportare
l’attenzione dell’opinione pubblica su un documento politico che, probabilmente,
non sono in molti a conoscere.
«Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto» – questo il titolo
originale – è, in realtà, un testo profondamente incompreso. Tanto incompreso
quanto strumentalmente utilizzato, nel corso dei decenni, per finalità che poco
o nulla hanno a che fare con la visione ideale e politica dei suoi estensori:
Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. Tre antifascisti di diversa
estrazione ma tutti e tre accomunati da una postura radicalmente eterodossa e
originale rispetto alle grandi narrazioni ideologiche del loro tempo e alle
rispettive famiglie politiche di riferimento. È per questo che il loro Manifesto
viene spesso definito come un documento visionario: concepire ed elaborare nelle
sofferenze del confino, in piena guerra e in un momento in cui le sorti del
conflitto sembravano arridere al nazismo e al fascismo, l’idea di un’Europa
unita e federale che superasse e archiviasse per sempre la centralità degli
stati-nazione, fu un atto estremamente coraggioso e lungimirante. Si voleva
scardinare, infatti, tutto quello che fino a quel momento aveva creato i
presupposti per l’affermazione dei totalitarismi e della carneficina bellica: il
nazionalismo, il militarismo, l’autoritarismo fondato sulla volontà di
sopraffazione.
Ne abbiamo parlato con Alberto La Via
Appuntamenti:
Sabato 12 aprile
Sabotare la guerra
Disarmare l’Europa
giornata antimilitarista
ore 10,30 presidio al Balon
Solo un’umanità internazionale potrà gettare le fondamenta di quel mondo di
libere ed uguali che può porre fine alle guerre.
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati. Noi disertiamo.
Noi non ci arruoliamo a fianco di questo o quello stato imperialista. Rifiutiamo
la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro
pretese espansionistiche. In ogni dove. Non ci sono nazionalismi buoni.
Noi siamo al fianco di chi, in ogni angolo della terra, diserta la guerra.
Noi pratichiamo il disfattismo rivoluzionario contro le guerre promosse dai
“nostri” governi e sosteniamo chi, in ogni dove, diserta, sabota, inceppa gli
ingranaggi della guerra
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Venerdì 25 aprile
ore 15
alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni
in corso Giulio Cesare angolo corso Novara
dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.
Ricordo, bicchierata, fiori, musica.
E, dal vivo, il Cor’occhio nel canzoniere anarchico e antifascista.
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
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Informati su lotte e appuntamenti!
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20,30
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ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie
concrete.
Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in
streaming.
Ascolta e diffondi l’audio della puntata:
> Anarres del 31 gennaio. La spartizione dell’Artico. I CPR in Albania restano
> vuoti. Cooperazione militare Italia-Niger…
Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:
La spartizione dell’Artico
L’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla
Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati
Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul
Canada.
La partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il
cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio,
gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede
una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.
Ma. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò
che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed
occidente, la nuova via della seta marittima.
Ne abbiamo parlato con Daniele Ratti
Albania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione
Il pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi
nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è
arrivato martedì mattina.
A bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla
Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e
provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili,
devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione
internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di
Gjader.
Il governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla
legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti
asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.
Nel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la
competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di
Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più
disponibili ad accogliere i desiderata del governo.
Meloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore
all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta
nell’esternalizzare le frontiere.
Nel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il
rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a
Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale
dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il
controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi
prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di
detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.
Il sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum
targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro
sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco
Dopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello
non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti
riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.
Italia-Niger. Piano di cooperazione militare 2025
La giunta militare del Niger guidata dopo il golpe del 26 luglio 2023 dal
generale Abdourahamane Tchiani, dopo aver cacciato via dal paese le forze armate
di Francia, Stati Uniti d’America e Germania ha sottoscritto un accordo di
cooperazione nel settore difesa con la Federazione Russa di Vladimir Putin.
Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato
la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.
Nei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei
Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si
sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo
svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.
Le truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di
500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per
intercettare i migranti diretti a nord.
Ne abbiamo parlato con Antonio Mazzeo
Appuntamenti:
Giovedì 20 febbraio
ore 21
alla Fat
corso Palermo 46 – Torino
Enzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La
rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione
sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.
Volin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce
l’immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria
e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica.
Non senza una forte resistenza.
Il teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto
Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi
due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante
attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e
testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con
lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento
rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento
anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei
bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea
insurrezionale di Nestor Machno.
Il libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere
richiesto a http://www.zeroincondotta.org/
Sabato 22 febbraio
a tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina
Con i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere
ore 11
presidio antimilitarista al Balon
A-Distro e SeriRiot
ogni mercoledì
dalle 18 alle 20
in corso Palermo 46
(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro
SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte
Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!
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Contatti:
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46
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per info scrivete a fai_torino@autistici.org
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