Martedì 18 è stata ufficialmente esposta da parte di ECCHR ( European Centre for
Costitutional and Human Rights) denuncia ai danni di TotalEnergies presso
l’antiterrorismo francese, per accuse di complicità in crimini di guerra,
torture e sparizioni forzate legate alle azioni di soldati governativi in
Mozambico nel 2021 nell’ambito del cosidetto “Massacro dei container”. (metti
link)
Il colosso petrolifero è accusato di aver finanziato direttamente e supportato
materialmente l’unità speciale di forze armate, nell’ambito di un accordo di
sicurezza con lo stato, perchè quest’ultime protegessero le installazioni di
estrazione di GNL installate da Total a Capo Delgado.
La situazione a Capo Delgado è epicentro di un conflitto fra esercito e milizie
di ispirazione jihadista affiliate allo Stato Islamico. Le mani di Total sono
sporche del trasferimento forzato di migliaia di famiglie, oltre che della
degradazione ambientale legata ai progetti estrattivi, che ha acuito le tensioni
sociali, mentre la povertà è aumentata di più dell’80%.
La denuncia riprende la dettagliata inchiesta della testata Politico ” All must
be beheaded, revelations of atrocities at French energy giant’s African
stronghold” pubblicata nel 2024.
L’accusa arriva a poche settimane di distanza dalla dichiarazione di Total di
voler far ripartire il progetto, considerato il più grande investimento privato
mai realizzato in Africa, con un costo totale di 50 miliardi di dollari. La
ripresa del progetto non avverrà prima del concordato con il governo di Maputo e
sarà sostenuta dal prestito di 4,7 miliardi di dollari dall’Export-Impost Bank
statunitense ed è prevista entro il 2029.
La banca statunitense non è l’unico finanziatore pubblico al progetto, infatti
altri due importanti partner commerciali sono le italiane SACE e Cassa Depositi
e Prestiti. Nelle parole di Simone Ogno “la SACE italiana è stata la prima
agenzia di credito all’esportazione a confermare il proprio sostegno finanziario
a Mozambique LNG, e lo ha fatto senza una nuova valutazione degli impatti
sociali e ambientali associati al progetto. Oggi l’US EXIM sta facendo lo
stesso. In queste scelte possiamo vedere il rapporto stretto tra il governo
della premier Giorgia Meloni e quello del presidente Donald Trump, in totale
disprezzo per le violazioni dei diritti umani direttamente e indirettamente
associate a Mozambique LNG”.
Ne parliamo con Simone Ogno, campaigner di Recommon:
Qui trovate il link al report di Recommon “Dieci anni perduti“.
Tag - neocolonialismo
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approfondimenti:
https://www.anarresinfo.org/no-al-g7-energia-ed-ambiente-eni-sangue-petrolio-guerra/