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25 APRILE 25 โ€“ CONTRO IMPERIALISMO E GUERRA
Ci avviciniamo a celebrare lโ€™80esimo anniversario della liberazione dal nazi-fascismo immersi in unโ€™atmosfera da fine del mondo. Se non fosse bastata la promessa distruttiva della crisi ecologica in cui siamo immers*, con la sindemia del covid come trauma collettivo giร  quasi-rimosso, la guerra aperta รจ nuovamente esplosa anche nella โ€œpacificaโ€ Europa. Sappiamo bene che per i popoli e per le soggettivitร  oppresse, cosรฌ come per le lavoratrici e i lavoratori, la guerra, nelle sue forme piรน esplicite delle bombe in Palestina o in quelle meno dichiarate come femminicidi,ย transicidi, morti sul lavoroย oย inย mare, non si era mai fermata.ย  Al contempo perรฒ assistiamo ad un cambio di paradigma, esemplificato dai discorsi intorno alla guerra guerreggiata,ย dal via libera al riarmo come unica soluzione per salvarci dalla barbarie,ย dal riaccendersi dei nazionalismi eย dalle guerre commerciali. Eppure, di fronte allโ€™intensificarsi del genocidio in Palestina, allโ€™aumento vertigionoso delle spese in armamenti in Europa e nel mondo, alla violenta repressione del dissenso che, partendo dagli USA di Trump e passando per la โ€œdemocraticaโ€ Germania, arriva fino alla fascistissima Italia, non รจ il momento di abbandonarci allo sconforto nรจ di soccombere alla disillusione. Il macro della geopolitica estera si riflette e rafforza nel micro delle nostre vite e dei quartieri in cui viviamo come nodi in tensione da cui rispondere, opporsi e resistere, soprattutto quando la sospensione totale di qualsiasi forma di democrazia si rende evidente. Ci scontriamo infatti con disuguaglianze di classe sempre piรน amplificate, le stesse che rendono impossibile a moltx avere una casa ed arrivare a fine mese nonostante un contesto urbano colmo di spazi abbandonati lasciati a marcire. Le cittร  che abitiamo si rivelano divise in frontiere interne che separano i quartieriย  โ€œriqualificatiโ€, accessibili a poch*, da quelli โ€œindecorosiโ€, raccontati come pericolosi attraverso le famose โ€œzone rosseโ€ fino a rendere di nuovo legittimi e desiderabili luoghi di confine e tortura come le carceri e i cpr. Nel clima di guerra diffuso, non sono solo le fasce piรน marginalizzati a subire il neofascismo, siamo tutt noi, perchรฉ i tagli allโ€™istruzione, alla ricerca, alla salute pubblica, ai centri antiviolenza hanno effetti reali sui corpi senza distinzioni, seppur con differenti gradi di severitร . In questo meccanismo stratificato, la guerra si presenta come realtร  pronta a riscrivere i presupposti di ulteriori divisioni sociali, nuovi sommersi e salvati mentre si allarga la fascia di persone e corpi sacrificabili. Se la confusione รจ grande sotto il cielo, il momento non รจ certo eccellente, eppure il mondo รจ lungi dallโ€™essere pacificato: in Palestina il movimento di resistenza palestinese affronta con determinata ostinazione il tentativo di cancellazione del loro popolo, negli Stati Uniti studentesse e studenti infiammano le universitร  sfidando lโ€™ira repressiva del governo repubblicano, mentre dal Chiapas arriva lโ€™appello a costruire โ€œil giorno dopoโ€ย della tempesta capitalista. IL 25 aprile ci pare allora quanto mai attuale, nel suo interrogarci in maniera urgente, non solo oggi ma nelle lotte che animiamo tutti i giorni: di fronte alleย crisi del mondo che conosciamo, con i suoi immancabili risvolti violenti e sanguinari, da che parte stiamo? Quali responsabilitร , individuali e collettive, ci chiamano allโ€™azione? Ieri come oggi, resistere rimane per noi una postura necessaria quanto diversificata nella molteplicitร  di pratiche, forme e idee disposte a contrastare imperialismi e fascismi vecchi e nuovi. Che sia nellโ€™opporsi a progetti estrattivi ed ecocidi tramite sabotaggi e picchetti, occupando fabbriche e rivoluzionando gli assetti produttivi in chiave anti-capitalista, dis-armando una guerra contro le donne e le soggettivitร  non conformi al mito patriarcale e alle sue soluzioni punitive e securitarie.ย Smontando il mito del progresso e della pace basate su violenza e sfruttamento lontano dai nostri occhi. Resistiamo e ci organizziamo nella lotta liberando spazi e menti, salvando il desiderio di unโ€™alternativa rispetto a un mondo in fiamme, occupando case, palazzi, quartieri e universitร  per dar spazio a nuove forme del sociale, di alleanze e di solidarietร  nelle lotte di ciascun contro nemici comuni, perchรจ nessunx rimanga solx.ย  Oggi, dopo 80 anni, siamo qui per ricordare, e per non dimenticare mai, il costo della nostra libertร  e la sua necessitร , uno sforzo continuo da compiere insieme, giorno dopo giorno. Sarร ย un giorno di festa e di lotta, vogliamo passarlo con l*ย nostr*ย compagn*, sicur* che le nostre strade si incontreranno ancora e spesso nei tempi prossimi di resistenza.ย  Fino alla rivoluzione โ˜…ย PROGRAMMA โ˜…ย 
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25 aprile
๐ŸŽญReclaim the Theatre vol. II
Con la volontร  di riappropriarsi di questa forma dโ€™arte come veicolo espressivo, divulgativo e sociale. Con la consapevolezza che il teatro รจ quasi sempre in grado di abbracciare le rivoluzioni e diventarne un megafono potente e privilegiato. Speriamo che, a loro volta, anche le nostre rivoluzioni possano intessere un legame profondo e fertile con il teatro. ย  Scopri il programma qui
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๐Ÿ”ด๐˜ฟ๐™ž๐™˜๐™๐™ž๐™–๐™ง๐™–๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™š ๐™š ๐™ง๐™ž๐™˜๐™๐™ž๐™š๐™จ๐™ฉ๐™š ๐™™๐™š๐™ก ๐™‰๐™š๐™ฉ๐™ฌ๐™ค๐™ง๐™  ๐˜ผ๐™œ๐™–๐™ž๐™ฃ๐™จ๐™ฉ ๐™ˆ๐™ž๐™œ๐™ง๐™–๐™ฃ๐™ฉ ๐˜ฟ๐™š๐™ฉ๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™ž๐™ค๐™ฃ ๐™™๐™ค๐™ฅ๐™ค ๐™ก๐™– ๐™ข๐™ค๐™—๐™ž๐™ก๐™ž๐™ฉ๐™–๐™ฏ๐™ž๐™ค๐™ฃ๐™š ๐™ž๐™ฃ ๐˜ผ๐™ก๐™—๐™–๐™ฃ๐™ž๐™– ๐™™๐™š๐™ก๐™กโ€™1/2 ๐™™๐™ž๐™˜๐™š๐™ข๐™—๐™ง๐™š๐Ÿ”ด
๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฑ๐˜‚๐—ฒ ๐—ด๐—ถ๐—ผ๐—ฟ๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—บ๐—ผ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ๐˜๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—”๐—น๐—ฏ๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜๐—ผ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—น๐—ผ ๐—ฅ๐—ฎ๐—บ๐—ฎ-๐— ๐—ฒ๐—น๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ฎ, ๐—บ๐—ฎ ๐—น๐—ฎ ๐—น๐—ผ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฎ ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ฎ! Come realtร  dal basso, movimenti sociali, associazioni, abbiamo dato vita al Network Against Migrant Detention, una rete transnazionale che si oppone al sistema della detenzione amministrativa e allโ€™esternalizzazione delle frontiere. ๐‘ธ๐’–๐’†๐’”๐’•๐’ ๐’„๐’๐’Ž๐’–๐’๐’Š๐’„๐’‚๐’•๐’ ๐’„๐’๐’๐’ˆ๐’Š๐’–๐’๐’•๐’ ๐’“๐’‚๐’„๐’„๐’‰๐’Š๐’–๐’…๐’† ๐’“๐’Š๐’—๐’†๐’๐’…๐’Š๐’„๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’Š ๐’‘๐’๐’๐’Š๐’•๐’Š๐’„๐’‰๐’† ๐’† ๐’๐’ƒ๐’Š๐’†๐’•๐’•๐’Š๐’—๐’Š ๐’„๐’‰๐’† ๐’—๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚๐’Ž๐’ ๐’‘๐’†๐’“๐’”๐’†๐’ˆ๐’–๐’Š๐’“๐’†. Contro i CPR, contro le politiche migratorie razziste e neocoloniali del governo Meloni, contro il nuovo Patto europeo sulla Migrazione e Asilo. ๐Ÿ”ฅ๐™‹๐™š๐™ง ๐™ก๐™– ๐™ก๐™ž๐™—๐™š๐™ง๐™ฉร  ๐™™๐™ž ๐™ข๐™ค๐™ซ๐™ž๐™ข๐™š๐™ฃ๐™ฉ๐™ค ๐™™๐™ž ๐™ฉ๐™ช๐™ฉ๐™ฉ๐™š ๐™š ๐™ฉ๐™ช๐™ฉ๐™ฉ๐™ž!๐Ÿ”ฅ ENGLISH The Italy-Albania Protocol is a failure from every perspective! Despite the decision of the Italian government to suspend the deportation of migrant people to Albania, we as Network Against Migrant Detention have decided to stick to our mobilization on December 1 and 2 in Tirana, as well as at the centers in Gjadรซr and Shรซngjin, to express our dissent against the deportation system established by the Protocol. While this failure represents a temporary stalemate, we are well aware that the logic driving these policies is far from defeated. Just weeks after the Protocolโ€™s implementation, the use of the hotspot and detention facilities in Albania has been suspended, at least until the European Court of Justice issues its rulings. The mechanism has stumbled over the definition of a โ€œSafe Country of Originโ€ temporarily challenged by the October 4, 2024 ruling by the European Court of Justice. The ruling states that a country cannot be deemed safe unless it is so across its entire territory and for everyone. In practice, every case must be evaluated individually, and judges must consider whether the country in question is actually safe for the specific individual at the time of the decision. Thanks to this ruling, Italian judges have repeatedly disregarded the executive orders imposed by the Meloni government through emergency legislative decrees. While this partial victory reflects a European legal framework that still withstands the harsh blows inflicted by illiberal right-wing forces and governments of all political stripes, it has been achieved through struggles, above all those of migrant people themselves, affirming the right to asylum and freedom of movement. Therefore, we believe that relying solely on the judicial system is insufficient to halt these policies. The horizon towards which the Protocol is heading is the implementation of the New Pact on Migration and Asylum planned for June 2026. This will introduce new criteria for defining safe countries of origin, broadening the scope for accelerated border procedures. At that point, the design of externalization embodied by the Italy-Albania Protocol might face no further obstacles and could serve as a model to be replicated in other EU Member States. For this reason, over 200 activists from Italy, Albania, and Greece have gathered this weekend in Tirana, staging protests in front of the hotspot at port of Shรซngjin, the detention center in Gjadรซr, the Albanian government headquarters, the Italian Embassy, and the European House. Our goal is to lay the groundwork for a broad pan-european and transnational mobilization capable of opposing these policies in the long term. As members of the Network Against Migrant Detention, we demand: The dismantling of Italian detention centers on Albanian territory, rejecting any repurposing for other forms of detention The abolition of any form of administrative detention for migrant people and asylum seekers. The abolition of the concept of a โ€œSafe Country of Origin,โ€ which serves only to restrict international protection. The withdrawal of Italian military forces from Albanian territory and their immediate return to Italy. The opening of safe, legal and accessible pathways, the right to mobility and self-determination for all migrant people, and the granting of the right to circulate freely, regardless of motivations and status recognition ย  The Network Against Migrant Detention sets the following objectives:ย ย  To oppose the Meloni-Rama Protocol and the model it represents through various political tools, including information campaigns, public mobilizations, strategic litigation, and pressure involving opposition politicians from Italy and Europe, creating a broad, cross-sectoral, and interdisciplinary movement. To obstruct the construction of new detention and deportation centers and the strengthening of existing ones in Italy and Europe, promoting a counter-narrative to the populist rhetoric that exploits fear to justify militarized forms of security. This includes exposing the administrative detention industry, highlighting violations of fundamental rights within detention centers, and proposing a reception model centered on dignity, autonomy, and the development of migrant peopleโ€™s life projects. To build a transnational and trans-European movement that establishes the struggle for universal freedom of movement as a fundamental condition for the radical democratization of this political space. This movement stands against both the rise of nationalist, illiberal conservatism in Europe and the neoliberal institution of the EU. Both in continuity with each other, reinforce violent systems of rejection and selection of migrant people. To forge connections beyond European territories with those opposing the EUโ€™s border externalization policies, rejecting the neocolonial coercion imposed by agreements with third countries in exchange for European integration and economic support. โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€” ITALIAN Il Protocollo Italia-Albania รจ un fallimento sotto tutti i punti di vista! Nonostante la decisione del governo italiano di sospendere le deportazioni di persone migranti in Albania, come Network Against Migrant Detention abbiamo deciso di mantenere la mobilitazione lโ€™1 e il 2 dicembre a Tirana e presso i centri di Gjadรซr e Shรซngjin per esprimere il nostro dissenso verso il sistema di deportazione messo in piedi dal Protocollo. Benchรฉ il fallimento rappresenti un momentaneo stallo, sappiamo che la logica che anima queste politiche รจ tuttโ€™altro che sconfitta. A poche settimane dallโ€™entrata in funzione del Protocollo, รจ stato sospeso lโ€™utilizzo delle strutture di hotspot e di detenzione in Albania, almeno fino alle pronunce della Corte di Giustizia Europea. Il meccanismo si รจ inceppato sulla definizione di Paese dโ€™Origine Sicuro, su cui la sentenza del 4 ottobre 2024 della Corte di Giustizia Europea ha posto un momentaneo argine. Essa infatti indica che un paese non puรฒ considerarsi sicuro qualora non lo sia nella totalitร  del suo territorio e per tuttษ™. Nella pratica, ogni caso deve essere valutato singolarmente, e il giudice deve considerare se, al momento della decisione, il Paese in questione รจ effettivamente sicuro per quella specifica persona. Grazie a questa decisione i giudici italiani hanno potuto ripetutamente disapplicare lโ€™ordine esecutivo che il governo Meloni ha impartito attraverso decreti-legge approvati dโ€™urgenza. Se questo parziale risultato รจ anche frutto di un sistema di diritto europeo che ancora regge i duri colpi inferti tanto dalle destre illiberali quanto dai governi di ogni altro colore politico, conquistato attraverso le lotte soprattutto delle persone migranti per affermare il diritto di asilo e la libertร  di movimento, crediamo che il solo piano giudiziario non sia sufficiente per porre un freno a queste politiche. Infatti, lโ€™orizzonte verso cui il Protocollo si proietta รจ lโ€™applicazione del Nuovo Patto sullโ€™Immigrazione e lโ€™Asilo prevista per giugno 2026, che introdurrร  nuovi criteri per la definizione di paese dโ€™origine sicura, estendendo i casi di applicazione delle procedure accelerate per la richiesta di asilo in frontiera. A quel punto, il disegno di esternalizzazione che il Protocollo Italia-Albania incarna potrebbe non trovare piรน ostacoli e rappresentare un modello da riprodurre da parte degli Stati Membri dellโ€™UE. Per questo motivo, questo weekend ci siamo ritrovati a Tirana in piรน di 200 attivistษ™ da Italia, Albania e Grecia, manifestando insieme davanti allโ€™hotspot al porto di Shรซngjin, al centro di detenzione di Gjadรซr e davanti alla sede del Governo albanese, allโ€™Ambasciata italiana e alla Casa dellโ€™Europa. Il nostro obiettivo รจ quello di porre le basi per una mobilitazione pan-europea e transnazionale di largo respiro, che sia in grado di opporsi anche sul lungo termine a queste politiche. Come Network Against Migrant Detention rivendichiamo:ย  Lo smantellamento dei centri italiani in territorio albanese, non contemplando quindi un altro utilizzo detentivo alternativo. Lโ€™abolizione di qualsiasi ipotesi di detenzione amministrativa delle persone migranti e richiedenti asilo. Lโ€™abolizione della nozione di Paese dโ€™Origine Sicuro, in quanto solamente strumentale alla restrizione della protezione internazionale. La smobilitazione dei militari italiani in territorio albanese ed un loro immediato rientro in Italia. Lโ€™apertura di canali di ingresso legali e accessibili per tuttษ™, il diritto alla mobilitร  e allโ€™autodeterminazione delle persone migranti e la possibilitร  di circolare liberamente, indipendentemente dalle motivazioni e dal riconoscimento di uno statusโ€. Il Network Against Migrant Detention pone gli obiettivi di:ย  Opporsi al Protocollo Meloni-Rama e al modello che esso rappresenta, utilizzando i diversi strumenti politici: dallโ€™informazione, alle mobilitazioni di piazza, dal contenzioso strategico, alla pressione attraverso la presenza di esponenti politici di opposizione sia italiani che europei, creando una mobilitazione ampia, trasversale e interdisciplinare. Ostacolare la costruzione di nuovi centri di detenzione ed espulsione e il rafforzamento di quelli esistenti in Italia e in Europa, diffondendo una differente narrazione di segno opposto ai discorsi populisti che fanno leva sulla paura della gente per incrementare forme militarizzate di sicurezza. รˆ quindi necessario denunciare il business della detenzione amministrativa, la violazione delle libertร  fondamentali dellษ™ detenutษ™ e proporre un modello di accoglienza che ponga al centro la dignitร , lโ€™autonomia e lo sviluppo dei progetti di vita delle persone migranti. Costruire un movimento transeuropeo e transnazionale che ponga la lotta per la libertร  universale di movimento come una delle condizioni fondamentali per la radicale democratizzazione di questo spazio politico, in opposizione, da un lato, allโ€™emergente Europa dei nazionalismi conservatori e illiberali e, dallโ€™altro, allโ€™istituzione neoliberale della UE. Entrambi infatti, in continuitร  gli uni con lโ€™altra, rinforzano sistemi violenti di respingimento e selezione delle persone in movimento. Costruire relazioni oltre i territori europei con coloro che si oppongono allโ€™esternalizzazione dei confini UE, rifiutando il ricatto neocoloniale che i patti con paesi terzi pongono in cambio di integrazione europea e supporto economico. ย  ย  ย 
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Mobilitazione in Albania (N.A.M.D.)
๐Ÿ”ด ๐ƒ๐ฎ๐ž ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐š ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐ž ๐š๐ข ๐œ๐ž๐ง๐ญ๐ซ๐ข ๐๐ข ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐ž ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด English below Con la conferenza stampa del 6 novembre come ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, una nuova rete transnazionale di attivistษ™ italiani e albanesi, abbiamo lanciato una ๐’…๐’–๐’† ๐’ˆ๐’Š๐’๐’“๐’๐’Š ๐’…๐’Š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’•๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’‘๐’†๐’“ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š ๐’‚๐’ ๐’‘๐’‚๐’•๐’•๐’ ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š e per la ๐’„๐’‰๐’Š๐’–๐’”๐’–๐’“๐’‚ ๐’…๐’†๐’Š ๐’„๐’†๐’๐’•๐’“๐’Š ๐’…๐’Š ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’† ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“ ๐’Š๐’ ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. Il patto rappresenta ๐’โ€™๐’†๐’๐’๐’†๐’”๐’Š๐’Ž๐’ ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’…๐’Š ๐’†๐’”๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’›๐’‚๐’›๐’Š๐’๐’๐’† ๐’…๐’†๐’๐’๐’† ๐’‡๐’“๐’๐’๐’•๐’Š๐’†๐’“๐’† e sperimenta la creazione di vere e proprie strutture di detenzione amministrativa per le persone migranti, trasformandosi quindi in un pericoloso precedente allโ€™interno dellโ€™infrastruttura europea di contrasto alla libertร  di movimento e al diritto di asilo, un ๐’Ž๐’†๐’„๐’„๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž๐’ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’‚๐’“๐’Š๐’ ๐’…๐’Š ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’๐’† ๐’† ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’‚๐’Ž๐’†๐’๐’•๐’ ๐’‚ ๐’„๐’–๐’Š ๐’—๐’๐’ˆ๐’๐’Š๐’‚๐’Ž๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’“๐’„๐’Š. ๐Ÿ”ฅรˆ quindi per noi fondamentale come ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐šฬ€ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ๐ž ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ณ๐š๐ญ๐š ๐๐š๐ฅ ๐›๐š๐ฌ๐ฌ๐จ ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐š๐ซ๐œ๐ข ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ญ๐š๐ซ๐œ๐ข, sia con un presidio allโ€™hotspot di Shenjin e al Cpr di Gjadรซr domenica 1 dicembre, che con una manifestazione a Tirana lunedรฌ 2 dicembre davanti alle istituzioni responsabili dellโ€™accordo. Vogliamo opporci a questo modello neocoloniale creando un ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐š๐ฆ๐ฉ๐ข๐จ ๐ž ๐ญ๐ซ๐š๐ฌ๐ฏ๐ž๐ซ๐ฌ๐š๐ฅ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅโ€™๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ณ๐ข๐จ๐ง๐ž ๐๐ž๐ฅ ๐ฌ๐ข๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ๐š ๐‚๐๐‘ ๐ช๐ฎ๐ข ๐ž ๐š๐ฅ๐ญ๐ซ๐จ๐ฏ๐ž, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฎ๐งโ€™๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐š ๐๐ข ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐ž ๐๐ข ๐ ๐ข๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐ณ๐ข๐š ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ๐ž ๐ž ๐ฉ๐ž๐ซ ๐ฅ๐š ๐ฅ๐ข๐›๐ž๐ซ๐ญ๐šฬ€ ๐๐ข ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐ž๐ง๐ญ๐จ ๐๐ข ๐ญ๐ฎ๐ญ๐ญษ™. โœˆ๏ธ๐‘ƒ๐‘’๐‘Ÿ ๐‘ข๐‘™๐‘ก๐‘’๐‘Ÿ๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘– ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ง๐‘–๐‘œ๐‘›๐‘– ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘โ„Ž๐‘’ ๐‘ ๐‘ข ๐‘๐‘œ๐‘š๐‘’ ๐‘๐‘Ÿ๐‘’๐‘›๐‘‘๐‘’๐‘Ÿ๐‘’ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘’ ๐‘Ž๐‘™๐‘™๐‘Ž ๐‘‘๐‘ข๐‘’ ๐‘”๐‘–๐‘œ๐‘Ÿ๐‘›๐‘– ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž ๐‘ ๐‘๐‘Ÿ๐‘–๐‘ฃ๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘๐‘–! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก ย  ย  ENG: ย  ๐Ÿ”ด ๐“๐ฐ๐จ ๐ƒ๐š๐ฒ๐ฌ ๐จ๐Ÿ ๐Œ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐š๐ญ๐ข๐จ๐ง ๐ข๐ง ๐“๐ข๐ซ๐š๐ง๐š ๐š๐ง๐ ๐š๐ญ ๐ญ๐ก๐ž ๐’๐ก๐ž๐ง๐ฃ๐ข๐ง ๐š๐ง๐ ๐†๐ฃ๐š๐๐žฬˆ๐ซ ๐‚๐ž๐ง๐ญ๐ž๐ซ๐ฌ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š! ๐Ÿ”ด ย  With the press conference on November 6th, as the ๐‘๐‘’๐‘ก๐‘ค๐‘œ๐‘Ÿ๐‘˜ ๐ด๐‘”๐‘Ž๐‘–๐‘›๐‘ ๐‘ก ๐‘€๐‘–๐‘”๐‘Ÿ๐‘Ž๐‘›๐‘ก ๐ท๐‘’๐‘ก๐‘’๐‘›๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘›, a new transnational network of Italian and Albanian activists, we launched a ๐’•๐’˜๐’-๐’…๐’‚๐’š ๐’Ž๐’๐’ƒ๐’Š๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’† ๐’•๐’‰๐’† ๐‘น๐’‚๐’Ž๐’‚-๐‘ด๐’†๐’๐’๐’๐’Š ๐’‘๐’‚๐’„๐’• and demand ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’๐’๐’”๐’–๐’“๐’† ๐’๐’‡ ๐’•๐’‰๐’† ๐’„๐’†๐’๐’•๐’†๐’“๐’” ๐’Š๐’ ๐‘บ๐’‰๐’†๐’๐’‹๐’Š๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐‘ฎ๐’‹๐’‚๐’…๐’†ฬˆ๐’“, ๐‘จ๐’๐’ƒ๐’‚๐’๐’Š๐’‚. The pact represents yet ๐’‚๐’๐’๐’•๐’‰๐’†๐’“ ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’ƒ๐’๐’“๐’…๐’†๐’“ ๐’†๐’™๐’•๐’†๐’“๐’๐’‚๐’๐’Š๐’›๐’‚๐’•๐’Š๐’๐’ and experiments with the creation of actual administrative detention facilities for migrants, thus setting a dangerous precedent within the European infrastructure aimed at restricting freedom of movement and the right to asylum โ€” ๐’‚ ๐’”๐’†๐’„๐’–๐’“๐’Š๐’•๐’š-๐’ƒ๐’‚๐’”๐’†๐’… ๐’Ž๐’†๐’„๐’‰๐’‚๐’๐’Š๐’”๐’Ž ๐’๐’‡ ๐’“๐’†๐’‘๐’“๐’†๐’”๐’”๐’Š๐’๐’ ๐’‚๐’๐’… ๐’„๐’๐’๐’‡๐’Š๐’๐’†๐’Ž๐’†๐’๐’• ๐’•๐’‰๐’‚๐’• ๐’˜๐’† ๐’˜๐’‚๐’๐’• ๐’•๐’ ๐’๐’‘๐’‘๐’๐’”๐’†. ย  ๐€๐ฌ ๐š๐ง ๐จ๐ซ๐ ๐š๐ง๐ข๐ณ๐ž๐ ๐œ๐ข๐ฏ๐ข๐ฅ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐ž๐ญ๐ฒ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ, ๐ข๐ญ ๐ข๐ฌ ๐œ๐ซ๐ฎ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐ฎ๐ฌ ๐ญ๐จ ๐ ๐š๐ญ๐ก๐ž๐ซ ๐ข๐ง ๐€๐ฅ๐›๐š๐ง๐ข๐š ๐ญ๐จ ๐ฆ๐จ๐›๐ข๐ฅ๐ข๐ณ๐ž, both with a protest at the Shenjin hotspot and the Gjadรซr CPR on Sunday, December 1st, and with a demonstration in Tirana on Monday, December 2nd, in front of the institutions responsible for the agreement. We want to resist this neo-colonial model by ๐œ๐ซ๐ž๐š๐ญ๐ข๐ง๐  ๐š ๐›๐ซ๐จ๐š๐, ๐œ๐ซ๐จ๐ฌ๐ฌ-๐œ๐ฎ๐ญ๐ญ๐ข๐ง๐  ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐ญ๐จ ๐š๐›๐จ๐ฅ๐ข๐ฌ๐ก ๐ญ๐ก๐ž ๐‚๐๐‘ ๐ฌ๐ฒ๐ฌ๐ญ๐ž๐ฆ ๐ก๐ž๐ซ๐ž ๐š๐ง๐ ๐ž๐ฅ๐ฌ๐ž๐ฐ๐ก๐ž๐ซ๐ž, ๐ญ๐จ ๐›๐ฎ๐ข๐ฅ๐ ๐š ๐„๐ฎ๐ซ๐จ๐ฉ๐ž ๐จ๐Ÿ ๐ซ๐ข๐ ๐ก๐ญ๐ฌ ๐š๐ง๐ ๐ฌ๐จ๐œ๐ข๐š๐ฅ ๐ฃ๐ฎ๐ฌ๐ญ๐ข๐œ๐ž, ๐š๐ง๐ ๐ญ๐จ ๐Ÿ๐ข๐ ๐ก๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐Ÿ๐ซ๐ž๐ž๐๐จ๐ฆ ๐จ๐Ÿ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ž๐ฆ๐ž๐ง๐ญ ๐Ÿ๐จ๐ซ ๐š๐ฅ๐ฅ. ย  ๐น๐‘œ๐‘Ÿ ๐‘“๐‘ข๐‘Ÿ๐‘กโ„Ž๐‘’๐‘Ÿ ๐‘™๐‘œ๐‘”๐‘–๐‘ ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘™ ๐‘–๐‘›๐‘“๐‘œ๐‘Ÿ๐‘š๐‘Ž๐‘ก๐‘–๐‘œ๐‘› ๐‘œ๐‘› โ„Ž๐‘œ๐‘ค ๐‘ก๐‘œ ๐‘๐‘Ž๐‘Ÿ๐‘ก๐‘–๐‘๐‘–๐‘๐‘Ž๐‘ก๐‘’ ๐‘–๐‘› ๐‘กโ„Ž๐‘’ ๐‘ก๐‘ค๐‘œ ๐‘‘๐‘Ž๐‘ฆ๐‘  ๐‘–๐‘› ๐ด๐‘™๐‘๐‘Ž๐‘›๐‘–๐‘Ž, ๐‘”๐‘’๐‘ก ๐‘–๐‘› ๐‘ก๐‘œ๐‘ข๐‘โ„Ž ๐‘ค๐‘–๐‘กโ„Ž ๐‘ข๐‘ ! ย  ๐Ÿ…ข๐Ÿ…ฃ๐Ÿ…ž๐Ÿ…Ÿ ๐Ÿ…›๐Ÿ…๐Ÿ…–๐Ÿ…”๐Ÿ…ก
Antifascismo
Antirazzismo
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Migrante
CPR
30 anni di lotta
Devo avere una casa ย  per andare in giro per il mondo. Sonoย passati 30 anniย da quando una manciata diย sognatorษ™,ย traย studentษ™, lavoratorษ™ย eย disoccupatษ™, decise di liberare lo spazio di via Revello 3 in zona San Paolo. 30 anni di rottura contro il desertoย attornoย lasciato dalle istituzioni. 30 anni di lotta insieme, attraversando generazioni, crisiย e repressione, slanci rivoluzionari.ย  A 30 anni da quel giorno, viviamo in un periodo di guerra continua, per questo il nostro primo pensiero va alla Palestina, un periodo governato daiย fascisti del terzo millennioย che ogni giornoย erodono i diritti conquistati con le lotte del passato, tentandoย di spezzare i legami e le reti solidali che creano le nostre comunitร  resistenti.ย Treย decadiย in cui abbiamo visto inasprirsi a suon di decreti sicurezza, la repressione per chi lotta,ย chiย non si allinea e tiene alta lโ€™attenzione sulle violenze perpetrate dal governo, siano esse fisiche o sociali.ย  Ma se siamo ancora qui รจ perchรฉ il centroย sociale ha saputoย creareย negli anniย quelle reti che non si piegano allaย repressioneย del capitale o aย  rigurgitiย fascisti,ย diventandoย parte integrante e pulsante del quartiere e della cittร .ย  Via Revello e via Millio sono gli spazi che abbiamo chiamato e continuiamo a chiamareย casa per tuttษ™. Spazi che ai bisogni reali hanno dato risposte concrete attraverso gli sportelliย per la casa, il lavoro o supporto legale. Spazi che garantisconoย unโ€™accessibilitร  alle cure fuori dalle logiche capitalistiche e patriarcali, come la microclinica Fatih, la consultoria FAM o la palestra popolare Dante Di Nanni. Spazi che hanno dato la possibilitร  di sperimentare e di condividere conoscenze in modo circolare, senza capi nรฉย maestrษ™, creando i laboratori che ancora oggi vivono nel centro, dallโ€™Hacklab al Gila, dalย birrificio SNEB alla ciclofficina, dallโ€™orto di Walter alla biblioteca Goliarda Sapienza. E altri, che aspettano di essere aperti.ย  Spazi che ogni anno accolgono e danno voce, attraverso assemblee e incontri, a lotte locali e nazionali. Al fianco dellษ™ ultimษ™ e dษ™ marginalizzatษ™ e a difesa degli spazi pubblici, del territorio e delle libertร  che ci stanno rubando. Spazi che si svuotano per riempire le strade, liberare altri luoghi oppure proteggerli dalle tasche degliย speculatori, per essere il sassolinoย che inceppa gli ingranaggi, per portare conflitto, come reale motore di cambiamento. Guardando al Chiapas e al Kurdistan per prendere spunto per nuove forme di lotta che riescano ad essere breccia. Spazi che hanno creato una comunitร  antifascista che da 30 anni si oppone a leggi neoliberali e liberticide, alla detenzione amministrativa e razzista, alle guerre genocide, alla devastazione dei territori, alla sovradeteminazione dei corpi. Spazi che hanno permesso a migliaia di personeย diย fare socialitร  fuori dalle logiche commerciali, semplicemente attraversando il centro, partecipando alle cene popolari o alle centinaia di serate con proposte musicali e teatrali lontano dal mainstream. Spazi attraversati da chi non cโ€™รจ piรน, ma portiamo sempre nel cuore. Per questo vogliamo festeggiare, non un compleanno o un anniversario, maย 30 anni di comunitร  in lotta. 30 anni di complicitร ย e solidarietร . 30 anni di osare e sognare insieme lโ€™avvenire.ย  E lo faremo come sempre dal basso ma in grande e lentamente. Abbiamo iniziato ritrovandoci alla cena sociale di venerdรฌ 11 ottobre per una serata in compagnia e farci gli auguri.ย Grazie mille a tutt3, รจ stato un ottimo inizio!ย Proseguiremo il 19 ottore con una serataccia tra performance, metalli rigenerati, fuochiย e percussioni che ci faranno danzare fino a tardi!ย  CHI SOGNA NON SARAโ€™ MAI SOL@ CHI LOTTA NON MUORE MAI!
Antifascismo
Antiproibizionismo
Antirazzismo
Antisessismo
Antispecismo
PER UNA CHIAMATA DI DISCUSSIONE E MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO I MILLE VOLTI DEL RAZZISMO DI STATO.
TORINO / 1,2 e 3 Novembre 2024 Se primavera ed estate 2024 sono state scandite dal calore di proteste, scioperi, rivolte ed evasioni โ€“ sopratutto dentro le galere di in ogni parte del paese โ€“ non si puรฒ dire che la controparte non stia, di pari passo, affilando la sua lama, puntandola spietatamente contro poverx, migranti e ribelli nonchรฉ chiunque porta solidarietร  e prova a opporsi e resistere. Gli strumenti legislativi a disposizione delle procure si stanno, infatti, rimpolpando di disegni e decreti legge criminogeni che mirano ad ampliare il ventaglio dei reati, intensificarne le pene e abbassare la soglia di punibilitร . Il ddl 1660, in corso di approvazione, rispecchia molto bene la realtร  in cui ci vogliono costringere a vivere. Difatti, in maniera molto dettagliata e puntuale, va a colpire tutti gli ambiti dove negli ultimi anni sono state portate avanti le proteste e le lotte piรน incisive che hanno attraversato il paese, dai luoghi di detenzione (carcere e CPR) alle mobilitazioni contro il disastro climatico. Dโ€™altronde non servirebbe uno degli ultimi omicidi โ€“ in ordine temporale, e tra i piรน noti, che da decenni accadono nelle campagne italiane โ€“ di Satnam Singh a ricordarci che la linea del colore e lโ€™oppressione di classe segnano indelebilmente il destino allโ€™interno delle dinamiche di sfruttamento della forza lavoro. O lโ€™assassinio di Oussama Darkaoui nel CPR di Palazzo San Gervasio a ribadire, ancora una volta, come le galere amministrative assolvano quotidianamente a uno dei loro compiti principali: terrorizzare i/le liberx senza documenti europei โ€“ resx clandestinx dalle leggi โ€“ affinchรฉ non osino lottare, autodeterminarsi ed esistere fuori dagli schemi della paura e del dominio. Eppure, questa calda estate ci ha dimostrato che davanti alla brutale ingiustizia e violenza agita dallo Stato, non รจ solo la paura a dominare gli animi. Da Nord a Sud le proteste hanno scaldato i centri di detenzione โ€“ sia penale che amministrativi, ad ogni latitudine e per mano di ogni etร . Fuori da quelle mura, solidali e complici han cercato le proprie strade per mostrare supporto, tessere legami, far circolare le notizie, rendersi tasselli di comunicazione, affiancando chi ha deciso di parlare per sรฉ attraverso rivolte e proteste. Sappiamo che il capitalismo differenziale โ€“ tanto piรน se in crisi economica e in un panorama bellico โ€“ ha sempre piรน bisogno di allargare le maglie quantitative del contenimento, irregimentare i metodi di tortura con il fine โ€“ neanche tanto sottinteso โ€“ di terrorizzare su larga scala e contenere coloro che si ribellano. Guerra, violenza, repressione, sorveglianza e incarcerazione, costituiscono gli strumenti necropolitici per antonomasia che si ripercuotono materialmente sui corpi provocando morte e sofferenza. Spezzano i legami ma, allo stesso tempo, producono nuove relazioni sociali, nuove grammatiche del potere, iscrivendole allโ€™interno di unโ€™economia politica imperniata sulla gerarchizzazione dellโ€™umano. La necropolitica, provando a interpretare i presenti sconvolgimenti globali, non รจ tuttavia semplicemente un processo bensรฌ un vero e proprio paradigma. Il conflitto bellico tra lโ€™Ucraina e la Federazione Russa e il genocidio in atto da parte dello stato sionista nei confronti della popolazione palestinese, sono โ€“ allโ€™interno di questo quadro โ€“ potenti esempi di come agisce tale macchina. Alle nostre latitudini i venti di guerra soffiano in molteplici direzioni; ne sono un esempio, da un lato, gli investimenti massicci nel settore bellico da parte del governo Meloni, dallโ€™altro la stesura di decreti sicurezza, creati ad hoc, in cui vengono categorizzati sempre piรน nuovi nemici interni, evocando incessantemente una supposta minaccia incombente sulla stabilitร  del sistema economico e sociale. Non limitandoci a osservare il fenomeno della guerra, come mera espressione dei/delle governanti di turno o di contingenti necessitร  geopolitiche, ci preme piuttosto leggere il presente bellico come parte integrante del capitalismo, e nella fattispecie di quello neoliberale, grimaldello della paura e della retorica massmediatica: base discorsiva per lโ€™assestarsi o lโ€™accelerare di alcune modificazioni del presente. Fondamentale, in merito ai discorsi oggetto di questa chiamata, lโ€™intensificarsi di una retorica potente sul nemico interno delineato, non solo in chi lotta o dissente, ma soprattutto in colui che si trova ai margini del privilegio di classe e razza. A tal proposito, il razzismo sistemico e sistematico, lโ€™islamofobia, la clandestinizzazione forzata delle persone in viaggio senza documenti europei, la brutalitร  delle frontiere e le morti in galere e CPR, sono parte del complesso set di strumenti torturatori che il potere si dร  per tenere sotto scacco una vasta quantitร  di popolazione. Ne consegue unโ€™architettura lineare che oggi sfrutta sul lavoro, domani capitalizza nei centri di detenzione e โ€“ magari โ€“ in un futuro guerreggiato neanche troppo lontano, ricatta per comporre le fila di una possibile legione straniera. Delineare la geografia del razzismo sistemico e sistematico diventa lo strumento analitico fondamentale per trovarsi, tra complici e solidali, riconoscersi e identificare i punti di attacco. A seguito dellโ€™importante chiamata promossa dalla Rete Campagne in Lotta (https://campagneinlotta.org/violenze-e-morte-alle-frontiere-razzismo-quotidiano-segregazione-rispondiamo-a-tutto-questo/) ad Aprile a Roma, proponiamo un seguito di quel momento di confronto a Torino, per lโ€™1/2/3 Novembre 2024. Occasione preziosa per lanciare anche unโ€™iniziativa pubblica contro la riapertura del CPR di Torino, chiuso per la prima volta nel Marzo 2023 grazie a tre settimane di coraggiose rivolte, che han permesso al fuoco di distruggere, totalmente, una galera per persone senza documenti europei attiva da 25 anni. Un anno e mezzo fa, allโ€™incirca, il CPR di Corso Brunelleschi veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi, rendendo materialmente piรน fragile un tassello della macchina delle espulsioni nostrane. Da quelle calde giornate invernali di fuoco, numerose sono state le rivolte, le evasioni e gli scontri contro la polizia, che hanno caratterizzato la quotidianitร  allโ€™interno dei lager di Stato italiani. La violenza agita dalla detenzione amministrativa va inserita in un quadro ampio e complesso che conduce a uno sguardo sulla macchina delle espulsioni e ai CPR, come la punta visibile di un iceberg, in cui si annodano piรน strati e substrati di violenza e razzismo sistemico. Se, infatti, il razzismo รจ un concetto solido โ€“ tangibile nella sua produzione di conseguenze materiali โ€“ urge produrre un discorso intellegibile che, con puntualitร , renda esplicita la geografia dellโ€™oppressione, lungo la linea del colore e della classe. Estrapolare la lotta contro i CPR, da un discorso unicamente antidetentivo, ci consente di rendere esplicito il ruolo che queste prigioni hanno nel fungere anche, e non solo, da monito ai liberi e rafforzare cosรฌ il ricatto del permesso di soggiorno. Lottare contro le galere amministrative, assume cosรฌ, un significato nel porsi a fianco dei migranti, lavoratori e non, che chiedono documenti, casa e tutele per tuttx. In questo panorama, attaccare la forma tangibile di una frontiera vuol dire porsi al fianco di chi รจ rimbalzato, tramite dispositivi e leggi europee, tra lโ€™essere lโ€™oggetto di scambio tra Stati, merce di profitto per privati, strumento di pressione mediatica per fini nazionalistici e/o manodopera a basso costo. Sentiamo sempre piรน urgente, prioritario e impellente incontrarci e organizzarci per analizzare il reale mortifero in cui viviamo, trovarci tra complici e tessere le reti di alleanze possibili con il fine di trovare i punti di attacco allโ€™impianto razzista che scandisce la quotidianitร  nel capitalismo di oggi. Il coraggio dirompente del reclusi del CPR di Torino nel Febbraio 2023 non puรฒ rimanere silente, dimenticato e rifagocitato dalla macchina razzista. A tal proposito invitiamo compagnx, complici, solidali a venire a Torino nei primi giorni di Novembre per tre giorni di discussione e mobilitazione nazionale. ///////////////////////////////////////////////////////////// ย  PROGRAMMA GIORNATE VENERDI 1 NOVEMBRE ORE 16 CORTEO NEL QUARTIERE DI SAN PAOLO CONTRO LA RIAPERTURA DEL CPR DI CORSO BRUNELLESCHI SABATO 2 NOVEMBRE DALLE ORE 1O ASSEMBLEA PRESSO IL CSOA GABRIO, via Millio Torino DOMENICA 3 NOVEMBRE DALLE ORE 10 ASSEMBLEA (solo la mattina) ย  ย  Per info e ospitalitร  scrivere a: antirazzistxpiemonte[at]autistici.org
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๐Ÿ“ฃPrepariamoci insieme per il Nazra Palestine Short Film Festival! Vi aspettiamo per una giornata di sport popolare aperto a tuttษ™ con proiezione di corti sullo sport in Palestina, accompagnati da cibo veg per tuttษ™! I corti proiettati saranno: ๐ŸŽž๏ธ ๐—ง๐—ผ๐˜‚๐—ฟ ๐——๐—ฒ ๐—š๐—ฎ๐˜‡๐—ฎ di Flavia Cappellini (19โ€™) ๐ŸŽž๏ธ ๐—š๐—ฎ๐˜‡๐—ฎ, ๐—ณ๐—ผ๐—ผ๐˜๐—ฏ๐˜‚๐—น๐—น๐—ฒ๐˜ di Iyad Alasttal (20โ€™56โ€™โ€™) ๐ŸŽž๏ธ ๐—š๐—ฎ๐˜‡๐—ฎ, โ€ฆ Continua la lettura di ๐Ÿฟ๐—ช๐—ฎ๐—ถ๐˜๐—ถ๐—ป๐—ด ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ ๐—ก๐—ฎ๐˜‡๐—ฟ๐—ฎ๐Ÿ“ฝ๏ธ โ†’
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GABRIO X PALESTINA
Pochi mesi fa abbiamo aperto un sito per diffondere informazioni, articoli, riflessioni e approfondimenti sulla Palestina, sulla resistenza palestinese e sullโ€™occupazione israeliana del loro territorio.In particolare segnaliamo unโ€™ampia intervista con unโ€™operatrice sanitaria rientrata da poco dalla striscia di Gaza, in cui si parla di temi spesso dimenticati come la situazione del sistema sanitario e in โ€ฆ Continua la lettura di GABRIO X PALESTINA โ†’
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25 APRILE 2024 โ€“ Contro ogni fascismo per una comunitร  Resistente
25ย APRILE 2024 A quasi due anni dallโ€™insediamento del governo piรน a destra della storia di questo paese e (quasi) dichiaratamente neofascista, appaiono sempre piรน evidenti gli attacchi sistematici alle libertร  personali e collettive. Accade giorno per giorno nelle scuole e nelle universitร , nellโ€™aumento della repressione, nellโ€™inasprimento delle pene pensate ad hoc per le manifestazioni di โ€ฆ Continua la lettura di 25 APRILE 2024 โ€“ Contro ogni fascismo per una comunitร  Resistente โ†’
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Affrontare la Crisi Abitativa: Politiche Strutturali per il Diritto allโ€™Abitare
La Corte Costituzionale ha incluso tra i diritti inviolabili della persona il diritto allโ€™abitazione, il quale โ€œrientra fra i requisiti essenziali caratterizzanti la socialitร  cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzioneโ€ (sentenza n. 217 del 1988 e sentenze n. 128 del 2021, n. 44 del 2020), poichรฉ รจ compito dello Stato assicurare โ€œche โ€ฆ Continua la lettura di Affrontare la Crisi Abitativa: Politiche Strutturali per il Diritto allโ€™Abitare โ†’
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