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Una Schengen militare europea@0
Un mese dopo la presentazione della roadmap per una difesa UE a prova di aggressioni esterne entro il 2030, la Commissione europea fa un salto di qualità nella mobilità militare dell’Unione, che si scontra oggi con la realtà di 27 Stati nazionali che limitano gli attraversamenti di truppe e mezzi sui loro territori. L’obiettivo è creare una ‘Schengen militare’ entro il 2027, perché – come affermato dal commissario UE per la Difesa, Andrius Kubilius, prendendo in prestito le parole di un generale statunitense – “la fanteria vince le battaglie, la logistica vince le guerre”. Che Bruxelles faccia sul serio, si evince dalle presenze dei commissari europei alla presentazione del pacchetto sulla mobilità militare: oltre a Kubilius, la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, l’Alta rappresentante per gli Affari esteri Kaja Kallas, il commissario per i Trasporti, Apostolos Tzitzikostas. Il dato di partenza è inesorabile: alcuni Paesi membri “richiedono ancora un preavviso di 45 giorni prima che le truppe di altri Paesi possano attraversare il loro territorio per svolgere esercitazioni”, ha affermato Kallas. Nel regolamento proposto dalla Commissione, l’obiettivo è ridurre i tempi burocratici ad un massimo di tre giorni. Eliminando barriere normative e semplificando le procedure doganali, Bruxelles vuole introdurre le prime norme armonizzate a livello UE per i movimenti militari transfrontalieri. Alcuni esempi pratici li ha indicati Tzitzikostas: “Semplificare le norme sul trasporto di merci pericolose”, o ancora “consentire i movimenti militari nei fine settimana e nei giorni festivi”. Attraverso l‘istituzione di un quadro di emergenza poi, verrebbe dedicato l’accesso prioritario alle infrastrutture agli apparati militari, e le procedure per lo spostamento di contingenti potrebbero essere ulteriormente accelerate. Sarebbe facoltà della Commissione, con l’approvazione degli Stati membri, formalizzare le situazioni di emergenza. Su un binario parallelo alla semplificazione delle normative, corre il potenziamento delle infrastrutture. “Se un ponte non è in grado di sostenere un carro armato da 60 tonnellate, se una pista è troppo corta per un aereo cargo, abbiamo un problema”, ha sottolineato l’Alta rappresentante UE. Lo scheletro esiste già, è l’infrastruttura della rete TEN-T. Su quella, la Commissione europea ha identificato 4 principali corridoi militari e 500 punti nevralgici da rafforzare. “Nella maggior parte dei casi – ha confermato Tzitzikostas – si tratterà di potenziare le infrastrutture esistenti”. In un ottica dual use, civile-militare, perché “nel 99,9 per cento dei casi” la rete servirà per cittadini e merci”. Un ruolo chiave nella rete TEN-T è stato assunto dall’Italia: quattro dei nove corridoi attraversano lo stivale, il Baltico-Adriatico, lo Scandinavia-Mediterraneo, il Reno-Alpi e il Mediterraneo. Dal punto di vista geostrategico e militare è particolarmente rilevante il corridoio Mediterraneo che collega i porti della penisola iberica con l’Ucraina, passando per il sud della Francia, l’Italia settentrionale, la Slovenia e la Croazia. Abbiamo contattato Fabrizio, del movimento no tav, per parlarci del TAV all’interno della mobilità militare europea, come snodo del corridoio strategico che unisce la penisola iberica all’Ucraina. Abbiamo poi chiesto a una compagna antimilitarista genovese di parlarci del progetto di ampliamento dei binari a Sampierdarena e del porto di Genova all’interno della mobilità militare europea, nel corridoio Reno-mediterraneo. Con una compagna di Messina abbiamo commentato l’inserimento del ponte sullo stretto all’interno del corridoio TEN-T ‘Scandinavo-Mediterraneo’. Citati nella puntata. Il Tav all’interno dei corridoi di mobilità militare europea Sulle ferrovie di Sampierdarena e del Porto di Genova Sull’operazione Ipogeo
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Piani di pace per l’Ucraina, militarizzazione della logistica, guerra ibrida@1
Il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius, che nel 2024 sosteneva che saremo in guerra con la Russia nel 2029, adesso dice che succederà forse nel 2028, anzi che “alcuni storici militari ritengono addirittura che abbiamo già avuto la nostra ultima estate di pace”. Venerdì scorso, il Generale Fabien Mandon, Capo di Stato Maggiore delle forze armate francese, ha parlato esplicitamente del rischio di “perdere i propri figli” in un futuro conflitto con la Russia e ha esortato la Francia a prepararsi a sacrifici — umani o economici — vista la crescente ambizione russa di un confronto con la NATO entro la fine del decennio. «Siamo sotto attacco: il tempo per agire è subito»: così riporta il documento redatto dal ministro della Difesa Guido Crosetto, ora al vaglio del Parlamento. A minacciare l’Occidente e l’Italia sarebbe la «guerra ibrida» portata avanti, in particolare, da Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, combattuta tanto a colpi di disinformazione e pressione politica quanto di minacce cibernetiche. Per questo, l’Italia avrebbe bisogno della creazione di un’arma cyber, composta di almeno cinquemila unità tra personale civile e militare. Solamente due settimane fa, Crosetto aveva dichiarato che l’esercito italiano avrebbe bisogno di almeno trentamila soldati in più. In Polonia, in risposta agli atti di sabotaggio che hanno colpito le infrastrutture strategiche della Paese, il premier Donald Tusk ha lanciato un’operazione su larga scala, l’operazione Horizon, per aumentare i controlli sulle infrastrutture del Paese, dispiegando 10mila soldati che lavoreranno insieme a polizia, Guardia di frontiera, Servizio di protezione delle ferrovie e ad altri enti responsabili della sicurezza dello Stato. Appena una settimana fa, un mese dopo la presentazione della roadmap per una difesa UE a prova di aggressioni esterne entro il 2030, la Commissione europea dichiara di voler incrementare fortemente la mobilità militare dell’Unione, che si scontra oggi con la realtà di 27 Stati nazionali che limitano gli attraversamenti di truppe e mezzi sui loro territori. L’obiettivo è creare una ‘Schengen militare’ entro il 2027, perché – come affermato dal commissario UE per la Difesa, Andrius Kubilius, prendendo in prestito le parole di un generale statunitense – “la fanteria vince le battaglie, la logistica vince le guerre”. Nei primi 15 minuti, parliamo del non paper di Crosetto sulla guerra ibrida, dei piani di riarmo europeo delle infrastrutture, della logistica di guerra facendo un po’ di rassegna stampa. Successivamente approfondiamo gli stessi temi, a partire dagli ultimi sviluppi nella guerra tra Russia e Ucraina, con la bozza di Trump per un piano di pace che ha contrariato l’Europa, con lo storico Francesco Dall’Aglio, saggista, esperto di est Europa e di questioni strategico-militari, gestore del canale Telegram «War Room».- Russia, Ucraina, NATO. Citati nella puntata: Non-paper sul contrasto alla guerra ibrida di Crosetto Libro bianco europeo per il 2030 Il Piano Rearm Europe
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Trump
Puntata del 18/11/2025@2
Il primo argomento della puntata è stato quello della logistica, infatti in compagnia telefonica di Andrea Bottalico, abbiamo parlato del suo ultimo libro “Logistica in Italia. Merci, lavoro e conflitti”. Approfittando della prossima presentazione del testo edito da Carocci Editore a Torino presso la sede di USB, ripercorriamo assieme all’ autore il particolare sviluppo nel contesto economico/sociale/produttivo italiano di questo settore che è diventato sempre più strategico negli ultimi anni a livello internazionale. Questi e altri sono stati gli stimoli di discussione all’interno di questa intervista, che ci serviranno per arrivare preparati alla presentazione del libro in via Quarto dei mille 32, Torino alle 17:30 il 21 novembre. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il secondo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Raffaele Cataldi del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto sulla fine che si sta sempre di più rivelando dell’ex ILVA. Raffaele, autore anche del libro “Malesangue. Storia di un operaio dell’Ilva di Taranto” (https://edizionialegre.it/product/malesangue/), ha analizzato le scelte politiche annunciate dal governo il 4 novembre 2025 durante la trattativa con i confederali dal punto di vista di una classe operaia da sempre schiacciata nel ricatto tra salute e lavoro: 6.000 cassaintegrati diventano di fatto esuberi ed entra in gioco il pirata americano con il fondo Bedrock Industries che vuole a costo 0 rilevare l’impianto industriale la partita, intanto Gozzi, il falco di Federacciai, conferma: “Ex Ilva, temo che siamo ai titoli di coda”. Le conseguenze occupazionali sono devastanti: ma questo scenario il comitato lo aveva anticipato da anni! E più che una profezia diventa evidente l’unica via d’uscita sia per il territorio che per la salute e l’occupazione: investire sulla bonifica del territoriale fatta dagli “esuberi” della fabbrica. Buon ascolto -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Il terzo argomento della puntata è stata l’aggressione avvenuta nei confronti del picchetto organizzato dal SUDD COBAS ad Euroingro, ovvero il più grande centro di distribuzione dell’abbigliamento di Europa. Il presidio era stato chiamato dopo che il tavolo di trattativa tra sindacato e azienda era saltato riguardo alla regolarizzazione di 5 operai, costretti a turni di lavoro di 12 ore. Arturo oltre a riportarci gli eventi, ci dona un’ analisi generale su quanto successo nonché riportandoci anche qualche buona notizia per quanto riguarda le trattative poi riprese a seguito dell’aggressione. Buon ascolto
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presentazione libro
inquinamento
sudd cobas
NO AL PORTO DI FIUMICINO, NESSUNA COMPLICITA’ CON IL GENOCIDIO
Quali interessi si muovono dietro le grandi opere portuali?Un progetto guidato da Royal Caribbean vuole trasformare un’area di litorale a Fiumicino nel primo grande porto crocieristico in Italia affidato a un privato.Comitati e realtà locali che difendono il territorio e la vita di chi lo abita sono mobilitati dalle prime avvisaglie di questo progetto, e, […]
L'informazione di Blackout
guerra
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nocività
frittura mista|radio fabbrica 14/10/2025@0
Il primo argomento della serata è quello di una “una vittoria operaia”, come l’ha definita il SiCobas di Piacenza. Abbiamo intervistato Arafat, rappresentante di questo sindacato di base a riguardo. Infatti dal 1 settembre centinaia di lavoratori (tutti iscritti al SiCobas) assunti dall’appaltatore Inovys Logistics che rischiavano di trovarsi a lavorare a condizioni economiche misere, […]
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Colpo Torino
Bologna: Conad licenzia 67 facchini, il sindacato ed i lavoratori rispondono con la lotta
Il magazzino Conad di Anzola Emilia, uno dei principali hub logistici per la grande distribuzione, ha recentemente annunciato la chiusura del sito. Con una PEC inviata senza preavviso, 67 lavoratori sono stati licenziati dall’oggi al domani. Nonostante i risultati finanziari di Conad siano in crescita – nel 2024, il fatturato complessivo dell’impresa cooperativa ha raggiunto […]
L'informazione di Blackout
Bologna
logistica
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Conad
Anarres del 6 dicembre. Lotte operaie alla sbarra. CPT di Torino. Always on the move…
ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. Ascolta e diffondi l’audio della puntata: > Anarres del 6 dicembre. Lotte operaie alla sbarra. CPT di Torino. Always on > the move… Dirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: Lotte operaie alla sbarra Sono circa “3mila” i lavoratori e sindacalisti indagati o imputati per scioperi e proteste sindacali. È il dato dei procedimenti seguiti da un solo studio legale di Milano sulle una parte delle inchieste nate da lotte sindacali soprattutto nella logistica nel nord Italia. Lo studio, specializzatosi dal 2016 in poi nella difesa di operai e esponenti sindacali nel settore della logistica, ne ha contati circa tremila, solo nei territori seguiti: in particolare Milano e Piacenza, ma anche Bologna, Alessandria, Pavia, Brescia, Novara, Mantova, Cremona, Bergamo. Significa che il numero totale italiano è molto più alto. Ad oggi sono 300 i procedimenti ancora aperti. Con il DDL 1660 la situazione è destinata a peggiorare. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco Sanitalia è il nuovo gestore del CPR di Torino L’appalto da 8,4 milioni di euro per la gestione della prigione per migranti di corso Brunelleschi se lo è aggiudicato Sanitalia. La Cooperativa era già stata in corso Brunelleschi, quando aveva gestito i “servizi di igiene e sanificazione” e di “assistenza infermieristica” per l’allora ente gestore Gepsa, multinazionale francese che dal 2016 al 2022 ha incassato 8,6 milioni di euro dalla prefettura di Torino. Si tratta di un gruppo specializzato nella gestione di strutture chiuse: dalle RSA a spazi dedicati a malati di Alzahimer, a numerosi CAS in Piemonte. Non c’è bisogno si scomodare Foucault per cogliere l’intima interconnessione tra strutture di tipo sanitario/assitenziale e luoghi di detenzione amministrativa. Si tratta di posti caratterizzati dalla necessità di gestire corpi in eccesso, non produttivi, incontrollabili, inutili, fastidiosi, che si decide di concentrare in spazi specifici. La scelta di tentare la scalata dei CPR ha visto Saniatalia partecipare, senza successo, alle gare per i CPR in Albania e per quello di via Corelli a Milano. Presto entrerà in corso Brunelleschi. Quindi a breve la prigione per migranti di Torino, chiusa in seguito alle rivolte del febbraio 2023, riaprirà. Always on the move Torino. Vetrina per turisti e città delle armi Era la capitale dell’auto. L’industria automobilistica era indicata tra le eccellenze cittadine nei cartelli di ingresso alla città. Torino è stata attraversata da due processi trasformativi paralleli: la città vetrina e la città delle armi. Il primo è il fulcro della narrazione pubblica, il secondo viene occultato tra satelliti ed esplorazioni spaziali. La lenta ma inesorabile fuga della Fiat, ormai solo più un marchio per le auto, ha decretato la decadenza e l’impoverimento della città. Sulle macerie di quella storia le amministrazioni comunali degli ultimi vent’anni, hanno provato a costruire, con alterna fortuna, “la città vetrina per i grandi eventi”, una scelta dalle conseguenze politiche e sociali devastanti, perché si è basata su violente dinamiche di controllo sociale ed interventi di riqualificazione escludente, una sempre più netta dinamica di gentrification. Vi abbiamo proposto la lettura ragionata della prima parte dell’opuscolo, presentato il 28 novembre a Torino. Per chi si fosse perso l’incontro qui c’è il video della serata: https://www.anarresinfo.org/video-always-on-the-move-torino-vetrina-per-turisti-e-citta-delle-armi/ Appuntamenti: Sabato 14 dicembre cena antinatalizia Menù vegan Benefit lotte ore 20 corso Palermo 46 Quanto costa? Tantissimo per chi ne ha, meno per chi ha meno, poco per chi ha poco. Sosteniamo le lotte qui e in ogni dove, diamo solidarietà a chi è colpito dalla repressione, mettiamo un mattone nella direzione di una società libera, autogestita, solidale. Porta la tua statuetta per il pres-empio autogestito! Per prenotazioni scrivere a antimilitarista.to@gmail.com Ogni martedì dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46 (A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro SeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte Vieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini! Sostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato! Informati su lotte e appuntamenti! Contatti: Federazione Anarchica Torinese corso Palermo 46 Riunioni – aperte agli interessati – ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org) Contatti: FB @senzafrontiere.to/ Telegram https://t.me/SenzaFrontiere Iscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org
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Valore e violenza: sabotare, interrompere, bloccare la logistica di guerra
Dire logistica è dire guerra, essa infatti nasce come scienza militare. E’ in particolare l’ingegneria della Seconda Guerra Mondiale ad aver rappresentato un momento di rinnovata propulsione per l’organizzazione del mondo-guerra: come pianificare gli utilizzi e spostare migliaia di equipaggiamenti militari e pezzi di ricambio? Economisti e matematici sono stati mobilitati per creare nuovi metodi […]
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