Il cosiddetto “piano Trump”, oggi avallato anche dall’ONU, continua a essere
presentato come una soluzione politica per il “conflitto israelo-palestinese”,
ma nella realtà consolida la logica di colonizzazione e di dominio che soffoca
la popolazione palestinese. Nel frattempo, l’esercito israeliano intensifica gli
attacchi contro Gaza e il Libano, mentre la situazione umanitaria in Palestina
precipita verso condizioni insostenibili.
Il governo italiano, nel frattempo, rilancia il tentativo di frenare le grandi
mobilitazioni del 28 settembre e del 3-4 ottobre con il DDL Gasparri: un
provvedimento che punta a usare la definizione di “antisemitismo” come clava per
colpire chi critica il sionismo, le politiche genocidarie di Israele, le
complicità del governo italiano e il generale clima di guerra che si sta
costruendo in Europa. Criminalizzare le posizioni anti-sioniste significa
colpire direttamente i movimenti che, in queste mobilitazioni, hanno sostenuto
la resistenza del popolo palestinese.
In un simile scenario, il movimento internazionale di solidarietà con la
resistenza palestinese non può rallentare. Anche per questo, domenica 23
novembre, al Centro sociale G. Costa di Bologna, la rete “Liberi/e di lottare –
contro lo stato di guerra e di polizia”, insieme a realtà studentesche,
insegnanti e collettivi di movimento, convoca un’assemblea nazionale contro il
DDL Gasparri e contro la guerra in Palestina. Ne parliamo con Pietro Basso,
della rete “Liberi/e di lottare”.
Tag - genocidio
di Juana Pérez Montero* Migliaia di persone chiedono la revoca della messa al
bando di Palestine Action in una campagna che si sta sviluppando in tutto il
Paese. Circa 2.000 …
Lunedì 17 novembre alle Nazioni Unite si è votato il famigerato Board of Peace
sulla striscia di Gaza: con 13 sì e l’astensione di Russia e Cina viene
approvato il piano di 20 punti Trump-Netanyahu.
Così il tycoon ottiene la delega formale esecutiva e politica per la gestione
della striscia e di fatto la restaurazione delle sfere d’influenza nella
regione. Non a caso l’interlocuzione tra Trump e Mohammad Bin Salman di martedì
18 ha visto segnare un ulteriore punto verso gli Accordi di Abramo e la
normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.
L’istituzione di una governance estera sui territori della striscia, la
demilitarizzazione completa e … sono alcuni dei punti principali con cui si
sigla la piena negazione di autodeterminazione per il popolo palestinese e si
rende la logica di guerra un modello di amministrazione dall’alto. Assenti
invece in maniera quasi totale meccanismi che limitino l’agency di Tel Aviv: non
vi sono riferimenti alla fine dell’occupazione israeliana, né attribuzioni di
responsabilità per i 70 mila morti ufficiali (per quanto uno studio di The
Lancet denunci cifre che si aggirano attorno a 186.000) e tanto meno meccanismi
di monitoraggio della gestione.
Il tentativo di deportazione di 153 palestinesi in Sudafrica – bloccato dal
paese il cui ministro degli esteri ha dichiarato “Riteniamo che l’arrivo del
gruppo faccia parte di un piano più ampio per trasferire i palestinesi in varie
regioni del mondo” e che “Il Sudafrica è fermamente contrario a questo piano di
espulsioni e non è disposto ad accettare nuovi voli”-, ci dimostra come l’esito
di questa riorganizzazione territoriale non prevederà mai un ritorno a casa dei
palestinesi.
Continua l’inasprirsi dei bombardamenti in Libano, che hanno visto solo nella
giornata di ieri almeno 15 palestinesi (25 secondo fonti non ufficiali) uccisi
dall’aviazione aerea a Ein El Hilwe, alla periferia di Sidone. E anche in
Cisgiordania, i coloni sotto scorta dell’esercito israeliano procedono
all’attacco sistematico dei contadini e dei raccolti, non sono mai cessate le
uccisioni e procede il progetto di divisione in due della West Bank con
l’intento di impedire qualsiasi unità territoriale palestinese.
Ne parliamo con Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri:
Il primo argomento della serata è stata l’assemblea “Nessun sostegno al
genocidio. Nessun accordo con Israele” che si terrà giovedì 30 ottobre alle 18
in piazza Castello. Ne abbiamo parlato con chi della nostra redazione sta
partecipando a queste assemblee e con due ospiti in studio tra i promotori delle
stesse. Si tratta del tentativo […]
di Enrica Perucchietti* Il nuovo rapporto di Francesca Albanese: «Il genocidio
in corso a Gaza è un crimine collettivo, sostenuto dalla complicità di influenti
Stati terzi, che hanno reso possibili …
Il 14 ottobre si terrà ad Udine la partita Italia vs Israele valevole per le
qualificazioni al prossimo mondiale di calcio maschile. Un ulteriore evento di
sportwashing in cui lo stato israeliano costruisce la sua vetrina e la sua
immagine nell’arena pubblica internazionale. Questo evento ha attirato
l’attenzione dei comitati locali propal che si stanno […]
In Sudan la guerra continua nell’indifferenza di buona parte dei movimenti
contro guerre e riarmo su scala globale. Nel nostro paese, salvo piccole
eccezioni, pare che a nessuno interessi il peggior genocidio di questo secolo.
La guerra per il potere ed il controllo delle risorse scoppiata tra le fazioni
di Al Burhan e di Hemetti, […]
Riprendiamo da @STOPRIARMO il programma della giornata di sabato 5 luglio
prevista dal percorso cittadino che vuole attivare una dimensione larga e
trasversale contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina. GIORNATA
STOP RIARMO// SABATO 5 LUGLIO 2025 PARCO DEL VALENTINO // INGRESSO DALL’ARCO DI
PIAZZA VITTORIO // ore 16 Alle 17 inizio […]
Puntata speciale nello spazio informativo di radio blackout dedicata
all’intervista a Jamil Almajdalawi, responsabile di progetti per l’infanzia a
Gaza. Jamil è arrivato a Torino, ma è da diversi mesi ormai che è riuscito a
uscire da Gaza. Nel corso dell’intervista parleremo con lui della condizione
delle bambine e dei bambini a Gaza dal 7 […]
La vantata decapitazione di Hamas e di pezzi importanti della gerarchia politica
di Hezbollah non sembra porre fine alle capacità distruttive dello Stato di
Israele contro i suoi nemici (effettivi o presunti che siano). Quanti pensavano
di veder finalmente sopraggiungere la fine del conflitto (o perlomeno una tregua
di una qualche consistenza) dopo l’eliminazione del […]