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Macerie su Macerie – PODCAST 15/12/25 – Urbanistica partecipata alias urbanistica securitaria
A Macerie su Macerie riprendiamo il tema dell’urbanistica, in vista del nuovo piano regolatore della città previsto per il 2026. Attraverso un’intervista di qualche anno fa a Jean Pierre Garnier, sociologo e compagno, riflettiamo sulle ideologie urbane degli ultimi decenni, tra le retoriche sulla partecipazione attiva della cittadinanza e la metropoli della paura che prende forma. Ascolta qui la puntata precedente sull’argomento: Il “modello Milano” per Torino: il nuovo piano regolatore.
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[2025-12-23] Concerto di Natale in Barriera di Milano 3° edizione (entrata gratuita) @ Torino
CONCERTO DI NATALE IN BARRIERA DI MILANO 3° EDIZIONE (ENTRATA GRATUITA) Torino - (martedì, 23 dicembre 21:00) ✨🎭 23 dicembre 2025 • Ore 21 • Teatro Monterosa Via Brandizzo 65, Torino Ritorna la nostra festa. Ritorna Avvalorando. Ritorna l’abbraccio di Barriera di Milano. Sul palco la grande orchestra di Nino Carriglio, per un viaggio nella musica melodica italiana del Novecento: emozioni, memoria, comunità che si stringe. Una serata gratuita, aperta a tuttə, alle associazioni che vogliono portare un loro saggio e saluro, ai vicini, a chi vive Barriera e a chi vuole viverla con noi. Perché il vero regalo non sono le camionette dell’esercito: il vero regalo è la cultura che illumina, la musica che unisce, la bellezza che ci tiene vivi. Quest'anno graditi ospiti la comunità della Guinea francofona di Torino e l'associazione italo/cinese Zhisong. Prenotazione obbligatoria: info@avvalorando.org (Con preghiera di disdetta se non potete venire: i posti sono limitati) Evviva! ✨
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[2025-11-07] AperiCINEMA della Dynamo Dora! da OST Barriera @ Circolo “Ost Barriera”
APERICINEMA DELLA DYNAMO DORA! DA OST BARRIERA Circolo “Ost Barriera” - Via Luigi Pietracqua, 9 (venerdì, 7 novembre 19:00) Diamo il via al primo AperiCINEMA della Dynamo Dora! Iniziamo la stagione con un evento a metà tra il discusso apericena e una proiezione cinematografica, prima si mangia poi si guarda! Quando: venerdì 7 novembre 2025, aperitivo h 19:15 proiezione h 20:45 Dove: OST Barriera, il nostro circolo preferito in Via Luigi Pietracqua 9 Cosa: proiezione di Uso improprio, film di Luca Gasparini sul rugby, lo sport popolare e la militanza politica. Tutto ciò con apericena e popcorn per essere felici. più info qui: https://vivofilm.it/production/uso-improprio-2/ Non perderti questa prima e vieni anche tu! Questi eventi servono a finanziare la nostra attività sportiva che necessita di grandi spese, sostieni lo sport popolare!
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Barriera di Milano, laboratorio di repressione: via i militari!
Barriera, non da oggi, è un laboratorio di controllo e repressione sociale, dove retate, pestaggi, occupazione militare del territorio si intrecciano con l’azione coordinata e precisa di cooperative del Terzo settore, associazioni, Fondazioni di Comunità che attuano politiche volte a prevenire le insorgenze sociali. Temono le proteste spontanee di chi, giorno dopo giorno, subisce profilazione […]
L'informazione di Blackout
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28 giugno. Via i militari! Per una Barriera libera e solidale
Sabato 28 giugno ore 10 antimilitaristi in corso Palermo angolo via Sesia Vivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele. Ovunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati sul lavoro: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di tanta gente. In questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero. Il prezzo di gas e luce è raddoppiato, tanta gente è sotto sfratto o con la casa messa all’asta. Se non ci sono i soldi per il fitto e le bollette, la tutela della salute diventa una merce di lusso che possono permettersi in pochi. Così dal 2015, ben prima della pandemia, per la prima volta dal 1945, l’aspettativa di vita nel nostro paese si è ridotta. Barriera di Milano, ormai da anni, è divenuta un laboratorio dove sperimentare tecniche di controllo sociale prima impensabili, pur di non spendere un soldo per la casa, la sanità, i trasporti, le scuole. In questi anni la spesa militare è costantemente aumentata, le missioni all’estero delle forze armate italiane si sono moltiplicate. I militari fanno sei mesi in missioni militari all’estero, sei mesi per le strade delle nostre città. Tante missioni sono in Africa, dove le bandiere tricolori sventolano accanto a quelle gialle con il cane a sei zampe dell’ENI, la punta di diamante del colonialismo italiano. La guerra per il controllo delle risorse energetiche va di pari passo con l’offensiva contro le persone in viaggio, per ricacciarle nelle galere libiche, dove torture, stupri e omicidi sono fatti normali. In Barriera tanti sono immigrati o figli di immigrati arrivati dal sud come i cerignolesi della piazza del mercato. Poi sono arrivate altre persone, nate in Africa, in Cina, in Sudamerica: i loro figli e nipoti vanno nelle stesse scuole e negli stessi giardinetti dei figli e dei nipoti degli immigrati degli anni Sessanta. Tanti degli attuali abitanti delle Barriera sono arrivati su un barcone e sono passati dalle prigioni in Libia e dagli hotspot in Italia. Il governo e i fascisti soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati, per avere mano libera a fare la guerra a noi tutti. Nei quartieri poveri il controllo militare è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio. Intere aree del quartiere vengono messe sotto assedio, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale. Torino da città dell’auto si sta trasformando in città dei bombardieri e vetrina per turisti. Una vetrina che i poveri che passano ore ai giardinetti non devono sporcare. L’aspirazione ad una socialità non mercificata va repressa. Il governo a tutti i livelli punta il dito sulle persone più povere, razzializzate, con il continuo ricatto dei permessi, per nascondere la guerra sociale che ha scatenato contro tutti i poveri, italiani e nati altrove, schierandosi a fianco dei padroni grandi e piccoli. Il controllo etnicamente mirato del territorio mira a reprimere sul nascere ogni possibile insorgenza sociale. Da quando i militari dell’operazione “Strade Sicure”, sono stati inviati i Barriera di Milano, l’area di corso Palermo limitrofa al mercato di piazza Foroni è stata costantemente militarizzata: in corso Palermo angolo via Sesia stazionano stabilmente mezzi dell’esercito e un’auto pattuglia della polizia o dei carabinieri. Da aprile i militari sono anche in largo Giulio Cesare. Per cosa? Per spostare di qualche centinaio di metri i pusher? Per alimentare la favola che se si cacciano gli spacciatori, poi, per magia, Barriera diventa come la Crocetta? Eppure. Basterebbe farla finita con il proibizionismo, consentendo la vendita delle sostanze, con tanto di etichetta e foglio informativo in appositi negozi, per farla finita con le mafie e la disperazione dei tossici. E diminuirebbero drasticamente le morti causate da sostanze tagliate male, velenose, pericolose. Con la lotta, la solidarietà il mutuo appoggio, possiamo far si che le nostre vite diventino migliori. Riprendiamoci gli spazi del quartiere militarizzati e resi deserti dalla polizia e dai militari. Proviamo ad immaginare di farla finita, sin da ora, con stato, padroni, militari, polizia. Ci raccontano la favola che una società complessa è ingovernabile dal basso mentre ci annegano nel caos della gestione centralizzata e burocratica delle scuole, degli ospedali, dei trasporti. Costruiamo insieme assemblee territoriali, spazi, scuole, trasporti, ambulatori autogestiti! Non è un’utopia ma l’unico orizzonte possibile per liberarci dallo stato e dal capitalismo. La sicurezza è casa, reddito, sanità per tutte e tutti, non soldati per per le strade!
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[2025-06-05] NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI - PER UNA BARRIERA UNITA E SOLIDALE @ Torino
NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI - PER UNA BARRIERA UNITA E SOLIDALE Torino - (giovedì, 5 giugno 20:30) LA NOSTRA SICUREZZA È SICUREZZA SOCIALE Contro razzismo, abbandono e propaganda: comunità attiva e organizzata! PRESIDIO ANTIFASCISTA E CORTEO PER IL QUARTIERE Contro chi specula sul degrado per incitare alla xenofobia e al razzismo. Fermiamo l'ennesima passerella dei gruppi fascisti. 📅 Giovedì 5 giugno – ore 20.30 📍Via Bologna / angolo corso Novara Stiamo costruendo un’assemblea popolare di quartiere, aperta a tutti: lavoratori, studenti, famiglie, pensionati. Uniti, dal basso, per costruire insieme una vera alternativa sociale. Barriera è di chi la vive. Non di chi la sfrutta. 🗓️ Prossima assemblea: 12 giugno – ore 18 📍Giardini di via Montanaro ASSEMBLEA DI QUARTIERE BARRIERA
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25 maggio. Imbrattata la lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni: presidio antifascista
Croci celtiche alla lapide di Ilio Baroni. Chiamata Antifascista per una Barriera libera e solidale. No Pasarán! Domenica 25 maggio ore 16,30 Presidio antifascista alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni in corso Giulio Cesare, angolo corso Novara. Ad un mese dalla partecipata commemorazione del 25 aprile, ignoti neofascisti hanno insultato la memoria della Resistenza sfregiando con i loro simboli di morte la lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni. Gli esponenti dell’estrema destra xenofoba e razzista sono il braccio armato dei padroni, i loro fedeli servitori, la loro manovalanza prediletta. Gli artefici di questa vile provocazione sono gli stessi che quotidianamente soffiano sul fuoco della guerra tra poveri italiani e poveri immigrati. Provano a metterci gli uni contro gli altri perché sanno che divisi siamo più deboli e sfruttabili. Strizzano l’occhio alle politiche repressive del governo Meloni, ovverosia gli eredi diretti della dittatura del Ventennio che varano leggi speciali come l’ultimo decreto sicurezza che imprime una svolta sempre più autoritaria e liberticida al paese. Applaudono l’incalzante militarizzazione dei territori, le retate e i controlli etnicamente mirati contro i senza documenti, le reclusioni nei CPR, le deportazioni coatte e le migliaia di morti nel Mar Mediterraneo. Ci conducono dritti verso la guerra, sostenendo la corsa al riarmo e agitando il tricolore che rischia di essere la nostra rovina e la nostra tomba. Ma la gente di Barriera di Milano, i nati qui così come i nati altrove, vivono gli stessi problemi, la stessa condizione di sfruttamento e di oppressione, la stessa di chi combatté armi alla mano il fascismo perché voleva una società senza stato né padroni. Barriera è afflitta dall’aumento del prezzo del fitto e delle bollette. È afflitta da lavori precari e pericolosi, salari miseri e ritmi insostenibili. È afflitta da continue minacce di sfratto. È afflitta dai tagli e dalle privatizzazioni dei servizi sociali fondamentali (sanità, scuola, trasporti, ecc). Non ci sono i soldi per casa, educazione, prevenzione e cura. In compenso ce ne sono in abbondanza per far scorrazzare polizia e militari per le strade delle periferie. Oggi come ieri, solo un ampio fronte di lotta contro il nemico comune può consegnarci un mondo di libertà e di uguaglianza. Un manipolo di invasati può anche imbrattare un pezzo di storia della lotta di liberazione dal nazifascismo ma non può certo cancellarlo. La storia di Ilio, la storia degli Arditi del Popolo, la storia dei rivoluzionari di Barriera, risuona ancora nelle lotte di ciascun* di noi, e continuerà a farlo a lungo! Per questo motivo vogliamo scendere in strada e vogliamo farlo in tant*. Vogliamo trovarci e riconoscerci, esprimere tutta la nostra rabbia contro l’ennesimo attacco al cuore del quartiere, a chi quotidianamente lo abita e lo attraversa. Vogliamo ripristinare la lapide e continuare a tenere viva la memoria, facendone un’arma per la trasformazione radicale dell’esistente. «Gli unici stranieri, i fascisti nei quartieri!» Federazione Anarchica Torinese Assemblea Antimilitarista – Torino
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25 aprile. Contro guerra, militarismo, repressione, per la rivoluzione sociale
Come ogni anno ci siamo ritrovati alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico. Oggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è stato un mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più è ora nelle nostre mani. In un clima di guerra e revisionismo quello di questo 25 aprile è stato un momento di raccolta della comunità libertaria di Barriera di Milano. Una Barriera che i fascisti al governo della Circoscrizione hanno posto sotto assedio militare, per mettere la sordina alle questioni sociali, perché chi oggi fatica a pagare fitto e bollette riversi il proprio rancore sugli ultimi arrivati, quelli che vivono ancora peggio, quelli che nessuno gli affitta una casa, quelli che si arrangiano come possono tra una miriade di lavori precari. Ma la condizione di chi è nato altrove è la stessa di chi vive qui, perché precarietà, sfratti e povertà sono il pane quotidiano di noi tutti.Parlare dei partigiani di Barriera, di quelli che, come Baroni il fascismo lo hanno combattuto negli anni Venti come durante la Resistenza, ci ricorda che, in barba a tutti i revisionismi di Stato, il fascismo è stato ed ha continuato ad essere il braccio armato dei padroni. Oggi ci troviamo di fronte gli stessi, che legge repressiva dopo legge repressiva, stanno scrivendo in modo normale le leggi speciali di questo secolo, quelle che rischiano di seppellire in galera compagni e compagne per banali episodi di lotta. Una scritta sul muro, un blocco stradale, un picchetto, un’occupazione, magari messi insieme da uno dei tanti reati associativi, sono trattati con estrema durezza. Nelle molli maglie della democrazia, il fascismo, anche grazie all’acquiescenza di certa sinistra, sta schiacciando in una morsa sempre più ferrea le poche libertà e tutele, che chi c’era prima si è preso senza chiedere il permesso. Solo con la lotta la sola avremo nelle nostre mani il sogno irrealizzato dai partigiani di Barriera. Eravamo in tanti e la giornata, complice un sole luminoso, è volata veloce, con la deposizione di fiori alla lapide che ricorda Ilio Baroni e il ricco e coinvolgente canzoniere anarchico e antifascista del Cor’okkio. Una bicchierata, due taralli e l’impegno a ritrovarci in piazza il 1 maggio con uno spezzone anarchico e antimilitarista.   Di seguito il volantino distribuito in piazza:   1945-2025. Oggi come ieri Azione diretta contro Stato e fascisti! La memoria è uno strumento per leggere il presente e trasformarlo radicalmente. Il 25 aprile rappresenta un’occasione preziosa. Rievocare l’epopea partigiana non è un esercizio retorico, ci ricorda l’importanza di lottare apertamente contro il fascismo, da sempre braccio armato dei padroni che ci costringono ad un’intollerabile condizione di miseria e di sfruttamento. Oggi viviamo in un clima di guerra e di revisionismo senza precedenti. La Resistenza viene ridotta a mera lotta di liberazione nazionale, per cancellarne la spinta sovversiva, internazionalista, contro stato e capitalismo. La prospettiva rivoluzionaria si eclissa sotto il peso di una narrazione egemone che vede la Repubblica come approdo definitivo, frutto degli sforzi di tanti e tante che al contrario volevano farla finita con una società divisa in classi. Nel frattempo le periferie della nostra città sono sotto costante assedio militare. Si moltiplicano le retate contro coloro che non hanno in tasca il giusto documento. Questioni sociali vengono trattate come problemi di ordine pubblico. I ricchi diventano sempre più ricchi, mentre i poveri sono sempre più poveri. Il lavoro non c’è, e anche quando c’è è sottopagato, pericoloso, sfruttato, privo di qualsivoglia tutela. Precarietà, sfratti, povertà sono all’ordine del giorno. Fitto e bollette sono cresciuti a dismisura e sempre più persone faticano ad arrivare alla fine del mese. Il governo fascista soffia sul fuoco della guerra fra poveri, per nascondere la guerra sociale che ha scatenato contro tutti i poveri, italiani e nati altrove. Il tentativo è quello di imprimere una svolta sempre più autoritaria e liberticida al paese, dotandosi di strumenti utili a reprimere sul nascere qualsiasi insorgenza sociale. La ricetta scelta per ostacolare l’opposizione politica e sociale è l’ultimo Decreto Legge “Sicurezza” (ex DDL 1236), approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 aprile. Il provvedimento appena entrato in vigore bypassando completamente il parlamento, si inserisce nel solco già aperto da altri provvedimenti (i decreti rave, Cutro, immigrazione, Caivano), che colpiscono i poveri, gli stili di vita non conformi, gli stranieri senza documenti. Blocchi stradali o ferroviari, picchetti, occupazioni, scritte su caserme o commissariati, prevedono pene durissime. Normali forme di lotta attuate dai movimenti climatici, sociali e sindacali, anticarcerari e no border rischiano di costare la galera a tante compagne e compagni. Viene confermata l’introduzione del reato di “terrorismo della parola”. Viene concesso ancora più potere, agibilità e impunità alle forze di polizia. Le lotte portate avanti nelle carceri e nei CPR – anche sotto forma di resistenza passiva – possono essere perseguite in modo più duro perché chi le attua è dipinto come costitutivamente criminale, illegale, fuori norma. La logica sottesa al decreto è quella del diritto penale del nemico. Una logica di guerra, nella quale coloro che vengono identificati come nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini. Quando la logica bellica si applica al diritto, alcuni gruppi umani vengono repressi per quello che sono più che per quello che fanno. L’intera azione dell’esecutivo è informata a questo principio. Un principio sulle cui fondamenta sono stati costruiti i lager nazisti e i gulag staliniani. Oggi la democrazia getta via la maschera e mostra il suo vero volto, quello della più spudorata violenza a salvaguardia del privilegio di classe e del potere nelle mani di pochi. Non solo. La stretta repressiva in atto e la criminalizzazione dei movimenti sociali vanno di pari passo con un intenso impegno bellico, sostenuto sia dalla sinistra che dalla destra istituzionale. Il piano ReArm Europe prevede di destinare ben 800 miliardi di euro al riarmo su ampia scala. La spesa militare nel nostro paese ha da tempo toccato quota 108 milioni di euro al giorno. Le missioni all’estero delle forze armate italiane a difesa dei propri interessi neocoloniali si sono moltiplicate. In compenso, servizi pubblici essenziali vanno incontro ad ingenti tagli. Casa, sanità, istruzione, trasporti pubblici di prossimità efficienti sono un vero e proprio miraggio. Il warfare prende definitivamente il posto delle sorpassate politiche di welfare. L’industria militare fa affari d’oro, a pagarne le spese sono uomini, donne e bambini che periscono sotto le bombe costruite a due passi dalle nostre case. La nostra città – vera e propria eccellenza nel settore aerospaziale bellico – si impegna a costruire la Città dell’Aerospazio, polo di ricerca promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino, il quale ospiterà persino un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa, uno dei nove nodi europei del D.I.A.N.A, struttura della NATO. Vogliono arruolare i nostri corpi e le nostre coscienze bombardandoci di retorica patriottica, a partire dalle scuole e dalle università. Vogliono prepararci ad un allargamento del conflitto che può essere solo foriero di morte. Ma le leggi dettate dal clima repressivo e dall’economia di guerra non sono altro che il precipitato normativo dei rapporti di forza all’interno della società. Siamo ancora in tempo per far sì che la paura cambi di campo, per fermare l’avanzata del fascismo, del nazionalismo, del militarismo. Le tante libertà che padroni e governanti continuano a sottrarci con la forza possiamo riprendercele soltanto praticando l’azione diretta, la solidarietà, il mutuo appoggio tra sfruttat*. I partigiani che imbracciarono le armi e combatterono strada per strada e sui sentieri di montagna fino alla seconda metà degli anni ’40 del Novecento, lo sapevano bene. Spetta a noi raccoglierne l’eredità e fare in modo che il loro sforzo non sia stato vano. Spetta a noi realizzare giorno dopo giorno il sogno di un mondo di libere ed eguali, di una società realmente autogestita, libera da stato, padroni, militari, polizia. Giovedì 1 maggio ore 9 piazza Vittorio   Spezzone antimilitarista e anarchico Contro tutte le patrie per un mondo senza frontiere!   Pace tra gli oppressi, guerra agli oppressori! Federazione Anarchica Torinese Assemblea Antimilitarista – Torino riunioni, aperte agli interessat, ogni martedì alle 20,30 in corso Palermo 46
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