TRUMP E LA MAREA NERA GLOBALE
Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46
(venerdì, 14 marzo 21:00)
TRUMP E LA MAREA NERA GLOBALE
VENERDÌ 14 MARZO
ORE 21
CORSO PALERMO 46
GUERRA, REPRESSIONE, IDENTITARISMI, NAZIONALISMI SONO LA CIFRA DI UN ORDINE DEL
MONDO CHE PER SALVARE SE STESSO, AFFONDA NOI TUTT.
L’AFFERMARSI DI TRUMP NEGLI STATES È SOLO L’ULTIMO TASSELLO DI UNA MAREA NERA
REATTIVA. A POPOLAZIONI SPAVENTATE DAGLI EFFETTI DEVASTANTI DELL’AFFERMARSI
INARRESTABILE DELLA LOGICA CAPITALISTA, LE DESTRE DI OGNI LATITUDINE OFFRONO LA
SPERANZA CHE QUALCUNO POSSA ESSERE AL SICURO. IN OGNI DOVE SI AFFERMANO
LEADERSHIP CHE INDIVIDUANO NELLA LIBERTÀ DELLE DONNE E DELLE IDENTITÀ NON
CONFORMI UN NEMICO. IN OGNI DOVE LE PROTESTE DI PIAZZA VENGONO REPRESSE, I
SERVIZI ESSENZIALI NEGATI, LA PROPAGANDA MILITARISTA DISEGNA UN ORIZZONTE DI
GUERRA PERMANENTE.
L’AFFERMARSI DI DINAMICHE PESANTEMENTE AUTORITARIE SU SCALA MONDIALE SEGNA
UN’EPOCA DOVE CHI GOVERNA E CHI SFRUTTA NON INTENDE PIÙ PIEGARSI AD ALCUNA
MEDIAZIONE SOCIALE.
SAREBBE PERÒ BANALE RIDURRE TUTTO AL FASCISMO, ANCHE SE DA QUEL MONDO E DALLA
SUA STORIA LA MAREA NERA TRAE AMPIA ISPIRAZIONE E GLI ATTREZZI NECESSARI ALLA
PROPRIA NARRAZIONE.
NE PARLIAMO CON STEFANO CAPELLO E LORENZO CONIGLIONE
Tag - dibattito
L'ALBA DI TUTTO
Associazione Amici del Cels - Frazione Morliere - Valsusa
(lunedì, 17 febbraio 18:00)
L'ALBA DI TUTTO. UNA NUOVA STORIA DELL'UMANITÀ
Dove nascono la guerra, l’avidità, lo sfruttamento? Qual è l’origine delle
civiltà, degli Stati, delle diseguaglianze? Una luce nuova e dirompente sulla
storia di Homo sapiens. Un’altra storia per immaginare un altro futuro. A
partire dal fondamentale libro di David Graeber e David Wengrow, L’alba di tutto
(Rizzoli, 2022), incontro/discussione con Stefania Consigliere (antropologa,
Genova) e altri/e...
PERCHE' FERMARE I NUOVI OGM
Casa di Quartiere di Alessandria - Via Verona 116, Alessandria
(giovedì, 16 gennaio 21:00)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
"PERCHE' FERMARE I NUOVI OGM"
INTERVENGONO:
ELISA MASCETTI - ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA
FRANCESCO PANIÈ - CENTRO INTERNAZIONALE CROCEVIA
SEGUE DIBATTITO
Un richiamo alla resistenza di contadini e cittadini ai "nuovi" organismi
geneticamente modificati (NGT) pronti ad invadere l'Europa, aprendo così la
strada alla privatizzazione del cibo e a un'agricoltura da laboratorio.
Un libro-inchiesta e una guida impegnata per chi vuole difendere la salute e la
sovranità alimentare.
PERCHÈ FERMARE I NUOVI OGM
Biblioteca Civica di Canelli - Via Giovanni Battista Giuliani, 29, Canelli AT
(mercoledì, 15 gennaio 21:00)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
"PERCHE' FERMARE I NUOVI OGM"
INTERVENGONO:
ELISA MASCETTI - ASSOCIAZIONE RURALE ITALIANA
FRANCESCO PANIÈ - CENTRO INTERNAZIONALE CROCEVIA
SEGUE DIBATTITO
Un richiamo alla resistenza di contadini e cittadini ai "nuovi" organismi
geneticamente modificati (NGT) pronti ad invadere l'Europa, aprendo così la
strada alla privatizzazione del cibo e a un'agricoltura da laboratorio.
Un libro-inchiesta e una guida impegnata per chi vuole difendere la salute e la
sovranità alimentare.
NUOVI OGM, FUTURA SALVEZZA?
Campus Luigi Einaudi - Lungo D'ora Siena, 100, Torino
(venerdì, 17 gennaio 16:30)
DISCUSSIONE E DIBATTITO
LE NUOVE TECNICHE DI MODIFICA DEL DNA DELLE PIANTE E DEGLI ANIMALI SONO LA
SOLUZIONE ALLA FAME NEL MONDO E AL CAMBIAMENTO CLIMATICO O SONO UN ULTERIORE
PASSO VERSO LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ E DEL DIRITTO ALLA SOVRANITÀ ALIMENTARE?
CAMPUS EINAUDI - DIPARTIMENTO CPS, AULA 3D233
Diretta streaming: https://unito.webex.com/meet/dario.padovan
ANARCHIA E DECOLONIALITÀ
Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46
(venerdì, 22 marzo 21:00)
VENERDÌ 22 MARZO
ORE 21
CORSO PALERMO 46
ANARCHIA E DECOLONIALITÀ
VERSO UN’IDEA NON NAZIONALISTA DELLA DECOLONIZZAZIONE, PER UN UNIVERSALE
PLURALE, CHE EMERGE NELLA CONCRETEZZA DEI PERCORSI DI LOTTA.
INTERVERRÀ FEDERICO FERRETTI, GEOGRAFO, DOCENTE ALL'UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
IL CONCETTO DI DECOLONIALITÀ È MOLTO CITATO NEGLI ULTIMI ANNI MA NON SEMPRE
COMPRESO. MANCA SOPRATTUTTO UN’ELABORAZIONE DI QUESTA IDEA CHE LA SEPARI DA
NAZIONALISMI, COMUNITARISMI E APPROCCI BASATI SU UNA PROSPETTIVA UNICA
(PIUTTOSTO CHE SU INTERSEZIONI) CHE RISCHIANO DI FARLA DIVENTARE UNA CONCEZIONE
ESCLUDENTE QUANDO NON LO È. È IMPORTANTE RICORDARE CHE, COME ELABORATA
ORIGINARIAMENTE DAL COLLETTIVO MODERNITÀ-COLONIALITÀ-DECOLONIALITÀ (MCD) E POI
ARRICCHITA DAI CONTRIBUTI DEL FEMMINISMO INDIGENO, DEGLI STUDI SUL PLURIVERSO E
DELLE EPISTEMOLOGIE DEL SUD PER NON CITARE CHE ALCUNI DEI PRINCIPALI AMBITI DI
DISCUSSIONE, LA DECOLONIALITÀ MIRA A SUPERARE I LIMITI DI PRECEDENTI APPROCCI.
SI TRATTA IN PARTICOLARE DEL CULTURALISMO DEI POSTCOLONIAL STUDIES, CHE SI SONO
SPESSO LIMITATI A CRITICHE DELLA COLONIALITÀ CHE RESTAVANO LIMITATE A UN’ANALISI
DEL DISCORSO E CONFINATE IN AMBITI ACCADEMICI, E DELL’ECONOMICISMO DI TEORIE
QUALI LO SVILUPPO INEGUALE O IL SISTEMA MONDO, INCAPACI DI INCLUDERE QUELLO CHE
GLI APPROCCI DECOLONIALI CHIAMANO LA “DECOLONIZZAZIONE EPISTEMICA”. IN QUESTO
SENSO, I PUNTI QUALIFICANTI DELLA DECOLONIALITÀ SONO LA NECESSITÀ DI NON
LIMITARSI ALLA PURA TEORIA PER CONNETTERSI ALLE LOTTE E SITUAZIONI REALI, DI
RISCOPRIRE MODI DI PENSARE AL DI FUORI DELLE TRADIZIONI INTELLETTUALI EUROPEE E
DI COSTRUIRE PONTI DI SOLIDARIETÀ MILITANTI ATTRAVERSO DIVERSE CULTURE E ASSI DI
INTERVENTO.
SULLA BASE DI QUESTO DISCORSO INTRODUTTIVO, E DI ALCUNI CASI EMPIRICI
SUDAMERICANI DI INTERAZIONE TRA GRUPPI ANARCHICI E COMUNITÀ INDIGENE E
AFRODISCENDENTI, SI DISCUTERANNO LE BASI DI UN PROGETTO ANARCHICO DI
DECOLONIALITÀ, BASATO SUL FATTO CHE LA TRADIZIONE ANARCHICA E MOLTE DELLE
COMUNITÀ SOPRACITATE CONDIVIDONO PUNTI CHIAVE QUALI LA PRASSI ORGANIZZATIVA
ORIZZONTALE, L’AZIONE DIRETTA E L’IDEA DI TERRITORIO COME RELAZIONE SOCIALE
PIUTTOSTO CHE COME AREA DELIMITATA DA CONFINI “SOVRANI”. ESSE CONDIVIDONO
INOLTRE CRITICHE DELLE PRINCIPALI PRATICHE AUTORITARIE CHE HANNO CARATTERIZZATO
LA SINISTRA EUROPEA ED EUROCENTRICA, QUALI IL CONCETTO DI AVANGUARDIA POLITICA,
QUELLO DI INTELLETTUALE ORGANICO (DI SOLITO MASCHIO E BIANCO) CHIAMATO A
“GUIDARE” LE LOTTE, L’IDEA DELLA RIVOLUZIONE COME MERA PRESA DEL POTERE POLITICO
E QUELLA DELLA DECOLONIZZAZIONE O “LIBERAZIONE NAZIONALE” COME MERA COSTRUZIONE
DI UN NUOVO STATO.
IN UNA SINGOLA DEFINIZIONE, ANARCHISMO E “LOTTA AFRO-INDIGENA” CONDIVIDONO IL
PRINCIPIO DELLA COERENZA TRA LA TEORIA E LA PRASSI, CHE DOVREBBE ISPIRARE IL PIÙ
VASTO CAMPO DELLA DECOLONIALITÀ.
PER L' ANARCHIA. LA FORZA E L' ATTUALITÀ DEL PENSIERO DI MALATESTA
Federazione Anarchica Torinese - corso Palermo 46
(venerdì, 2 febbraio 21:00)
VENERDÌ 2 FEBBRAIO
ORE 21 INCONTRO E DIBATTITO
ALLA FAT IN CORSO PALERMO 46 – TORINO
INTERVERRÀ DAVIDE TURCATO, CURATORE DELLE OPERE COMPLETE DI ERRICO MALATESTA
ERRICO MALATESTA, LA VITA E IL PENSIERO DI UN ANARCHICO CHE HA ATTRAVERSATO
ATTIVAMENTE LA NASCITA DEL MOVIMENTO ANARCHICO, LE LOTTE OPERAIE E CONTADINE A
CAVALLO DEI DUE SECOLI, L'INSURREZIONE DELL'1911 CONTRO LA GUERRA COLONIALE IN
LIBIA, IL BIENNIO ROSSO E L'AVVENTO DEL FASCISMO.
SPESSO IN CARCERE O IN ESILIO SEPPE LEGARE UN IMPEGNO POLITICO INESAURIBILE CON
UNA COSTANTE RIFLESSIONE SULLE LOTTE CHE ATTRAVERSAVA, NELLA PROSPETTIVA, SEMPRE
PRESENTE, DELLA RIVOLUZIONE SOCIALE.
IL SUO APPROCCIO, PUR NEL LEGAME IMPRESCINDIBILE CON IL SUO TEMPO, RIESCE A
RICONSEGNARCI INTATTE SUGGESTIONI E PROPOSTE CAPACI DI ALIMENTARE UN DIBATTITO
VIVO E VITALE ANCHE IN UN TEMPO TANTO DIVERSO DAL SUO.
IL VOLONTARISMO MALATESTIANO CHIUDE I CONTI SIA CON CHI RITENEVA CHE UNA STORIA
GIÀ SCRITTA ANDASSE SOLO ASSECONDATA SIA CON IL POSITIVISMO DOMINANTE ALL’EPOCA.
AMANTE DELLA SCIENZA MA CRITICO DELLO SCIENTISMO MALATESTA SA CHE LA VERITÀ È UN
PROCESSO IN COSTANTE VERIFICA, SENZA APPRODI FINALI: LA SUA RIFLESSIONE CI OFFRE
SPUNTI IMPORTANTI IN UN TEMPO CHE PAGA IL PREZZO DELLA FOLLIA CAPITALISTA, CHE
HA MESSO LA RICERCA AL SERVIZIO DEL PROFITTO, ANCHE A COSTO DELLA DISTRUZIONE
DEL PIANETA E DI CHI CI ABITA.
MALATESTA SOSTENNE LA NECESSITÀ DELL’ORGANIZZAZIONE SPECIFICA DEGLI ANARCHICI.
ORGANIZZAZIONE ANARCHICA E, QUINDI, GARANZIA DI LIBERTÀ PER CHI VI ADERISCE, E
PREFIGURAZIONE DI RAPPORTI POLITICI E SOCIALI DI SEGNO LIBERTARIO. IN QUESTO SI
DISTINSE DA CHI, RISPETTO AL MOVIMENTO DEI LAVORATORI E LAVORATRICI, RITENEVA
CHE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI BASTASSERO A METTERE IN MOTO LA TRASFORMAZIONE
SOCIALE.
CRUCIALE LA SUA RIFLESSIONE SULLA VIOLENZA, NECESSARIA ALLA DIFESA, MA MAI
STRUMENTO DI IMPOSIZIONE PERCHÉ, PER LA NECESSARIA COERENZA TRA MEZZI E FINI,
UNA RIVOLUZIONE IMPOSTA NEGA SE STESSA E SFOCIA NEL PEGGIORE DEGLI
AUTORITARISMI.
LA SUA RIFLESSIONE, IN COSTANTE REVISIONISMO DI SE STESSA, APPRODA ALLA
CONCEZIONE DEL GRADUALISMO RIVOLUZIONARIO, OSSIA ALLA CONSAPEVOLEZZA CHE
L’EVENTO INSURREZIONALE, CHE SEGNA LA FINE DELLA GERARCHIA E DEL CAPITALISMO,
NON APRE AUTOMATICAMENTE LE PORTE AD UN MONDO DI LIBER ED EGUALI, SENZA
CONFLITTI.
AL CONTRARIO L’INSURREZIONE E LA CONSEGUENTE ROTTURA DELL’IMMAGINARIO SOCIALE
SONO IL PRIMO, INDISPENSABILE PASSO PER L’INNESCARSI DI UN PROCESSO DI
SPERIMENTAZIONE, CHE, PASSO DOPO PASSO, RENDA PIÙ CONCRETA LA PROSPETTIVA
ANARCHICA DELL’AUTORGANIZZAZIONE E DELL’AUTOGESTIONE.
DI QUESTO E DI TANTO ALTRO PARLEREMO CON DAVIDE TURCATO, CURATORE DELLE OPERE
COMPLETE DI ERRICO MALATESTA
GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO
ORE 19 APERICENA
ORE 20,30 PRESENTAZIONE A CURA DI CDL FELIX
IN VIA TOTI 5 – ASTI
VENERDÌ 2 FEBBRAIO
ORE 21 INCONTRO E DIBATTITO
ALLA FAT IN CORSO PALERMO 46 - TORINO
SABATO 3 FEBBRAIO
ORE 16 PRESENTAZIONE
ORE18,30 PRESENTAZIONE
AL PERLANERA, VIA TIZIANO VECELLIO 2 – ALESSANDRIA
WWW.ANARRESINFO.ORG
FERMARE IL TAV, FERMARE LA GUERRA
Centro Studi Sereno Regis - Via Giuseppe Garibaldi, 13, 10122 Torino TO,
(lunedì, 27 novembre 18:00)
FERMARE IL TAV, FERMARE LA GUERRA
[https://gancio.cisti.org/media/4f98669c3195802e851e567415646c49.jpg]
FERMARE IL TAV, FERMARE LA GUERRA
Dall’opposizione al Tav come opera militare, all’opposizione a tutte le guerre.
Lunedì 27 Novembre, ore 18, Sereno Regis
Torniamo a parlare della connessione tra la grande mala opera del TAV e le
guerre. Ormai mesi fa avevamo pubblicato l'opuscolo “Il TAV all’interno dei
corridoi di mobilità militare europea”
(https://www.notav.info/.../il-tav-allinterno-dei.../), nel quale abbiamo
approfondito le implicazioni e le ricadute che la grande opera del TAV ha anche
in campo militare, in quanto fa parte della rete europea di corridoi TEN-T che
prevede la capacità di trasporto di mezzi militari pesanti in ogni sua tratta.
Pochi mesi dopo è scoppiata la guerra in Ucraina, evento che ci ha dimostrato
tutta l’esigenza da parte della NATO e dell’UE di portare avanti quest’opera,
nonché tutta l’esigenza da parte nostra di continuare a trattare e a diffondere
queste tematiche. Infatti il TAV si situa in teoria proprio all'interno del
corridoio strategico che dovrebbe collegare Lisbona con Kiev. Una ragione in
più, qualora ce ne fosse bisogno, per opporci al TAV, ma anche una preziosa
occasione per ragionare sugli scenari di guerra e su cosa possiamo fare noi, nel
nostro paese e in Europa, per fermare la guerra.
Dal mese di ottobre la guerra è tornata con ancora più violenza di prima in
Medioriente, e mentre la Palestina e la striscia di Gaza resistono
all'occupazione israeliana, le élite e i governi dell'Occidente appoggiano lo
Stato Sionista guidato da Netanyahu. Alcune delle pratiche di occupazione in
Palestina sono state riportate proprio nella nostra Valle dall'esercito
italiano, e da numerose aziende e università che lavorano sia per il TAV,
collaborando con TELT, sia per Israele. Pensiamo che la lotta No Tav si possa
considerare pertanto in un quadro ampio in cui vadano collocati il conflitto in
Palestina e le derive guerrafondaie che stanno sempre di più investendo tanto la
Val di Susa, con le esercitazioni militari su larga scala, quanto la nostra
città (si vedano per esempio l'Aerospace& Defence meeting del 28-29-30 Novembre
e la costituzione della cittadella dell'aerospazio in Corso Marche). E' pertanto
il momento per opporci qui e ora in maniera crescente alla guerra e alla
militarizzazione di Torino e della Val di Susa.
Questo autunno, nella giornata del 21 Ottobre a Coltano e del 4 Novembre a Roma,
ci siamo mobilitati anche come No Tav contro le guerre, partecipando a quelle
manifestazioni nazionali e rimarcando la connessione tra questa grande opera e
il suo scopo.
Abbiamo partecipato e portato il nostro contributo anche qua a Torino nelle
piazze e nelle manifestazioni antimilitariste, contro la guerra e per la
Palestina.
Ora vogliamo rilanciare un momento pubblico di discussione sugli utilizzi
bellici del TAV e sull’opposizione necessaria che dobbiamo portare avanti contro
il TAV e contro tutte le guerre.
I sequestri avvenuti ieri del presidio di San Didero e di quello dei Mulini, in
cui sono stati fatti anche lavori di allargamento del cantiere, così come la
repressione e militarizzazione a cui da anni sono sottoposti la Val di Susa e il
Movimento No Tav, ci dimostrano la volontà da parte dello Stato Italiano e
dell’Unione Europea di andare avanti e di velocizzare i lavori dell’opera in un
contesto internazionale in cui i conflitti vanno ad inasprirsi ogni giorno di
più. Ora più che mai serve continuare a mobilitarsi contro questo progetto
ecocida e con valenza bellica.
Per questo motivo vogliamo rilanciare l’8 Dicembre in Val di Susa una grande
mobilitazione popolare contro il TAV, che si legherà a tre giorni di lotta,
dibattiti, socialità e di iniziative ai cantieri, l’8-9 e 10 Dicembre.
Ne parleremo con:
- Presidio Europa.
- BDS Torino
- Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
- Assemblea antimilitarista.
Seguirà un dibattito che speriamo partecipato e ricco anche di posizioni
diverse.
Notavinfo Notav
GOVERNARE (D)AI MARGINI: DISCUSSIONE ATTORNO ALLA STRETTA REPRESSIVA CONTRO
GIOVANI E MINORENNI
Ex Lavatoio Occupato - Via Benedetto Brin 21 (giovedì, 9 novembre 18:00)
GOVERNARE (D)AI MARGINI: Discussione attorno alla stretta repressiva contro
giovani e minorenni
[https://gancio.cisti.org/media/5f7ba030e7e009a3c03522fa9019c732.jpg]
9 NOVEMBRE DALLE ORE 18
EX LAVATOIO OCCUPATO
TORINO
SANCIRE, PREVENIRE E PUNIRE.
DISCUSSIONE ATTORNO ALLA STRETTA REPRESSIVA VERSO GIOVANI E MINORENNI.
Da sempre l’utilizzo delle decretazioni d’urgenza, che agiscono sui fenomeni
sociali e politici in chiave emergenziale, sono utili a far passare delle
strette repressive per la società. Gli ultimi, promulgati dal governo Meloni, il
decreto anti-rave, Caivano, Cutro e il pacchetto sicurezza, si inseriscono in
questo solco alimentandosi di - e alimentando - una narrazione asfissiante che
cerca di predare la paura e la precarietà generate dalla contemporaneità fatta
di guerre, devastazioni climatiche e crisi economiche per aggravare la stretta
repressiva e peggiorare la vita di sfruttati e oppressi.
Nello specifico il Decreto Caivano rende esplicita la volontà governativa di
sancire nuovi soggetti criminali all’interno di certe fasce sociali,
generazionali e territoriali (in particolare, ancora una volta nella storia del
colonialismo interno messo in atto dallo Stato unitario, il meridione italiano),
sdoganando una presenza controllante e repressiva sia preventiva che punitiva.
Lo Stato agisce, ancora una volta, una diluizione della dimensione carceraria e
militaresca nella società attraverso il disciplinamento non solo dei e delle
giovani, utilizzando come deterrente le misure amministrative e quelle penali;
ma anche esacerbando il concetto di responsabilità genitoriale (sistematizzando
la punibilità di coloro che vengono individuati come inadempienti) e delle
istituzioni scolastiche nel contenimento delle cosiddette “devianze”. Non
possiamo leggere questo decreto in esclusiva chiave emergenziale. Esso, come gli
altri, ha insito l’obiettivo governativo di creare dei capri espiatori per
rafforzare le sue basi repressive, applicabili ad un ampio spettro del tessuto
sociale, in un'ottica di ulteriore desertificazione del conflitto.
A partire dal decreto Caivano e da alcuni approfondimenti e racconti di
esperienze vissute, discuteremo dei protocolli di deradicalizzazione nelle
scuole e in città, del dominio della disciplina, delle dinamiche di potere e
della repressione poliziesca nelle scuole.
GOVERNARE (DA)I MARGINI
Giardini Giuseppe Saragat - Torino - Via Ruggero Leoncavallo, 10154 Barriera di
Milano, Torino TO (giovedì, 9 novembre 18:00)
GOVERNARE (DA)I MARGINI
[https://gancio.cisti.org/media/24697c0dda50c756d40755e5e7749b29.jpg]
SANCIRE, PREVENIRE E PUNIRE.
Discussione attorno alla stretta repressiva verso giovani e minorenni.
Questo momento verrà organizzato in vista del corteo dell'11 novembre contro il
carcere e la società di cui ha bisogno perchè sentiamo il bisogno di analizzare
le politiche statali degli ultimi tempi.
Da sempre l’utilizzo delle decretazioni d’urgenza, che agiscono sui fenomeni
sociali e politici in chiave emergenziale, sono utili a far passare delle
strette repressive per la società. Gli ultimi, promulgati dal governo Meloni, il
decreto anti-rave, Caivano, Cutro e il pacchetto sicurezza, si inseriscono in
questo solco alimentandosi di - e alimentando - una narrazione asfissiante che
cerca di predare la paura e la precarietà generate dalla contemporaneità fatta
di guerre, devastazioni climatiche e crisi economiche per aggravare la stretta
repressiva e peggiorare la vita di sfruttati e oppressi.
Nello specifico il Decreto Caivano rende esplicita la volontà governativa di
sancire nuovi soggetti criminali all’interno di certe fasce sociali,
generazionali e territoriali (in particolare, ancora una volta nella storia del
colonialismo interno messo in atto dallo Stato unitario, il meridione italiano),
sdoganando una presenza controllante e repressiva sia preventiva che punitiva.
Lo Stato agisce, ancora una volta, una diluizione della dimensione carceraria e
militaresca nella società attraverso il disciplinamento non solo dei e delle
giovani, utilizzando come deterrente le misure amministrative e quelle penali;
ma anche esacerbando il concetto di responsabilità genitoriale (sistematizzando
la punibilità di coloro che vengono individuati come inadempienti) e delle
istituzioni scolastiche nel contenimento delle cosiddette “devianze”. Non
possiamo leggere questo decreto in esclusiva chiave emergenziale. Esso, come gli
altri, ha insito l’obiettivo governativo di creare dei capri espiatori per
rafforzare le sue basi repressive, applicabili ad un ampio spettro del tessuto
sociale, in un'ottica di ulteriore desertificazione del conflitto.
A partire dal decreto Caivano e da alcuni approfondimenti e racconti di
esperienze vissute, discuteremo dei protocolli di deradicalizzazione nelle
scuole e in città, del dominio della disciplina, delle dinamiche di potere e
della repressione poliziesca nelle scuole.