Per comprendere la natura del conflitto ucraino dobbiamo farci la classica
domanda “cui prodest” ed uno degli effetti strutturali più rilevanti della
guerra in Ucraina è che a livello energetico gli Stati Uniti stanno diventando
per l’Ue quello che fino al 2022 era stata la Russia per l’approvvigionamento di
energia visto che gli USA già oggi pesano per oltre il 50% delle importazioni di
gas liquefatto (e il 15% di quelle petrolifere).
A ottobre, per la prima volta, un singolo Paese gli USA ha esportato oltre 10
milioni di tonnellate metriche (mmt) di gas liquefatto, il 70% delle quali verso
l’Europa. e l’export di Gnl Usa, si stima, raddoppierà da qui al 2028 ,inoltre
nell’accordo sui dazi con la Casa Bianca, la Commissione s’è impegnata a un
ammontare folle di acquisti nel settore energetico Usa: 750 miliardi di dollari
in tre anni. Gli Stati Uniti hanno raggiunto con la guerra in Ucraina lo scopo
indicato da Brezinski ( La grande scacchiera,) il quale sosteneva che
l’obiettivo strategico degli Stati Uniti fosse quello di separare la Russia
dall’Europa per impedire la formazione di un blocco continentale che potesse
sfidare la potenza americana.
Non solo gas ma anche la nuova corsa agli armamenti , si parla del missile
ipersonico Dark Eagle che schierato in Germania potrebbe colpire obiettivi nella
Russia centrale nell’arco di sei-sette minuti. In risposta a queste minacce, la
Russia ha sospeso la moratoria sul dispiegamento di missili a medio e corto
raggio, dopo aver testato con successo il missile Burevestnik e il drone
sottomarino Poseidon.
L’ambasciatrice ucraina negli Stati Uniti ha dichiarato che il suo Paese «sta
conducendo negoziati positivi» con gli Stati Uniti incentrati sulla consegna a
Kiev di missili Tomahawk e altre armi a lungo raggio. Sta cominciando una nuova
corsa al riarmo tra Russia e Stati Uniti come quella che impose con conseguenze
catastrofiche per l’Urss Reagan negli anni 80 ,mentre gli Stati Uniti progettano
il sistema di difesa integrale “golden dom”.
Ne parliamo con Francesco Dall’Aglio esperto dell’Europa orientale e di
strategia.
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La situazione sul campo in Ucraina è sempre più difficile per le truppe di Kiev.
A Pokrovsk, città chiave del Donbass, le forze ucraine rischiano
l’accerchiamento: Mosca continua ad avanzare approfittando di una sproporzione
numerica ormai schiacciante – oltre 5 a 1 tra i due eserciti, e fino a 8-9 a 1
nelle aree di combattimento più attivo. Una guerra di logoramento in cui la
Russia mobilita 25-30mila uomini al mese, mentre Kiev fatica a sostituire le
perdite.
Sul fronte interno, intanto, si apre un’altra linea di crisi: circa 100mila
giovani ucraini tra i 18 e i 22 anni hanno lasciato il Paese verso la Polonia da
agosto a oggi. Una fuga dettata dalla paura del richiamo, dall’assenza di
prospettive e dal peso di quattro anni di guerra totale. A fine estate Zelensky
ha firmato un decreto che consente ai giovani di lasciare l’Ucraina, pur
mantenendo l’obbligo di leva dai 25 ai 60 anni: un tentativo di non distruggere
completamente la generazione che domani dovrebbe ricostruire il Paese, mantenere
un peso comunicativo in Europa e prevenire rivolte familiari.
Ma la domanda incombe: quanti di questi giovani torneranno in un’Ucraina segnata
da lutti, amputazioni, traumi, comunità sradicate? Chi potrà davvero ricostruire
ciò per cui ci si batte al fronte?
Con Sabato Angieri de Il Manifesto proveremo a leggere insieme le due facce
della stessa guerra: da un lato il terreno militare, sempre più difficile;
dall’altro la società ucraina, logorata da anni di conflitto senza riuscire ad
immaginarne una fine.
In questi anni di guerra abbiamo imparato che la propaganda bellica crea una
cortina di disinformazione tale da rendere quasi impossibile comprendere non
solo la dinamica e l’effettiva portata, ma a volte anche la stessa consistenza
di alcuni fatti. Certo è che sia l’Ucraina che la Russia vogliono proseguire ed
estendere la guerra, o comunque […]
Mentre scocca il terzo anno di guerra, finalmente si parla di negoziati di pace.
L’impulso lo ha dato, come atteso, la presidenza Trump ma l’Europa non sembra
persuasa che la resa a Putin sia utile e quindi no solo conferma e rafforza le
sanzioni alla Russia ma garantisce di continuare a sostenere ancora lo sforzo
[…]
A tre anni dall’inizio della guerra ed alla vigilia di una possibile spartizione
del territorio, vogliamo fare il punto su uno dei nodi cruciali di uno scontro
interimperialista che ha avuto e continua ad avere obiettivi diversi a seconda
delle parti in gioco. Uno degli snodi cruciali è quello energetico. Il prezzo
del gas liquefatto […]
Con Alberto Negri, inviato per tanti anni in Medio Oriente e editorialista del
quotidiano “Il Manifesto”, abbiamo parlato delle ultime dichiarazioni di Trump
sulle guerre in corso in Russia e Ucraina e in Medio Oriente. Nella giornata di
ieri, infatti, Donald Trump ha rivelato di aver effettuato un colloquio (o più
colloqui) telefonico con Vladimir […]
In uno scenario in cui le parole d’ordine in Europa per fronteggiare la
narrazione dei dazi americani in arrivo sono riarmo e energia, analizziamo
alcuni aspetti dello scenario globale. La presidenza di Trump è stata inaugurata
dal cessate il fuoco a Gaza, su dei termini di un accordo sostanzialmente uguale
a quello rifiutato da Netanyahu […]
Oggi, 4 novembre, si è tenuto un presidio al consolato ucraino a Milano. Abbiamo
ascoltato dalla viva voce di uno dei partecipanti i motivi dell’iniziativa,
ascolta o scarica la diretta. Di seguito, il testo di indizione del presidio:
L’epoca delle guerre algoritmiche, di cui esempio paradigmatico è il genocidio
in atto a Gaza, non ha […]
In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei Brics+ che ha
coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin. I temi del meeting
sono stati il rafforzamento e le strategie di integrazione del blocco, il Sud
Globale come dimensione che deve affrontare relazioni internazionali e
geopolitiche complesse e la volontà di […]
Né il fuoco ancora acceso sotto Chernobyl, né la centrale di Zaporizhzhia sempre
più a rischio, sembrano frenare le ambizioni dell’industria nucleare in Ucraina,
che cresce in partnership con aziende americane
L'articolo Ucraina, l’espansione dell’industria nucleare sotto le bombe russe
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